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LETTERATURA: INCIPIT: Devis Bellucci: “La memoria al di là del mare”, Giraldi, 2007

18 Marzo 2008

A chiunque renda d’oro il proprio tempo riempiendo la terra d’immagini.

San Paolo del Brasile, Agosto 2000 – Agosto 2005

«Perché la memoria? » mi chiedesti che eravamo affacciati sul Guadalquivir. Sembrava sfinito, una vena aperta trascorsa la vita. Avevamo ancora addosso il fiato di Cordoba, che sapeva di fontanelle come trecce di perle, e l’incenso fresco della Mesquita era fra le tue labbra coperte dal tramonto.
Indugiammo a lungo, con gli spiragli di persiana che ci facevano astratti, nella stanza a mezzogiorno che dava sul patio. Saremmo andati presto, e la padrona della pensione ci salutò come fossimo suoi figli, con un bacio che mi lasciò la macchia.
La fila delle orme, lungo la spiaggia di Guincho, era lo strascico d’una qualche vecchiaia. Il vento, quella mattina, rapiva le dune e scolpiva l’acqua a scacchiera. Mancava solo un pugno di legionari, accampati tra i promontori, ad assopirsi lungo i tuoi capelli nella notte, quand’erano una seconda pelle. Ecco, che svista fu costruire case di cenere e specchi, tralasciando i tempi del cuore…

La fortezza di Granada era lieve nello spirito quanto i nostri passi o l’immagine del roseto sul punto di vivere. Pensai che, se avesse potuto, il roseto si sarebbe tuffato nel lago, nuotando sino alla terra sorda ai richiami.
Non so perché avrei messo nel cortile centrale, fra i leoni, una torre: ci stava così male! Però avremmo potuto scalarla, pur nell’imperfezione; tu mi avresti seguito e Granada sarebbe diventata capitale. Avremmo visto colonne come fiammiferi e su ogni colonna un uomo: tanti santi, forse.
Sulla via del ritorno ci incontrammo di nuovo in quella donna, la gitana che faceva cinture di conchiglie con la sua bambina. Per tutto il viaggio le fummo accanto senza parlare ed imparammo molte nostalgie da quel fare che addormentava, dai colori intrecciati lungo i rami a notte fonda. Fu allora che una solitudine porosa ci spiò da dietro la luna. Rividi quella sera, sulle Dolomiti, quando con la coperta scoprii la Stella Polare, desiderando di sfiorarla e farla mia. Sperai in un orizzonte dove abbracciarla come donna, oltre il tuo dormire senza quasi respirare, oltre la tua malinconia di sabbia viola.
Forse non ricordi le città disciolte, né quello che rimane della povera Sagunto, trascorsi uomini, amori e guerre. Brillava di sole e calce, ferita nella polvere. Il caldo tropicale portava i versi degli animali da un mare non troppo distante, da una sottana vivida pirite fra le onde di Favignana. Pensai che quel mare non si potesse attraversare, e scivolai accanto ad un fico d’India. Ridemmo senza amore sotto quel cielo striato.
Era lontano il Sud America, ma identica l’asprezza delle strade mangiate di ruggine, travolte da formicai giganti quanto vulcani. I campi dei “Sem terra” mi sembrarono epici nel dramma, fuggiaschi d’un esercito o indiani delle praterie. I bambini nuotavano nel fiume, selvaggi ed impassibili quanto la natura sotto i piedi dei soldati. Io, guardandomi le mani, sentivo pace e colpa, e non capivo.
Infine, ecco il sapore caldo della leggerezza, mentre disteso al sole, sopra il tetto, leggevo Montale o Garcia Marquez, e ci fissavo assonnati oltre il confine. San Paolo era un grande fiore rosa, e noi… due chicchi periferici fra un mondo d’aquiloni. Il nostro lo regalai, e rimandammo di farlo volare.
Mi spostai di poco e vidi l’alta ombra della torre di Modena, con la sua piazza. Alle mie spalle m’aspettavi, e partimmo sotto i portici in un’afa più che nota. Pensai allora che era bello quando ci intristivano le stesse cose, come le librerie fuori mano, quelle in cui non entra mai nessuno.

Copyright © 2007 Giraldi Editore

SCHEDA LIBRO:
“La memoria al di là del mare”
di Devis Bellucci
Giraldi Editore
ISBN 978 88 6155 120 6
http://www.devisbellucci.it/
autore@devisbellucci.itCONTENUTO: “si tratta di una storia scritta durante i miei viaggi di volontariato nel Sud del Mondo, in particolare in Brasile. L’ho pensata camminando ai margini delle favelas di San Paolo, guardando in cielo gli aquiloni nell’estate brasiliana. C’è la polvere rossa del Minas Gerais, con le sue miniere sbriciolate; ci sono le stelle del Goais e del Piauì, terre piene di luce. È una favola sull’amnesia dell’anima, piena di poesia e spiritualità, scaturita dalla riflessione sulla nostra povertà spirituale, spesso trascurata rispetto alla
povertà materiale del Sud del Mondo.

L’AUTORE: Devis Bellucci è nato a Vignola nel 1977. Ha studiato fisica all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove si è laureato e ha conseguito il Dottorato di Ricerca.
Impegnato in attività di sensibilizzazione sulle problematiche legate al Sud del Mondo, ha partecipato a missioni umanitarie e campi di volontariato in diversi paesi
extraeuropei. Ha curato l’apertura e la gestione, presso la propria città, di un punto vendita della Cooperativa Sociale Oltremare di Modena (Commercio Equo e Solidale). Ha fatto parte del Consiglio Direttivo dell’Associazione Modena Terzo Mondo ONLUS di Modena, curandone la comunicazione, il sito internet e coordinandone i progetti
sostenuti a San Paolo del Brasile.  


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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart