La condanna della Fininvest e il colpo di Stato paventato da Brunetta
4 Ottobre 2009
Non sono in grado di entrare nel merito della causa. Sarà la magistratura a stabilire se nel caso del Lodo Mondadori abbia ragione la Fininvest o la Cir.
Intanto c’è stata la sentenza di primo grado e questa ha dato torto alla Fininvest. Ci sono ancora due gradi di giudizio, per cui non è dato sapere chi alla fine avrà avuto ragione. Si dovranno aspettare ancora molti anni, visto che venti ne sono già trascorsi per arrivare sin qui.
Però, nella sentenza c’è una forzatura che si inserisce, a mio avviso, in una strategia di natura politica finalizzata ancora una volta a colpire l’uomo politico Berlusconi con azioni improprie, ossia attraverso strumenti che con la politica non hanno niente a che fare.
Direte, ma qui si tratta della magistratura che sta facendo il suo dovere, come si può impedirglielo?
Non si tratta di questo, bensì di far notare che se una sentenza di primo grado (quindi suscettibile di essere capovolta nei due gradi successivi), viene resa immediatamente esecutiva nella parte in cui condanna la Fininvest a risarcire alla Cir un danno di 750 milioni di euro, qualcosa di sospetto c’è! Alla Fininvest, ossia, sono date solo 48 ore di tempo dal deposito della sentenza per reperire e sborsare una tale ingente somma, a chi poi? Alla Cir di proprietà del più accanito avversario, anche politico, di Berlusconi, quel Carlo De Benedetti, che, guarda caso, è padrone pure di Repubblica e dell’Espresso. E Repubblica, lo sapete, è stata querelata da Berlusconi con una richiesta di danni di 2 milioni di euro. Da questa querela soprattutto è nata la grande manifestazione in difesa della libertà di stampa svoltasi ieri 3 ottobre. Sembra quasi che qualcuno abbia voluto appoggiare la manifestazione di protesta con un atto concreto di rivalsa, come per dire: Eccoci qui. Siamo con voi.
Infatti, la coincidenza che la sentenza sia stata depositata nello stesso giorno in cui a Roma si teneva la grande manifestazione, preparata e annunciata da tempo, contro il governo, ricorda troppo da vicino quel famoso avviso di garanzia consegnato nel 1994 a Berlusconi mentre si trovava a presiedere una importante riunione internazionale a Napoli, per non pensare che qualcosa di sospetto vi sia. Sembra di ritornare a quei tempi, e che si cerchi di rinnovare quella strategia, questa volta mirando direttamente al patrimonio del premier, onde indebolirlo nella sua forza economica, dopo che le altre strade si sono rivelate estenuanti e contrastate.
A me appare un disegno fin troppo scoperto, visto che gli italiani si ricordano benissimo di quell’avviso di garanzia che fece di lì a poco cadere il governo.
Sono sicuro che lo scontato ricorso della Fininvest al giudice perché sia rivisto quell’esborso immediato, troverà accoglienza, sgombrando opportunamente il campo da qualsiasi percezione che ancora una volta si voglia colpire l’uomo politico con assalti del tutto scomposti e scriteriati.
Tutto ciò è pericoloso per la sopravvivenza della democrazia. Il grido di allarme lanciato a Matera da Napolitano è caduto ancora una volta nel vuoto?
Questo clima di scontro sta raggiungendo livelli di esasperazione inusitati, e se continuerà così dovremo severamente domandarci di chi sarà la colpa se davvero un colpo di Stato, di quelli classici, con la forza e con le armi, chiuderà la bocca, questa volta davvero sopprimendo le libertà, a tutti noi, non importa se di destra o di sinistra. Nessuno ricorda più che il fascismo nacque in una situazione di profondo disordine, come è il nostro di questi ultimi tempi?
Trovo sensato l’articolo di Nicola Porro che ad un certo punto osserva:
“Subito arriverà l’opposizione al verdetto nel merito, ma anche un’opposizione alla sua immediata esecutività. Lo capisce anche un bambino cosa vorrebbe dire per Fininvest, nonostante le sue larghe spalle, rimediare nelle prossime 48 ore la bellezza di 750 milioni di euro. Ma la strada non sarà facile.
Il punto ovviamente non è tecnico. Ma politico. Mentre i giornalisti, una parte di loro, manifestano per le piazze reclamando una libertà di stampa che hanno in buona scorta, un magistrato potenzialmente uccide un’impresa editoriale, per una questione che si trascina da venti anni.
Qualcuno potrà ovviamente obiettare: se si sbaglia, si paga. Perfetto, ma qualcuno si rende anche conto che ci sono altri due gradi di giudizio? Possono ribaltare la sentenza di ieri. Ma il danno rischia di essere comunque fatto: un risarcimento da 750 milioni è una bomba atomica. Poi ce ne vorrà per pulire le macerie se si dovesse decidere che è stata sganciata nel luogo sbagliato.”
Sulle reazioni di Silvio Berlusconi, potete leggere qui.
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“Il Pdl attacca: “Ora una manifestazione popolare”. Qui.
“Troppi magistrati in politica” di Raphael Zanotti “. Qui.
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Illuminante sulla storia della causa sul Lodo Mondadori.
“L’Oscar alla censura” di Maurizio Belpietro. Qui.
“Mondadori, scontro sulle motivazioni” di Luca Fazzo. Qui.
“Gridare al golpe: l’ultimo abuso di potere” di Giuseppe D’Avanzo. Qui. Faccio notare che in questo articolo si fa finta di considerare asettica la sentenza: nulla si dice per quanto riguarda il momento in cui è stata depositata; l’attacco al patrimonio di Berlusconi (con l’indicazione, fra l’altro, di una cifra che viene giudicata spropositata) inserito in una nuova strategia mirante a colpire, dopo il fallimento delle altre, il cuore del sistema economico della famiglia Berlusconi. E’ una miopia pro domo sua troppo evidente.
“Quei tre buchi che minano il verdetto” di Vincenzo Vitale. Qui.
“Si combatte la battaglia finale del Cavaliere” di Mario Sechi. Qui.”Il CSM promuove il giudice Mesiano”. Qui.
“Mondadori, il giudice brindò alla fine di Silvio” di Stefano Zurlo. Qui.
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Il pagamento sostituito da una fidejussione. Qui e qui.
Letto 79008 volte.
Commento by ThePez — 4 Ottobre 2009 @ 22:15
A fronte dei comportamenti illeciti utilizzati per soffiare l’affare alla Cir, a fronte dei vent’anni per arrivare a questo giudizio, non si capisce quale problema ci sia se si parla di risarcimento immediato?! Si parla di continuo di legge lenta e processi troppo lunghi al punto che il così detto “lodo Alfano” dovrebbe puntare a velocizzare il tutto ma ora che la giustizia colpisce direttamente una società del premier….ancora ci si lamenta?….ancora si parla di stranezza perchè viene attuata al solo primo livello di giudizio?….tanto ce ne sono ancora due con i quali si può rigirare la frittata??? Non trascuriamo i vent’anni di attesa di Cir… anche loro hanno subito un torto almeno per il pirmo giudizio. Non dimentichiamoci che la diretta responsabilità del fondatore di Fininvest non è nemmeno rivisitabile a causa della caduta in prescrizione delle sue responsabilità e cosa non da meno che grazie sempre al solito lodo le prime cariche dello stato godono di immunità!! Non sono forse anche queste strane anomalie?!?!?!?!?!?
