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FUMETTI: Krazy Kat

27 Luglio 2010

[da:”Enciclopedia dei fumetti” a cura di Gaetano Strazzulla, Sansoni, 1970]  

L’AUTORE  

George Herriman – Nato a New Orleans (Louisiana) nel 1880 (secondo altre fonti nel 1881); morto a New York il 25 aprile 1944. Figlio di un modesto fornaio, quando fu costretto ad abbandonare gli studi per scarso rendimento, entrò a lavorare come garzone nella bottega paterna. All’inizio del nuovo secolo, si trasferì a New York, dove intraprese l’attività di dise ­gnatore contro il volere dei genitori che disap ­provarono la sua decisione. A partire dal 1903 prese a disegnare strisce a fumetti (Lariat Pete, Bud Smith, Major Ozone, Baron Bean, Mary, Don Kiyoti and Sancho Pansy), che in genere vennero considerati dei tentativi falliti. Infatti, in queste sue prime produzioni, Herriman non riuscì a trovare il tono giusto e il mezzo appro ­priato per dare libero sfogo alla sua galoppante e inesauribile fantasia.  

Nel 1908 entrò a far parte dello staff redazionale dell’American Journal di William Randolph Hearst e due anni dopo creò la striscia The Dingbat Family (La famiglia Dingbat) â— che in seguito mutò il titolo in The Family Upstairs (La famiglia del piano di sopra) â— i cui perso ­naggi erano dei poveri diavoli perseguitati dalla sfortuna più nera. Nel luglio del 1910 sotto la striscia dei Dingbat ne aggiunse un’altra più bassa, dove apparivano un gatto e un topo. Nascevano così Krazy Kat e Ignatz Mouse, ai quali più tardi affiancò il cane Offissa Pupp. La striscia acquistò completa autonomia nel 1913, quando Herriman abbandonò definitiva ­mente le disavventure della famiglia Dingbat. Per oltre trent’anni Herriman ha narrato, senza mai accusare pause di stanchezza, l’amore as ­surdo, sfortunato e impossibile di Krazy Kat per il malvagio e tirannico Ignatz. Dopo la sua morte non si riuscì a trovare un disegna ­tore in grado di continuare i suoi ormai cele ­bri personaggi e così il King Features Syndicate decise di abolire il comic. La sua ultima fatica di cartoonist â— intitolata Stumble Inn â— aveva per protagonista un locandiere sentimentale e dal cuore d’oro.  

George Herriman, unanimemente considerato uno dei più geniali e lirici artefici della comic art, è stato un grande maestro del fantastico e un insuperabile umorista. Anche dal punto di vista grafico, la sua arte si distacca nettamente da quella di ogni altro disegnatore. Il metafisico e « lunare » paesaggio, che fa da sfondo agli « scontri » tra Krazy e Ignatz, si armonizza per ­fettamente con l’umorismo e l’ironia della stri ­scia. Ciò che interessava a questo artista era di mostrare tutte le possibili sfumature esistenti nei rapporti tra i personaggi, inventando situazioni sempre nuove che oltrepassano, la cronaca dei « fatti ». In esse c’è una realtà che somiglia più alla follia che al razionale umano. Accostare il nome di Herriman a quello di Charlie Chaplin â— come qualcuno ha fatto â— non suona per nulla irriverente. Senza dubbio Herriman â— che ha esercitato una notevole influenza su altri cartoonists (da Pat Sullivan a Walt Disney, a Walt Kelly) â— resterà nella storia del fumetto un artista unico e irripetibile.  

IL PERSONAGGIO  

KRAZY KAT – In un famoso saggio del 1924, Gilbert Seldes â— sostenendo che non sarebbe sceso « in discussioni con coloro i quali riten ­gono che un fumetto non possa essere opera d’arte » â— definì la striscia di Krazy Kat dise ­gnata da George Herriman « l’opera d’arte più divertente, fantasiosa e convincente prodotta in tempi recenti in America ». Con questa affer ­mazione così categorica da apparire perfino settaria, il Seldes fu tra i primi a richiamare l’attenzione su una genuina e unica opera di poesia che si colloca al vertice nella gradua ­toria della produzione fumettistica e occupa un posto assai rilevante nell’ambito della cultura americana contemporanea.  

Dopo il Seldes, altri — tra i quali ricordiamo Stephen Becker, Coulton Waugh, Robert War-show e il poeta Edward Estlin Cummings â— hanno scritto in termini elogiativi ed entusia ­stici su questo fumetto che ormai viene univer ­salmente considerato uno dei prodotti più ori ­ginali e più poetici della comic afl, della difficile arte del fumetto.  

Tre sono i protagonisti di questo comic che apparve sui giornali d’America dal 1910 al 1944: Krazy Kat, un gatto androgino (ma probabil ­mente di sesso femminile), mite sognatore e ma ­lato di inguaribile bovarismo; Ignatz Mouse, un topo perfido e maligno; e Offissa Pupp (Officer Bull Pupp), un cane pigro e ottuso con la stella di sceriffo appuntata sul petto. Accanto a essi saltuariamente si affiancano quali comprimari la signora Ignatz Mouse con i suoi tre figlio-letti Milton, Marshall e Irving, l’arrogante e pe ­tulante « odiatore della luna » Joe Bark, il pit ­toresco e confusionario anticonformista Don Ki ­yoti, il probabile mercante di mattoni Kolin Kelly e i lontani parenti di Krazy Kat: Krazy Katfish, Krazy Katbird, Osker Wildcat, zio Tom e zia Tabby.  

