Inizia una nuova stagione4 Novembre 2013 di Marcello Sorgi La toppa che domani sarà messa, in un modo o nell’altro, al caso Cancellieri, purtroppo non servirà a riportare il governo in carreggiata. La novità più importante non è la scelta maturata da Berlusconi di aprire la crisi e andare all’opposizione, con tutto o in gran parte il suo partito. La ragione di questa difficoltà , di cui a malincuore hanno cominciato a prendere atto gli alfaniani, e a stretto giro anche il vertice del Pd, è che con la decadenza di Berlusconi da senatore cadranno simultaneamente anche le larghe intese. Si può anche provare a governare con un’altra maggioranza: ma non sarà facile, e tutti se ne stanno accorgendo. Tra il capirlo, e l’ammetterlo apertamente, tuttavia, ne corre. Pertanto, da dopodomani, quando il caso Cancellieri sarà archiviato, la turbolenza si trasferirà sulla legge di stabilità . Da documento essenziale per rimettere a posto i dissestati conti pubblici italiani, il testo messo a punto dal ministro dell’Economia Saccomanni si trasformerà così in pochi giorni in nuova occasione di scontro, di crisi, e se possibile di scioglimento delle Camere, per andare a votare a primavera per le elezioni politiche, e non solo per le europee. Va detto che per criticare la legge di stabilità , motivi non ne mancano. Si pensi solo al fatto che, nella formulazione attuale, il documento prevede che dopo aver saldato i debiti con il fisco mettendo mano alla tredicesima, i contribuenti italiani, a metà gennaio, dovrebbero prepararsi a un nuovo prelievo: con quali mezzi non si sa, dato che i bilanci di molte famiglie si chiuderanno in rosso e sotto l’albero di Natale si vedranno segni evidenti di austerità . Ma all’attacco della manovra di fine anno – ecco il fatto nuovo – non andrà soltanto, e con metodi da «guerriglia », il centrodestra, come già annunciato da Brunetta. Con un’altra piattaforma, ma con pari risolutezza, si muoverà anche il Pd. L’effetto di questo attacco a tenaglia potrebbe, ovviamente, essere la crisi. Ma anche no: perché le leggi di bilancio vanno sempre approvate, costi quel che costi, e i due maggiori alleati-avversari del governo potrebbero accontentarsi, al momento, di imporre un ulteriore logoramento a Enrico Letta. A una prospettiva del genere – difficilmente sopportabile in Europa per un Paese nelle condizioni dell’Italia – concorre anche un dettaglio che a giorni sarà concreto e sul quale occorrerebbe cominciare a riflettere. Nel giro di un mese, giorno più, giorno meno, tutti e tre i leader dei maggiori partiti – Pd, Pdl e M5s – saranno fuori dal Parlamento. Grillo lo è già : l’altro giorno s’è affacciato in tribuna, al Senato, giusto il tempo per fiutare l’aria e correre per strada a sparare contro le istituzioni. Berlusconi, con la decadenza, uscirà anche lui da Palazzo Madama. E Renzi, che si prepara a prendere la guida del Pd, in Parlamento semplicemente non c’è mai entrato. Immaginare che questo non porti conseguenze è impossibile, per non dire irrealistico. Sta per partire la prima campagna elettorale di tre leader che da Genova, da Arcore e da Firenze si contenderanno i voti di quei pochi italiani che ancora vanno alle urne attaccando Bruxelles e gli eurocrati che ogni giorno ci impongono nuove dosi di rigore, e Roma e la politica piagnona e incapace di decidere. Pagano: “Per Ligresti nessuna pressione sul Dap. Proviamo a intervenire in tutti i casi a rischio” Luigi Pagano, storico direttore di San Vittore e ex provveditore delle carceri lombarde, è il vice capo vicario del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. A lui e al collega Francesco Cascini, magistrato fuori ruolo, il ministro Annamaria Cancellieri si è rivolto