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FUMETTI: B. C. e The Wizard of Id5 Giugno 2008
[da: “Enciclopedia dei fumetti”, a cura di Gaetano Strazzulla, Sansoni, 1970] L’AUTORE JOHNNY HART – Nato a Endicott, nello Stato di New York (le biografie ufficiali non precisano l’anno), esordì giovanissimo come disegnatore, pubblicando alcuni suoi cartoons su oscuri giorÂnali di Boston. Poi ha fatto il servizio militare e, poco dopo il congedo, nel 1954, è riuscito a imÂporsi all’attenzione del pubblico e della critica grazie a una serie di tavole a fumetti pubblicate dal Saturday Evening Post. Quattro anni dopo, nel 1958, ha presentato per la prima volta il suo campionario di ometti preistorici, formiche, caÂverne, fiori e apteryx (uccello privo di ali e con piume lanuginose). Il successo della serie di B.C. è stato travolgente: le sue strisce ben preÂsto sono state riprese da oltre trecento quotiÂdiani e da un numero imprecisato di periodici di tutto il mondo. Gli esperti calcolano che atÂtualmente le storie di B.C. siano seguite da un pubblico di oltre venti milioni di lettori. A questa fortunatissima serie si sono aggiunte, nel 1964, le strisce di The Wizard of Id, presentato in Italia come Il mago Wiz. Johnny Hart le ha reaÂlizzate in collaborazione con un suo vecchio amico, il disegnatore Brant Parker. La leggenda narra che l’idea del medievale reame di Id sia venuta a Hart, il quale l’avrebbe perfezionata e sviluppata insieme a Parker in soli tre giorni e tre notti di ininterrotto lavoro in un albergo di New York. Il risultato di questa maratona è stato un altro clamoroso successo: la striscia appare oggi su più di duecento quotidiani ed è stata ripresa da numerosi periodici. Di Johnny Hart si sa ancora che è sposato e che ha due figlie. In Italia è giunta finora solÂtanto una sua fotografia, o meglio un fotomonÂtaggio che ce lo mostra mentre tiene tra le mani il suo popolare B.C.: l’occhio del giovane cartoonist con i capelli a spazzola è affettuoÂsamente ironico e ben regge lo sguardo interÂrogativo del cavernicolo con una bretella. Johnny Hart è senza dubbio il capofila della gioÂvane scuola americana. Le sue storie sono esÂsenziali, i suoi disegni incisivi. Talvolta rinuncia anche alla battuta, lasciando alle vignette il compito di divertire il lettore. Il suo è un mondo preistorico paradossale, ma credibile. I suoi perÂsonaggi, candidi ma non superficiali, scoprono striscia dopo striscia un mondo fatto di cose animate e tentano di capirlo, lasciandosi talÂvolta trascinare in acri giudizi che hanno come bersaglio la realtà non più preistorica dei nostri giorni. In una storia di tre vignette per esempio B.C. e l’amico Peter siedono appoggiati a un gran sasso sulla riva del mare. Peter chiede al compagno: « Puoi sopportare l’idea che le future generazioni se la passino facile come noi? ». B.C. è pronto, nella seconda vignetta, a risponÂdere con un « No » riportato in grassetto. Peter, folgorato, si alza e con uno strano sorriso proÂpone: « Benissimo… Formiamo un governo! ». Esempi di questo tipo nella produzione di Hart se ne possono trovare a piacimento: la sua criÂtica è sempre centrata, tanto più eloquente quanto più è asciutta. A farne le spese sono soprattutto le mode, i vizi, gli intellettualismi e le banalità degli attuali discendenti del caustico B.C. IL PERSONAGGIO B.C. – Before Christ, ovvero Avanti Cristo, è la sigla, il nome di uno strano cavernicolo, che vive nell’anno zero. È un omino preistorico, sagÂgio e disincantato, che scopre e prende grada-tamente coscienza del mondo. Suoi compagni sono Peter, avventuroso esploratore che fin dalle prime strisce decide di andare « alla ventura, in cerca degli estremi limiti del mondo » (e B.C. amichevolmente, lo invita a stare « attento a non cascar di sotto »), un certo Clumsy Carp, mio-pissimo progenitore della ricerca scientifica e Thor, geniale inventore della ruota. E ancora Wiley, poeta e filosofo, dalla gamba di legno e la barba lunga, Curls, detto il Riccio, presentato da Peter come « maestro di umorismo sarcaÂstico » (vedi la striscia nella quale Curls, sdraiaÂto sulla spiaggia esclama: «Ti vengono i briÂvidi, quando ci pensi!»; Peter, curioso, chiede: « Quando ci pensi a che? » e Curls, senza batÂter ciglio: «Solo altri 100 milioni di anni di vita così, e poi la civiltà !»), un affollato gruppo di formiche parlanti, Benedici il formichiere, dinoÂsauri, mammut, sassi, fiori, caverne, ruscelli, strani volatili e un monosillabico Grog, uomo pieno di peli, approdato tra la comunità della pietra in un grosso ghiacciaio. Johnny Hart maneggia abilmente questo stuolo di cavernicoli, tra i quali ogni tanto occhieggiano formose e brutali fanciulle. Qualcuno ha scritto che il pregio delle storie