LETTERATURA: “Lo spazio nero” di Fabio Fracas6 Marzo 2010 [Fabio Fracas è autore, editor, giornalista e sceneggiatore. Oltre a racconti, libri e poesie scrive per il cinema, per il teatro, per i fumetti e su varie testate giornalistiche cartacee e Web. Suoi brani e suoi lavori sono stati rappresentati in vari festival e da diverse compagnie. Ha ricevuto una serie di riconoscimenti letterari e nel 2004, assieme alla poetessa Federica Castellini, ha fondato MacAdam – MacAdemia di Scritture e Letture.] Se domani Lo spazio nero – III – 43 | C’è voluto parecchio tempo prima che riuscissi ad avvicinarmi nuovamente a “Lo spazio nero”. Circa due mesi per la precisione. Il motivo è semplice: ogni spazio nero fa paura. Fanno paura, a me personalmente, i discorsi generalisti – e generalistici – sulla cultura; la sua vantata – quanto effimera – divisione in cultura con la c minuscola e Cultura con la C maiuscola; il riconoscere nei vostri commenti le mie stesse tensioni e ciononostante, il capire che, evidentemente, per molti altri il mondo è molto più semplice. Fanno paura, a me personalmente, i segnali di allontanamento dalla lettura che si moltiplicano in tutti gli ambiti; le non competenze dimostrate – nel patrio mondo delle lettere – da chi invece dovrebbe necessariamente possederle; la sterile nobiltà che accompagna scelte editoriali perfette decenni fa ma che oggi, inevitabilmente, risultano quanto meno discutibili. Fanno paura, a me personalmente, gli errori grammaticali e sintattici che inseriamo – tutti – nelle email perché siamo di fretta; l’impoverimento lessicale che depaupera la lingua e che ci priva delle parole più adatte a esprimere i nostri sentimenti e i nostri pensieri; la mancanza di fantasia e di originalità che, paradossalmente, diventa sinonimo di successo. Fanno paura, a me personalmente, le tante chiacchiere, anche virtuali, che spesso servono unicamente per coprire quel silenzio assordante che altrimenti spazzerebbe ogni voce; la frenetica attività – che nulla pertiene al letterario – utilizzata per valorizzare gli scritti; la ricerca spasmodica dell’apparenza distinta dalla sostanza. Fanno paura, a me personalmente, le copertine griffate che racchiudono pagine vuote; la rassegnazione che sempre più spesso permea chi la letteratura e la cultura, le vive; la staticità di pensiero di chi non cerca di trovare rimedi. E forse li teme. E proprio grazie a queste paure, continuerò a scrivere ne “Lo spazio nero”. Letto 3856 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by Giovanni — 6 Marzo 2010 @ 15:13
Aspettavo il ritorno dello Spazio Nero. Avevo un po’ di paura che lo chiudessi! :-)
Pingback by Lo spazio nero : MacAdemia — 7 Marzo 2010 @ 09:32
[…] di Monaco. Il titolo della riflessione odierna – il cui significato lascio scegliere a voi – è: Se domani. Come ho già scritto sul mio piccolo blog di servizio, Mi farebbe molto piacere che la discussione […]
Commento by Federica — 8 Marzo 2010 @ 14:10
A me fa paura la naturalezza con la quale si accetta la situazione attuale della cultura perché, lo sappiamo già, che la cultura “gratuita” è scadente per forza, che chi lavora per la cultura deve essere sottopagato, che non si legge più e allora i libri cosa si fanno a fare?, che a scuola non si impara più niente e che all’università bisogna fare cose pratiche, che le cose più complesse non le capisce più nessuno (sarà che a scuola non si impara più niente, mah?) e quindi, bisogna fare teatro, cinema, libri, televisione, cultura scadente. Ops, di qua ci sono già passata.
Per come la vedo io non si può analizzare la “questione cultura” in modo slegato dalla società civile nella quale si vive: c’è un lungo filo rosso – sempre secondo me – che unisce società, istruzione, etica, cultura. Ecco perché l’argomento a me fa tanta paura. E più ci penso, più seguo il filo, più me ne fa.
Io credo che, se tutti quelli che hanno paura, si facessero coraggio e portassero avanti le proprie convinzioni, le proprie opinioni, i propri modi di pensare, facendoli diventare modi di agire per unire, alla fine, tutti questi fattori fino a farli diventare una battaglia silenziosa per la cultura, qualcosa potrebbe muoversi. Come l’acqua che, cheta cheta, scava la roccia.
Federica
Commento by Fabio Fracas — 9 Marzo 2010 @ 08:56
@Giovanni: nessuna paura. E tante paure. Lo spazio nero – compatibilmente con l’interesse che suscita e con i piani editoriali di Parliamone – andrà avanti ancora. Un caro saluto,
@Federica: concordo con quanto scrivi, di principio. Il problema generale, però, è anche nel disinteresse della massa – intesa come aggregazione – nei confronti di tematiche di questo tipo. Non si tratta di un ragionamento semplicistico ma di una quotidiana constatazione. Solo 20 anni fa la tensione culturale era notevolmente maggiore. I motivi, non semplici da ricercare, sono molti e andrebbero analizzati a lungo. Certo è che se non c’è un interesse diffuso, la situazione non può migliorare. Un caro saluto,