La bella Camilla (1a puntata)
15 Marzo 2008
di Tiziana Canali
[Tiziana Canali, insegnante nella scuola primaria, è autrice di sussidiari, letture e libri per le vacanze. Collabora ai progetti didattici della Mondadori. Ha scritto: “Il topo Codadritta cambia casa e prende moglie”, M. Del Bucchia, 1997]
Capitolo primo
Gelsomino detto anche il “gazzettino”
Eh voilà ,
eccomi qua
bello audace ed elegante
sono il famoso merlo parlante.
Sono un tipo chiacchierone
ed in fondo anche birbone
mi piace molto curiosare
e degli altri assai parlare.
Eh, sì mi occupo di tutto
e sbircio sempre dappertutto.
Son curioso, eh si che devo fare?
Attenti tutti a non lasciarvi pizzicare!!!
Ciao a tutti bambini!
Sono il merlo Gelsomino, detto anche “il gazzettino”!
Sono un tipo chiacchierone e mi piace svolazzare qua e là  posandomi di tanto in tanto (spesso per  la verità ) sui fatti degli altri  per commentare o dire la “mia”.  Spesso, però, non  sono molto gradito ed allora  sorvolo  la  situazione  dall’alto  dove  è  meno  rischioso imbattersi in  piccoli incidenti  o in  sentiti malumori.  E’  molto rischioso, infatti,  intromettersi  in discussioni  o  cercare   di intervenire tra due litiganti o due  innamorati: l’ultima volta  che ho cercato di  far fare la  pace al ghiro  Casimiro e  a sua  moglie Isotta ho ricevuto una ghianda dritta  dritta nel becco; non so  chi dei due me l’ha tirata, ma vi  garantisco che la botta è stata  così forte che pareva una fiondata! Davvero un colpo terribile che mi  ha lasciato  mezzo  stralunato  a  terra  con   il  becco  che   pareva accartocciato: meno male che sono un merlo di razza e quindi ho  una certa garanzia, altrimenti a quest’ora mi servirebbe la dentiera.  E tutto questo perché? Semplicemente perché davo ragione a Isotta:  la povera ghira si lamentava del fatto che il marito, tanto che russa, fa rompere  il  guscio  delle  noci  che  hanno  raccolto  e  queste marciscono prima che arrivi l’inverno.
Che testardo  quel Casimiro  non vuole  ammettere che  siano i  suoi barriti a  far scricchiolare  le  noci e  dà  la colpa  alla  moglie dicendo che è lei a romperle quando ci si appoggia per spolverarle.
– Deve fare un pò di dieta! – tuona il vecchio ghiro scorbutico.
-A forza di mangiare ghiande le si sono rotte persino le mutande.
– E poi si meraviglia se le noci sono tutte screpolate!!!
Come vi ho detto é meglio  sorvolare certe situazioni! Ma io,  tanto sono curioso ed impiccione che a volte non mi basta guardare le cose da lontano, voglio ascoltare o curiosare da vicino, mi  interessano i particolari!
La mia casa é fatta apposta per soddisfare questa mia curiosità .
Abito infatti in un cespuglio ai  piedi di un  pioppo, ai limiti  del bosco: il mio nido è ben nascosto tra i rovi ed é difficile vederlo, è  una base di  appostamento; infatti, da lì, osservo, senza  essere visto, gran parte del bosco e  quindi posso tranquillamente impicciarmi degli affari  degli altri in  modo discreto ed elegante.
Rappresenta con un disegno il merlo Gelsomino
Rappresenta utilizzando i fumetti Casimiro ed Isotta mentre litigano
Capitolo secondo
Sussurro
Attenzione bambini! Sta arrivando qualcuno!  Vedo muoversi l’erba  e sento un piccolo rumore! Corro in avanscoperta!
Un leggero frullo  d’ali ed eccomi  qua, pronto a  scoprire il  nuovo arrivato.
Ah! E’ lei, la biscia che striscia nell’erba liscia! (Certo che poeta che sono! Le rime mi vengono da sé!).
– Ehi! Sussurro come stai? Tutto bene? domando con rispetto
– Ti odio brutto uccello chiacchierone!  Sssembri un gufo  vessstito da becchino! ribatte Sussurro mostrandomi la sua lingua biforcuta.
– Io, fossi in te, non tirerei fuori la lingua con troppa  facilità ! Ci manca  che prenda  freddo e  dopo sì  che si  attorciglia  quando parli! ridacchio nel becco.
