Le piccole librerie

di Bartolomeo Di Monaco

Ahimè, per le piccole librerie non sono ottimista e ne vedo il tramonto a vantaggio dei colossi come Feltrinelli (che ha aperto recentemente a Lucca e può considerarsi una delle cause della chiusura di Ubik e di LuccaLibri) e Mondadori.
Questi sono i tempi. Succederà come ai piccoli negozi che sono scomparsi e stanno ancora scomparendo a causa dei Supermercati sia di generi alimentari come di altri generi (ad esempio i giocattoli e l’elettronica). Questi colossi sono in grado di offrire prezzi decisamente più convenienti, e perciò siamo di fronte ad una spietata legge di mercato.
Anche la diffusione in Italia di Amazon ha certamente contribuito con la sua vendita on line di libri e con consegna spesso il giorno dopo. Ho letto che Amazon non dà spazio ai confronti che possono avvenire in una libreria. È vero. Ma non è questo il problema, o per lo meno non è il maggiore,
Oggi si pubblicano (direi che si può ormai dire ‘si producono’) centinaia di libri che si riversano massivamente sulle librerie, al contrario di quanto avveniva in passato. A mio avviso, non ci sono più librai, salvo ovviamente qualche eccezione, che siano in grado di consigliare un libro perché lo hanno letto e confrontato con gli altri (ma è possibile leggerli tutti?). Essi si basano sul sentito dire, sui Premi letterari e soprattutto sulle classifiche dei più venduti che appaiono su quotidiani e riviste. Non è colpa del libraio ma è che non ci sono più le basi perché egli somigli al libraio di una volta. È una figura pressoché scomparsa. Del resto anche il lettore oggi si reca, di massima, in libreria con l’idea già formatasi di quale libro acquistare (praticamente si avvale delle stesse fonti del libraio di oggi, se non di più). Bisogna anche tenere conto del libro digitale che, seppure lentamente, si sta diffondendo e mette in contatto il lettore direttamente con la Casa editrice. Oggi, ogni libro stampato in cartaceo, sia da grandi come da piccole Case editrici si accompagna all’edizione digitale offerta, a chi ne fa uso, ad un prezzo irrisorio.
Allora: Che fine faranno le piccole librerie? Sono pessimista, come si sarà capito. Però – è una idea fissa legata alla mia fiducia nella tecnologia (non siamo andati sulla Luna?) – grazie a qualche geniale inventore, esse potrebbero trasformarsi in qualcos’altro, ma sempre legato al libro. Ossia diventare dei Punti di stampa di un libro. Che vuol dire? Che la libreria sarà diversa: dotata, come sarà, di un’attrezzatura quasi fantascientifica in virtù della quale stamperà e rilegherà il libro che il lettore gli chiederà. In sua presenza (sarebbe il massimo) o entro un breve lasso di tempo (un’ora?). Ovviamente l’organico della libreria dovrà corrispondere all’afflusso della clientela.
Non ci posso fare niente. Il futuro delle librerie lo vedo così.

(l’intervento è stato pubblicato riassuntivamente da Maurizio Guccione su La Nazione, cronaca di Lucca, pag. 8, del 23 agosto 2024)

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