FUMETTI: Gordon e Jim della giungla28 Febbraio 2010 [da: “Enciclopedia dei fumetti”, a cura di Gaetano Strazzulla, Sansoni, 1970] L’AUTORE ALEX RAYMOND (Alexander Gillespie Raymond) – Nel mondo dei fumetti, Alex Raymond entrò giovanissimo, come assistente di un suo antico vicino di casa, Russ Westover, l’autore di Tillie the Toiler. Raymond â— che era nato a New Rochelle, nei pressi di New York, il 2 ottobre 1909 â— aveva da poco perso il suo posto di impiegato a Wall Street, travolta dalla grave crisi del 1929. A disegnare aveva cominciato fin da bambino e suo padre, un ingegnere civile, era talmente orgoglioso della bravura del primo dei suoi sette figli, da arredare con i suoi disegni l’ufficio. A soli dodici anni, Alex era però stato costretto per la morte del padre, a interrompere gli studi artistici. Perso l’impiego a Wall Street e tentata senza fortuna la carriera di « sollecitatore dei rinnovi sulle ipoteche », Raymond scoprì i fumetti: in quel momento era certo l’aspetto economico quello che maggiormente lo sollecitava, ma non mancava forse anche la sensazione di poter dar sfogo nelle tavole domenicali dei comics ese guiti per conto di noti autori, alla sua vecchia vocazione artistica. I rapporti con Westover si interruppero presto e Raymond passò a collabo-rare con Chic Young e Lyman Young: non sono poche le tavole di Blondie o di Tim Tyler’s Luck (i nostri Cino e Franco) disegnate, ma non fir mate, in quel periodo da Raymond. La grossa occasione l’ebbe nel 1933. In quel l’anno il King Features Syndicate, alla ricerca di nuovi eroi, si rivolse al giovane e promettente disegnatore e Raymond presentò le prime tavole del suo Flash Gordon. Fu subito il successo. Il personaggio diventò immediatamente popolare. La prima tavola domenicale venne pubblicata il 7 gennaio 1934: due anni dopo Gordon era già un eroe cinematografico, con il suo nome si vendevano fantascientifiche pistole da ragazzi, i supermercati erano pieni di tute e attrezzi si mili a quelli del biondo e apollineo avversario del truce Ming. Con il successo le offerte si moltiplicarono. Con temporaneo a Flash Gordon, nacque Jim della Giungla. A loro seguì, dopo poche settimane il terzo personaggio commissionato a Raymond dal King Features Syndicate: l’Agente Segreto X-9. Con Alex Raymond cominciava la scuola natu ralistica del fumetto: disegni minuziosi, precisi, fedeli nei dettagli, tanto più fotografici quanto più fantastici erano i soggetti. E con Raymond in fondo nasceva il divismo: l’Agente segreto X-9 della prima volta, paludato in una vestaglia di tono leggermente hollywoodiana, il Gordon bellissimo e audace, adorato e conteso, forte e sincero. E Raymond, sulla scia del trionfo dei suoi eroi, diviene il sommo artista delle avven ture a fumetti. Fantasioso in maniera quasi pi gnola, Alex si ispira, e lo confesserà in seguito, a Jules Verne: ma di Verne non ha l’attenzione parascientifica, la cura di cercar di rendere reale ciò che è solo fantastico. Quanto Verne è puntiglioso nelle spiegazioni, altrettanto su perficiale è Raymond, salvo poi a descrivere graficamente, con lucidissima precisione, le sue invenzioni. Il professor Zarro pensa di bloccare con un razzo il pianeta che sta per distruggere la Terra: un’idea questa che Verne avrebbe cer tamente scartato, per la sua inattendibilità. Lo stesso non fece Raymond, che si dedicò anzi a descrivere con minuzia di particolari il com plesso abitacolo ideato dallo scienziato sull’orlo dell’esaurimento nervoso (anche se poi, negli anni della maturità, Raymond chiese