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 4 Ottobre 2009 @ 23:15
Sul Lodo Alfano ho già scritto qui:
https://www.bartolomeodimonaco.it/?p=4949
Devo ricordarti comunque che nella nostra legislazione esiste già qualcosa che gli somiglia: l’immunità parlamentare.
Forse non sai che perfino il Papa ne ha usufruito, dopo che negli USA era stato imputato, quando era ancora cardinale, da un tribunale del Texas. Puoi leggere qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Crimen_sollicitationis
In particolare:
“Al contrario, ritenendo che la Chiesa abbia preferito gestire tali situazioni senza coinvolgere le autorità civili e restando esclusivamente nell’ambito del diritto canonico, la Corte distrettuale di Harris County (Texas) ha indagato e nel gennaio 2005 imputato per “ostruzione alla giustizia” Joseph Ratzinger, per sospetta copertura dei casi di abusi da parte di preti negli Stati Uniti. Tale imputazione è tutt’ora in vigore, ma Ratzinger non può essere processato poiché è stata accolta dal presidente Bush la sua formale richiesta di immunità in quanto “Capo di Stato in carica”. Se ne interessò anche il Corriere della sera: “Preti pedofili, Usa non coinvolgono il Papa”, Corriere.it, 21 settembre 2005.
Beh, se un Paese tanto democratico non si è scandalizzato, per quale motivo dovremmo farlo noi?
Veniamo alla sentenza sul Lodo Mondadori.
Hai idea che cosa voglia dire imporre ad una società di trovare 750 milioni di euro in 48 ore? Significa far chiudere una azienda e mettere a casa un sacco di lavoratori. Perché tanta fretta in una sentenza di primo grado, che potrebbe essere ribaltata nei gradi successivi?
Ti sei domandato perché un giudice di primo grado, pur sapendo che la sua sentenza può essere capovolta da un giudice superiore, si affretta a imporre un pagamento di tale entità entro 48 ore dalla sentenza?
Possibile che non ti sfiori un qualche dubbio sulla correttezza della sua decisione? Immagina di essere tu al posto della Fininvest. O immagina di essere anche tu uno di quei suoi lavoratori che potrebbero da un momento all’altro trovarsi licenziati per un sentenza di primo grado emanata da un giudice che, nel mentre batteva a macchina la sentenza, non si è nemmeno posto il problema della gravità di ciò che stava scrivendo. Non sono 1 o 2 milioni di euro, bensì 750 milioni. Non penso che tu riesca a valutare adeguatamente l’entità di una somma simile.
Credo che sia giusto che sia pagato il danno quando il giudizio sarà arrivato alla sentenza definitiva. Solo allora potremo avere la certezza di chi ha avuto ragione in questa causa. A quel tempo la Fininvest potrà anche chiudere i battenti e licenziare, e noi sapremo che ha chiuso perché ha perso la causa.
Immagina, invece, se la sentenza definitiva desse ragione alla Fininvest (parlo della Fininvest, ma il problema sarebbe analogo per altre imprese similari), a cosa mai servirebbe una sentenza simile, quando tutto è già stato ridotto in macerie da una improvvida sentenza di primo grado.
Questa sentenza, non vi è dubbio, manca di quel buon senso, che in diritto ha sempre avuto un ruolo fondamentale. Sono sicuro che un altro giudice chiamato dalla Fininvest a decidere la sospensione del pagamento, non mancherà di usare il buon senso che ha fatto difetto al giudice di questa sentenza.
Così come è stata scritta questa sentenza, inoltre, essa si inserisce anche troppo chiaramente in una strategia complessiva di lotta per abbattere il governo. E’ troppo evidente perché tu possa controbattere che non è così. Questo giudice si è comportato allo stesso modo dell’avviso di garanza a Berlusconi del 1994. Ha fatto da gran cassa alla manifestazione di ieri, e questo effetto è stato chiaramente voluto.
Parlare di ripetuti tentativi di rovesciare per vie non democratiche un governo liberamente eletto, è poca cosa se non cominciamo a dare a queste manovre illecite il nome che meritano. Si tratta, infatti, di un chiaro tentativo di colpo di Stato, e se ciò accadrà dovremo tutti scendere in piazza, sia elettori di destra che elettori di sinistra per far sentire la nostra voce di protesta, perché sarà calpestato il diritto del corpo elettorale tutto di scegliersi i propri governanti. Saremmo ridotti altrimenti a ridicoli fantocci, e per di più consapevoli di esserlo. Quale degrado, allora! Quale umiliazione!
Commento by kalle — 5 Ottobre 2009 @ 12:44
Bart, forse non sai che la richiesta di risarcimento da parte della Cir di DeBenedetti risale al 2004, quando questa causa civile e’ cominciata. Nel frattempo, nel 2007, e’ intervenuta una sentenza di condanna *definitiva* (penale) della Cassazione nei confronti di Previti ed altri per la medesima corruzione (avvenuta appunto venti anni fa – ricordiamolo: dal 2007 e’ stabilito che Berlusconi acquisi’ la piu’ importante azienda editoriale italiana, Mondadori, grazie alla corruzione di un giudice).
Quindi e’ tutto meno che una vicenda inaspettata e decisa in fretta. Il risarcimento iniziale chiesto dalla Cir nel 2004 era per 468 milioni di euro. Cinque anni fa. Riporto la parte finale di un articolo di Marco Lillo su “Il Fatto” di ieri, che spiega come la Fininvest abbia avuto tutto il tempo di accantonare somme del bilancio per risarcire queste cifre. Davanti a tutto cio’, parlare di complotti e colpi di stato e’ veramente paradossale.
_L’impatto sui conti Fininvest_ (Marco Lillo)
“[…] Resta il fatto che all’improvviso nel bilancio della società di Silvio Berlusconi e dei figli comparirà un debito, che se pure non immediatamente esigibile, avrà un impatto drammatico sui conti. Il 6 aprile del 2004, quando ha ricevuto la notifica dell’azione di risarcimento da parte della Cir di De Benedetti, per 468 milioni di euro, proprio per la questione della corruzione sulla sentenza che influenzò in modo determinante la contesa sul gruppo Espresso-Mondadori, Fininvest fece spallucce.