per seguire il caso di Giulia Ligresti. Ha qualcosa da rimproverare a sé stesso o altri? Che tipo di istanze e richieste vi arrivano? Avete avuto contatti diretti con la procura o l’ufficio gip di Torino? Tutti i detenuti sono uguali, dice il ministro Cancellieri. Ma sembra che qualcuno sia più uguale degli altri. O no? Allora va bene così? Eppure le carceri traboccano di storie disperate, di signori nessuno che non sanno a che santo rivolgersi… Per un dramma evitato, come il ministro considera il caso di Giulia Ligresti, quest’anno ci sono stati 86 morti in carcere, tra suicidio, overdose, decessi per cause da accertare, malattia. L’ultima vittima è un uomo di 81 anni detenuto a Ferrara, in sciopero della fame, trovato senza vita in cella… Nessuno vi aveva messo al corrente? Cancellieri. Le date. Giudicate voi 17 luglio del 2013 mattina. Giulia e Jonella Ligresti vengono arrestate. Il fratello Paolo, residente in Svizzera, è ricercato. Al padre Salvatore Ligresti vengono concessi gli arresti domiciliari. Accusa della Procura di Torino: falso in bilancio e manipolazione del mercato. Per farla breve i Ligresti avrebbero sottostimato le riserve di capitale necessarie per tenere in piedi la loro compagnia assicurativa per più di un miliardo. Questo dato emerge anche in un’intercettazione telefonica (28 dicembre 2012) tra l’allora direttore generale della Fonsai, Piergiorgio Peluso (figlio del ministro Cancellieri) e un’altra persona. 17 luglio del 2013, ore 16.41. Il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri chiama da un numero fisso del ministero la sua amica trentennale Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti. Si dice sconvolta di ciò che è avvenuto alla famiglia Ligresti, si mette a disposizione per dare all’amica l’aiuto possibile. Questa la frase clou: comunque guarda qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, non lo so cosa possa fare però guarda son veramente dispiaciuta. 18 luglio del 2013. Gabriella Fragni (compagna di Salvatore Ligresti) chiama sua figlia. E’ una telefonata chiave e dal contenuto sibillino. La Fragni fa riferimento ad una telefonata che ha fatto il giorno prima e dice: Ieri ho avuto una telefonata che poi ti dirò. Gli ho detto: ma non ti vergogni di farti vedere adesso? Ma che tu sei lì perché ti ci ha messo questa persona. Ecco capito? Ah son dispiaciuta… No, non si è dispiaciuti! Sono stati capaci di mangiare tutti…. I magistrati il 20 agosto chiederanno alla Fragni se la telefonata a cui si riferiva era quella con il ministro Cancellieri. La Fragni dice che si tratta di uno sfogo e di non riferirsi a nessuno in particolare. 2 agosto del 2013. Gli avvocati di Giulia Ligresti chiedono il patteggiamento. L’ipotesi di pena è inferiore a quella che prevede il carcere. 5 agosto del 2013. Ci sono i primi documenti ufficiali dal carcere di Vercelli sul peggioramento delle condizioni psico fisiche di Giulia. 6 agosto del 2013. Il Gip Silvia Salvadori nega gli arresti domicialiri, nonostante il parere favorevole della Procura. 14 agosto del 2013 – La direttrice pro-tempore del carcere, Giuseppina Piscioneri, riceve dalla Climaco e da Samuela Cuccolo, comandante della polizia penitenziaria, la relazione della psicologa Ghisalberti (redatta il 12 agosto) e la trasmette subito agli Uffici Giudiziari di Torino. 17 agosto del 2013 – Il Corriere della Sera pubblica un articolo sui problemi di salute di Giulia Ligresti. 17 agosto del 2013 ore 18:54. Gabriella Fragni telefona ad Antonino Ligresti, fratello di Salvatore, e gli chiede di contattare il ministro. 18 agosto del 2013– Antonino Ligresti tenta di contattare la Cancellieri per due volte: alle 17:19 non riceve risposta, alle 19:33 lascia un messaggio. 