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Fumetti: Peanuts

21 Settembre 2011

[da: “Enciclopedia dei fumetti”, a cura di Gaetano Strazzulla, Sansoni, 1970]

L’AUTORE

CHARLES M. SCHULZ – Nato a Saint-Paul   (Minnesota) nel 1923, da un barbiere di origine tedesca e da una casalinga. Vive a Sebastopol (California), è sposato con cinque figli. Dopo aver seguito un corso di disegno per corrispondenza, fu richiamato alle armi e mandato a combattere in Europa, dove prese parte all’occupazione della Germania. Congedato nel 1946, rientrò negli Stati Uniti e poco dopo aver indossato nuovamente gli abiti civili accettò un posto di insegnante di disegno a Minneapolis.

Nel 1950 inviò all’United Feature Syndicate alcune strisce che vennero subito accettate

Nascevano” così i Peanuts: Charlie Brown, Lucy e il cane Snoopy fecero il loro trionfale ingresso nel mondo dei fumetti.

All’inizio i personaggi schizzati da Schulz erano diversi da quelli attuali. Il loro approfondi ­mento psicologico e la tecnica del disegno erano elementari. Ci volle quasi un decennio perché lo stile   di     Schulz   si     raffinasse     e     acquistasse un’efficacia che ha del prodigioso. Nel frattempo anche   il   numero dei   personaggi   aumentò:   ac ­canto a Charlie Brown nacque una non trascu ­rabile schiera di bambini, tra cui l’ormai popolarissimo   Linus.

Il disegno di Schulz è di una estrema semplicità,     fatto     di     pochi     e     rapidi     segni     essenziali, risulta   sempre   gradevole,   capace   di   esprimere con   un tratto   le più   impercettibili   variazioni   di umore di uno dei personaggi. Anche sé in ogni striscia non   manca mai   la trovata divertente o la battuta azzeccata che fa sorridere, Schulz, più che un umorista, è un poeta del nostro tempo, il     poeta â— come qualcuno   l’ha definito – di una interminabile « elegia psicanalitica ». Non a caso il suo nome è stato accostato a quello di George   Herriman,     l’indimenticabile   creatore   di quel capolavoro lirico a fumetti che è Krazy Kat.
Ma Schulz è anche un raffinato scrittore: il suo linguaggio possiede una dignità letteraria rara ­mente   riscontrabile nei   comics.

Le forti emozioni e le sensazioni di disagio pro ­curate oggi all’uomo da una società crudele ed egoista rivivono nel microcosmo dei Peanuts che, ricalcato dal tipico ambiente urbano della provincia americana, è popolato unicamente di bambini e da un bracchetto nevrotico. È stata la striscia disegnata da Schulz a riscat ­tare il fumetto dall’antica accusa di infantilismo, facendolo crescere nella considerazione degli intellettuali. Oggi le strisce di Charlie Brown & C. compaiono quotidianamente su diverse cen ­tinaia di giornali negli Stati Uniti e in tutto il mondo, vengono seguite da milioni e milioni di lettori di ogni età e condizione sociale. Tuttavia il grande successo non ha guastato la vena creativa del loro autore, come a suo tempo accadde per Walt Disney. Schulz si rinnova continuamente con una variazione di invenzioni eccezionalmente prodigiosa e i suoi personaggi acquistano una sempre maggiore consistenza. Schulz è Charlie Brown? Più di uno ha avan ­zato questa ipotesi. Ma Schulz ha risposto così: « Io penso a me stesso come a Charles Schulz. Ma se qualcuno vuole credere che io sia real ­mente Charlie Brown, bene, questo fa un buon racconto. Leggevo di Georges MacManus, che in realtà era Arcibaldo. Così polemizziamo. Voi non potete vincere. Ma io credo di essere Charles Schulz ».

CHARLIE BROWN – Figlio primogenito di un barbiere e di una casalinga, che non compaiono mai nel fumetto, viene sempre indicato con il nome e il cognome per esteso. Ha una sorella chiamata Sally che ha dimostrato fin dall’inizio una certa predisposizione protestataria, un’av ­versione per la matematica e una discontinua infatuazione sentimentale per Linus. Charlie Brown è un bambino di circa sei-sette anni, mite e timido, maldestro e impopolare, eternamente insicuro, che si distingue fisica-mente per l’eccezionale rotondità della testa, troppo grossa rispetto al resto del corpo e quasi del tutto priva di capelli. Indossa di preferenza un paio di calzoncini neri e una maglietta con una greca orizzontale; più vari sono i suoi co ­pricapo, tra cui fa spicco il caratteristico ber ­retto da giocatore di baseball, troppo grande per il suo testone, che egli porta nella sua veste di allenatore e pitcher di una squadra sempre per ­dente di una imprecisata divisione periferica. È segretamente innamorato di una compagna di scuola dai capelli rossi (mai apparsa nelle strisce), alla quale non è stato mai presentato. Si dedica volentieri alla costruzione di aqui ­loni, che immancabilmente si sfasciano tra i rami degli alberi, ed è solito confidare le sue pene e angosce di bambino complessato a un « amico-di-penna » (in precedenza, quando an ­cora non sapeva servirsi dell’inchiostro, « amico-di-matita »).

