Il pizzino di Enrico Letta19 Novembre 2011 Ieri alcuni quotidiani hanno annotato il fatto. Che è questo: Enrico Letta, nel mentre si svolgeva il dibattito in Aula, ha fatto recapitare un fogliettino a Mario Monti in cui praticamente si metteva a sua disposizione. Questo è il testo, che invito gli elettori di sinistra, al fine di capirne integralmente la portata, ad immaginare che l’abbia scritto l’odiato nemico Berlusconi: “Mario, quando vuoi dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall’esterno. Sia ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice) sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono!”. Firmato, appunto: “Enrico”.†È indubbiamente uno scoop dell’attento fotografo, ma limitarsi a questo non basta. Perfino il dramma dello spread può essere letto oggi come strumento di questa manovra, che ha rappresentato, si può ormai dirlo con sicurezza, un autentico colpo di Stato, a cui hanno collaborato in molti. Avete letto qui, ad esempio, ciò che sta emergendo sulle responsabilità di Oscar Luigi Scalfaro circa il famoso allentamento del carcere duro per una montagna di mafiosi, poi finiti a scontare allegramente la loro pena. Eppure non sono passati nemmeno 20 anni, ed oggi la sinistra, che lo ha adorato, non ne fa più scopertamente e con l’intensità di prima un suo vessillo nel timore di trovarsi coinvolto nei tanti misteri di quegli anni bui. Scalfaro sarà ricordato per il ribaltone, ed anche per i fatti accaduti nel 1993 che stanno facendo emergere una vergognosa trattativa tra Mafia e Stato. A quei tempi accadevano queste cose, ed oggi, per non essere da meno, ci siamo trovati un altro capo di Stato, un ex comunista, che si prende gioco della Costituzione (ricevendo le ipocrite giustificazioni della sua parte politica, la quale non avrebbe tollerato lo stesso comportamento se tenuto da un capo di Stato di altra provenienza) e mette al governo una squadra di personaggi zeppi di conflitti di interessi, al punto che quelli imputati a Berlusconi sono al confronto una quisquilia. Vedere, ad esempio, il Pd sperticarsi in lodi e genuflessioni per questo risultato, che altro non è che una violazione delle regole democratiche (non vale dire che da ieri il governo ha avuto la fiducia del parlamento, il quale in pratica non è stato libero di agire), deve sicuramente procurare più che un’orticaria ai lavoratori che credevano di non avere niente a che fare con il mondo spregiudicato e crapulone salito al potere che, come accadde per la Olivetti, non ci pensa due volte a licenziare e a mettere alla fame lavoratori e rispettive famiglie, se viene meno il proprio tornaconto. Abbiamo saputo che a luglio Monti si è incontrato con Prodi, con Passera ed altri numeri uno nelle rispettive aree di influenza, ed oggi assistiamo che Berlusconi è sostituito da uno di questi convitati, e al governo c’è anche quello stesso Passera, stracolmo di conflitti di interesse, che insieme a Monti ha ricevuto la benedizione di Prodi, la medesima, guarda caso, che ha impartito il Pd nel momento di votare la fiducia. C’è più di un sospetto, dunque, che il Pd abbia fatto un patto, non da pochi mesi ma da lungo tempo, con i poteri forti della finanza e della economia per abbattere Berlusconi e spartirsi la grande torta della ricchezza nazionale. Ossia il Pd va al governo e il pegno che paga è la promessa a tali poteri di scorrazzare in lungo e in largo il Paese, come invece non hanno potuto fare con Berlusconi. Ieri scrivevo che se Monti dovesse riuscire a riformare lo Stato e l’economia laddove è fallito Berlusconi io lo avrei ringraziato. Un’altra considerazione su Napolitano e ciò che ha fatto. Chi sa perché mi è venuta in mente quella sua famigerata approvazione dell’intervento armato dei carri armati russi che stroncarono nel 1956 la nascente democrazia ungherese. Va ricordato che provocò molti morti (circa 2652 persone, qui), finiti sotto il tiro dei carri. Lo giustificò con le parole che trovate qui, da cui estraggo: “l’intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d’Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all’Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell’Urss ma a salvare la pace nel mondo.†Non vi pare che i due comportamenti, quello di oggi e quello di ieri siano figli di una stessa logica? Ossia: la democrazia può anche essere violata. O meglio: è lecito per interessi superiori (quali?) sopraffare la democrazia. Napolitano rivide più tardi quella posizione, ma la mia impressione e che oggi essa sia ritornata con forza in superficie e si sia imposta di nuovo. Altri articoliUn ritratto di Gianni Letta (zio di Enrico) di Francesco Merlo. Video “Un pizzino smaschera le trame segrete del Pd” di Fabrizio Rondolino. Qui. “Un boccone amaro, ma il Pdl tiene” di Alessandro Sallusti. Qui. “Il piano di Monti e Passera: distruggere Pdl e Pd”. Qui. “Il Quirinale e la nuova mappa dei partiti” di Mario Sechi. Qui. “L’incertezza, la democrazia” di Emanuele Macaluso. Qui. “Ecco perché hanno «imbavagliato » Berlusconi” di Federica Fantozzi. Qui. “Il governo del presidente? Ma quale?” di Marco Salvia. Qui. “Piersilvio Berlusconi: «Il nuovo governo? Per Mediaset può essere boccata d’ossigeno »” intervista a cura di Daniele Manca. Qui. Ancora sulla trattativa Stato-Mafia. Qui. “Trattativa Stato mafia Due testi contro Scalfaro” di Gian Marco Chiocci e Mariateresa Conti. Qui. Intervista a Silvio Berlusconi a cura di Aldo Cazzullo. Qui. “Tre crisi di governo, una sola lezione” di Sergio Romano. Qui. “Il governo tecnico e la destra storica” di Eugenio Scalfari. Qui. “Adesso Frau Merkel avrà un suddito in più” di Giuliano Ferrara. Qui. “La leggenda dei poteri forti a Palazzo Chigi” di Mario Sechi. Qui. Letto 1183 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||