Con un comunicato stizzito, il Biscione, il 15 luglio del 2004 rese noto alla comunità finanziaria che nel suo bilancio non aveva effettuato alcun accantonamento poiché riteneva “l’azione, in linea di fatto, basata su una ricostruzione non corrispondente al reale svolgimento della vicenda e, in linea di diritto, totalmente infondata”. Alla luce della sentenza appena depositata, quella scelta si è rivelata infelice. Dopo il 2004, in realtà non erano mancati i campanelli di allarme per gli amministratori. In particolare la sentenza del 2007 che condannava Previti e sodali per la corruzione giudiziaria nell’interesse del gruppo Berlusconi.
“Il Fatto Quotidiano” ha chiesto a Fininvest se, dopo la sentenza penale, la holding avesse effettuato l’ accantonamento prudenziale. Il portavoce del gruppo, contattato in serata, ha replicato di non essere in grado di rispondere in poche ore a questa domanda.”
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Ottobre 2009 @ 13:23
Kalle, su Il Giornale c’è un articolo di Nicola Porro, che potrebbe evitare una mia risposta. Qui.
Il succo è che si condanna la Fininvest quando la sentenza penale della Cassazione ha condannato Previti e il giudice Metta, giudicato corrotto, e ha escluso la Fininvest da responsabilità. Questo può spiegare l’alzata di spallucce della Fininvest in seguito alla chiamata in giudizio da parte di De Benedetti. Poiché la Fininvest era restata esclusa dalla condanna penale.
Estraggo dall’articolo che ti ho linkato:
“Ma andiamo avanti: la Cassazione ritiene che sia stata comprata la sentenza da parte di Previti con la complicità di Metta (e non degli altri due giudici che componevano il collegio, ma questo poco rileva evidentemente). Forti di questa sentenza, gli uomini di De Benedetti cosa pensano? Chiediamo un conseguente risarcimento danni a chi è stato condannato. Eh sì, ma Fininvest e Berlusconi sono tecnicamente fuori dal discorso. Semmai il risarcimento potevano chiederlo ai (ci rendiamo conto) meno danarosi Previti e Metta. E in via subordinata allo Stato, che avrebbe dovuto rappresentare il giudice Metta. Niente di tutto questo avviene. De Benedetti, l’ingegnere senza macchia, del crac Ambrosiano e delle stampanti postali, ha bene in mente il suo obiettivo: Silvio Berlusconi e la sua Fininvest. È a loro che chiede il risarcimento derivante da una sentenza che non riguarda loro. Vi sembrerà strano, ma è così. Anzi mettiamola giù più semplice. Il giudice penale condanna per un reato due imputati. E il giudice civile condanna al risarcimento un terzo, che dal reato iniziale è tenuto fuori. C’è una contraddizione logica. E soprattutto politica. Il magistrato civile si arroga il diritto a condannare colui che il magistrato penale non era riuscito a incastrare.”
Naturalmente, si dovrà leggere la motivazione della sentenza. ancora non nota. So che gli avvocati della Fininvest sono rimasti sorpresi, perché si ritenevano fuori dalla questione.
Significative le parole di Marina Berlusconi, presidente della Finivest:
“Il presidente della Fininvest, Marina Berlusconi, parla di «verdetto incredibile e sconcertante ». «La Fininvest – commenta – ha sempre operato nella massima correttezza e ha dimostrato in modo limpido e inconfutabile la validità delle proprie ragioni. Non posso non rilevare che questa sentenza cade in un momento politico molto particolare. Non posso non rilevare che dà ragione ad un Gruppo editoriale la cui linea di durissimo attacco al presidente del Consiglio, per non dire altro, è sotto gli occhi di tutti. Sbaglia però chi canta vittoria troppo presto. Sappiamo di essere nel giusto e siamo certi che alla fine questo non potrà non esserci riconosciuto ». (Qui.)
Ma il mio discorso di fondo riguarda le manovre di palazzo intese a rovesciare un governo scelto dagli elettori. Un male che l’Italia si trascina ancora sin dal sorgere della seconda Repubblica (caso Scalfaro, che non va alle elezioni e nomina Dini; caso D’Alema che sostituisce Prodi). Questo mancato rispetto del corpo elettorale deve finire!
La sentenza è con tutta evidenza inserita in questa strategia: sia perché dà ragione a De Benedetti che, contrariamente a quanto stabilito dalla sentenza penale della Cassazione, che ha escluso da colpe la Fininvest, ve la tira per i capelli (da qui la sorpresa della Fininvest, che era sicura delle sue ottime ragioni); sia perché viene depositata il giorno della manifestazione antigovernativa (ho richiamato il precedente dell’avviso di garanzia del 1994, non a caso). Credere che questa coincidenza sia casuale è davvero da sempliciotti. E significa non guardare ai precedenti, come quello del 1994.
In realtà, la sentenza depositata il 3 ottobre, è servita coscientemente a fare da cassa di risonanza alla manifestazione.
Anch’essa, cioè, si inserisce nelle manovre sporche che da tempo sono in atto per rovesciare il governo, e che hanno trovato – sembra – in Fini un’ottima sponda.
Difesi Prodi dall’assalto di D’Alema. Oggi difendo Berlusconi dai soliti assalti, che devono essere fatti risalire, ancora una volta, ai poteri forti. Berlusconi è l’unico che può farcela a sconfiggerli. Sono la piaga dell’Italia. Vedi come si accaniscono contro Berlusconi per farlo cadere? Secondo te, perché lo fanno? Perché sta resistendo alla disciplina che vorrebbero imporgli i poteri forti. E’ una lotta acerrima, la cui intensità è diffile che si percepisca tutta intera all’estero, ma chi abita in Italia la vive sulla pelle giorno per giorno. Berlusconi ha tanti difetti, ma la battaglia che sta conducendo è giusta. E’ la liberazione dell’Italia dalla tenaglia dei poteri forti. Una tenaglia che la soffoca sin dal sorgere della Repubblica. Berlusconi uscirà malconcio: umiliato e denudato perfino nella vita privata più intima. Ma questa battaglia voglio combatterla insieme con lui. Quando l’avremo vinta, ciascuno di noi andrà poi per la sua strada. Ma – sottolineo – se la vinceremo: il che è tutto da vedere, purtroppo.
Commento by kalle — 5 Ottobre 2009 @ 15:30
Bart,
qui puoi leggere alcuni estratti della sentenza della cassazione:
http://tinyurl.com/yasffml
La Fininvest viene cosi’ descritta relativamente all’episodio di corruzione: “fonte della corruzione e pagatrice del ‘pretium sceleris'”.
Se questo e’ essere “tecnicamente fuori dal discorso”, come scrive il Giornale, e se cio’ escluda la Fininvest da responsabilita’, lo puoi giudicare da te. Cosi’ come la credibilita’ che possono avere le dichiarazioni di “sorpresa” di fronte a questa condanna civile.
Ma lasciami dire che e’ davvero paradossale che tu citi avvocati e presidente della Fininvest. Non sono solo parte in causa, ma sono stati appena condannati ad un risarcimento. Che cosa potrebbero affermare di diverso, se non che hanno sempre operato “nella massima correttezza”?
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Ottobre 2009 @ 17:51
Le dichiarazioni di sorpresa rispondono al perché, da te sollevato, non sono state accantonate le somme. Vi era convinzione di assoluta estraneità.