Eroe perdente, con l’aria perennemente scon ­solata, frustrato nel suo forte desiderio di pia ­cere ai compagni, bersagliato con crudele catti ­veria dalla dispotica Lucy, amareggiato dalla vita che gli riserva di continuo sconfitte su sconfitte, è però sempre pronto al recupero ot ­timistico e continua a credere nell’amicizia, nella bontà e nella comprensione del prossimo. In questo personaggio così patetico, che cerca la via per dare alla propria vita un senso più pro ­fondo, si riflettono le nevrosi e le paure del ­l’uomo contemporaneo.

LINUS – Abitualmente indicato con il solo nome di battesimo, Linus Van Pelt è nato nel 1953, tre anni dopo cioè Charlie Brown. Fratello mi ­nore della indisponente e pettegola Lucy, è un soggetto nevrotico e dalle improvvise ribellioni, che possiede l’ormai famoso complesso del pol ­lice e della coperta. Di quest’ultima, che abban ­dona raramente e senza la quale si sente insi ­curo e smarrito, talvolta si serve a fini pratici, maneggiandola , con impareggiabile destrezza, come se fosse un lazo o una frusta. Ha radi capelli lunghi sempre arruffati e indossa una maglietta a strisce orizzontali che accentua la sua lieve pinguedine. Possiede doti che Charlie Brown gli invidia: è un abile costruttore di ca ­stelli di sabbia e un forbito oratore. Il suo punto debole è la superstizione: tra l’altro ha il culto del « Grande Cocomero » che la notte di Halloween, cioè la vigilia di Ognissanti, scende a pre ­miare con doni i suoi più fedeli e devoti seguaci.

LUCY – Coetanea di Charlie Brown e sorella maggiore di Linus, Lucy Van Pelt è una ragaz ­zina arrogante e rissosa, intrigante e bisbetica. Se alcuni l’hanno definita un esempio tipico dell’esasperato matriarcato americano, lo stesso Schulz ha ammesso che è una nazista. Costan ­temente impegnata nella distruzione morale del povero Charlie Brown e del fratello Linus, per i quali rappresenta un continuo incubo che pro ­cura loro turbe emotive, ha un carattere piccoso e vuole sempre averla vinta. E quando non riesce a spuntarla con l’inganno e la furbizia, ricorre alle scenate e scatena la forza delle sue corde vocali, facendo compiere ai suoi interlocutori Ama, non riamata, Schroeder, più giovane di lei, e passa lunghe ore languidamente appog ­giata al suo pianoforte-giocattolo ad ascoltarlo suonare, senza tuttavia comprenderne la genia ­lità artistica. Perennemente sconfitta da Beethoven, fanaticamente idolatrato da Schroeder, questa indisponente ragazzina si prende la ri ­vincita allestendo un chiosco di psichiatra, a cinque cents la visita: suo affezionatissimo clien ­te è il complessato Charlie Brown.

SNOOPY – È il cane filosofo della famiglia di Charlie Brown, un bracchetto sognatore e vel ­leitario, geloso della propria indipendenza e li ­bertà, che trascorre la maggior parte del tempo sdraiato pancia all’aria sul tetto del suo canile a fantasticare o assorto in meditazione. Senza problemi all’epoca delle prime strisce, con il tempo la vita si è maledettamente complicata e oggi si considera già nell’età del declino. Cosciente dei limiti della natura canina, tenta varie strade per evaderne: ora l’incarnazione mimetica con altri esseri viventi (particolarmente con l’avvoltoio), ora l’astrazione meramente con ­templativa. Via via ha acquistato, anche fisicamente, un aspetto sempre più umano: è indica ­tivo che Piperita Patty si intestardisca a definirlo « i! bambino più buffo che abbia mai visto ». Soggetto tipicamente alienato e nevrotico, con la sua inesauribile fantasia, che ultimamente ha raggiunto il delirio dell’allucinazione, trasforma di continuo il mondo che lo circonda: il più delle volte si immagina un rude asso dell’avia ­zione della prima guerra mondiale che con il suo aereo, un Sopwith Camel, da la caccia, nei cieli di Francia, a un invincibile e inafferrabile Barone Rosso. Ma negli scontri con questo asso tedesco Snoopy è inevitabilmente destinato a soccombere. Talvolta, invece, si crede un famoso giocatore di hockey o uno spericolato astro ­nauta. Se agli esordi era una figura seconda ­ria, oggi insidia sempre più da vicino il primato allo sprovveduto e frustrato Charlie Brown.


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Bart