di ciò pub blica venia). Il successo portò molto lavoro a Raymond. Troppo lavoro, tanto che nel 1935 rinunciò al l’Agente segreto X-9. Nel frattempo si dedicò, tra una tavola e l’altra, all’illustrazione di libri, fece manifesti pubblicitari e realizzò copertine di riviste. Nei momenti di riposo, si dedicò alla pittura, con pennelli e cavalletto. I suoi eroi li abbandonò nel 1944, quando si arruolò come capitano fra i marines. Ma anche sotto le armi non abbandonò il disegno. Fu lui a fornire il sog getto del cartoncino ufficiale degli auguri nata lizi del corpo dei marines. Congedato nel 1946, non riprese più in mano il suo Gordon, ma preferì dar vita a un nuovo per sonaggio, il celebre Rip Kirby, definito dall’au tore « un ufficiale dei marines in congedo pas sato alla criminologia ». Raymond morì in un incidente stradale sulla Clappboard Hill Road, vicino a Wessport (Connecticut) il 6 settembre 1956. Gli sopravvivono i suoi personaggi. I PERSONAGGI FLASH GORDON – II personaggio nasce nel 1933, ma bisogna aspettare l’inizio dell’anno suc cessivo perché ufficialmente appaia sui quoti diani americani la prima tavola domenicale del prestigioso eroe dì Alex Raymond. Per decine di anni si è creduto in Italia che Gordon fosse un ex ufficiale di polizia: colpa del traduttore, che così lo definì nella prima edizione italiana delle sue avventure, avvenuta nello stesso 1934 sull’Avventuroso dell’editore Nerbini di Firenze. Gordon in realtà è un world-renowned polo player, cioè un giocatore di polo di fama mon diale, e un Yale graduate, cioè in pratica un laureato a Yale, come solo pochi anni fa ha permesso dì scoprire una preziosa ristampa delle sue storie curata dall’americana Nostalgia Press. il dottor Flash Gordon, in abito sportivo e con stivaletti da giocatore di polo compare per la prima volta nella sesta vignetta della pagina do menicale del 7 gennaio 1934: sta tranquillamente viaggiando su un aereo transoceanico a fianco di una certa Dale Arden. La sua avventura si apre con il terrificante annuncio, ripreso dalla prima pagina di un quotidiano, che ormai è vi cina la fine del mondo: un pianeta sconosciuto precipita verso la Terra e gente di tutte le razze, in preda al panico, attende il terribile scontro. L’aereo di Gordon viene colpito da un meteo rite, il biondo eroe si lancia con il paracadute dopo aver generosamente afferrato la passeg gera che gli siede a fianco. I due planano ac canto al laboratorio del dottor Zarro (in realtà dr. Zarkov) che sta ultimando i suoi studi su un veicolo spaziale destinato a bloccare il mi sterioso pianeta che sta per distruggere la Terra. Zarro, con tanto di pistola, obbliga i due a salire sul razzo (gli studi lo hanno affaticato ed egli in ogni estraneo vede un nemico) e punta contro il pianeta. L’impatto è brusco, ma la terra è salva: Gordon, che già ha mostrato la sua prestanza fisica lottando con Zarro, dopo l’urto, si preoccupa di Dale. L’intesa è presto raggiunta, la coppia è fatta. Il povero Flash non riuscirà più a spiccicarsi di dosso « la più in sulsa e meschina appartenente alla razza bian ca », come qualcuno l’ha definita. L’eroe e la sua compagna arrivano su Mongo, Qui cominciano le loro fantastiche avven ture, la lotta contro il « giallo » dittatore, il cru dele Ming, gli incontri con gli uomini-leone, gli uomini-falco, gli uomini-pesce, con un campio nario di draghi senza precedenti, in mezzo a scenari orridi e avveniristici, punteggiati da insidie di ogni sorta. Inizialmente il racconto delle mirabolanti avventure di Gordon è, grosso