Ma il Corsera pubblica estratti della motivazione, quindi siamo già un passo avanti rispetto ai nostri due commenti di stamani.
L’aticolo è qui, dove trovi scritto che la colpevolezza è desunta da “prova per presunzioni”.
Da qui il mio convincemento che tutta la questione è ancora in sospeso circa l’esito finale. Da qui anche il mio convincimento che l’esborso immediato di 750 milioni di euro è decisione improvvida, visto che se al termine di tutti i gradi del giudizio De Benedetti avesse torto, sarà assai difficile (viste le difficoltà in cui naviga da tempo) che possa restituire la somma. Vedi qui.
Ma il punto fondamentale del mio discorso non è quello se la Fininvest abbia ragione o torto nella contesa.
Il mio punto fondamentale è che anche questa sentenza si iscrive in modo lampante nella strategia volta ad abbattere il governo per vie trasversali.
Se tu ti fermi soltanto ad esaminare la questione della sentenza (io nel mio pezzo scrivo in apertura: “Non sono in grado di entrare nel merito della causa. Sarà la magistratura a stabilire se nel caso del Lodo Mondadori abbia ragione la Fininvest o la Cir.”) perdi l’insieme di ciò che sta accadendo in Italia. Ripeto: il tentativo di sovvertimento della volontà popolare. Sei d’accordo che un tale tentativo vada in porto? O invece sei d’accordo che i risultati del libero voto elettorale debbano essere rispettati e difesi dai cittadini? Se sei di questo secondo avviso, siamo d’accordo. Altrimenti motivami perché si debba sostituire un governo e un premier scelto dagli italiani (non una ma varie volte) nonostante gli elettori fossero ben a conoscenza dei fatti in cui era coinvolto Berlusconi, grazie anche alla grancassa della opposizione.
Per fortuna Fini (su cui ho nutrito qualche dubbio) ha dichiarato poco fa:
“Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal canto suo conferma l’indisponibilità a maggioranze di governo diverse da quelle uscite dalle urne, frutto di volontà popolare. «La maggioranza è solo quella che esce dalle urne » ha detto rispondendo a uno studente dell’Università di Napoli dove è intervenuto in mattinata. Anche contro Fini si era rivolto nel suo editoriale Vittorio Feltri, sostenendo che il Presidente della Camera punti a presiedere in questa legislatura un nuovo esecutivo di carattere istituzionale sostenuto da una maggiooranza diversa da quella Pdl-Lega che sostiene l’attuale governo Berlusconi.” Qui:
http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_05/voto_lega_pdl_bossi_f277c102-b195-11de-82d9-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano
Stiamo vivendo un vero delirante attacco contro il corpo elettorale, vero custode e presidio della democrazia.
Di Pietro dice,a proposito dell’attesa sentenza sul Lodo Alfano:
“L’effetto immediato, dunque, sarà lo stesso in un caso o nell’altro: tutto rimarrà immutato perché quello che state vivendo, cari italiani, un golpe moderno e ci siete dentro senza nemmeno accorgervene”. Qui:
http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_05/voto_lega_pdl_bossi_f277c102-b195-11de-82d9-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano
Capisci che cosa dice? Che quando esprimiamo il nostro voto siamo degli idioti!
Giovanni Sartori non è da meno. Qui:
http://www.corriere.it/editoriali/09_ottobre_05/editoriale-lodo-alfano-giovanni-sartori_c7dcd32e-b16d-11de-82d9-00144f02aabc.shtml
“Il Lodo parla di sospensione tempora nea; ma sembra che lasci aperto, senza dare nell’oc chio, un varco fatto su mi sura per Berlusconi. Nel te sto Alfano, articolo 5, la «sospensione non è reite rabile » se applicata a suc cessive investiture in altre cariche; ma tace su succes sive investiture nella stes sa carica. Pertanto basta che Berlusconi si faccia sempre rieleggere presi dente del Consiglio per es sere salvaguardato sine die, senza termine. Intravedo già che l’ono revole avvocato Ghedini di rà proprio così. Mi chiedo se la mia pro posta del 5 agosto 2002 non fosse meglio dei mo striciattoli escogitati da al lora.”
Sartori, ossia, va a pesca di trote, anziché ragionare sul Lodo Alfano. Ipotizza che Berlusconi possa essere eletto ripetutamente fino alla sua morte. Mah! Mi domando se viva sulla Terra o sulla Luna. E poi, se anche così fosse? A decidere non è il corpo elettorale? Con quale titolo e arroganza negherebbe al corpo elettorale di scegliersi il suo premier?
In Italia è il momento che i cittadini si facciano sentire. E’ nel corpo elettorale che sta la sostanza della democrazia in un Paese libero. Questo corpo elettorale non c’è nessuno che ce lo possa difendere: solo noi.
Commento by kalle — 5 Ottobre 2009 @ 18:27
Bart,
nel nostro sistema il governo si “abbatte” in parlamento. Non c’e’ alcuna legge scritta che imponga a Berlusconi di dimettersi per le varie vicende che lo riguardano. Ci sarebbero mille motivi di opportunita’, ma e’ chiaro che Berlusconi non si dimettera’ mai. Neppure la possibile bocciatura del lodo Alfano cambiera’ la situazione, perche’ Berlusconi ha subito processi in precendenza, e non si e’ mai dimesso.
Quindi, e’ la maggioranza che decide la sorte del governo. Ci sono nella maggioranza dei parlamentari che intendono votare contro il governo? A me cio’ non sembra. Questa eventualita’ e’ quello che tu chiami “golpe”.
Ti ricordo che il primo governo Berlusconi cadde quando Bossi voto contro il governo *in parlamento*. Altrettanto accadde a due governi Prodi, la prima volta ad opera di Rifondazione, la seconda ad opera di Mastella e di deputati ex-Rifondazione dissidenti. Vogliamo anche questi ‘ribaltoni’ parlamentari dei “golpe”? Il governo D’Alema dopo la caduta di Prodi fu un governo “golpista”? Io non penso. Che fosse un governo inopportuno, sono assolutamente d’accordo. Cosi’ come il famoso governo Dini dopo la caduta del primo governo Berlusconi. Ma, se non ricordo male, Bossi appoggio’ quel governo, dandogli i voti in parlamento.
Quindi, siamo sempre li’, se un governo trova i voti in parlamento, quel governo e’ legittimato a governare. E’ un altro discorso dire che sia un governo autorevole, o che goda della fiducia dei cittadini e degli elettori. Secondo me, tali governi sono poco autorevoli, e sarebbe meglio ricorrere alle elezioni. Ma sono legittimi in un sistema parlamentare quale il nostro.
Nel caso di Fini, ti faccio notare che egli afferma che la maggioranza delle urne a non dover essere toccata. Abbastanza differente dal dire che Berlusconi non si tocca. Fini sembra quasi lasciare intendere un passaggio di consegne tra Berlusconi ed un altro esponente della PdL. E io scommetto che, piu’ che a se’ stesso, pensi a Gianni Letta. Accetti puntate?
