FUMETTI: Disney e Topolino14 Marzo 2008  [da: “Enciclopedia dei fumetti”, a cura di Gaetano Strazzulla, Sansoni, 1970] L’AUTORE WALT DISNEY (Walter Elias Disney) – Nato a Chicago il 5 dicembre 1901; morto a Hollywood il 15 dicembre 1966. Nonostante varie e diverse critiche e opposizioni, spesso ragionate e anche giuste, Walt Disney sempre rimane il più cono Âsciuto, celebrato, venerato e amato autore di storie disegnate, animate e no. Il suo mito non è stato distrutto neppure dalle esatte notizie sulle plurime mani che, fin dall’inizio, non solo nella magna età industriale del dopoguerra, hanno contribuito alla creazione dei magnifici racconti e delle sinfonie allegre. In compenso, secondo le testimonianze dei suoi più stretti col Âlaboratori, spettò sempre a lui il merito dell’in Âvenzione grafica e della prima costruzione caratteriologica dei personaggi maggiori. Il che non è cosa indifferente, costituendo appunto l’idea d’origine, la difficoltà più grave per il lancio di un fumetto. Per questo la leggenda, che trova alimento anche nella suggestiva biografia, è in fondo giustificata. IL PERSONAGGIO TOPOLINO (Mickey Mouse) – In principio era un topo piccolo, burlone e un po’ maldestro, dai grandi orecchi e l’enorme vuoto nero degli oc Âchi, appena spezzato da una bianca fessura. Così comparve nella prima avventura, Topolino emulo di Lindbergh (che in Italia apparve con il titolo Topolino nell’isola misteriosa). Era la storia di una stramba e stravagante peripezia aerea, compiuta, dopo un sogno esaltante: alla fine del Âle tribolazioni, nell’ultima striscia, la buona Minni l’attendeva, mani congiunte, sorriso felice sul volto. C’erano già in sintesi le due costanti fon Âdamentali del Topolino dell’età eroica: la smania dell’avventura e le pene amorose. Le imprese del topo sono fantasiosissime. Negli « anni ruggenti », dalla creazione fino alla guerra mondiale, Topolino si inoltra nell’Africa nera guidato dal Gorilla Spettro, vola alto nel cielo per incontrare l’Uomo Nuvola, partecipa intrepido alla caccia alla balena, affronta peri Âcolosi banditi (come il fosco Wolp, appunto) in un West selvaggio a nuova vita restituito, fa con la medesima disinvoltura il re e l’agente segreto, viaggia persine a ritroso nel tempo arrivando alla favolosa età della pietra. Al gusto del rischio si mescolano, dicevamo, le passioni del cuore: la cara Minni è spesso ra Âpita e minacciata dagli avversari cattivi, addirit Âtura concupita e segretamente amata dal nemico numero uno Pietro Gambadilegno. Sul carattere « amoroso » delle strisce di Topolino scrisse nel 1934 un breve ma celebre saggio Edward Morgan Forster, l’autore di Passaggio in India, insistendo sull’elegante finezza del rapporto sentimentale che lega la coppia e sulla complessità del ca Ârattere di lei, squisitamente civetta, eppure ca Âpace di ribellioni e scatti improvvisi. Attorno ai due protagonisti si agita la selva im Âmane dei comprimari. Fra i buoni spicca il can Âdido Pippo, « puro folle », fedelissimo, stupido eppure capace di imprevedibili intuizioni (va però ricordato che all’inizio Pippo aveva caratteristi Âche affatto diverse, essendo burlone e dispet Âtoso); dopo di lui, ecco la coppia equino-bovina, e cioè l’onesto Grazio e la romantica Clarabella, aperta e disponibile a divagazioni del cuore e straordinari innamoramenti; e ancora il cane Pluto, unico animale non umanizzato, ed Eta Beta, il buffo uomo del Duemila. Fra i malvagi, oltre al violento Gambadilegno, il furbo Elia Squick, l’inafferrabile Macchia Nera, il pirata Orango, il serafico Giuseppe Tubi, placido capo della micidiale « banda dei piombatori ». Topolino in definitiva non era creazione del tutto nuova e rivoluzionaria come vogliono alcuni esti Âmatori di Disney. Già alla fine dell’Ottocento James Guilford Swinnerton aveva infatti felice Âmente dipinto un cosmo popolato di animali ra Âgionanti, e il grande George Herriman nelle storie di Krazy Kat aveva creato con Ignatz il topo un precursore diretto di Topolino. Ma si deve riconoscere che Disney, Iwerks e Floyd Gott Âfredson seppero dare brillante autonomia al loro personaggio, facendone la poetica incarnazione dei sognati ideali avventurosi dell’America del Âl’anteguerra. Pertanto gloria, denaro ed eccelsa fortuna non sono per niente immeritate. Della sua decadenza, inesorabilmente progre Âdita nel dopoguerra, già da molti è stato detto. Il personaggio si è involuto, è diventato il rap Âpresentante del perbenismo borghese; le sue avventure di solitario eroe sono scadute al livello banale di abili investigazioni di un confidente della polizia. La metamorfosi, analoga a quella subita da altri leggendari personaggi di carta come l’Uomo Mascherato e Mandrake, ha pro Âvocato, o almeno accresciuto, il fenomeno della nostalgia, il rimpianto delle antiche imprese, la necessità di nuove ristampe che restituiscano il topo perduto. Letto 3440 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by MUCCA ROSA — 13 Giugno 2009 @ 14:33
bello..questa pagina è carina..ed molto ampia ..bravi e complimenti
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 13 Giugno 2009 @ 15:08
Grazie.