Bravo Sallusti!

Giorni fa scrivevo l’articolo: “Sallusti mi piace, e anche la Santanchè” (qui). Oggi ho motivo di rallegrarmene, poiché da tempo non leggevo un editoriale così limpido e diretto, rivolto contro quelli che Sallusti chiama i voltagabbana. Coloro ossia che prima pigolano e poi mostrano coraggio solo quando si sentono sicuri che l’avversario è diventato debole.

Sallusti si rivolge a Ernesto Galli della Loggia, ma indirizzandosi a lui, accusa lucidamente quegli intellettuali e quegli artisti che si vendono sempre al miglior offerente.
È questa una lunga tradizione di servilismo che accompagna soprattutto noi italioti.

La differenza rispetto al passato è che costoro non si vergognano più del loro servaggio e ostentano una indipendenza di giudizio che non hanno mai avuto, e che esibiscono con una tracotante supponenza che li rende perfino ridicoli.

Si guardi Celentano, che si mette a fare sermoni sulla politica, dall’alto della sua ricchezza. Si guardino i vari Camilleri, Eco, Benigni. Nessuno di loro ha niente da spartire con l’italiano comune. Sono tanti paperoni, la cui montagna di pepite d’oro ha dato loro alla testa, e si credono autorizzati a dare lezioni a chicchessia, quando invece farebbero meglio a stare zitti per non cadere nel ridicolo.

Ricordate quando costoro andavano dicendo che in Italia si era istaurata la dittatura e i giornali non godevano delle libertà garantite dalla Costituzione? Bisognerebbe ritrovarle quelle dichiarazioni, e fargliele mangiare al posto del caviale e dell’aragosta.
Non c’è razza che più mi disgusti.

E dato che ci sono, fatemi mettere nella lista anche i vari Pier Luigi Battista e Massimo Franco, che fingono di scrivere articoli equilibrati, ma in realtà tali articoli fanno parte di quella speciale categoria di scritti che si possono riprodurre pari pari ad ogni cambio di vento.

Siamo un disgraziato Paese, non ci sono dubbi.
Abbiamo una classe politica e una classe dirigente incapaci a fare dell’Italia uno Stato moderno ed efficiente. Qualunque tentativo in questa direzione viene ferocemente contrastato e frustrato.
Abbiamo una classe di intellettuali, o meglio di intellettualoidi, che quando si esprimono nemmeno sono capaci di far ridere i polli, tanto puzzano di servilismo e di mediocrità.
E poi ci siamo anche noi popolo italiano. Sì, perché tutto questo in pratica ci piace, e ci sguazziamo come l’ippopotamo sguazza volentieri nell’acqua sporca.
Se tanto mi dà tanto, preconizzo ancora lunghi anni di sofferenza e di umiliazioni.

L’esempio l’abbiamo avuto il 2 giugno, quando agli inviti in pompa magna indirizzati ai capi di Stato e di governo stranieri, i più importanti hanno pensato bene di onorare il nostro Paese rimanendo a casa e inviando un proprio sostituto.
Probabilmente ne hanno avuti di più autorevoli il principe William e kate al loro matrimonio.

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