Commento by kalle — 5 Ottobre 2009 @ 18:36
Bart, scusa per le imprecisioni ed i refusi, spero che quel che intendo sia chiaro cio’ non ostante.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Ottobre 2009 @ 19:27
Non so se ho già sostenuto anche con te (sicuramente con Giulio Mozzi) una discussione sull’argomento del colpo di Stato e sull’importanza delle modifiche al sistema elettorale apportate con la legge 270 del 2005.
Per non ripetere tutto, vorrei che andassi qui, sempre sul mio blog, e leggessi i commenti:
https://www.bartolomeodimonaco.it/?p=6704
Qui voglio ribadire che in forza della legge del 2005, che ha cambiato il sistema elettorale, prescrivendo l’indicazione obbligatoria del premier, il Parlamento, a mio avviso, certe cose non le può più fare se non violando la volontà degli elettori.
Quando avrai letto, se avrai qualche osservazione specifica da fare, si può tornare a parlarne qui. Ti ringrazio.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Ottobre 2009 @ 19:34
Dimenticavo. Il nome di Letta sta aleggiando nei corridoi dei palazzi del potere non da oggi, ma ciò non toglie che io consideri in contrasto con la volontà degli elettori qualunque sostituzione del leader scelto dagli italiani. Se cade Berlusconi, si deve andare alle urne.
Non ti nascondo che Fini non mi piace. E’ vero che quella sua frase può nascondere un’insidia. Ma una cosa resta certa. Gli elettori hanno scelto Berlusconi e solo gli elettori, se si dovesse dimettere Berlusconi, possono tornare a decidere chi dovrà governarli.
Il Parlamento non può più fare, dopo il 2005, ciò che faceva, spesso con molta leggerezza, prima del 2005. Per poterlo fare occorre che prima modifichi la legge 270.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Ottobre 2009 @ 21:15
Kalle, devo rimettere l’onore a Fini.
Nel Tg2 delle 20,30 ho potuto ascoltare le parole del presidente della Camera. Ha detto agli studenti dell’Istituto Alberti di San Donà di Piave che oggi gli elettori votano una coalizione e un premier e quindi si devono rispettare i risultati elettorali. Sottolineo: votano anche il premier. Insomma, è quello che sostengo anch’io.
Spero che si possa trovare un video in rete. Ho trovato qui, ma c’è Fini prima o dopo il discorso.
Stasera trovo qui, un articolo che riporta all’incirca le parole di Fini che ho ascoltate:
“Nel nostro sistema, la maggioranza è quella che esce dalle urne. Non a caso gli elettori che hanno votato nelle ultime politiche hanno trovato sulla scheda il nome del candidato premier”. Il presidente della Camera ha spiegato le differenze tra forme di governo di stampo francese e di stampo anglosassone: “Quello francese è più vicino a noi per storia, cultura e tradizione e può rispondere meglio di quello americano alla nostra democrazia”
E qui, dove è interessante questa presa di posizione della Confindustria:
“l’ipotesi di elezioni anticipate trova il secco ‘altolà’ di Confindustria. “In un momento di crisi come questo, andare alle elezioni anticipate sarebbe un qualcosa che forse la gente non capirebbe – dice il presidente Emma Marcegaglia – Auspico che questo non succeda, perché c’è bisogno di un governo che governi e che faccia le iniziative che servono. Non sono d’accordo con logiche al di fuori della maggioranza che ha vinto le elezioni”.
Nel video del Tg2 Fini, oltre al premier, affermava che era stata scelta dagli elettori anche la coalizione.
Commento by kalle — 7 Ottobre 2009 @ 12:04
Bart,
ho letto quanto scrivi, la tua analisi della legge 270 e’ interessante. Cio’ non ostante, secondo me non e’ corretto dire che quella formulazione equivale alla “elezione diretta del premier”. Capisco che quella legge tende in quella direzione: pero’ mi sembra si parli solo di indicazione del “capo della coalizione”. La nomina del presidente del consiglio spetta sempre al capo dello stato. Al momento, nulla vieta che i partiti della coalizione vincente indichino come premier un nome differente da quella del leader della coalizione. Allo stesso modo, al momento e’ il capo dello stato che ha la completa liberta’ di dare l’incarico formare il governo a chi ritiene piu’ adatto, e di sciogliere o non sciogliere le camere a seconda di come giudichi la situazione politica. Queste sono prerogative costituzionali. La legge elettorale a cui tu ti riferisci non fa parte della costituzione, tanto che e’ stata approvata a maggioranza semplice, e, a differenza della costituzione, potrebbe essere cambiata in ogni momento con maggioranza semplice. Dico questo solo per sottolineare che per sancire formalmente l’elezione diretta del premier bisognerebbe cambiare la costituzione. Leggi questa intervista a Gasparri in data odierna:
http://tinyurl.com/y86jbnc
Gasparri afferma: “Quanto alla stagione delle riforme, ritengo che il Pdl dovrebbe accelerare sulle modifiche costituzionali necessarie ad introdurre l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Questo nel Paese c’è già, gli italiani lo vogliono. Si tratta di comprendere che la nostra Costituzione non è un testo intangibile e in alcune sue parti appare superato dalla modernità e dalla complessità dei tempi che viviamo.”
E’ molto chiaro da questi passaggi che, al momento, non abbiamo ancora formalmente l’elezione diretta.
Che poi, negli ultimi anni, tutti si siano comportati “come se” quella riforma fosse gia’ stata fatta, mi sembra innegabile. Vale a dire, al momento, il leader della coalizione vincente diventa presidente del consiglio. Molti (anche io) pensano che sia inopportuno e sbagliato avere maggioranze di governo diverse da quelle che si dichiarano al momento delle elezioni. Ma queste sono considerazioni di opportunita’, che al momento non sono scritte nella costituzione. E’ questo il motivo per cui secondo me l’uso del termine “golpe” e’ decisamente improprio.
Detto questo, mi sembra che qui stiamo evadendo il punto principale, che poi e’ la sostanza della situazione politica attuale. L’attuale governo ha una maggioranza talmente ampia in parlamento, che potrebbe cadere *solo* se una parte della *maggioranza stessa* votasse contro il governo. C’e’ questa possibilita’? A me non sembra proprio. Ed e’ il motivo per cui parlare di “golpe” e’ doppiamente errato.
ps: scusa se non dovessi replicare alla tua eventuale risposta, ma sono piuttosto impegnato al momento.