La  biscia  si  innalza  furiosa  e  sibila  con  occhi  di  fuoco:- Chiacchieri bene perché te ne ssstai in cima a quel ramo! SSScendi e vedrai che ti lussstro le penne!
– Ma non è  mica colpa mia  se hai la  “S” sdrucciolina e  inchecchi quando piove! rispondo.
– Certo però hai avuto sfortuna nella vita! commento a voce alta – Non solo sei una biscia  verde e viscida,  ma i  tuoi genitori  ti hanno messo un nome che per te è davvero una condanna! Ben tre S  ci sono! Mi pare che tra tutte le tue sorelle, tu sia l’unica che ha  il nome con la S non è vero?
– Attento beccamorto! Prima o poi ti insssegnerò a farti gli  affari tuoi! Ora ho troppa fretta! SSSSS!!!! serpeggia Sussurro mostrandomi per intero le bocca e la lingua biforcuta.
Rabbrividisco  e  volo  via!  E’  meglio  evitare  certe   compagnie, specialmente quando sono di cattivo umore.
– Ma  dove dovrà  andare? Perché  ha così  tanta fretta?  Di  solito, quando mi insulta, se la prende comoda! penso tra me.
Così faccio marcia indietro  e mi metto  quatto quatto sulle  tracce della biscia, stando bene attento a non avvicinarmi troppo a  terra.
Non si sa mai! Non è bene fidarsi dei serpenti scilinguati.
Come sono  curioso! Devo  assolutamente  scoprire dove  scivola  con tanta fretta Sussurro. Devo scoprire cosa nasconde!
Saltello tra un ramo e l’altro, volo pian pianino nascondendomi  tra le foglie finché, arrivo vicino alla radura.
Sussurro è già là , in prima  fila, ma non osa uscire allo  scoperto, ha paura  di  essere scambiata  per  una  succulento  bocconcino  da qualche uccello predatore.
Lì, da una parte, c’è  anche  il ghiro  Casimiro  tutto  insonnolito. Accanto a lui  appare la povera Isotta  con le mutande  rattoppate.  Tutto intorno spuntano musetti curiosi che ora si spingono in avanti e ora tornano subito indietro: sono i curiosi del circondario, quelli  che non ammettono di esserlo; infatti l’unico curiosone del bosco dovrei essere io! Non temete bambini, sono in buona compagnia!!
Rappresenta  con un disegno Sussurro mentre soffia a Gelsomino.
Scrivi sotto una didascalia che chiarisca l’illustrazione.
Capitolo terzo
Un soffione?!??!!??!!
Aguzzo la vista  e sorvolo la  situazione posandomi su  un ramo  che sporge proprio sopra la radura: qui  è un posticino eccezionale  per chi vuole curiosare.
Là , nel mezzo all’erba fresca, si vede una strana palla di pelo bianca che appena si muove: non so se è il vento che fa spostare tutti quei peli o  se  davvero  è  qualche  cosa  di  vivo  che  respira.  Devo confessare che la mia curiosità é davvero molta , ma ho anche un  pò paura; eh sì, io non mi fido molto delle cose nuove e sconosciute: il più delle volte nascondono sempre delle amare sorprese!
Così svolazzo  qua  e là  e  mi poso  accanto  a  Casimiro:  non  ci crederete, ma sta russando; è riuscito ad addormentarsi anche  in una simile situazione.
– Cra!!! Cra!!! Cra!!! gli  urlo nelle orecchie  e lui niente,  anzi russa ancora più forte.
Avvilito, lo lascio perdere, mi avvicino a Isotta e le domando:- Hai mai visto niente di simile? Sai cosa sia quell’affare peloso?
– Beh, non ne sono sicura, ma credo  che sia un soffione che ha  fatto indigestione!  risponde  seria  Isotta  guardandomi  con  gli  occhi insonnoliti e reggendosi le mutande.
– Possibile che in tutte le cose tu veda sempre qualcosa che ha a che fare con il  mangiare? Sei davvero  insaziabile! Comincio a  pensare che Casimiro abbia ragione riguardo alle noci!!! rispondo io sfinito.
Isotta sbadiglia e  poi mormora:- Pensa quello  che ti  pare! Per  me quel coso è un soffione  che ha mangiato  troppo! Non ingrasso  mica solo io a questo mondo!
Mentre sono lì che mi domando cosa potrebbe essere quella stana cosa arrotolata si sente uno strano rumore  provenire proprio da lei,  un soffio e poi si vedono spuntare due occhietti azzurri spaventati  ed un soffice  nasino rosa  da  cui partono  dei  baffetti neri  un  po’ stropicciati, ma molto carini. Gli occhietti,  che assomigliano a  due pezzettini di cielo, cominciano  a guardarsi intorno  ed ecco che  la palla inizia a disfarsi; spuntano quattro zampine e una coda, ma che dico….. una  codona,   splendida, lunga  e soffice:  nemmeno Rosina  la volpe ce l’ha così bella.
