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Il solito Pisanu

7 Settembre 2011

L’ho scritto tante volte: l’anello più debole del Pdl è il senatore Beppe Pisanu. Da qualche tempo ci si è messo anche Scajola, ma Pisanu è assai più debole. Impregnato fino al midollo dei vizi della prima Repubblica e in specie della Dc, non è ancora riuscito ad esorcizzarli.

Un po’ come Gianni Letta, che (mia opinione personalissima) si muove con destrezza nel bailamme della politica e potrebbe essere (sempre mia opinione personalissima) tanto un uomo di destra quanto un uomo di sinistra. Egli infatti è un mediatore nato, e per ciò stesso uno smussature di spigolature e distinzioni.

Pisanu però non è un mediatore e le diffidenze che qualcuno come me può nutrire per Gianni Letta, si trasformano in rabbia nel momento che si constata che una personalità di rilievo del centrodestra, come Pisanu, fondatore di Forza Italia, sente ancora nostalgia del compromesso storico e delle alchimie della prima Repubblica, abituate a passare sempre sopra la testa degli elettori.
Ci si domanda come Pisanu abbia vissuto i cambiamenti intervenuti.

Già prima del 14 dicembre 2010, nel famoso giorno della fiducia che portò alla cocente sconfitta di Fini, circolavano le voci di un suo possibile distacco dal Pdl insieme con un gruppo di amici.
Scrissi allora che a Pisanu con conveniva. Ne avrebbe ricevuto solo danni e anche disprezzo.
E Pisanu, infatti, dopo qualche momento di brusio, non si è fatto più sentire.
Ma il lupo perde il pelo e non il vizio.

Così in questi giorni torna a proporre il governo di larghe intese tra “tutti gli uomini di buona volontà”, dando una mano a Casini.

Ormai sono diventati numerosi coloro che diffidano del governo di larghe intese. È noto e arcinoto che esso sarebbe sorretto da una maggioranza senza alcun programma comune se non quello dell’arrembaggio al potere.

Di un governo di questo tipo l’Italia non ha proprio bisogno, giacché diverrebbe pasto facile dell’affamata e cinica speculazione internazionale.

Vedete bene come qualsiasi tipo di politica che l’Italia assume, anche se ottiene il beneplacito dell’Europa, non scoraggia il disegno non più occulto di minacciare l’integrità europea, così che essa si frantumi nei molti staterelli di nessuna forza economica e politica. Tali da non avere voce in capitolo nelle decisioni del mondo.

Forse solola Germaniapotrebbe stare a petto conla Cina,la Russiae gli Usa, e fra non molto l’India e il Brasile, che stanno progredendo ogni giorno di più.
Solo un’Europa unita, e unita anche politicamente, può sperare di competere con tali nuovi colossi mondiali.

Ma l’Europa cincischia, arriva ad affidare al duopolio Germania-Francia la sua politica estera e di intervento sui mercati, confeermando con ciò a chi quel disegno nefasto vuole perseguire tutta la sua fragilità e la sua divisione.

Il sogno di Pisanu aiuterebbe in realtà questo disegno distruttivo, giacché il naufragio dell’Italia avrebbe come immediata conseguenza la fine dell’Europa.
Ma forse è proprio questo che vuole Pisanu? Vuole disaggregare l’Europa?

Se questo non è invece il suo disegno, apra gli occhi e aguzzi la mente e si provi a ragionare su cosa rappresenterebbe il governo di larghe intese, che avrebbe come premessa il caos delle idee e come obiettivo il caos dei fini.

Si immagini, se vi riesce, il ghigno della speculazione internazionale che intanto in questi giorni ha già innalzato a limiti impensabili lo spread tra i bond tedeschi e i bond italiani, infischiandosene dei governi e, come sovrappiù, divertendosi un mondo ad ascoltare personaggi come Pisanu nelle vesti di suggeritori di una politica salvifica, che è soltanto il prodotto della loro fantasia.

Altri articoli

“Senza un grande accordo sul futuro dell’Europa le misure non bastano” di Nicola Porro. Qui.

“L’Europa può fare qualcosa per evitare l’islamizzazione della Libia?” di Nino Orto. Qui.


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