Ferro, Marise2 Maggio 2019 Trent’anniâ€, 1940L’autrice fu legata per tutta la vita al grande critico letterario Carlo Bo. Il soggiorno e la quiete del luogo risvegliano ricordi che fanno pensare a Proust. Quella della Ferro è una scrittura razionale, velata di sentimento. Si avverte, sin da principio, la minuzia dell’osservazione, mai fine a se stessa. L’uso dell’imperfetto per i ricordi, e del tempo presente per l’attualità facilitano questa analisi: “Io la conoscevo bene la voce del vento sul mio giardino, e l’amavo. Sapevo di quali modulazioni era capace, sostando tra le foglie dure della magnolia, e come si adirava lottando contro i muri di cinta armati di cocci di bottiglia.â€; “La luce viola della sera mi fa un viso remoto dove gli occhi non hanno splendore e la pelle pastosità .â€. Ciò che ne risulta è uno stile intimo e carezzevole. Le pagine in cui descrive il vento primaverile che si affaccia sulla riviera ligure toccando ogni cosa sono ragguardevoli per acutezza e sensibilità , oltre che per quel velo di poesia rattenuta. La vicinanza di Valentina, e quella di un ex spasimante, Nanni, fanno da sollecitazione ad un movimento interiore che non ha tempo, la cui fragranza ancora oggi è intatta. Paola si trasforma, grazie alla sua sensibilità , in una portatrice di vita e di sentimenti che le si attorcigliano intorno e rendono i personaggi che le si avvicinano o entrano nel suo ricordo (ad esempio, la madre) simili a specchi dell’anima. Ricorderà della madre queste parole: “Lasciami invecchiare in pace, ti ripeto. Lasciami divenire semplice, un po’ ottusa, affabile ed egoista; lasciami dimenticare il passato, le mie riottosità d’un tempo, le mie esigenze; lasciami andare, a poco a poco, attraverso questo pacificarsi di tutto l’essere, verso la fine.â€. La figura della donna, con le sue sensibilità , cupezze, ansie e trasparenze, a poco a poco giganteggia attraverso il controllo e l’analisi di ogni soffio vitale che la ispira e la fa vivere. Se dobbiamo trovare un protagonista assoluto del romanzo, questi non è Paola, né Valentina, ma la donna, e in specie la donna libera (libera di pensare, di muoversi e di amare, con tutte le difficoltà connesse), comunque in cerca di un ancoraggio nell’amore e nel matrimonio, al punto che le due amiche in realtà possono benissimo essere, nella gran parte, scambiate: “io, sul tema dei miei pensieri, posso capire quelli di Valentina.â€. È un romanzo delicatissimo, intimo, spirituale e rarefatto. Lo si legge intuendo che le parole di cui è composto vanno a toccare e a suscitare la nostra anima. Questa la chiusa con le parole di Paola, riferite all’uomo amato: “E quando sarò giunta alla vecchiaia, assorbita dal desiderio dell’inaccessibile, insensibilizzata dal bisogno di morire, ti amerò ancora, ti rivedrò ancora, mescolato ai colori dell’alba e del tramonto, alla pioggia d’aprile, alla nebbia d’ottobre, a tutte le belle luci, a tutti gli aspetti, a tutti gli odori della terra: odori, aspetti, luci infinite che avrò contemplato vicino a te.â€. Letto 648 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||