Ad un certo punto la bocca si arriccia e si sente uno strano  soffio minaccioso:- Ffffff!! Fffff!!
A me si drizzano  tutte le penne  e, da nero  che ero, sono  diventato quasi grigio. Non  è per vantarmi,  ma meno  male che  sono di  razza buona, altrimenti sarei scolorito di colpo  e mi avrebbero  scambiato per una tortora!!
Casimiro si è svegliato all’improvviso e, acchiappando Isotta per  le mutande, ha cominciato a correre verso la sua tana. La moglie intanto grida lamentandosi delle brutte maniere del marito che la sta  trascinando come una vecchia scopa.
La  palla   pelosa  dagli   occhi  di   cielo  soffia   ancora   più minacciosa:- Fff!!! fff! Fff!! e questa volta si vedono far  capolino dai suoi piedi degli artigli aguzzi  e taglienti che  tra un po’  ci fanno morire di paura.
-Fff!!! Fff! continua  arrotolando il naso  e facendo delle  smorfie con la lingua.
Io intanto penso tra me:-  Come mai soffia  sempre nel solito  modo? Non sarà mica scilinguata come Sussurro e non le vengono le parole?
Illustra la situazione in cui gli animali osservano curiosi e impauriti “la strana cosa arrotolata” che soffia.
Capitolo quarto
 La duchessa Camilla Baroni
Mentre tutti scappano impauriti o si  nascondono sotto le frasche  o fra i cespugli io prendo coraggio e mi avvicino con fare disinvolto, e, sfoggiando la mia vena poetica, cerco di essere galante:- Buongiorno signor soffione immacolato, come mai da queste parti è ruzzolato?
Stia tranquillo non si  adiri, altrimenti fa  scappare pure i  ghiri!
Qui siam tutti curiosoni,
ma anche dei simpaticoni,
non facciamo distinzioni
quando arrivano i soffioni.
Dunque che cos’altro dire,
smetta di soffiare e si venga a divertire.
Gradiremmo, se a lei pare,
che gli unghioli mettesse a riposare.
Orsù dunque si distenda:
un soffione vada e un altro venga.
Se lei qui si vuole riposare
noi il benvenuto le siam venuti a dare!!
Mentre cercavo  di fare  il poeta  al meglio  delle mie  possibilità , quello strano coso peloso  scatta in piedi  e dopo un’altra  potente soffiata esclama scandalizzato: – Ma che cosa vai dicendo! Screanzato di un merlo chiacchierone!!! Io, io, io, ti sembro forse un… un…
– Un soffione! suggerisco tutto fiero.
– Un soffione???? Sputacchia tutto arruffato dalla rabbia – Io  sono una gatta, una splendida, magnifica, stupefacente, gatta!!! Mi chiamo Camilla Baroni e sono una duchessa!!! continua furiosa sbattendo  le ciglia civettuola.
Nel frattempo che  mi riprendo dallo  stupore, sento  tra l’erba  una risata simile all’urlo di un fantasma in una notte di luna piena:  è Sussurro che mi prende in giro per la figuraccia che ho fatto:- Caro il mio poeta da ssstrapazzo le  tue rime fan cilecca!! Una gatta!  Una gatta ssssscambiata per un sss…ssssoffione!! Ah!! Ah!!Ah!!
– Chiudi quella boccaccia  o prendi il  raffreddore! Stai attenta  a quella lingua mezza  storta e  sdrucciolina: lo  sai che  a dire  le cattiverie si annoda ancor di più!
Sussurro mi fa una delle sue  linguacce e si attorciglia pian  piano in un cespuglio, mentre io, sempre mantenendo le distanze, cerco  di capire meglio la situazione.
Capitolo quinto
Pedigree e croccantini
La gatta si guarda intorno  sgomenta e cerca di  spazzolarsi la pelliccia tutta arruffata e coperta di terra e foglie.
– Miaooooo! Miaooo!!
– Ehi stai calma signorina! Cosa c’è che urli cosi forte? domando  io un pò alterato.
– Io con quelli come te  non ci parlo  nemmeno!!! Figuriamoci se  io, Camilla Baroni, una duchessa, mi metto a  parlare con un  merlo qualsiasi, con  una creatura senza pedigree!!! e così dicendo arriccia il naso  schifata e si volta dall’altra parte.
