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FUMETTI: Cino e Franco20 Luglio 2009
[da: “Enciclopedia dei fumetti”, a cura di Gaetano Strazzulla, Sansoni, 1970] L’AUTORE LYMAN YOUNG – Nato al principio del secolo a Chicago e fratello del ben più famoso Chic Murat (autore di Blondie, una delle più famose strip americane) si rivelò, giovanissimo, un valente cartoonist. I primi lavori li effettuò nel settore della pubblicità, ma la guerra mondiale lo portò in Francia nella Compagnia Ambulanze del Corpo di Sanità. Dopo la parentesi bellica, ritornato in patria, volle cimentarsi nei comics che, con il loro espandersi sulle pagine dei quotidiani, cominciavano a rappresentare per un disegnatore un lavoro interessante e spesso oltremodo remunerato. La sua carriera iniziò a Saint-Louis con The Kelly Kids e Bill and Sue, due strisce umoristiche che ottennero un discreto successo. Ingaggiato dalla King Features Syndicate, una delle più forti agenzie giornali-stiche americane, si trasferì, insieme al fratello Chic, a New York dove realizzò sul finire degli anni venti Tim Tyler’s Luck, Curley Harper e The Kid Sister. Chic, entrato anch’egli nella King, collaborò spesso alla stesura di questi comics. Attualmente Lyman Young svolge la sua attività esclusivamente come soggettista e sceneggiatore e gli ormai « anziani » Cino e Franco sono affidati alla penna del figlio Robert. Il tratto grafico di Lyman Young è certamente ben poco individuabile nella pur quarantennale produzione di Tim Tyler’s Luck: le tavole domenicali e le strisce giornaliere si differenziano nettamente per caratteristiche dagli altri comics americani. Tim Tyler’s Luck, che ha portato per anni la firma di Lyman Young (solo negli anni sessanta si è aggiunto il nome del figlio), non è certo stato caratterizzato da uno stile omogeneo e continuo. Sappiamo che, oltre al fratello Chic, Alex Raymond, allora giovane « negro » della King, fin dalla metà del 1932 prese a disegnare strisce e tavole (in un primo tempo impostando solo alcuni personaggi, in seguito realizzando per intero le storie alla cui sceneggiatura provvedeva però sempre Lyman Young) fino all’ottobre del 1933 (dopo aver realizzato una delle migliori storie: Sotto la bandiera del Re della Jungla) quando il suo brillante stile gli fece ottenere addirittura dalla King la commissione Contemporanea di ben tre nuovi personaggi: Gordon, Jim della Giungla e Agente Segreto X-9. Gli anni che seguirono lasciarono ai due ragazzi, ormai stabilitisi in Africa nella Pattuglia dell’Avorio, l’impostazione naturalistica che Raymond gli aveva dato e che la moda dei tempi richiedeva. In questo periodo, ammesso che fosse la mano di Lyman Young a realizzare la parte grafica, la produzione si tenne su un livello più che decoroso e i personaggi, acquisita ormai una loro precisa caratterizzazione, aumentarono, pur sul cliché standardizzato che Raymond gli aveva dato, una più approfondita dimensione che travalicava la monotonia della situazione iterante spesso portata all’esasperazione. Di questi anni è anche compartecipe il cartoonist Charles Flanders (l’autore de « II solitario della foresta ») al quale fu affidata per breve tempo la stesura delle tavole domenicali. Gli anni della guerra, che videro i due eroi combattere sotto la bandiera a stelle e strisce, conservarono l’impostazione dell’anteguerra, anche se lo scadimento grafico fu oltremodo sensibile. Da ricordare che in quel periodo vide la luce un nuovo character firmato da Lyman Young: un detective che operava nel controspionaggio. La storia che cessò presto di essere pubblicata era di ottimo livello grafico e rinverdiva lo stile che aveva caratterizzato le storie di Cino e Franco dell’anteguerra. Il puro tratto naturalistico si differenziava dal Tim Tyler’s Luck dello stesso periodo che appariva raffazzonato e poco curato. Il dopoguerra portò a un ritorno dello stile umoristico e ai due characters, che rappresentati in una età intorno ai quindici anni per Cino e ai diciotto per Franco si erano visti invecchiare di circa un lustro, toccò la ventura di ritornare a vivere in un universo molto simile alla matrice che li aveva partoriti. Dopo qualche avventura post-bellica i due furono di nuovo schizzati in Africa nella loro Pattuglia dell’Avorio prigionieri di un cliché stucchevole che Lyman e Bob Young intendevano sfruttare fino in fondo. Le tavole domenicali furono affidate negli anni cinquanta a Tom Massey, un disegnatore che si era fatto notare nella realizzazione naturalistica del bestiario disneyano e che tuttora porta avanti senza infamia e senza lode la tavola domenicale. I PERSONAGGI CINO E FRANCO (Tim Tyler e Spud Slavins) –Lo storico del fumetto Coulton Waugh, nel suo volume The Comics del 1947, uno dei primi del genere, riferisce di aver rintracciato nella Biblioteca Nazionale di New York l’annata 1932 del supplemento domenicale dell’American Journal, dove apparivano tra le altre le tavole domenicali di Tym Tyler’s Luck (La fortuna di Tim Tyler) di Lyman Young, deducendo che, poiché quelle sembravano .essere le tavole più antiche del comic dedicato ai due imberbi giovincelli, certamente la data di nascita si poteva tranquillamente collocare al principio di quell’anno. Sulla falsariga di questa notazione induttiva, quasi tutti gli esperti del settore, parlando di Cino e Franco, si sono riferiti alla data riportata da Coulton Waugh e riconfermata anche da Clark Kinnaird (che ebbe addirittura l’imprimatur della King Features Syndicate). Oggi sappiamo, dalla viva voce del suo autore, che questo fumetto vide la luce « nei ‘ruggenti anni venti » e sicuramente nel 1928. I due giovani eroi sono quindi più vecchi di Tarzan e di Buck Rogers. Maturato dalla matrice umoristica ne conservava il disegno caricaturale, la rappresentazione di un’America minima e il sapore umoroso di aneddoto legato ai fatti di tutti i giorni, pur su un canovaccio di fondo impacciato dalla tradizione dic-kensiana gravida di venature patetiche ed esemplari. Cino, fanciullo solo al mondo (negli anni successivi suo padre farà una fugace apparizione nelle strips e, morendo, sancirà definitivamente la condizione di orfanello del protagonista) era lo spunto per sollecitare nel lettore benpensante e incantato un ottimismo senza .ripensamenti e riflessioni. Si era negli anni della « grande crisi » e la dottrina del New Dea/, già nell’aria, trovava sulle pagine quadrettate dei comics lo spazio per mitigare le inquietudini e i furori che dilaniavano lo società americana di quegli anni. Letto 9858 volte. |
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