MUSICA: …C’ERA UNA VOLTA TITO SCHIPA26 Dicembre 2008 di Antonio Guida  120 anni fa, nell’estremo tacco italiano di una Lecce ben diversa dall’attuale, nasceva un uomo che era destinato a divenire il simbolo del bel canto italiano nel mondo, l’artista della lirica in assoluto più pagato di tutti i tempi; l’uomo di spettacolo più onorato e titolato che si sia mai conosciuto; stiamo ovviamente parlando di Raffaele Attilio Amedeo Schipa, detto Tito per la sua bassa statura. Tenore dalla voce non potente, ma capace di esercitare incredibili sfumature e virtuosismi vocali, divenne il dio del cosiddetto “canto fiorito” e quindi indiscusso re del repertorio belcantistico  italiano e francese. Sig. Schipa, Lei ha perso suo padre quando era ancora un ragazzo. Qual è il ricordo più bello e che le viene maggiormente alla memoria? I rapporti con mio padre sono stati molto sporadici perché era sempre in giro per lavoro; io ero quindi molto libero e vivevo a casa sotto le cure di una tata. In cosa si somiglia lei con suo padre? Be’ anch’io sono un musicista, e già questa è un punto similare che abbiamo in comune; andando un po’ più nel dettaglio, credo di avere in comune con lui il gusto per la narrazione, per la composizione, per il cinema. Ho ereditato insomma il suo eclettismo. Se suo padre oggi fosse ancora vivo, lei cosa avrebbe da dirgli? Avrei da fargli un’intervista di almeno dieci giorni!  Lei è il figlio di Teresa Borgna. Cosa ci racconta di sua madre? Be’  mio padre la sposò in seconde nozze all’età di 56 anni e lei era ancora una ragazza. Non vi era dubbio che lei è stata innamoratissima di lui, e lo è stata anche quando il loro matrimonio è finito. Era una donna di una bellezza stravolgente ed è venuta a mancare nel 96. Secondo lei quali erano i pregi e i difetti di suo padre? Lui si è molto divertito, era esuberante, come se fosse sempre al debutto e il suo peggior difetto è stata sicuramente la superficialità nella gestione del suo immenso patrimonio economico. Egli stesso ritenne di aver bruciato 4 patrimoni. Guadagnava infatti dei cachet favolosi che giungevano anche a 3000 dollari a sera (nel 1920). Letto 2571 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||