– Scusa bellezza  cos’è che mi  manca? Non ho  capito bene  l’ultima parola – insisto nervoso.
– Certo che non l’hai capita, sei uno zoticone ignorante, figuriamoci se sai cos’è  il pedigree!! Ma  dato che  mi stai  lì davanti,  perso nella mia  adorabile  bellezza,  te lo  dirò:  è  il  certificato  di garanzia, un foglio su cui è scritto che un animale è di razza  pura e non un esemplare qualunque come te!
– Dov’è questo foglio? chiedo inviperito.
– Il mio pedigree è gelosamente custodito nella casa di miei padroni! Â
– Padroni? domando io – E che casa sono?
– Vedo che la tua ignoranza non ha limiti!!! Ma dove sono  capitata? Dove sono finita!! Che dannato posto è questo?
– Qui siamo in un bosco, all’aria aperta! Qui viviamo tutti  insieme allegramente e non abbiamo mai sentito  parlare di padroni!  esclamo tutto eccitato e orgoglioso. –  Tu, piuttosto da  dove vieni che  ti dai tutte quelle arie?
– Non so nemmeno perché sprechi  il mio fiato con te, becchino  della malora….. soffia la gatta.
– Per avere il pedigree sei  un po’ maleducata, mia bella  signorina! ribatto tutto fiero – Ma dimmi dunque che cosa sono i padroni?
– Sei un  po’ troppo curioso  per i  miei gusti,  ma te  lo dirò,  così finalmente ti toglierai dalla mia nobile presenza!
– Hai mai sentito parlare degli uomini, delle persone, degli  umani? Beh sono loro – afferma risoluta la gattina tutta impettita.
– Per tutti i merli chiacchieroni!!!!  Che disgrazia! Che  disastro! Non vorrai mica dire che vivevi con quei …con quei…. con  quegli esseri crudeli e senza cuore!  Ecco perchè sei  finita qui come  una scarpa vecchia! Ti hanno infilato in macchina, ti hanno carezzato un po’ e  poi via! Bum… di  sotto al  parapetto! E se ne sono andati al mare!!.. Mi dispiace!- cerco  di consolarla, ma mentre mi avvicino una zampata uncinata mi porta  via gran parte  della coda,  della mia  elegante coda,  lasciando il  mio povero sederino mezzo nudo e tutto rosso di vergogna!
La gatta è  furiosa, gli occhi  non sono  più celesti  ma gialli  di rabbia ed i baffi sembrano delle saette pronte a colpirmi:- Ti  odio brutto merlo della malora! Oltre ad  essere brutto e nero sei  anche un gran bugiardo, invidioso del mio pedigree e della mia casa!
– Io invidioso!??? Ma nemmeno per sogno! Me ne guardo bene dall’avere a che fare con gli umani e…poi sai che ti dico? Io sto bene anche senza il pedegree! A me non serve!
La guardo con disprezzo e, barcollando a causa della coda mozza, svolazzo per i fatti miei. Sennonché un grido acutissimo mi fa vibrare tutte le penne…
– Miaoo!!! Ho fame!!! Portami da mangiare!!! brutto uccellaccio maleducato! soffia Camilla con tutti i peli dritti sulla schiena.
– Qui nel bosco, quando qualcuno chiede qualcosa lo fa dicendo “per favore” ed io, nonostante il famoso pedigree non ho udito niente! Cara la mia duchessa!
– Voglio i miei croccantini! Subito!!! Possibile che non vi rendiate conto con chi avete a che fare? miagola inferocita la gatta cercando di alzarsi senza riuscirci.
– Croc… Crocc… Crocc di che?? balbetto peggio di Sussurro.
– Croccantiniii!!!!!!!! soffia Camilla disperata.
Per sdrammatizzare cerco di affrontare la situazione con la poesia:
Qui nel bosco non ci sono i cro… cro.. croccantini,
ma soltanto topolini!
se la fame vuoi placare,
i sorcetti dovrai acchiappare;
altrimenti se sei vegetariana
ti puoi sempre preparare una tisana:
fragoline, mirtilli e lamponi
erbe selvatiche e soffioni;
tutto devi amalgamare
e i croccantini immaginare!
E’ facile, vedrai, ti riuscirÃ
e così la pancia ti si riempirà !
– Tu sei pazzo!! soffia Camilla –  Pazzo da legare!!!- Esci dalla mia vista o ti giuro che le tisane dovrai prepararle tu per ripararti dal freddo, dopo che ti avrò spennato bene bene!
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