La situazione, su cui si articola questo celebre fumetto, è sempre la stessa: nella Contea di Coconino, in Arizona, sullo sfondo di uno spo ­glio paesaggio lunare continuamente mutevole, il gatto ama follemente il topo, il quale lo di ­sprezza e con malefico odio lo tiranneggia di continuo e lo percuote selvaggiamente, colpen ­dolo di preferenza alla testa con un pesante mattone. Il cane, in funzione di tutore dell’or ­dine costituito, cerca come può di proteggere il gatto (qualche volta arresta il topo e lo rin ­chiude in prigione, dimenticandosi però quasi sempre di chiudere la porta della cella). Dal canto suo, il gatto disprezza siffatto interessa ­mento, che nasconde evidentemente un senti ­mento d’amore senza riserve, e giustifica sem ­pre e comunque l’aggressivo e insolente topo, perdonandogli le sue malvagie azioni perse ­cutorie.  

Su questo canovaccio così esile e apparente ­mente assurdo, per quasi trentacinque anni, George Herriman ha ricamato un’infinità di va ­riazioni divertenti e fantasiose, sempre venate di ironia e lirismo surreale. «Alla base del rap ­porto tra Krazy Kat e Ignatz Mouse â— come sottolinea Roberto Giammanco â— c’è una spe ­cie di destino ancestrale che sembrerebbe con ­dannare il topo a far la parte dell’inconscio strumento di sopraffazione e il gatto ad amare, come Isotta la Bella, sotto l’effetto inebriante di un filtro ». Il « folle » gatto vede nel mattone, che sistematicamente lo colpisce alla testa, un simbolo d’amore, tanto che accetta con gioia immensa quelle che crede siano le profferte di un innamorato.  

Il fumetto di Herriman, nato agli inizi di quella lunga crisi economica che doveva sfociare in seguito nel « martedì nero » di Wall Street â— nota il Giammanco â— « rispecchiava già un profondo senso di impotenza, la sfiducia nel sistema, lo sconforto e l’amarezza dell’individuo ormai non più padrone del suo destino ». Chi è Krazy Kat? Sicuramente non rappresenta l’eterno sconfitto. Superiore alla meschina per ­fidia del topo Ignatz e all’impotenza costitu ­zionale dell’ottuso cane Offissa Pupp, è l’essere più innocente di questa terra che trasforma l’odio in amore. In mezzo a un’umanità egoista e malvagia, egli combatte con l’arma dell’amore il suo irriducibile persecutore, contraccam ­biando la sua cattiveria con un crescente sen ­timento d’affetto. Ignatz Mouse non capirà mai ciò che i mattoni rappresentano per la sua vit ­tima e il perché essa vada in estasi ogni volta che egli la colpisce duramente alla testa. Gli è precluso l’accesso alle memorie ataviche di Krazy Kat, che risalgono ai tempi lontani di Cleopatra quando, nell’antico Egitto, il gatto era considerato un animale sacro ed era oggetto di culto.  

Krazy Kat vive felice e contento nel suo uni ­verso intessuto di illusioni e di sogni, quasi in trepida attesa che il topo, senza curarsi mini ­mamente della patetica presenza del cane po ­liziotto, gli scagli contro i suoi « messaggi d’amore » pietrificati. Paragonato da alcuni a Don Chisciotte e da altri a Parsifal, Krazy scorge amore e non odio e violenza nell’assurda azione aggressiva di Ignatz. Nel mondo poetico di Krazy il lancio del mattone acquista il signi ­ficato di un tentativo di comunicare. Purtroppo i personaggi di questa saga tragicomica sono destinati da una legge rflíŒ §teríŒ09a a non ca ­pirsi mai.  

Secondo l’opinione di molti, le strisce di Krazy Kat â— dove gli assurdi, insensati e trasognati personaggi di Herriman parlano un linguaggio ricco di non-sense â— risultano indecifrabili (o quantomeno di difficile lettura) per la stra ­grande maggioranza di coloro che abitualmente si dedicano ai fumetti. In un fumetto del genere però il lettore non deve ricercare la gag o il riferimento caricaturale, poiché si tratta di un’opera in cui la poesia si prende una rivin ­cita sulla logica.  

Resta da dire della nascita di questo comic che è abbastanza curiosa e singolare, poiché ripro ­duce forse l’unico caso di filiazione di una striscia da un’altra della storia del fumetto. Nel 1910 George Herriman pubblicava regolarmente sui quotidiani americani la striscia intitolata The Dingbat Family (La famiglia Dingbat), che successivamente cambiò il titolo in The Family Upstairs (La famiglia del piano di sopra). Il 26 luglio 1910 Herriman aggiunse, sotto la striscia principale, una striscia più bassa dove com ­parivano un gatto e un topo (il cane sarebbe nato più tardi). Quel giorno il protervo topo Ignatz per la prima volta colpì con un mattone la testa del povero Krazy Kat. Dal 1911 la striscia ebbe un titolo tutto suo, Krazy Kat & Ignatz Mouse, che dal 1913, dopo aver abban ­donato la famiglia Dingbat, si chiamò sempli ­cemente Krazy Kat.  

I personaggi del fumetto di George Herriman hanno ispirato una serie di film a disegni ani ­mati (realizzati, a partire dal 1916, da Ben Harrison e Manny Gould), un balletto su musi ­che di John Alden Carpenter (1926) e una nuova serie di cartoons televisivi (1963).


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Bart