19 agosto del 2013 – Il procuratore Vittorio Nessi affida al medico legale Roberto Testi il compito di visitare Giulia. Alle 13:33 la Cancellieri chiama Antonino Ligresti, che alle 14:25 telefona alla Fragni: «Ho stabilito il contatto ». Il ministro dirà al procuratore Nessi che il giorno stesso («a memoria, il 18 o il 19 agosto ») ha «sensibilizzato » i due vicecapi del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, «perché facessero quanto di loro stretta competenza ». 18 o 19 agosto del 2013. In un’intervista al Sole 24 ore il vicecapo del Dap Cascini dice di aver ricevuto una telefonata dalla Cancellieri. Ma di non aver fatto nulla, conosceva la situazione e per di più era appena andato in vacanza. Cascini dice di sapere che il ministro telefonò anche al suo collega Pagano con la medesima richiesta. 20 agosto del 2013. La Fragni viene interrogata in procura a Torino per dare conto delle telefonate. 21 agosto del 2013- Antonino Ligresti invia un sms al ministro chiedendo se ci sono novità . La Cancellieri risponde di avere segnalato la cosa. 22 agosto del 2013– Il procuratore Vittorio Nessi va a Roma per ascoltare la Cancellieri. 26 agosto del 2013 – Il medico Testi visita Giulia. «La permanenza in carcere costituisce un concreto danno per la salute del soggetto », scrive nella relazione. 28 agosto del 2013 – Su richiesta della procura di Torino, Giulia Ligresti ottiene gli arresti domiciliari. DAGO-QUESTIONS. SERVIZIO DI PUBBLICA UTILITÀ Tanto per evitare polveroni, utili solo a far scomparire i fatti e le responsabilità , ecco quali sono i quattro, semplicissimi, punti sui quali i Signori Senatori dovrebbero pretendere una risposta convincente dal ministro Annamaria Cancellieri. 1. “Io dovevo dare solidarietà , non lei (la compagna di Ligresti, ndr) chiedermela, era normale”. 2. “Alla mia mail arrivano di continuo lettere e non restano inevase. Un centinaio negli ultimi tre mesi. Nelle mie visite in carcere ho raccolto segnalazioni di tantissimi detenuti” (Repubblica, 3 novembre). 3. “Il mio interessamento a una donna anoressica non ha di certo inciso sulla decisione della magistratura, come ha spiegato lo stesso procuratore Caselli” (intervista al Messaggero, 4 novembre). 4. “E poi ricordo che il magistrato di Torino che ha valutato quelle intercettazioni non vi ha trovato nulla di penalmente rilevante” (Messaggero, 4 novembre). Come si vede, il Ligrestos-gate della ministra è molto più semplice e chiaro di quanto lo si voglia far apparire a furia di chiacchiere e veline. Basta non fare casino e applicare la legge. Ligresti Fonsai, i manager intercettati: “Il pm vuole tirare in ballo Berlusconi” Il pm avrebbe insistito durante l’interrogatorio con l’indagato perché tirasse in mezzo Silvio Berlusconi. O per lo meno così le Fiamme Gialle credono di aver inteso ascoltando le intercettazioni tra due persone coinvolte nell’inchiesta sul gruppo Fonsai condotta dalla Procura di Torino. Siamo nel dicembre del 2012. Fausto Marchionni, ex amministratore delegato della compagnia assicurativa iscritto nel registro degli indagati, commenta con Alberto Alderisio, esperto di pubbliche relazioni e uomo di fiducia dagli anni 80 di Salvatore Ligresti chiamato a deporre come testimone, l’interrogatorio che il pm Luigi Orsi ha condotto nei confronti di un altro dirigente Fonsai, Emanuele Erbetta. L’interrogatorio si è svolto il giorno prima e la loro conversazione è intercettata. I due riferiscono le impressioni dello stesso Erbetta, che dice di essere stato trattato “a calci nei denti” dal magistrato. “Questo (il pm Orsi, ndr) cerca le prove della corruzione della famiglia – si sente nell’intercettazione – nei confronti di Giannini (Giancarlo, ex presidente Ente Vigilanza Assicurazioni, a sua volta indagato ndr). Io non ho le prove di questo tipo di corruzione, ma come no, è lei che ha voluto essere portato ad Arcore – sono le parole incriminate -, ed è andato ad Arcore per perorare la cusa di Giannini. Insomma, gli ha piantato una storia gigantesca su ‘sta roba”. Il teorema – Giannini, presidente dell’Isvap, è accusato di aver chiuso un occhio sulle operazioni irregolari del gruppo Fonsai in cambio di contropartite. Ecco, l’impressione che Marchionni e Alderisio hanno tratto parlando con Erbetta è che il pm abbia insistito per trovare ad Arcore un ruolo dirimente nel presunto accordo illecito tra Giannini e gruppo Fonsai. Insomma, siamo nel campo delle illazioni, ma tirare in ballo il comune brianzolo significa tirare in ballo Silvio Berlusconi e cercargli un ruolo in tutta la faccenda. Magari non è così, ma stando a quanto si dicono i due, Orsi avrebbe provato a giocare la carta che avrebbe imposto definitivamente la sua inchiesta all’attenzione pubblica: tirare in ballo quel Cavaliere che, sappiamo bene, vale sempre un titolo di giornale e un’ospitata amica in certe trasmissioni. “Salviamo la Cancellieri, ma lei sia coerente” Roma – Onorevole Santanchè, il ministro Cancellieri si deve dimettere? Ministro Cancellieri: umanamente si dimetta Caro Ministro Cancellieri nessuno la vuole crocifiggere per quello che ha fatto. Lei ritiene di aver fatto un gesto umanitario e di essersi interessata alla sig.ra Giulia Ligresti per puro senso del dovere e per evitare che morisse in carcere. Tutto nobile e tutto lecito. Ma caro Ministro in Italia tutti i carcerati e le loro famiglie hanno bisogno di aiuto. Ma soprattutto, è il caso di ricordarglielo, sono le vittime dei reati che hanno bisogno di sostegno e giustizia. Lei pensa che il suo gesto sia politicamente opportuno? Lei pensa che anche le sue frasi in difesa siano politicamente accettabili? Per Lei è normale che un cittadino possa avere il numero di cellulare del Ministro della Giustizia è chiamare direttamente per ottenere la liberazione di un carcerato? O crede che abbia, magari inconsciamente, riconosciuto un privilegio in capo alla famiglia Ligresti? Il problema delle carceri in Italia è un problema vecchio e mai affrontato e di certo non può essere risolto a colpi di indulto e amnistia come Lei continua a proporre. Lei che conosce bene la situazione delle carceri sa quante persone si sono suicidate perché forse non avevano il suo numero di cellulare? E’ lei che così dice. Dice che è intervenuta per non avere eventualmente sulla coscienza il suicidio della sig.ra Ligresti. Giustissimo. Ma le persone normali, ossia quelle che non hanno il suo numero di cellulare, e devono seguire tutto un sistema burocratico e farraginoso come crede possano fare per ottenere con celerità un suo intervento? Non crede che solo questo dato di fatto possa configurare un trattamento diverso fra cittadini? Caro Ministro, Lei è un tecnico e dovrebbe capire a maggior ragione che il Paese ha bisogno di gesti di trasparenza e di serietà . Faccia come ha fatto l’ex Ministro Pd, Josefa Idem, si dimetta. Si dimetta con semplicità . Dica che non poteva fare a meno di intervenire perché un suo amico aveva bisogno di aiuto. Dica che si è dimentica che ricopriva il ruolo di Ministro della Giustizia. Dica che non ha pensato che nessun cittadino normale ha il suo numero di cellulare. Si dimetta con orgoglio di aver forse salvato una vita. Ma si dimetta per garantire a tutti i cittadini parità di trattamento. Lasci perdere le beghe politiche. Non dia adito al Pdl di accomunarla a Berlusconi. Faccia qualcosa di sensato e utile per l’Italia. Tutti i cittadini le saranno riconoscenti. Ministro Cancellieri la vita è fatta di scelte e di responsabilità . Dia un segnale. Faccia un passo indietro. Non può esercitare il ruolo di Ministro della Giustizia e non accorgersi dell’ingiustizia che ha creato il suo comportamento. Dia le dimissioni e provi a far capire che non esistono privilegi. In fondo la legge dovrebbe essere uguale per tutti. Attendiamo fiduciosi. Forse. Cancellieri: “Con me non ci sia metodo Boffo. Se Letta vuole, pronta a dimettermi†“Non mi faccio intimidire dal metodo Boffoâ€. Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri non fa passi indietro. Dopo il caso politico scatenato dal suo interessamento per la scarcerazione di Giulia Ligresti, la ministra si dice convinta a continuare sulla sua strada, a meno che il Presidente del Consiglio non gli chieda di farsi da parte. “Se me lo chiedesseroâ€, dice in un’intervista al Messaggero in cui commenta il caso Fonsai “farei un passo indietro. Ma dovranno anche spiegare al Paese il perché. Non consento che si passi sopra il mio onoreâ€. Ma la fermezza sotto i riflettori è anche il risultato di due incontri avuti con Enrico Letta durante i quali, secondo le ricostruzioni de il Corriere della Sera, Cancellieri avrebbe offerto le sue dimissioni. L’ultimo poco prima della conferenza stampa al convegno dei Radicali. “Non ci sono problemi, devi stare tranquillaâ€, le avrebbe detto il Presidente del Consiglio. Per due volte ha detto che se fosse stato necessario sarebbe stata pronta ad andarsene e per due volte il suo addio è stato respinto. E così il ministro è passata al contrattacco difendendo il suo operato. L’attesa ora è per il chiarimento davanti alle Camere e la reazione del Parlamento alla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle. Ma se deve restare al suo posto, Annamaria Cancellieri non intende accettare in silenzio quello che definisce “metodo Boffoâ€, un sistema di presunte pressioni a mezzo stampa per metterla in difficoltà . In questione “un quotidiano†che le “attribuisce proprietà mai avute e stipendi mai percepiti†con lo scopo di “alimentare il sospetto di presunti favori che con esistono. O per gettare fangoâ€. Cancellieri non getterà la spugna: “combatto, querelo e vado avanti. Non mi faccio intimidire. Personalmente sono una roccia. Il metodo Boffo lo abbiamo ben conosciuto in altri tempi. Bisogna reagireâ€. “Non ho mai brigato per avere posti nella mia vita – spiega -. Tutto quello che mi hanno chiesto di fare l’ho fatto con spirito di servizio. Se il mio servizio non va bene, non sono certo attaccata alla poltronaâ€. Sulla telefonata alla compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, subito dopo gli arresti del patron della Fonsai e dei suoi figli, Cancellieri sottolinea che “nell’emotività †non si pesano le parole, “non posso rinunciare ad essere un essere umanoâ€. Alla Corte europea di Strasburgo oggi il ministro porterà “la strategia†messa a punto “a 360 gradi†sulle carceri: partirà “dal decreto legge che ha ridotto i flussi di ingresso in carcere. Abbiamo poi allo studio un altro provvedimento, non sappiamo ancora se un decreto o un ddl, che presto sarà portato in Consiglio dei ministri†che prevede “interventi sulla custodia cautelare in carcere, sui tossicodipendenti e sugli extracomunitariâ€. La confusione del Partito democratico – Pippo Civati chiede le dimissioni del ministro Cancellieri. Ma la sua voce rischia di restare isolata. “Penso e spero non si dimettaâ€, ha commentato il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, espresso su Radio24, sul ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e il suo coinvolgimento nel caso Fonsai. Delrio spiega che “Cancellieri usa la