Commento by kalle — 7 Ottobre 2009 @ 12:10
Scusa, non ho spiegato bene il mio punto finale. Intendo dire questo: se il governo dovesse mai cadere, sara’ perche’ alcuni parlamentari dell’attuale maggiornaza voteranno contro il governo. Bene, questo non e’ un “golpe”. Gli elettori di centrodestra dovranno prendersela con quei parlamentari, non chissa’ quali poteri forti. al momento, i governi si fanno e cadono in parlamento. Come dicevo in un post precedente, e’ gia’ avvenuto in passato sia per governi di centrodestra che di centrosinistra. Il termine “golpe” mi sembra del tutto improprio.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 7 Ottobre 2009 @ 14:07
Già a Mozzi dissi che soccombo sul piano formale. Ossia le opportune modifiche alla Costituzione non sono ancora state fatte. Le auspico, perché sono convinto che il potere di decidere spetti in primo luogo al corpo elettorale (che io difendo strenuamente). La legge 270 va in questa direzione e Fini lo ha ricordato nel suo intervento agli studenti di San Donà di Piave.
Il golpe ha il significato di un tentativo di mutare maggioranze e premier per vie traverse.
Tu la penserai diversamente, ma io sono certo che la sentenza civile del Lodo Mondadori mostra il cambiamento di strategia dei poteri forti che vogliono rovesciare Berlusconi. Dopo che sono fallite le altre strade, compresa quella del gossip, ora si cerca di minarlo nel suo patrimonio. Solo chi vive sulla luna può chiamare accidentali le coincidenze di una sentenza depositata il giorno della manifestazione per la libertà di stampa e a pochi giorni dalla sentenza del Lodo Alfano. E’ la stessa operazione del 1994, che quella volta riuscì.
La stessa cifra esagerata ne dà prova. E’ una cifra che il giudice ha calcolata da sé senza chiedere alcuna perizia. Non si tratta di un’autombile, ma di società complesse. Perché non lo ha fatto? Perché il suo intento era un altro. Sparare contro il patrimonio del premier.
Comunque, circa gli errori contenuti in questa sentenza, ne riparleremo quando tutto sarà finito. Sta di fatto che se Berlusconi venisse condannato a pagare subito, non solo si metterebbero in difficoltà le sue aziende nell’immediato, ma nel caso che alla fine dei vari gradi di giudizio, egli avesse ragione, non sarebbe nemmeno più in grado di riavere i soldi indietro, viste le difficoltà finanziarie a cicli ricorrenti delle aziende di De Benedetti. La stessa Borsa, a detta degli esperti, non lo ha premiato in proporzione del risarcimento ottenuto, segno che si sa bene il conto che si deve fare su questo risarcimento.
Ti suggerisco di leggere l’articolo illuminante apparso ieri sul Corsera a firma di Panebianco:
http://www.corriere.it/editoriali/09_ottobre_06/panebianco-stabilita-governo_22a3ebec-b238-11de-9355-00144f02aabc.shtml
Rispondi quando potrai e se potrai. Ciao.
Commento by giuliomozzi — 10 Ottobre 2009 @ 18:54
Bartolomeo, scrivi: “Sarà la magistratura a stabilire se nel caso del Lodo Mondadori abbia ragione la Fininvest o la Cir. Intanto c’è stata la sentenza di primo grado e questa ha dato torto alla Fininvest”.
La magistratura penale ha stabilito (e i tre gradi di giudizio sono compiuti) che un giudice è stato corrotto, e che lo corruppe il signor Previti con danaro proveniente da conti esteri nella disponibilità di Fininvest. La sentenza civile non deve stabilire chi abbia torto o ragione, ma se Cir abbia subito un danno. La sentenza di primo grado stabilisce che il danno c’è stato, e lo quantifica. Ci saranno i ricorsi eccetera.
Scrivi: “…la coincidenza che la sentenza sia stata depositata nello stesso giorno in cui a Roma si teneva la grande manifestazione, preparata e annunciata da tempo, contro il governo…”.
Manifestazione che era prevista per un’altra data, ed è stata spostata all’ultimo momento.
Scrivi: “E Repubblica, lo sapete, è stata querelata da Berlusconi con una richiesta di danni di 2 milioni di euro”.
No. Repubblica non è stata querelata.
Scrivi: “Alla Fininvest, ossia, sono date solo 48 ore di tempo dal deposito della sentenza per reperire e sborsare una tale ingente somma, a chi poi? Alla Cir di proprietà del più accanito avversario, anche politico, di Berlusconi, quel Carlo De Benedetti, che, guarda caso, è padrone pure di Repubblica e dell’Espresso”.
Bastava non corrompere il giudice, e tutto questo sarebbe stato evitato.
Chi la fa, dice il proverbio, l’aspetti.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 10 Ottobre 2009 @ 21:53
Giulio:
1 – la sentenza civile deve stabilire se abbia ragione la Fininvest, la quale contesta i danni reclamati dalla Cir, oppure abbia ragione la Cir nel chiederglieli. Diciamo la stessa cosa? A me pare di sì: ossia ci sono ancora altri due gradi di giudizio per stabilire chi abbia torto o chi abbia ragione sulla richiesta di danni.
Diamine che si tratti di una causa civile. Le cause civili, lo sanno anche gli studenti di scuola media probabilmente,si fanno per richiesta di risarcimenti, oltre dell’altro. Non si richiedono nel penale i risarcimenti. Il penale si è limitato a stabilire che ci fu un giudice corrotto su tre (sappi che gli altri due, ascoltati, hanno dichiarato che avrebbero lo stesso votato a favore della Fininvest, determinando la maggioranza: ed essi non sono stati nemmeno lontanamente sfiorati dall’accusa di corruzione). Da ciò il giudice di Milano l’altro giorno ha sentenziato che la Cir subì, in conseguenza dei danni, mentre la Fininvest li esclude.
Oggi alla Cir è stato ricosciuto il danno (mi domando, senza l’ausilio di tecnci, come abbia fatto il giudice a esprimere sue proprie valutazioni su entità economiche così complesse: spero che verrà presto anche questo chiarimento). Domani i successivi gradi, come succede talvolta, potrebbero mutare giudizio e dare ragione alla Fininvest, nel senso che non vi è stato alcun danno.
2 – La data della manifestazione, dici, fu spostata. Non significa proprio nulla. Il giudice sapeva bene che c’era una manifestazione il 3 ottobre e che depositare quella sentenza in tale occasione sarebbe stata una bomba, come lo fu nel 1994 l’avviso di garanzia a Berlusconi mentre presiedeva a Milano un convegno internazionale. E’ esattamente lo stesso scandaloso comportamento. Nessuno riuscirà mai a convincermi – a meno che quel giudice non sia un cretino – che non l’abbia fatto apposta.
Vedi, Giulio, quel giudice ha fatto come colui che sta osservando, che so, la raccolta delle foglie secche in un bosco e ad un certo punto ci getta sopra un fiammifero acceso. O è scemo o è irresponsabile. Non sarebbe cambiato nulla se avesse depositato la sentenza qualche giorno dopo, non ti pare? Non ti chiedi perché l’abbia depositata proprio quel giorno?