modo, una variante di quello di Buck Rogers, il per sonaggio di Dick Calkins creato nel 1929: ritro viamo infatti i famosi dischi volanti (migliorati tecnicamente da Alex Raymond) e la presenza quasi ossessiva della « razza gialla » (il bieco Ming, padrone e signore assoluto di Mongo, ricalca le orme dell’Imperatore cinese che, al l’alba del XXV secolo, domina l’America del Nord). La storia di Gordon è piena di incoerenze e l’intreccio melodrammatico si snoda spesso con un ritmo incerto, e come osserva giusta mente Ernesto G. Laura « le sceneggiature sono pretesto al disegno, che si sviluppa in quadri sempre più ampi e complessamente impostati, dove personaggi ed elementi scenografici si in trecciano in una linea di grande eleganza, sinuosa, floreale (un riecheggiamento dell’Art Nouveau), dove tuttavia campeggia anche il gu sto per la luce ». « Scorrendo le storie di Gordon â— ha scritto Roberto Leydi (e lo ha ricordato anche Oreste Del Buono) â— significa rivivere, in un caos che farebbe impazzire uno storico, le tappe della nostra civiltà. Ora ci im battiamo in guerrieri che sono la copia soltanto in parte alterata dei guerrieri galli di Vercingetorige e questi celti redivivi li vediamo combat tere con un popolo alato che esce direttamente dalle figurazioni angeliche immaginate da Gu stavo Doré per la Divina Commedia. In un’altra avventura facciamo la conoscenza degli uomini rossi, che non possono non ricordarci subito, con il loro cappottone, l’elmetto a punta arro tondata e le bandoliere bianche incrociate sul petto, i soldati della prima armata sovietica. E chi sono i loro avversar!? Soldati in impecca bili uniformi bianche che hanno ora la faccia di Guglielmo II e ora quella di Erich von Stroheim. E poi cinesi delle grandi età imperiali, romani che hanno il volto e gli atteggiamenti di Cesare e di Pompeo, ungheresi che paiono uscire direttamente dalle operette di Lehar e di Kalman, uomini delle caverne che trovano il loro modello nelle pagine di Flammarion, donne affa scinanti la cui somiglianza con Mata-Hari non è certo casuale ». In questa fantastica Babele si muove, forte, lieto, leale e generoso, coraggioso e fortunato, il dottor Gordon. « Gordon è sempre statuario â— ha detto una volta il critico d’arte Emilio Tadini â— qualsiasi cosa faccia, anche se certe volte si sente che alla base della sua statuarietà c’è la ginnastica più che la tendenza a una dilatazione idealiz zante dell’immagine ». Comunque, sia il risultato di centinaia di flessioni o rappresenti simboli camente la potenza di una fede, la prestanza del biondo Flash ha trovato e trova fanatiche ammiratrici: è il primo divo del fumetto. Alex Raymond abbandonò il suo eroe nel 1944. A lui si sono sostituiti con alterne fortune negli anni successivi, i disegnatori Austin Briggs, Mac Raboy, Dan Barry, Al Williamson e altri. JIM DELLA GIUNGLA (Jungle Jim) – La nascita del personaggio è contemporanea a quella di Flash Gordon. Alex Raymond li creò insieme, su richiesta del King Features Syndicate, e le prime tavole delle avventure dei due eroi usci rono nella stessa pagina del New York American Journal il 7 gennaio 1934. Jim, sosia quasi perfetto del successivo Agente Segreto X-9 e dal temperamento molto vicino a quello di Rip Kirby, vive e opera nella lon tana foresta malese. È un white hunter, cioè un cacciatore bianco, di nazionalità americana, alla ricerca di preziose prede per incarico di un grande circo americano. Lo aiuta nella caccia un fedelissimo indigeno di nome Kolu, masto dontico e impenetrabile, abilissimo