LETTERATURA: INCIPIT: Simone Ghelli: “Il Pigneto Liberato – di come i saracini ripresero possesso del Santo Sepolcro, 0111 Edizioni, 2008
22 Maggio 2008
I. Approdo all’isola
Appena fuori del primo anello ferroviario, la barriera corallina di Roma per intenderci – quella che per oltrepassarla bisognerebbe essere tutti un poco più attenti e puliti – lo sprovvisto viaggiatore può imbattersi in un isolotto che pare caduto lì dal cielo. Un minuscolo pezzo di terra ancorato al fondo, poggiato su un ammasso di detriti fossili che sbucano ovunque a riempire cassonetti e sacchetti di plastica, e che non si lascia trascinar via dalle due correnti calde che lo circondano da entrambe i lati: la Prenestina e la Casilina. Ora, questi due sono tra i fiumi che più inquinano il nostrano mare metropolitano. Si attorcigliano come serpenti tra le case fino a confluire nel girotondo pazzo di Porta Maggiore, in certe ore  praticamente impossibile a navigarsi, a meno di non correre il rischio di venir risucchiati da qualche improvvisato mulinello d’acqua che agevoli l’accesso a cascate saltellanti nel vuoto. E’ il baratro che divide la Casilina nuova dalla vecchia, un passaggio aperto tra due pareti d’acqua figlie del miracolo di Mosè in favore del popolo eletto: sulle rotaie, che dalla Stazione Termini si dipanano in tutta Italia, ignari pellegrini viaggiano attenendosi ancora alle tabelle degli orari, numeri ormai obsoleti nell’oscura logica del neocapitalismo. Oppure è possibile arenarsi nelle secche della sopraelevata che domina e inquina dal lato Prenestina, e beato chi lì ai piani alti vive, che il sole ancor se annebbiato lo vede, non come di sotto che non resta altro che aspettare la metro che verrà …
Ovunque il rombo assordante fa tremare le fondamenta dei vecchi palazzi, nati negli anni in cui il boom neanche si sognava di andare a più di cento all’ora, tanto da ingannare i novelli inquilini sull’origine di questo isolotto. Per caso non sarà mica di origine vulcanica, come le terre africane e asiatiche da cui provengono le comunità dalla pelle nerolivastra?, viene da chiedersi annusando l’odore di ferraglia che fa da cappa nel caldo meriggio. Molti degli autoctoni sono ormai migrati nel continente, tra i fori imperiali e le mura vaticane, lasciando i pochi tram polverosi ai naufraghi disperati in cerca di una stanza a prezzi popolari. Il guaio è che l’isola, come accade per tutti i posti esotici alla moda, sta diventando la meta di studenti, mezzi artisti e mezzi intellettuali, in ritiro spirituale. Il costo della casa è ormai ovunque su quote da alta stagione e non tende ad abbassarsi, e l’impressione è che gli speculatori con lo stomaco da pescicani si siano già avventati in branco sulla preda e che ben presto non ne rimarranno che le briciole.  Ma si sa che i movimenti della crosta terrestre non lasciano in pace i continenti e che, ora qui ora là , un pezzo viene e un altro se ne va.; ed è anche noto che quando arrivano gli intellettuali il proletariato scappa, quindi, se due più due è ancora uguale a quattro, il mix culturale del Pigneto verrà frullato con quello di arcipelaghi sempre più lontani: da Torpignattara a Torre Maura, fino al capolinea del 105 che è Grotta Celoni. Insomma, con queste condizioni sembrava di stare in una “botte de fero”, come si dice da queste parti, e proprio nessuno poteva presagire una rivolta popolare con tanto di barricate alzate coi banchi della frutta su in cima a via L’Aquila, estremo baluardo contro gli attacchi dei crociati di San Giovanni. Oltretutto, anche a prevederlo, si sarebbe potuto facilmente immaginare, senza essere fini strateghi, quanto fragile si sarebbe rivelata tale iniziativa, così esposta ai contrattacchi aerei dalla sopraelevata che non si è mai provveduto ad abbattere. Gli aborigeni che pescano poco o niente non fanno notizia, si sa, se non per il fastidio che arrecano agli speculatori nel loro ostinarsi a trasformare ogni segno del proprio habitat in idolo da venerare; ma se invasione ci sarà , allora il problema dell’inquinamento in quota verrà sicuramente risolto in quattro e quattr’otto, sì da permettere ai branchi di pesci azzurri di tornare a bazzicare sugli scogli adriatici, tra via Pesaro e via Ascoli Piceno.
SCHEDA LIBRO
Autore: Simone Ghelli
Titolo: Il Pigneto Liberato – di come i saracini ripresero possesso del Santo Sepolcro
Editore: 0111 Edizioni
Pagine: 106
Prezzo: 11,40 euro
Isbn: 88-6307-063 -6
CONTENUTO
Il Pigneto Liberato è la storia, surreale e grottesca, riportata dal misterioso scrittore Rinaldo Tasso, che assiste, inerme, alla rivolta che sta incendiando il quartiere romano del Pigneto. Egli metterà così la propria arte al servizio della verità , ma non disdegnerà di condirla con una punta d’ironia, affinché il lettore venga un po’ sollevato dalla gravità dei fatti. Tra immigrati barricati, falsi predicatori, artisti improvvisati e politici arrivisti, si muove uno strambo gruppo capitano dal saggio Viand, che cercherà di evitare il peggio. Riusciranno i nostri eroi a impedire che quell’isola felice prenda fuoco?
AUTORE Â
Simone Ghelli è nato a Piombino (LI) il 12 novembre 1975.
Si è laureato e dottorato in cinema, anche se scrivere di narrativa resta la sua grande passione, a cui dedica tutto il tempo che riesce a sottrarre al proprio lavoro.
Ha pubblicato un saggio di critica cinematografica dal titolo L’Atalante in Jean Vigo (Traccedizioni, 2000) ed il romanzo L’albero in catene (NonSoloParole, 2003), oltre ad alcuni racconti sparsi tra antologie e riviste varie.
Dal settembre 2007 fa parte del gruppo Scrittori Sommersi, http://www.scrittorisommersi.com/
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