L’avviso di garanzia del 1994 non devi mai dimenticarlo, Giulio; quella volta andò a buon segno e quel meccanismo riuscito (il governo Berlusconi cadde) si è tentato di replicarlo oggi. Solo che a quel tempo trovò l’appoggio di Oscar Luigi Scalfaro e di due coniglietti che rispondevano al nome di Irene Pivetti e Carlo Scognamiglio, rispettivamente presidente della Camera e del Senato. Quei due mi fecero pena, mentre Scalfaro mi fece arrabbiare perché mostrò la faccia dei peggiori cattolici che si nascondono nelle sacrestie. Io ho creduto alla versione di Berlusconi secondo la quale Scalfaro, al momento delle dimissioni del suo governo, gli promise di tornare alle urne, visto che dal 1993 vigeva già il maggioritario.
Sono coincidenze troppo evidenti per non destare sospetti. Oggi, purtroppo, possiamo solo arguire, con i limiti che ciò comporta. Spero che negli anni futuri, la storia (quella seria, non fatta dai vincitori) scriverà le pagine della verità su questi tristi avvenimenti.
3 – Riguardo alla querela di Repubblica.
L’ho appreso dalla stampa, ovviamente. Scelgo per primo l’articolo di Repubblica. qui.
Ma anche:
http://ricerca.virgilio.it/ricerca?f=hp&qs=Berlusconi+querela+Repubblica
ma puoi cercarne altri in rete.
4 – Sulla corruzione del giudice, tu mi insegni che prima ci vogliono prove per condannare anche Berlusconi. Il penale ha questo di particolare, che le colpe sono individuali, e devono essere provate individualmente. Tutti sapevano che Reina era un mafiodo ma ci ollero delle prove per giungere ad una condanna, ed infine, dopo anni di latitanza, all’arresto. Il teorema “lui non poteva non sapere” applicato nel penale non solo a Berlusconi, ma, se non ricordo male, anche a D’Alema, è sempre di ampia incertezza ed ambiguità.
Prima di dire che Berlusconi è stato un corruttore per quanto riguarda la causa Mills, ad esempio, aspetterei la sentenza di condanna che lo riguardi direttamente.
Sta scritto nel diritto penale che ogni imputato deve considerarsi innocente fino a condanna passata in giudicato. Deve valere per tutti, anche per Berlusconi.
Commento by giuliomozzi — 11 Ottobre 2009 @ 08:22
Bartolomeo, scrivi: “La data della manifestazione, dici, fu spostata. Non significa proprio nulla”.
Bene. Allora dimmi: secondo te, per non interferire, per non coincidere con niente eccetera, in quale data quella corte avrebbe dovuto emettere la sua sentenza?
“Repubblica” è stata citata per danni. Non è stata querelata. Se poi i giornalisti stessi di “Repubblica” si confondono, non so che farci.
Scrivi: “Sulla corruzione del giudice, tu mi insegni che prima ci vogliono prove per condannare anche Berlusconi”.
Ma il risarcimento non è mica stato imposto a Berlusconi. E il magistrato civile non ha mica condannato Berlusconi.
Bart, non possiamo mica fare come Provolino.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 11 Ottobre 2009 @ 09:50
Giulio:
1 – Se la sentenza fosse stata già pronta (come presumo, ripeto: presumo) l’avrei depositata intorno ai primi di settembre. Altrimenti in questi giorni.
Bisognerebbe fare un’indagine (che non so se sia possibile) per accertare i fatti. Ho solo sospetti e questi non valgono ai fini di una prova. So solo che la coincidenza con il 1994 è fortissima. Spero di campare abbastanza per leggere qualcosa di documentato. Forse non se ne interesserà nessuno, ma se io fossi giornalista, vorrei capire il perché di questa coincidenza. Quella del 1994 fu provata nel giro di poco dai fatti che seguirono.
2 – Prendo atto di quanto dici, ossia che non si tratti di querela. Non muta il mio ragionamento sul diritto di Berlusconi a difendersi, anche nella veste di presidente del consiglio.
3 – Grazie per avere evocato il pupazzetto di Pisu che avevo completamente dimenticato.
E’ del tutto evidente, a me pare (e così l’hanno interpretata pure i politici e i media), che la condanna della Fininvest è una condanna al patrimonio di Berlusconi in una strategia che mira a colpirlo economicamente, onde ridurne le potenzialità anche politiche. Una condanna al suo patrimonio è in realtà una condanna a Silvio Berlusconi. Se no davvero ci nascondiamo dietro un dito. Nel post puoi trovare una serie di link che aiutano a entrare dentro il caso.
Uno di questi porta all’articolo di Mario Sechi, che condivido. Parla dell’attacco al patrimonio di Silvio Berlusconi. Il suo titolo è esplicito: “Si combatte la battaglia finale del Cavaliere”.
Un altro articolo che puoi trovare qui, afferma che il giudice desume la colpevolezza da “prova per presunzioni”. Ne riporto la parte che ci interessa:
“«È da ritenere – scrive il giudice -, “incidenter tantum” e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede ». La «corresponsabilità » di Silvio Berlusconi, scrive il giudice Mesiano, comporta «come logica conseguenza » la «responsabilità della stessa Fininvest », questo «per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore, commesso nell’attività gestoria della società medesima ».
«Si è dimostrata la ingiustizia della sentenza Metta (il giudice che fu corrotto da Cesare Previti ndr) e la sua derivazione causale dalla corruzione del giudice Metta, argomento che resiste in ragione del ruolo primario che ebbe il Metta nella formazione della decisione del collegio all’obiezione della collegialità della sentenza. «Ciò posto – aggiunge il giudice Mesiano – deve rilevarsi che se è vero che la Corte d’Appello di Roma emise una sentenza, a parere di questo ufficio, indubbiamente ingiusta come frutto della corruzione di Metta, nessuno può dire in assoluto quale sarebbe stata la decisione che un collegio nella sua totalità incorrotto avrebbe emesso ». ”
Ho trovato illuminante anche l’articolo su Il Giornale di Vincenzo Vitale: “Quei tre buchi che minano il verdetto”.
Se non sbaglio, Vincenzo Vitale è un magistrato. Vedi qui.
Riporto la parte che interessa nella nostra discussione, che è anche la mia risposta sulla implicita e impropria surroga del civile al penale, perché il ragionamento di Vitale, secondo me, non fa una grinza:
“La cosa davvero singolare (e da raccomandare agli studenti affinché si guardino dal cadere nel medesimo errore) è che se nessun giudice penale, investito della questione, aveva potuto in precedenza dichiarare la colpevolezza di Berlusconi, ebbene il dottor Mesiano, in sede puramente civile, non solo lo fa, ma ne trae conseguenze che gli paiono opportune: ciò facendo, il giudice civile si sostituisce al giudice penale, invadendone il ruolo e le specifiche competenze.
La sentenza in tal modo sembra più una sorta di quarto grado rispetto a quelle penali già emesse e definitive, che una semplice sentenza civile: naturalmente, un quarto grado in cui il condannato (Berlusconi) non è stato neppure citato e non ha potuto neppure difendersi.
