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STORIA: Il Risorgimento visto da “Lo Statuto” toscano #29/33

17 Dicembre 2009

[da “Lo Statuto”, venerdì 6 luglio 1849]
 

STATO ROMANO

â— Si legge nell’Indicatore di Roma del 3, ore 11;
I Francesi hanno già occupato tutto Trastevere, e attualmente stanno a Ponte Sisto, e a Ponte Quattro-capi, e molti sono acquartierati al palazzo Farnese.     Il quartier generale sarà posto al palazzo Corsini, alla Lungara.
Molti corpi delle nostre truppe cominciarono fin da jersera ad uscire dalla città per Porta San Giovanni; vanno così formando un corpo d’armata, capitanato dal gen. Garibaldi, che non sappiamo a qual parte voglia dirigersi.
È voce che il sig. Corcelles sarà il governator civile di Roma, e Monsignor Roberti, il Commissario Pontificio.  

Ieri furono pubblicati i seguenti proclami:
 

ROMANI!

Il Triumvirato s’è volontariamente disciolto. L’Assem ­blea Costituente vi comunicherà   i nomi dei nostri succes ­sori.

L’Assemblea, commossa, dopo il successo ottenuto jeri dal nemico, dal desiderio di sottrarre Roma agli estremi pericoli, e d’impedire che si mietessero senza frutto per la difesa altre vite preziose, decretava la cessazione della resi ­stenza. Gli uomini che aveano retto mentre durava la lotta, mal potevano seguire a reggere nei nuovi tempi che si pre ­parano. Il mandato ad essi affidato cessava di fatto, ed essi s’affrettarono a rassegnarlo nelle mani dell’Assemblea.

Romani! Fratelli! Voi avete segnata una pagina che ri ­marrà nella Storia documento della potenza d’energia che dormiva in voi e dei vostri fatti futuri, che nessuna forza potrà rapirvi. Voi avete dato battesimo di gloria e di consa ­crazione di sangue generoso alla nuova vita che albeggia all’Italia, vita collettiva, vita di popolo che vuol essere e che sarà. Voi avete, raccolti sotto il vessillo repubblicano, redento l’onore della Patria comune contaminata altrove da ­gli atti dei tristi, e scaduto per impotenza monarchica. I vo ­stri Triumviri, tornando semplici cittadini fra voi, traggono con sé conforto supremo nella coscienza di pure intenzioni, e l’onore d’avere il loro nome consociato coi vostri fortissimi fatti.

Una nube sorge oggi tra il vostro avvenire e voi. È nube d’un’ora. Durate costanti nella coscienza del vostro diritto e nella fede per la quale morirono, apostoli armati, molti dei migliori fra voi. Dio, che ha raccolto il loro sangue, sta mallevadore per voi. Dio vuole che Roma sia li ­bera e grande; e sarà. La vostra non è disfatta; è vittoria dei martiri ai quali il sepolcro è scala di cielo. Quando il cielo splenderà raggiante di resurrezione per voi â— quando tra brev’ora, il prezzo del sacrificio che incontraste lieta ­mente per l’onore, vi sarà pagato â— possiate allora ricor ­darvi degli uomini che vissero per mesi della vostra vita, soffrono oggi dei vostri dolori, combatteranno, occorrendo, domani, misti nei vostri ranghi, le nuove vostre battaglie. Viva la Repubblica Romana.

I Triumviri
GIUSEPPE MAZZINI
CARLO ARMELLINI
AURELIO SAFFI

S. P. Q. R.

 

Romani,
Il coraggio da voi dimostrato nella difesa di Roma, i sagrifici che incontraste vi hanno assicurata la gloria, e la stima degli stessi stranieri. Una difesa ulteriore, come fu annunciato dal decreto dell’Assemblea, sarebbe stata impos ­sibile senza volere la distruzione di una Città che conserva memorie le quali non debbono perire. La vostra Rappre ­sentanza municipale non ha accettato patti per non compromettere menomamente la dignità di un popolo così gene ­roso, ed ha dichiarato di cedere alla forza. Le leggi di uma ­nità e d’incivilimento, la disciplina di un’armata regolare, le assicurazioni dei comandanti ci ripromettono il rispetto delle persone e delle cose.

