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LETTERATURA: Pensieri senza tempo (la voce silenziosa dell’uomo)

4 Ottobre 2009

di Fabio Strafforello
[vedere anche qui]

Tratto dal libro pensieri senza tempo, commento una frase e cerco di ampliarne il significato.  

A volte è necessario… sognare, lasciarsi trasportare da quel dolce desiderio… cose     fini     brevi, indescrivibili emozioni: ecco la felicità dell’uomo.

Sognare ad occhi aperti…

E’ con molto piacere che mi preparo a commentare questa frase… è con essa che ho ricominciato il mio percorso interiore alla riscoperta di grandi sensazioni ed emozioni. L’uomo e i suoi sogni: ci sono momenti della nostra giornata e nell’arco della nostra esistenza, in cui è necessario abbandonarsi ai sogni, come una forma di libertà che nessuno ci può impedire e nella quale entra solo il nostro pensiero. I bambini sognano molto e soprattutto sognano le cose belle della vita… il pregiudizio non li ha ancora intaccati, così da limitarne la spaziosità del pensiero. Nei sogni l’individuo supera ogni confine della realtà, immaginando di fare cose semplici ed altre normalmente impossibili. E’ nel percorso di crescita dell’individuo che si sogna sempre di meno, come se il nostro corpo stesse per fermarsi, oppure la nostra mente, con i suoi pensieri, avesse rinunciato a riscoprire nuovi stimoli; da quel momento in poi l’uomo inizia ad abbandonare la vita. C’è un legame forte fra la materia e il sogno, così che una mente non stimolata dalla fantasia, per effetto del possedere troppe cose, o del non avere libertà nell’immaginazione, rivolge lo sguardo ai pensieri più torbidi e squallidi dell’animo umano. E’ uno sguardo rivolto soprattutto ai ragazzi e a quelli che hanno bisogno di sognare, di scoprire se stessi e il mondo che li circonda senza diventare oggetti delle fantasie altrui. Quindi il sogno come evasione dalle realtà immodificabili della vita, oppure come semplice abbandono delle regole nella temporaneità dei loro eventi. In quell’angolo di mondo estremamente privato, non vi accede nessuno, è lì che si consumano gli atti più liberi che un individuo sia in grado di immaginare e nei quali la felicità, sia pur temporanea, ne è l’effetto più immediato. La felicità appartiene all’uomo nei tratti infinitesimi della sua vita, fra l’apparenza delle cose e la gioia dell’eternità. Collegare la nostra fisicità ai sogni, è un passaggio obbligato: L’uomo parla di se stesso nelle gioie e nelle sofferenze, tramite forme espressive liberatorie, non sempre traducibili nell’arte o in rappresentazioni pratiche ed accessibili a tutti. Vive in ognuno di noi il desiderio di fuggire nell’immaginario, così da poter riacquistare quella fiducia necessaria nella corsa alla   vita… come uno stimolo oltre la cruda realtà delle nostre percezioni. La fantasia muove il senso dell’amore per la vita, in una ricerca a nuovi interessi e quindi a nuove esperienze, nella necessità di quanto sia importante per un individuo, poter amalgamare i sogni con la realtà. Talvolta è in questo mondo fantastico che immaginiamo di poter toccare le cose più elevate di cui un essere umano vuole sentirsi parte integrante… le sensazioni ci avvicinano alla presenza di Dio!

Forse un giorno questo mondo insondabile, costruito con le emozioni dell’uomo e ora rifugio del nostro tempo, potrà diventare il corpo del nostro tempo. Fate sognare i vostri figli… l’uomo che perde la fantasia della vita, perde la speranza di vivere.

