STORIA: Ricordiamo il leggendario partigiano “Pippo”. Una raccolta di firme per una medaglia d’oro alla memoria di Manrico “Pippo” Ducceschi12 Gennaio 2011 di Laura Poggiani Oltre 40 chilometri di fron te della Linea Gotica, dalla Val di Lima fino alla Val di Nievole, fino a lambire anche la zona di S. Giuliano Terme, era tenuta da una formazione ancora molto viva nel ricordo di chi era presente in quei giorni: l’XI zona patrioti con dotta dal comandante parti giano Manrico “Pippo” Ducce schi. All’interno di questa forma zione, un contingente fu in viato in missione a Lucca con lo scopo di fare sabotaggi nel la zona. Si rifornirono di do cumenti falsi, armi e materia le vario (chiodi stradali, pia strine incendiarie, bombe in cendiarie, bombe a mano). Giunti a Lucca fu loro prima preoccupazione cercare di po ter avere della dinamite e al tro materiale per poter far sal tare diversi ponti. Si preoccu parono inoltre di costituire un nucleo organizzato arma to e ben condotto di persone che dovevano prendere le sor ti, sia pure per pochi istanti, della città ed evitare che ci si abbandonasse a rapine e fur ti Sistemate così le cose si riti rarono nel loro rifugio di montagna situato in località detta (Mennorino) sulla cate na dei Monti Pisani (nei pres si di S. Allago). Si prepararo no all’adempimento dei sabo taggi. Dopo alcune azioni sulla carrozzabile Lucca-Pisa si spostarono sulla linea Lucca-Pontedera e dato il conti nuo afflusso di autoveicoli sulla strada costruirono degli esplosivi per danneggiare i mezzi nemici. Così facendo, in poco tempo, riuscirono a danneggiare 16 automezzi, fra cui un carro armato legge ro. Sennonché una spia li ven dette ai tedeschi e mentre so lo quattro di loro erano al di staccamento, furono sorpresi e attaccati da 60-80 tedeschi. Si difesero strenuamente per un’ora e mezzo, ma alla fine dovettero abbandonare la po sizione per la mancanza di munizioni ed anche per il pre ponderante numero avversa rio. Furono inseguiti a colpi di mitraglia e i tedeschi fece ro prigioniero uno di loro. Il partigiano preso prigioniero, Brunero Paoli, era di guardia in un punto dominante tutte le strade di accesso, disarma to al fine di non suscitare commenti e chiacchiericci da parte dei boscaioli e pastori. Fu preso alle spalle poiché chi conduceva i tedeschi era a conoscenza del luogo della sentinella e perciò percorsero sentieri da capre solo noti a chi del luogo. Il suddetto par tigiano, dopo una settimana di atroci torture, fu giustizia to. Nel rifugio dove si erano as serragliati i partigiani i tede schi rinvennero, tra l’altro, una cassetta sotterrata conte nente più documenti che defi nivano la loro identità inclu sa quella del comandante del distaccamento, il ten. Barbarossa (Alberto Fogli) ed ecco allora che iniziò una spietata caccia all’uomo fino a scopri re il loro nascondiglio presso la Certosa di Farneta. Questa, come altre azioni importanti della formazione e del suo comandante, Manrico “Pippo” Ducceschi, sono raccolte in un sito, www.manricoducceschi.it È nata inoltre una raccolta di firme per il riconoscimen to al valor militare di questo patriota. Chiunque voglia sottoscrivere questa iniziati va può andare qui. (dal “Tirreno” – Pisa, sabato 16 ottobre 2010. Il titolo è della redazione di Parliamone) Letto 9959 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by enrico — 27 Maggio 2011 @ 15:31
mio padre zio di brunero paoli mi raccontava che la spia dei tedeschi era il parroco del paese
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 27 Maggio 2011 @ 17:27
Succede, ma consoliamoci al pensiero che altri preti hanno lavorato e si sono sacrificati per la libertà della patria.
Commento by Gian Piero — 9 Febbraio 2014 @ 09:14
:oops: Non riesco a capire il motivo per cui questo personaggio, importante per il ruolo svolto nel periodo, non viene mai (o quasi) menzionato, nemmeno in occasione delle rievocazioni storiche di fatti cui il “patriota” Brunero Paoli era coprotagonista. Se gli è stata dedicata una via del Centro Storico di Lucca, qualcuno dovrà spiegarne il motivo, le circostanze ed il contesto. Almeno nelle scuole perché non venga dimenticato un personaggio che ha contribuito alla costruzione dell’Italia democratica. L’Istituto Storico della Resistenza dovrebbe realizzare iniziative tendenti a recuperare anni ed anni di silenzio.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 10 Febbraio 2014 @ 08:40
La strada dedicata a Manrico Ducceschi si trova in realtà all’altezza di Nave, la frazione di Lucca che si snoda poco prima di Ponte San Pietro. E’ quella che inizia a fianco dell’attuale sede dell’ufficio postale. Ducceschi fu partigiano scomodo, perché non ideologicamente schierato e perfino sulle cause della sua morte (fu trovato morto nella sua casa davanti alla chiesa di San Michele) si nutrono dubbi. Credo che l’Istituto Storico della Resistenza non abbia fatto abbastanza per valorizzarne la figura.