Né si dica che il ragionamento «presuntivo », invocato dalla sentenza come via percorribile per dichiarare quella colpevolezza è sempre lecito: non lo è affatto allorché il risultato a cui conduce, come in questo caso, esorbita completamente dalle competenze e dai mezzi di accertamento propri del giudice civile.”
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 11 Ottobre 2009 @ 10:10
Giulio, ho aggiunto nel commento ultimo le parole, tratte dal Corsera. Le trovi sopra la citazione del Vitale. Il paragrafo comincia con: E’ da intendere”. Mi è sembrato importante. L’avevo citato anche a Kalle, più sopra.
Commento by giuliomozzi — 13 Ottobre 2009 @ 02:11
Bart, scrivi: “E’ del tutto evidente, a me pare (e così l’hanno interpretata pure i politici e i media), che la condanna della Fininvest è una condanna al patrimonio di Berlusconi in una strategia che mira a colpirlo economicamente, onde ridurne le potenzialità anche politiche”.
Be’: se quella volta un certo giudice non fosse stato corrotto da Cesare Previti con soldi Fininvest, questa sentenza non avrebbe mai avuta la possibilità di esistere.
Siamo d’accordo, almeno, su questo?
g.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 13 Ottobre 2009 @ 08:27
Ti ho già indicato al commento 18 le valutazioni di un magistrato, Vincenzo Vitale, sulla sentenza a riguardo del Lodo Mondadori. E’ più competente di me e ne indica gli errori dal suo punto di vista.
Resto convinto che si tratti di una sentenza politica per il forte richiamo al caso analogo del 1994. Inoltre c’è di sospetto quell’ammontare strepitoso del risarcimento, indicato motu proprio, senza sentire il dovere di ricorrere ad un esperto. Si tratta di valutare aziende complesse, e sono convinto che quel magistrato non abbia le competenze tecniche necessarie per fare a meno dell’intervento di un perito. Di solito il giudice nomina sempre un perito anche per casi di valutazioni semplicissime.
In Italia, Giulio, sarebbe bene che non succedessero tante cose. Se succedono però occorre essere capaci di proseguire con obiettività. A me pare che il giudice di Milano non lo abbia fatto.
Commento by giuliomozzi — 16 Ottobre 2009 @ 15:31
Ma, insomma, Bartolomeo, possiamo essere d’accordo sul fatto che se a suo tempo quel magistrato non fosse stato corrotto da Previti con soldi della Fininvest, Cir non avrebbe mai chiesti i danni?
Sì o no?
E’ rilevante o non rilevante che l’azienda Fininvest abbia avuto ciò che voleva non grazie alle sue buone ragioni, ma grazie a un giudice corrotto?
Sì o no?
g.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 16 Ottobre 2009 @ 19:52
Prima, Giulio, desidero porre alla tua attenzione una parte di quanto scrive il magistrato Vitale, già riportata nel mio commento n. 18:
“È da ritenere – scrive il giudice -, “incidenter tantum” e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede ». La «corresponsabilità » di Silvio Berlusconi, scrive il giudice Mesiano, comporta «come logica conseguenza » la «responsabilità della stessa Fininvest », questo «per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore, commesso nell’attività gestoria della società medesima”
Ora vengo a risponderti:
Il giudice Mesiano attribuisce la corruzione anche a Berlusconi, mentre nessuna sentenza si è espressa finora in tal senso.
Quindi non può esprimere un giudizio che la Cassazione non ha espresso.
Di conseguenza, partendo da un presupposto sbagliato, arriva a coinvolgere la Fininvest in quanto Berlusconi era a quel tempo il suo rappresentante legale o amministratore.
Un tale collegamento è al momento prematuro, in quanto nessuna sentenza ha condannato Berlusconi per corruzione del giudice Metta.
Inoltre, non so come giuridicamente vadano le cose in caso di corruzione di un giudice su tre. Però, devo farti notare, in ogni caso, che i restanti due giudici non sono stati dichiarati corrotti e hanno affermato che la sentenza scritta da Metta l’hanno pienamente condivisa. Su tre giudici, dunque, due non corrotti (la maggioranza) confermano la sentenza della Corte d’Apello.
Tutto ciò, tuttavia, poiché non se n’è tenuto conto e si è ripetuta la causa, immagino che non abbia rilevanza giuridica. Probabilmente la corruzione di un solo giudice è stata bastevole per annullare una sentenza.
Rispondo:
Se si arriverà a condannare:
1 – prima Berlusconi per corruzione,
2 – poi la Fininvest perché ne era il rappresentante legale o l’amministratore, la mia risposta è sì. Ossia la Cir ha diritto al risarcimento, però calcolato da un perito tecnico.
Ma, ripeto, prima occorrono quei passaggi che ancora non ci sono stati in sede penale.
Rispondo alla seconda domanda, strettamente collegata alla prima:
se, dopo gli indispensabili passaggi surrichiamati, si arriverà ad una sentenza di condanna della Fininvest la mia risposta è sì: è rilevante che la Fininvest si sia aggiudicata la sentenza per via corruttiva.
Commento by giuliomozzi — 17 Ottobre 2009 @ 00:43
Bene, Bartolomeo. Una domanda: perché “quei passaggi” non ci sono ancora stati “in sede penale”?
g.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 17 Ottobre 2009 @ 08:14
Quello che interessa qui è che quei passaggi, al momento della sentenza Mesiano, non c’erano ancora stati, e il giudice non aveva il diritto, secondo me, di sostituirsi nel civile al penale.
Tu vuoi alludere al fatto che Berlusconi era protetto dal Lodo Alfano, ma non potete tu eo Mesiano anticipare una sentenza penale che ancora non c’è stata.
Fino al momento della sentenza definitiva, tu me lo insegni, si deve presumere l’innocenza dell’imputato.
Poi devi ricordare che le sentenze penali sono sempre personali.
Commento by Flavio — 22 Aprile 2011 @ 11:24
Resto allibito di quanto si possa proteggere un DELINQUENTE come il nano che rappresenta PURTROPPO l’Italia. TUTTO IL MONDO CI PRENDE COME MODELLO DA EVITARE e alcuni italiani lo difendono citando INUTILI DETTAGLI che sviano la realtà. BERLUSCONI E
UN GENIO DELLA COMUNICAZIONE IN TUTTI I MEDIA TANTO DA RIUSCIRE AD OTTENERE IL LAVAGGIO DEL CERVELLO PER TANTI ITALIANI!! Io ERO di destra, ma per chi è attualmente di destra, esiste una destra alternativa, una destra senza la figura dell'imprenditore corruttore. Non occorrono dettagli di risposta! E
ovvio che mi risponderai che le mie sono tutte sciocchezze! E` come il matto che da del matto alla persona normale! Inutili i dettagli tuoi di riferimento del ‘Giornale’ o addirittura di giornali di sinistra… il fatto oggettivo per il resto del mondo è che Berlusconi è entrato in politica per farsi i suoi comodi ed ora sta pure esagerando! Ho citato l’estero, perchè risulta molto meno sotto le grinfie del maledetto!