  Boeri                             10/09/09


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3 Comments

  1. Commento by Gian Gabriele Benedetti — 4 Ottobre 2009 @ 16:37

    La pagina si muove lieve e forte tra accenti filosofici, pedagogici e psicologici. Si ha un raggio luminoso, mai abbagliante, ad illuminare il cammino dei giorni. L’intima pulsione apre ad un ideale di vita che vede la riscoperta nell’uomo di quel “fanciullino” tanto caro al Pascoli. E del resto è la lezione evangelica di questa domenica che ci pone di fronte ad una indelebile verità: se non ci facciamo puri e semplici come i bambini, non ci apparterrà il Regno dei Cieli. Ed allora ecco il sogno, tipico soprattutto dei giovani, che deve accompagnare anche i nostri passi di adulti, perché, come diceva sempre il Pascoli, “Il sogno è l’infinita ombra del vero”. Purtroppo i tempi in cui viviamo e l’andare inesorabilmente avanti degli anni tarpano le ali al sogno, alla fantasia, rendendoci sempre più aridi e tristi. Freud scriveva: “Sembra confinato nella vita notturna ciò che un tempo dominava in pieno giorno”. Poe sosteneva che “Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte”.
    Dunque alla sostanziosa dinamica concettuale di questa bella pagina si riconduce felicemente l’essenza che deve offrire una spinta ascensionale all’uomo, spesso sconfitto dal tempo stesso e dalle cose. Ed il sogno, la fantasia, la creatività aiutano a vivere ed a vivere meglio.
    Gian Gabriele Benedetti

  2. Commento by Sonia Pastorelli — 8 Ottobre 2009 @ 12:23

    Ciao Fabio! Volevo farti una domanda che mi è venuta in mente leggendo i tuoi pensieri sopra esposti: “Secondo te la noia, per i nostri figli è una buona o cattiva maestra?”. Mi spiego meglio: mi ricordo che quando andavo a scuola io, anni ’70/’80, i miei pomeriggi non erano impegnati con lezioni di musica, atletica, scacchi, ballo e quant’altro, come in effetti lo sono quelli dei miei figli. Dopo che avevo fatto i miei compiti, mentre aspettavo che gli amici del cortile venissero a chiamarmi, da buona figlia unica in casa mi annoiavo e allora, ecco, la fantasia, la capacità di sognare ad occhi aperti si faceva strada perchè la mente era libera dalla costrizione che ti dà il tempo libero sì, ma programmato al minuto secondo! E proprio quando non sapevo cosa fare, lì facevo viaggi fantastici immaginandomi storie e personaggi e divertendomi anche parecchio.
    Pensi, quindi, che per il bene di coloro i quali erediteranno il nostro mondo sia importante insegnare loro ad accendere la fantasia anche attraverso un momento di noia? Grazie per una tua risposta alla quale tengo molto!
    Sonia

  3. Commento by Fabio Strafforelo — 9 Ottobre 2009 @ 13:45

    Cara Sonia, credo che le prime vittime di questo ‘mondo economico’ siano proprio i nostri figli! Sovente noi stessi adulti, non siamo protagonisti attivi di questo modo di vivere, ma ne siamo solo oggetti (strumento di ciò che vogliamo possedere) le necessità che abbiamo o che ci creiamo, per giustificarci alla corsa dell’avere, ci travolgono e ci fanno vivere una realtà apparente che a nostra volta proiettiamo sugli altri. Il bombardamento di informazioni, pubblicità, regole, falsi bisogni, massificazione e globalizzazione dell’individuo, uniti alla perdita dei valori più ‘pratici,’ lasciano poco spazio all’immaginazione. I ragazzi che dovrebbero ‘sognare e fantasticare’ molto, tutto questo provocherebbe in loro la nascita dei desideri e quindi una ‘vivace attività mentale’, non riescono a farlo perchè troppo pieni di ‘cose preconfezionate’, che sovente non gli appartengono e che comunque ne limitano fortemente la possibilità di poterlo fare. La noia che si crea nei ragazzi, è dovuta al fatto che non hanno la necessità di doversi ‘spremere’, così da poter creare qualcosa di loro, ma credo che se li lasciassimo un pò più ‘soli con se stessi’, comincerebbero a fantasticare e a vicere meglio la loro libertà.
    Cari saluti
    Fabio

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