La paura del Quirinale27 Giugno 2012 Il titolo è a due sensi. Infatti, la lettera del Quirinale fatta conoscere all’opinione pubblica a giustificare un intervento apparentemente innocuo, in realtà non era affatto necessaria, in quanto ciò che veniva richiesto era già stato stabilito da un protocollo datato circa un anno prima. Dalle intercettazioni, inoltre, appare perfino che il capo dello Stato abbia suggerito al suo portavoce Loris D’Ambrosio di invitare Mancino a incontrare l’ex ministro della Giustizia Claudio Martelli per concordare una versione comune, visto che proprio la testimonianza di Martelli ha inguaiato Mancino. A difendere il capo dello Stato sono scesi in campo praticamente tutti gli altri, coi grandi giornali che hanno ospitato interventi di fior di costituzionalisti a difesa del comportamento del Quirinale. Già questo può costituire la prova che il Quirinale ha davvero compiuto un grave passo falso, tanto da temerne le conseguenze, al punto da non rispondere direttamente alle domande postegli da il Fatto, e lasciando che lo difendessero costituzionalisti titolati. Il capo dello Stato avrebbe dovuto, al contrario, parlare direttamente ai cittadini, per non dare l’impressione, molto forte, di ostacolare la ricerca della verità su quanto è accaduto, chiudendosi peraltro in un mutismo sospetto e irriguardoso nei confronti degli italiani, trattati come fossero sudditi di un monarca assoluto. A mio avviso, a ciò Napolitano è stato indotto dallo strapotere che la politica disastrata di questi mesi gli ha negligentemente consegnato. Oggi il direttore de il Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro, scrive un articolo, che condivido, nel quale risponde ai critici sostenendo che il suo giornale non si tirerà indietro e continuerà a raccontare sulla vicenda ciò che emergerà dai fatti, non guardando in faccia a nessuno, si tratti pure del capo dello Stato. Ci spero, e mi auguro che Padellaro, Lillo e altri giornalisti de il Fatto non si lascino intimidire, come pure Marco Chiocci del Giornale, che ha scritto più di un articolo sul caso. Perché la paura dei giornalisti nei confronti dello strapotere del Quirinale è l’altro senso del titolo di questo articolo. Sarebbe un pericoloso cedimento, ed essi farebbero una magra figura se confrontati coi due giornalisti americani che non si piegarono alle dure reazioni della Casa Bianca e finirono per costringere anche gli altri quotidiani del loro Paese a trattare la vicenda del Watergate, che si allargò così tanto da costringere Richard Nixon alle dimissioni. Vediamo se in Italia qualche giornalista coraggioso sarà capace di infischiarsene dei rischi per schierarsi in toto a favore della democrazia e della giustizia. Letto 1352 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||