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La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

Arte: Angelo Giammarresi e la World On Communications

15 Febbraio 2010

di Bartolomeo Di Monaco

Ormai, mi muovo di casa raramente: mi fa fatica mettere il naso fuori dalla porta. Se qualcuno mi invita, sono diventato recalcitrante. La sera poi, si contano sulle dita di una mano le volte che varco il cancello di casa mia.
Perfino Lucca, la mia adorata città, mi vede raramente.

I miei viaggi sono ristretti al mio giardino e alla mia fantasia. Quando passeggio nel mio giardino a volte mi sorprendo a parlare con le piante. Dico al platano che deve crescere bello, imponente; al carpino che non deve temere l’ombra della vicina acacia, perché lui è un re e fra non molto tutti lo vedranno. L’ontano è di fronte all’olmo e gareggiano in bellezza. Vicino c’è l’ippocastano rosso, che in primavera è struggente con i suoi colori. Poi il faggio rosso accanto all’acero rosso, la snella betulla, la quercia, ancora bambina, ma destinata a sovrastare ogni pianta. Mi hanno detto che è dello stesso tipo della Quercia di Pinocchio, che si può ammirare a pochi chilometri da casa mia, e che dicono abbia ispirato Collodi. Ma non riuscirò a vederla così grande.

La neve di questo inverno mi ha spezzato la leggiadra mimosa, giovane e già bella. Ora è rimasto uno spezzone di tronco nudo. Mi dicono che potrebbe buttare di nuovo, e allora attendo di vederla tornare a crescere. D’estate mi riparavo sotto la sua ombra, come sotto l’ombra dell’acacia precoce e già superba.

A me tutto questo fantasticare basta per sentirmi felice. C’è la famiglia, i figli, i due nipoti Lorenzo e Fabio; una nipote è vicina a nascere. Si chiamerà Sara.

Angelo Giammarresi lo scoprii molti anni fa. Mi capitò un opuscolo, o qualcosa del genere che parlava dei suoi documentari. Ne ordinai uno, mi pare sulla Finlandia, e rimasi affascinato. Non l’ho abbandonato più.
Angelo fa tutto da solo. Gira il mondo in luoghi pressoché sconosciuti. I suoi sono itinerari alternativi, suggerisce luoghi che sono lontani dalla vanità del turista, più vicini allo spirito di chi vuol conoscere la natura per restarne affascinato e entrare in lei.

Ieri sera ho visto un luogo meraviglioso, l’ho visto grazie ad Angelo Giammarresi, che mi ci ha portato per mano accompagnandomi con le sue suggestive immagini: Gjesvaer, in Norvegia. Un paradiso, dove il paesaggio primordiale, ancora intatto, dà la vertigine, è un gigante e l’uomo scompare. I signori sono gli uccelli, dominatori del cielo; e i fiori che punteggiano di delicati colori il celeste del mare.

Il suo laboratorio, dove crea le mie passeggiate per il mondo, è in una cittadina vicino a Pavia, Cilavegna. Da là mi viene in soccorso e mi offre ciò che ho sempre desiderato, girare il mondo. Quante volte gli scrivo per ringraziarlo e per testimoniargli la mia ammirazione e anche la mia invidia.
Quando vedo quei piccoli villaggi nascosti al mondo, quelle insenature selvagge, quegli uccelli dai tanti splendidi piumaggi, quei fiori ripresi in primo piano ad esaltarne il colore raro, penso che Angelo è là, insieme con quelle immagini che io vedo ma non posso toccare. E allora mi interrogo sulla mia vita e mi rispondo che si dovrebbe poter vivere molte volte e ad ogni nascita prendere una strada diversa, perché il mondo è bello e vasto e ogni uomo dovrebbe poterlo conoscere tutto.


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2 Comments

  1. Commento by Angelo G. — 15 Febbraio 2010 @ 01:14

    Grazie Bart,

    sei uno scrittore di emozioni ineguagliabile e con i tuoi suggerimenti tutte le volte hai saputo mettere in moto un meccanismo che mi ha costantemente  sospinto  in avanti nella ricerca come il vento primaverile che culla e sospinge la vela sui laghi appena increspati….grazie e sono certo che la tua mimosa rifiorirà prestissimo…. Un abbraccio…Angelo

  2. Commento by Alberto — 15 Febbraio 2010 @ 14:16

    Penso che Angelo con le sue opere riesca a raccontare

    i luoghi da lui visitati con lucida e sintetica capacità.

    Onirico il suo estro estetico e   creativo

    che si concretizza in un concetto semplicemente “angelico”.

     

    Alberto Felicetti

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