La vostra Rappresentanza municipale vi promette che non mancherà di fare, quanto è in suo potere, onde non si rechi ingiuria ad alcuno. Abbisogna però del vostro con ­corso, ed è certo di ottenerlo. Fida nel vostro contegno di ­gnitoso e nella esperienza costante che ha dimostrato al mondo come i Romani in circostanze prospere o avverse hanno saputo egualmente mantenere l’ordine, e costringe ­re anche i nemici a salutare con riverenza la città dei mo ­numenti, e rispettarne gli abitanti che con la loro virtù ren ­dono impossibile l’oblio della Romana grandezza.

Dal Campidoglio il 2 luglio 1849.

FRANCESCO STURBINETTI SENATORE

Giuseppe Lunati â— Giuseppe Gallieno — Federigo Ga ­leotti â— Antonio de Andreis â— Giuseppe Piacentini â— Curzio Corboli â— Alceo Falciani â—Angelo Tittoni, Conservatori.

Giuseppe Rossi Segretario.

 

NOTIZIE DELLA MATTINA.

Firenze, 6 luglio
Affari di Roma.
(Carteggio dello Statuto)

 

ROMA , 4.

Sino alle 2 pomeridiane di jeri le cose andarono bene. A quell’ora però cominciarono ad entrare i reg ­gimenti, la cavalleria, l’artiglieria ed Oudinot collo stato maggiore, in mezzo a questi. Il primo corpo ebbe dei fischi al caffè delle belle arti, e due compagnie spiega ­te fecero scomparir tutti. Il Cernuschi gridò (in Fran ­cese) dal palazzo Ruspoli mentre che passava una batteria viva la Repubblica Italiana, morte allo straniero che viene a distruggerla; un officiale si era sca ­gliato addosso per menargli, ma egli scoprì il suo crascià e come rappresentante del popolo fu salvo: allora prese la bandiera al caffè nuovo, e con un gruppo di persone andava gridando lungo il corso: a Piazza Colonna un ufficiale con un picchetto gli si fece sopra spianati i fucili, e l’uffiziale strappò dalle mani di Cernuschi la bandiera, e la portò alla gran guardia. Nel passare poi Oudinot sotto Piombino cominciò qualcuno a battergli le mani, intanto un altro gli afferrò la briglia del cavallo , ma un suo officiale d’ordinanza si buttò su quello che con varii si ritirò in una bottega, che lo stesso Oudinot indicò onde fossero presi.

Nella giornata ci furono quattro, o cinque omicidii; un prete perché parlava con un francese, altri bor ­ghesi si dice all’incirca per la stessa ragione. L’abate Perfetti   gran   nemico   di   Sterbini     ucciso     Pantaleoni: fortunatamente è rimasto poco ferito. I Francesi presero una diecina di persone, seguitarono ad entrare, e credo che oramai saranno entrati tutti. Il quartier generale è il Palazzo Colonna.

Castello alle 9   non era ancora occupato,   e vi ho veduti i soli civici alla porta. Le nostre truppe partono e si disciolgono continuamente. Gli accantonamenti stabiliti   sono da   Civita a Terni.     Il   generale     ha     voluti i nostri   Carabinieri     che fanno il   servizio con i Francesi   alla   porta;     pattugliano   dietro     un loro officiale, gli spediscono   da tutte     le     parti per     guide, dispacci ec.: jeri le botteghe si chiusero quasi interamente, del caffè delle Belle Arti non se ne parlava più. Fui alle 10 al Popolo, trovai un cannone puntato in mezzo alle due chiese che avrebbe pulito il corso; le barricate sono a terra. Non s’incontrano che Francesi: son sortito un momento per vedere le nostre rovine, io che ti assicuro fa male; ho veduto pure le loro lavorazioni.