nel lancio del kriss. Se questo è il pretesto per giustificare la presenza dell’aitante Jim nella fitta boscaglia di una fantasiosa Malesia, non certo di cacce sono infarcite le sue avventure. Dopo infatti le prime tavole, nelle quali l’agilissimo Jim si batte in plastici corpo a corpo con belve di tutti i tipi, Raymond mette subito il suo eroe a con tatto con malvagi avventurieri, feroci primitivi e misteriosi abitanti di vulcani spenti. Al prode Jim tocca anche, per colpa della fan tasia del grande Raymond, legarsi sentimental mente con una sua già acerrima avversaria, tale Shanghaï Lil (in Italia altrimenti nota come Cecil De Rolle). Si tratta di un’avvenente truffatrice che abbindola gli ingenui malesi spacciandosi per maga. Jim la smaschera, Cecil si ravvede e la coppia è fatta. Con il passare degli anni, gli animali scom paiono, Jim si dimentica di essere un caccia tore e disinvoltamente si trasforma in agente segreto, anticipando altri più celebri personaggi. Siamo nel 1942, si parla di guerra. Nei cieli asia tici delle tavole di Raymond si infittiscono i duelli aerei. In America Jim della Giungla si trasforma in capitano Bradley, mentre in Italia a norma delle leggi fasciste è costretto a trovarsi un altro nome. Dal 1940 assume quello, legger-mente vezzoso, di Geo. Alex Raymond parte per il Giappone, abbando nando il grande Gordon e l’avventuroso Jim. A riprendere il filo delle avventure del capitano Bradley è anche Jim Raymond, fratello di Alex, insieme a una fitta schiera di ghosts (letteral mente « fantasmi ») ovvero « negri », disegnatori cioè del tutto sconosciuti. Dal 1947 al 1948 la serie passò ad Austin Briggs, per essere poi affidata a Paul Norris, che trasferì l’impavido Jim nelle foreste africane. Norris disegnò il per sonaggio fino alla sua soppressione avvenuta nel 1958. Jim della Giungla ha goduto di vastissima po polarità soprattutto negli Stati Uniti, dove è stato al centro anche di vari film e di produzioni te levisive. Sugli schermi è apparso sotto le sem bianze di Grant Whiters, mentre in TV è stato impersonato da Johnny Weissmuller, attore forse più noto nei panni di Tarzan. Anche in Italia ha avuto larghe schiere di am miratori. Le sue storie cominciarono a uscire nel 1934 su L’Avventuroso, che le pubblicò fino al 1936. Dal 1936 al 1937 è comparso su Il Pic colo Avventuroso per passare successivamente su Il Giornale di Cino e Franco / Giungla (1937-1938). Nel 1940, come Geo, fu presentato su L’Avventuroso. Le sue storie sono state poi pubblicate da Il Contastorie nel periodo 1945-1946, da L’Avventura negli anni dal 1946 al 1950 e infine negli Albi Furore, dal 1954 al 1955. Personaggio minore nella galleria di Alex Ray mond, Jim della Giungla deve il suo successo principalmente a quell’atmosfera esotica e misteriosa che caratterizza le sue storie. L’am biente affascinante, zeppo di insidie e popo lato di malvagissimi personaggi, spesso pola rizza l’attenzione del lettore, interessandolo forse più di quanto riesca a fare .il pur instancabile Jim. A questo va naturalmente unita l’alta qua lità del disegno, sempre netto, puntuale, preciso nei minimi particolari. Sono storie semplici, tal volta anche banali, quelle di cui il capitano Bradley è protagonista. Non ci sono insomma le grandi « aperture » di Gordon o l’incalzante suspense dell’Agente Segreto X-9. Ma c’è pur sempre â— fino al 1942 â— l’inimitabile linguag gio di Alex Raymond, insuperabile maestro d’av ventura e di fantasia. Letto 6320 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||