stessa sensibilità verso tutti, l’ho sentita spesso parlare con sofferenza della situazione delle carceriâ€. La telefonata del ministro alla compagna di Salvatore Ligresti, dice Delrio, “non mi imbarazza perché conosco la sensibilità del ministroâ€. Più cauto il segretario del Partito democratico Guglielmo Epifani: “Sul caso Cancellieriâ€, ha detto, “abbiamo assunto una posizione seria che è quella di attendere i suoi chiarimenti in Parlamento. Ascolteremo e valuteremoâ€. Pdl compatto a sostegno del ministro: “Ma invece su Berlusconi quale solidarietà ?†Intervista a Annamaria Cancellieri È difficile tenere assieme due sentimenti come la “tranquillità ” e il “disgusto”. Annamaria Cancellieri passa da uno all’altro, mentre alterna la lettura dei giornali a quella delle carte che oggi porterà con sé a Strasburgo, per convincere la Corte europea dei diritti dell’uomo che l’Italia ce la sta mettendo tutta per risolvere l’emergenza carceri. Ma quello che proprio non le va giù è che «l’onore possa essere infangato: io – dice al Messaggero – non mi faccio intimidire dal metodo Boffo ». Ministro, a cosa si riferisce? Tanto da gettare la spugna? Resta però un macigno politico gigantesco sulla sua strada. Martedì dovrà spiegare e chiarire in Parlamento. Cosa l’ha più colpita: la solidarietà del Pdl che, però, paragonava la sua telefonata in favore di Giulia Ligresti a quella fatta da Berlusconi per Ruby? Oppure parte del Pd che ha chiesto le sue dimissioni? Lei ha avuto la solidarietà del premier. Ma se Letta le chiedesse di fare un passo indietro per consentire alla “strana maggioranza” di governo di restare in piedi, lo farebbe? Riavvolgiamo indietro il nastro. Ha già detto di non essersi pentita di aver telefonato a Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, subito dopo gli arresti del patron della Fonsai e dei suoi figli. Ma col senno del poi, ripeterebbe quelle stesse parole? Quel «non è giusto »? Quel «qualsiasi cosa io possa fare conta su di me »? Insomma, non sono parole che preludono a una sua interferenza sulla scarcerazione di Giulia Ligresti? Ministro, chi sospetta possa avercela con lei fino a questo punto? Alcuni, come Pino Pisicchio, sostengono che il vero obiettivo sia mandare a casa il governo Letta e votare col porcellum. Condivide? Domani (oggi per chi legge, ndr) sarà a Strasburgo. Cosa andrà a dire alla Corte europea dei diritti dell’uomo che ci ha dato tempo fino a maggio 2014 per regolarizzare la situazione carceraria, pena multe che potrebbero costare all’Italia 60-70 milioni di euro all’anno? E cosa prevede? Intendete intervenire sulla Bossi-Fini? Di che si tratta? Ancora sul caso Cancellieri a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota) 1. RE GIORGIO, TROVANE UN’ALTRA E dire che Re Giorgio (88) l’aveva pensata bene la propria successione. Quale trovata migliore, per passare alla storia, di cedere lo scettro per la prima volta a una donna? Sembrandogli eccessiva la soluzione Clio (79) ecco Nonna Pina (70). Fedele. Che gli deve tutto. Ubbidiente. Apartitica. Piazzata in rapida successione alla guida di due ministeri chiave, come il Viminale e Via Arenula, in modo da padroneggiare i dossier e conquistare affidabilità agli occhi dei famosi Alleati. Mai votata, sempre cooptata. Ritenuta “popolare” solo perché sembra Aldo Fabrizi con la parrucca. Con la Cancellieri e il suo vocione nelle stanze dei corazzieri, si sarebbe finalmente compiuta anche la vera missione di Pingitore&Castellacci: trasportare il Bagaglino al Quirinale e trasformare la comicità di regime in un regime della comicità . 