Sino ad ora non è sortito nessun Decreto; neppure una parola. La nostra assemblea non si sgo ­menta e si raduna; il triumvirato fa le sue funzioni (almeno sta al suo posto) non so se gli diano retta però. Roma oggi è tranquilla, e speriamo non accaderà altro; ma Oudinot, od il Governatore di Roma che fa?  

___________  

Altra lettera ci da l’Abate Perfetti solamente ferito, ed il Pantaleoni scampato fortunatamente. Dicem ­mo più volte che a ciò ci attendevamo nel precipitare della sorte del Governo Romano stante il numero di facino ­rosi che vi erano adunati.

ROMA     3              Leggesi nel Mon. Rom.

A mezzogiorno, dalla loggia   del Campidoglio, fu promulgata   la Costituzione della Repubblica Romana,   tra i plausi e gli Evviva la Repubblica del Popolo.

– I Francesi cominciano ad entrare nella Città eterna.
– II medesimo foglio pubblica la Costituzione della Repubblica Romana.  
_______________
 

NOTIZIE RECENTISSIME.

Ore 2 1/2 pomeridiane.

CIVITAVECCHIA 5, ore 3 pomeridiane.  

Garibaldi è uscito dalla porta di San Giovanni Laterano con 5,000 uomini, all’incirca. II Generale Oudinot ha spedito dietro a lui la prima divisione dell’Ar ­mata Francese.

In Roma tutto è tranquillo e si sta organizzando il governo per la spedizione degli affari. Mazzini e compa ­gni sono fuggiti, senza che si sappia per qual direzione.
Le comunicazioni di Civitavecchia con Roma sono ristabilite da stamani.
Vi spedisco il proclama del Generale Oudinot di ­retto agli Abitanti di Roma.
 

ABITANTI DI ROMA.

L’armata inviata dalla Repubblica Francese sul vo ­stro territorio ha per scopo di ristabilirci l’ordine desiderato dalle popolazioni.

Una minorità faziosa e traviata ci ha costretti di dare l’assalto alle vostre mura. Siamo padroni della Piaz ­za; adempiremo la nostra missione.

In mezzo alle prove di simpatia che ci hanno ac ­colti, in specie nei luoghi dove i sensi del vero popolo di Roma non potevano esser contrastati, alcune vociferazioni ostili sono scoppiate e ci hanno forzati ad una immediata repressione.

I cittadini dabbene e i veri amici della libertà ripi ­glino fiducia. I nemici dell’ordine e della società siano bene informati, che se delle manifestazioni oppressive, provocate da una fazione straniera si rinnuovassero, sa ­rebbero punite con tutto il rigore.

Per dare alla sicurezza pubblica delle positive ga ­ranzie, prendo le seguenti disposizioni.

Provvisoriamente tutti i poteri sono concentrati nelle mani dell’autorità militare. Questa domanderà subito il concorso del Municipio.

L’Assemblea ed il Governo di cui il regno violento ha cominciato coll’ingratitudine e finito con un empio grido alle armi contro una nazione amica delle popola ­zioni romane, non esistono più.

I Circoli e le associazioni politiche sono vietati.

Ogni pubblicazione per mezzo della Stampa, ogni affisso non permesso dall’Autorità Militare, son provvi ­soriamente vietati.
I delitti contro le persone e le proprietà saranno giudicati da Tribunali Militari.

Il Generale di divisione Rostolan è   nominato   Go ­vernatore di Roma.
Il Generale di Brigata Sauvan è nominato Coman ­dante della Piazza.
Il Colonnello Sol è nominato Maggiore di Piazza.

Roma, li 3 luglio 1849.
Il Generale Comandante in capo

Oudinot de Reggio.


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Bart