Racconto: L’amicizia di Attilio #8/82 Ottobre 2008 di Bartolomeo Di Monaco L’amicizia di Attilio #8 Può offrirla solo la morte la libertà che cerca l’uomo? Irene aveva cominciato da qualche tempo a porsi questa domanda; avvertiva che tutta quella rabbia che la conduceva a desiderare ancora di più la libertà , non serviva però a fargliela raggiungere. C’erano dei pomeriggi che, anziché uscire per il suo lavoro, se ne andava a letto e ci restava come imbambolata, e la invadeva un torpore che rassomigliava alla morte. Ma la morte che cos’è mai? Nelle sue passeggiate fuori città spesso saliva sulla collina da cui si vede la grande Certosa. Giunta al punto che la scorgeva, vi sostava. Sapeva che quei monaci stanno tutta la vita in preghiera e consumano il tempo in attesa della morte, e quel giorno, quando uno di loro si ricongiunge al Padre, fanno festa e pranzano insieme, e cantano il “Magnificat”. E cos’è allora la vita per questi uomini che rifiutano il contatto con gli altri, e attendono solo di morire? Non poteva essere solo un transito la vita, se lei, Irene, avvertiva nel corpo il vibrare di una moltitudine di sensibilità , e c’erano momenti in cui addirittura percepiva di poter osare tutto, e l’intero creato stava ai suoi piedi, e nella combinazione dei suoi sentimenti col pensiero, sentiva di non essere da meno di Dio. Vivere, perciò, non era un atto di coraggio né una sfida contro qualcuno o qualcosa, né rassegnazione ad una condanna, ma semplicemente la più meravigliosa manifestazione di una crescita senza fine.  Tutte le volte che si pensa al nostro incontro con la morte, si rabbrividisce. Eppure nella maggior parte dei casi si tratta solo di un pensiero rapidissimo; ma in quell’attimo una frustata attraversa la mente. Si crede che la morte non sia mai per noi, quando ne sentiamo parlare. La immaginiamo lontana. Invece è già dentro la nostra carne a mietere.  Un pomeriggio, Irene si era appisolata. Sognava. Andava con Corrado per una strada bianca, non sentiva fatica ed anzi ogni passo che faceva le procurava gioia. Corrado non la finiva mai di parlare e le raccontava ogni cosa che lei non sapeva, e Irene avrebbe voluto fermarlo, e confidargli che non le interessava niente di ciò che diceva, ma Corrado parlava e parlava, e si vedeva che era felice. Non ricordava bene come lo avesse incontrato. Mentre si trovava su quella strada, lui aveva fatto capolino e, ridendo, era piombato alle sue spalle. Era contento d’averla ritrovata. E poi erano giunti davanti ad un giardino, con erbe e fiori dai colori mai visti. Un vecchio senza tempo stava all’ingresso e con la testa aveva fatto un cenno di diniego. No, Irene proprio non l’avrebbe lasciata passare. E lei non riusciva a farsene una ragione. Lo guardava negli occhi e scopriva a poco a poco che quell’uomo non aveva nessuna pietà . Che cosa si aspettava da lei? E perché Corrado non faceva niente per aiutarla? Che cosa doveva ancora avvenire? (fine) Letto 1750 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||