2. LE TARANTELLE DI NONNA PINA Non andrà così, ed è già tanto se Nonna Pina Pelusa salverà la cadrega attuale, perché sulla vicenda Eziolo Mauro e l’Ingegner Cidibbì ci hanno messo il carico da 12 e vogliono andare al voto prima che Renzie si logori. Con tanti saluti a Eu-genio Scalfari (89), che invece è tutto indaffarato a tenere alto il catetere di Bella Napoli in favore di Aspenio Letta. Oggi la bordata più pesante viene affidata alla penna di Massimo Giannini, che scaraventa su Repubblica due pagine impietose: “Dal Cavaliere alla Cancellieri, il romanzo del potere al telefono. I Ligresti nel solco del ‘berlusconismo da corruzione’. Perché il Guardasigilli sente il bisogno di rendersi disponibile? Pesano le vicende del figlio e un rapporto gregario. Mai sentito di iniziative per altri detenuti. Scaglia e Mazzitelli, in carcere per la vicenda Telecom-Sparkle, erano malati come Ligresti. A Montecitorio si ipotizza che dalla mangiatoia dei Ligresti potrebbero venire fuori notizie spiacevoli per il fronte ‘governista’ Pdl” (pp. 6-7). Un accenno, quest’ultimo, neppure tanto velato ad Angelino Jolie Alfano e ai suoi seguaci. Ed è chiaro che se nello scandalo Ligresti risultassero coinvolte anche alcune “colombe” del Pdl, le Larghe intese verrebbero travolte in un minuto. Il Corriere della Stabilità (bancaria) tenta di tenere basso lo scandalo, ma dopo aver impiombato il primo sfoglio con le solite doglianze dei “Piccoli” e con un po’ di propaganda su “Lavoro & Giovani” e Provincie, è costretto a venire al dunque (a pagina 10!). Ed è subito velina con un finto “dietro le quinte”: “Quelle dimissioni offerte due volte al premier. Le rassicurazioni di Letta. Sabato pomeriggio il colloquio risolutivo. Cancellieri prepara la ricostruzione dei fatti: ‘Quando Fonsai fece l’offerta a mio figlio io ero soltanto un prefetto in pensione” (p. 11). Eh sì, povera Nonna Pina. Completa l’opera di sbianchettamento un luminoso intervento firmato Valerio Onida (ma sembra scritto a quattro mani con Marzio Breda) che dà inchiostro al Napo-pensiero (p. 1-39, letto dopo i pasti, favorisce la digestione). Il Giornale ne approfitta per intervistare con tutte le pompe la fidanzata del direttore: “Daniela Santanchè: ‘Salviamo la Cancellieri, ma lei sia coerente. Sbaglia a dire che il caso Berlusconi-Ruby è diverso dal suo” (p. 8). E invece è diverso: un conto è intervenire per liberare la finta nipote di Mubarak, un altro è muoversi per la vera figlia di Don Salvatore. Ottima e abbondante anche la segatura sparsa dal Messaggero di Don Cusenza: vigorosa apertura di prima sulla casa (“Tornano le detrazioni”) e memorabile intervista a Nonna Pina Pelusa. Che straparla così: “Personalmente sono una roccia. Il metodo Boffo lo abbiamo ben conosciuto in altri tempi. Bisogna reagire”. E ancora: “Non sempre sono piaciuta a tutti, da ministro dell’Interno prima e della Giustizia poi. Qualcuno si è visto sciogliere comuni per mafia, altre persone sono state mandate via perché rubavano o perché hanno fatto strame del denaro pubblico” (p. 7). Ah, ecco. Il Complotto, la mafia, i servizi deviati. Dietro la divulgazione della sue indecorose telefonate con i Ligrestos, forse, anche l’interferenza di misteriose entità della Galassia. Anche la Stampa del corazziere Calabresi dedica la prima pagina ad altro (intervista a Epifani, code alle edicole) e rassicura i cassintegrati Fiat: “Cancellieri, niente dimissioni. La maggioranza è compatta. Cuperlo: nessuno ultilizzi questo episodio per colpire l’esecutivo Letta” (p. 4). Ma figuriamoci, caro compagno! Poi passa la Corbi Maria e sono subito confetti: “I Peluso, tre uomini guidati da una donna iperprotettiva. La famiglia del ministro: per i figli i migliori studi e incarichi prestigiosi” (p. 5). Letto 1732 volte.  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