Il caso Cosentino12 Novembre 2009 Dando una scorsa ai quotidiani web trovo questo articolo di Gian Marco Chiocci dal titolo “Ecco le prove ignorate dai pm che smontano il caso Cosentino”, pubblicato su Il Giornale. Ciò che mi ha colpito sono le prove a discarico che Nicola Cosentino, vice di Tremonti, esibisce contro le accuse mossegli dalla procura di Napoli. Lo si accusa di suoi incontri con mafiosi che in quei giorni si trovavano addirittura in carcere. E di altre cose per le quali porta prove robuste. Cosentino chiede alla procura di verificare questi dati a sua difesa e leggo che la procura di Napoli si rifiuta di ascoltarlo. Non conosco i meccanismi della giustizia, piuttosto macchinosi evidentemente, ma, se un cittadino per il quale si è spiccato un mandato di cattura chiede di essere ascoltato, poiché ha delle prove a discarico che possono essere verificate addirittura facilmente e oggettivamente, il buon senso mi dice che un magistrato dovrebbe sentire il dovere di riceverlo e ascoltarlo. Spiccare un mandato di cattura è azione assai più pesante che inviare un avviso di garanzia. Significa in buona sostanza che il magistrato inquirente ha in mano carte inoppugnabili circa la sua colpevolezza e teme l’inquinamento delle prove. Ma se proprio avverso a queste carte, l’imputato ha delle prove oggettive da esibire, perché non ascoltarlo? Cosentino potrà anche essere colpevole alla fine di tutto questo, ma la possibilità di discolparsi gli deve essere concessa. Perfino i condannati a morte fino all’ultimo istante sono in tempo a salvarsi se giunge anche una sola prova che li discolpi. Invece Cosentino, a ciò che capisco, si è visto costretto a far pubblicare le sue prove sul Giornale, poiché la procura si dimostra sorda ai suoi appelli. Ecco, mi pare anche questa un’altra bizzarria della nostra Italia malata. Per inciso, vorrei far osservare che Cosentino, fra l’altro, gode come tutti i deputati e senatori della immunità parlamentare, cancellata solo in parte nel 1993. La magistratura, infatti, non potrà agire su di lui senza aver prima ottenuto dalla Camera l’autorizzazione a procedere. Ecco perché sono contrario al ripristino – come si va strillando – dell’immunità parlamentare. Quella che è rimasta mi pare più che sufficiente. Mentre un’immunità speciale – come ho già scritto – deve essere riconosciuta a tutti i presidenti dell’esecutivo affinchè sia assicurata la governabilità del Paese. Che la immunità parlamentare è ancora presente nel nostro ordinamento, lo scrissi già qui e qui, quando da tutte le parti si andava sostenendo (e qualcuno ancora lo sostiene) che essa è stata abrogata nel 1993. Articoli correlati“Quel castello di accuse non sta in piedi” di Vincenzo Vitale. Qui. “Cosentino frena: ‘Candidatura non più certa’”. Qui. Letto 1144 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||