di B.C. sta nell’interpretare il mondo moderno attraverso un’angolaÂzione preistorica. Un giudizio esterno, perciò, incisivo e graffiante. Hart mette in mano ai suoi omini preistorici gli attrezzi più elementari, che riacquistano nelle sue strisce una misura ormai dimenticata. E il capitolo certo più azzeccato è quello dedicato alle invenzioni, dalla ruota al giornale, alla posta, al sistema monetario, alla segnaletica stradale e così via. Le trovate di B.C. e dei suoi compagni servono all’autore per colpire precisi e reclamizzatissimi obbiettivi: è il caso della serie di strisce dedicata alla straorÂdinaria invenzione di Wiley, cioè il romanzo o storia lunga. Hart si sbizzarrisce nel distruggere un certo tipo di letteratura e soprattutto un certo tipo di scrittore, quello cosiddetto di consumo, che dell’autore conosce solo i diritti. La produzione di Hart non sempre è eccelsa. Agli scoppiettii delle sue trovate migliori ogni tanto fanno riscontro strisce strampalate, nelle quali eccessive concessioni al surreale nasconÂdono solo la mancanza di ispirazione. Ma sono peccati veniali, visto l’altissimo numero di storie azzeccate. I personaggi mantengono sempre le loro personali caratteristiche: psicologicamente ben definiti, si costruiscono pian piano la loro idea della realtà . IL MAGO WIZ (The Wizard of Id) – Come la preistoria di B.C. serve a Johnny Hart per colÂpire i suoi contemporanei, così l’improbabile Medioevo in cui si muovono i personaggi di The Wizard of Id è solo un pretesto per sorriÂdere. Certo meno sottile e meno solleticante delle strisce dei cavernicoli, anche la serie deÂdicata alle umoristiche cronache del Reame di Id colpisce talvolta obbiettivi attuali. Ma non è certamente questa la caratteristica principale delle strips realizzate dallo stesso Hart in colÂlaborazione con il disegnatore Brant Parker. Il castello di Id, con le sue torri merlate a miÂsura d’uomo, il ponte levatoio, le umide segrete e l’ampia sala del trono, è popolato da una corte che spesso si propone soltanto di far ridere, senza tante riflessioni. Il re, imbronciato e collerico, non sa fare il suo mestiere. Le senÂtinelle dormono. Bung il giullare, amante del buon vino, rischia ogni momento di finire sulla ruota di tortura per la sua incapacità professioÂnale. Il mago Wiz, per quanti sforzi faccia, il più delle volte sbaglia pozioni e non riesce mai a realizzare il suo artifizio più desiderato, quello di far scomparire la moglie, brontolona e invaÂdente. Un eterno prigioniero dalla lunga barba tenta inutili fughe dalla cella e il nobile sir Brandolph, amato da una languida Guendalina, ne busca senza pietà in ogni giostra o torneo. A questi personaggi fa da contorno una folla di villani mugugnanti in eterna polemica con le tasse. Naturalmente nel Reame di Id succeÂdono le cose più impensate: un giorno addiritÂtura arriva Giulio Cesare, che senza grandi sforzi cattura sir Brandolph. Nel castello in cui opera il mago non mancano contestatori e paÂcifisti, presi in prestito da altre epoche. Le storielle sono un susseguirsi di battute, mai grossolane, ma spesso superficiali. Ciò che fa ridere è soprattutto questa accozzaglia ben asÂsortita di sprovveduti senza fortuna. Le situaÂzioni spesso si ripetono e le reazioni dei vari personaggi talvolta sono identiche: ma è questo in fondo che caratterizza la storia. Alla minore profondità rispetto a B.C. supplisce nel Mago Wiz tutta una serie di trovate umoristiche che divertono senza scadimenti. Il disegno di Parker è qui meno « essenzializzato » di quanto lo sia nelle vignette preistoriche: anche la descrizione grafica del Reame di Id risente profondamente di questo spostamento deciso verso il grottesco e la parodia. Ma non c’è, conviene sottoliÂnearlo, nella ricostruzione umoristica di un’età così poco sorridente come il Medioevo nessuna traccia di farsa buffonesca. Le storie sono semÂplici, i personaggi simpatici e ben tratteggiati e Hart è un inesauribile inventore di trovate grottesche.   Letto 6825 volte. |
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Commento by alma paglieri — 11 Aprile 2011 @ 00:15
B-C., Charlie Brown, Wizard of Id è divertimento intelligente allo stato puro: Li leggo da 50 anni e li trovo sempre geniali e spassosissimi. Unico difetto: non si possono leggere in metropolitana perchè….viene troppo da ridere!!!!
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 11 Aprile 2011 @ 09:24
Sono contento, alma, che ti sia piaciuto questo inserimento nella raccolta dei personaggi dei fumetti, che puoi leggere (per le cose già pubblicate) nell’apposita sezione Fumetti, che trovi indicata a destra della Home.
Commento by tattoo kit — 28 Giugno 2013 @ 20:31
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