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STORIA: LUCCA: Un’idea di Medioevo

19 Gennaio 2011

di Costanza Caredio
(La rivista dà il benvenuto alla nuova collaboratrice)

Ho visitato con interesse a Lucca la mostra: “Un’idea di Medioevo”: spero che sia solo l’inizio della rivalutazione di un patrimonio storico per certi versi unico: quale altra città può vantare infatti una “via Canuleia” (magistrato romano del V sec. a. C) e una via Cherea (centurione uccisore di Caligola)?
Mi auguro anche che questi tipi di mostre siano integrate da conferenze sul periodo e sui personaggi.
Nella bella rassegna di S. Micheletto, essi sono resi reali dalla monetazione: Massimiano e Valente, Atalarico e Cuniperto, Liutprando e Godescalco. Escono anonimi dai libri di storia, rivivono, diventano interlocutori. Ma, all’alba del primo millennio, altri personaggi acquistano spessore: ecco la Dark Lady, Matilde di Canossa. Mentre Marozia e Teodora sono grandi figure nella tradizione di potere romano consistente in combinazioni matrimoniali, buona amministrazione, e difesa contro i pirati islamici, la Gran Contessa ha progetti ben più ambiziosi e li porta avanti trascinando con sé vescovi e papi.

Il Regno d’Italia è la sua meta ed essa si fa carico della politica di sovranità della penisola contro il re-imperatore germanico. E’ la stessa politica tenacemente progettata e attuata sia pure in maniera parziale e discontinua nei secoli precedenti, da Berengario I (888-924) a Arduino d’Ivrea(1002-1115).
L’Italia resterà divisa, ma lo “Stato della Chiesa”, dove ritroviamo i possedimenti matildei, sarà preservato nella sua interezza e consegnato nel 1861 al Re d’Italia, discendente da quella Adelaide di Savoia e della figlia Berta, moglie di Enrico IV, che erano con la contessa all’appuntamento di Canossa. Allora l’orgoglioso imperatore tedesco rimase tre giorni nella neve a implorare l’assoluzione da Gregorio VII, amico e sodale di Matilde.
Nelle celebrazioni dell’Italia unita finora non è apparso alcun Savoia e questo rende incomprensibile lo svolgimento storico verso l’Unità.
Esistono nella vita di Matilde e del suo entourage -dove aveva parte anche il vescovo di Lucca, Anselmo da Baggio, ascritto al numero dei suoi amanti – interessanti episodi femministi: il più sensazionale fu quello della principessa Prassede di Kiev, che incriminò il povero Enrico IV, del quale era la seconda moglie, per molestie sessuali.
Come può la città di Lucca lasciarsi sfuggire questo personaggio?


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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart