Le prossime mosse del Cavaliere12 Novembre 2010 Nella mia vita non mi è ancora capitato di chiedere a Dio un miracolo. Spero che non mi accada, giacché si chiedono miracoli quasi sempre per cose serie e gravi. Non lo chiedo quindi nemmeno per il mio Paese, nella speranza che il suo popolo sia ancora avveduto e saggio, e che il male che lo infetta sia solo a causa della sua classe dirigente, che deve essere disinfettata al più presto dal voto elettorale. Ma chiedo, imploro, che Berlusconi tenga la barra dritta e confermi, una volta rientrato in Italia, la sua posizione espressa a Seul: Non mi dimetto e Fini mi sfiduci in Parlamento. È una posizione forte, ineccepibile, che nessuno può criticare. Gli arzigogolii espressi ieri sera ad Annozero da Italo Bocchino (sempre più in difficoltà ) e da Casini hanno fatto sorridere più di un telespettatore. Vorrebbero che Berlusconi si dimettesse volontariamente e togliesse loro le castagne dal fuoco. Soprattutto le togliesse a Fini, che non ha il coraggio di votare la sfiducia e vorrebbe sottrarvisi. Ma ormai la partita a scacchi sta per finire. Lo scacco matto è prossimo. A meno che, respirando Berlusconi, tornato a Roma, l’aria infetta delle colombe, non si faccia convincere ad una smidollata trattativa con Fini dal solito Gianni Letta. Anche Umberto Bossi non mi ha convinto molto. Continua a sostenere che ancora c’è uno spiraglio per un governo bis. Ma il governo bis è un trappolone. Non si vede, in primo luogo, come possa formarsi una nuova maggioranza. La Lega Nord non vuole Casini, Casini non è d’accordo su alcuni temi proposti a Bastia Umbra da Fini, redarguiti anche dalla Chiesa, a cui Casini vuole rimanere fedele. Ma il Fli, con evidente contraddizione, vuole anche l’Udc nella nuova maggioranza. Non credo proprio che questa eventuale maggioranza possa avere gambe per camminare. Né posso immaginare che anche dalle parti del centrodestra si voglia mettere su un’armata Brancaleone per fare una nuova legge elettorale. Sarebbe da ridere. La legge elettorale è un puro pretesto del centrosinistra. E Napolitano lo sa bene. Sa bene, ossia, che se davvero si vuole modificare la legge elettorale, lo si può fare con questo Parlamento e con questo governo. La sola condizione per proporla è la più semplice: che ci sia un orientamento comune e intorno ad esso si possa raccogliere una maggioranza. Se il centrosinistra ha già raggiunto, insieme con Fini, una proposta comune, si inizi pure a discuterla in Parlamento. Chi glielo vieta? Se invece una proposta comune (com’è probabile) non c’è, figuriamoci se si possa abbattere un governo per farne un altro che consumerà mesi su mesi in un dibattito sulla legge elettorale che non interessa a nessuno, e che non è certamente una priorità per il Paese. Si accusa (ingiustamente) il governo di non fare nulla e poi come risposta si perderebbero mesi e mesi per discutere di una legge elettorale che non ha niente a che vedere con i problemi dell’economia e dei posti di lavoro. Napolitano ha già fatto sapere che non consentirà la formazione di una nuova maggioranza che si occupi della sola legge elettorale. Ma Napolitano deve anche stare attento a come si muoverà . Perché non può neppure autorizzare una maggioranza e un programma che non siano passati dal consenso elettorale. Come ho già scritto, la Costituzione non gli dà questo potere. Il Parlamento è delegato a esercitare i suoi poteri nel rispetto della linea tracciata dalla volontà popolare. Non può andarle contro. Non gli è consentito. Ma questa è la fase che si aprirà quando il governo avrà la sfiducia. Sappia che Fini, a partire da Bastia Umbra si è infilato in un cul de sac, e non può più tornare indietro, per le ragioni che ho già scritto. Attenzione. Berlusconi non è obbligato a salire al Colle. Non c’è infatti nessun ministro tra i sostituiti. Quindi non c’è l’obbligo del giuramento. Ma questa strada non sarebbe la mossa giusta. È una fase questa in cui bisogna scoprire anche Napolitano. L’ascesa al Colle ha proprio questo significato. Infatti Napolitano non potrà far finta di nulla. Non potrà non sentire, non vedere e non parlare come ha fatto finora nei confronti delle anomalie del suo presidente della Camera. Dovrà consigliare a Berlusconi, dopo tutto il maremoto che è successo fin qui, di verificare se abbia ancora la fiducia del Parlamento. Napolitano sarebbe ben felice di sottrarsi al consiglio, ma il suo ruolo glielo impone, e commetterebbe altrimenti una grave sottrazione ai suoi doveri di guida e di chiarezza. Ma anche Napolitano ieri ha fatto un passo falso, allo stesso modo di Fini a Bastia Umbra. Che cosa significa in soldoni? Significa che Napolitano ha suggerito implicitamente all’opposizione di far cadere presto Berlusconi, in modo da avere un pretesto accettabile anche dall’opinione pubblica per varare un governicchio che abbia tra i suoi punti principali quello dell’approvazione della legge di stabilità , ancora più importante della legge elettorale. Questo è il piano che gira nella testa del nostro capo di Stato. Di modo che, quando salirà al Colle e Napolitano gli consiglierà di verificare se abbia la maggioranza in Parlamento, Berlusconi gli farà presente che nel giorno stabilito in Senato per l’approvazione della legge di stabilità , egli porrà anche la fiducia. Molto probabilmente questa fiducia l’otterrà al Senato, e così passerà alla Camera, dove Fini non potrà far nulla per rimandarne l’approvazione, essendo diventata, la legge di stabilità , nella situazione ingarbugliata in cui ci troviamo, necessità inderogabile per il bene del Paese. Dunque, approvata la legge di stabilità , essa non sarà più un’arma che potrà utilizzare chi voglia dar vita al governo di palazzo. Napolitano in testa. Aperta la crisi, il Pdl e la Lega Nord non dovranno fare altro che rifiutare qualsiasi nuova maggioranza di palazzo, chiamando gli elettori a manifestazioni di sostegno, e disertando i lavori del Parlamento e delle commissioni. Letto 1578 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by Mario Di Monaco — 12 Novembre 2010 @ 13:40
Se c’è una cosa di cui Berlusconi può esser certo di andar fiero e che, ritengo, sia il motivo principale del suo successo nel rapporto con gli elettori, è la sua ostinata battaglia per affermare la supremazia della volontà popolare sulle manovre di palazzo.
E non credo proprio che egli, anche in un momento così difficile,  in cui l’armata degli sfasciacarrozze infierisce menando alla cieca poderosi colpi di maglio, intenda venir meno al suo impegno facendosi abbindolare dal canto ingannevole di qualche colomba.
Commento by D'Asdia Norma — 12 Novembre 2010 @ 13:41
Lei, caro Di Monaco,  ha già detto tutto, il miracolo sarebbe veramente auspicabile. Purtroppo con gli italiani c’è d’attendersi di tutto: la loro storia li ha abituati a correre sempre verso il vincitore o quello che pensano possa essere il vincitore. Sempre l a loro storia li ha abituati si ad un certo realismo, ma anche ad un certo cinismo ed ad una grande mutabilità . Il primo colpevole  della grave situazione attuale   è senza dubbio il Presidente della Repubblica e anche qui lei Di Monaco ne ha date le buone ragioni,  io aggiungerei   kl’tà limite.  In quanto a  Fini,  Ego Mega,  è ormai diventato il Pompiere Piromane, Casini  il Camaleonte, con il suo sussiego cavilloso ha ormai scoperto le carte, Bocchino con   giubilazione feroce prepara si  la Vittoria, ma quella di Pirro!  Â
Commento by giuliomozzi — 12 Novembre 2010 @ 15:25
Bart, scrivi: “Napolitano ha già fatto sapere che non consentirà la formazione di una nuova maggioranza che si occupi della sola legge elettorale”.
Sei sicuro? Puoi citare il documento o la dichiarazione?
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Commento by Bartolomeo Di Monaco — 12 Novembre 2010 @ 17:21
Lo disse qualche tempo fa, non so dirti di più. Quando le acque non erano così agitate.
Commento by giuliomozzi — 12 Novembre 2010 @ 17:56
Perché, a memoria mia, non l’ha proprio detto. Ha piuttosto respinto ogni tentativo di fargli dire prima ciò che farà poi.
Commento by cletus — 12 Novembre 2010 @ 18:15
penosa la figura di Bocchino. Il piglio del lacchè che si ribella e cerca l’occhio di bue su un’esistenza altrimenti illuminata solo dal vuoto assoluto. Re per una notte, va bene cosi…
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 12 Novembre 2010 @ 19:57
Giulio, non so documentarlo, ahimé.
cletus, quando cadrà Bocchino farà un rumore assordante.
Commento by Clara — 13 Novembre 2010 @ 08:32
Spero solo dott.Del Monaco che napolitano ( il minuscolo è d’obbligo ) si ticordi dell’ART:88 dove dice :”IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PUO’, sentiti i loro presidenti, SCIOGLIERE LE CAMERE O ANCHE SOLO UNA DI ESSE! “
…..La richiesta, quindi, a Napolitano sarebbe quella di sciogliere solo la Camera dei deputati. E’ una ipotesi di scuola, certamente, mai accaduta, ma la Costituzione è chiara: si può fare. Berlusconi potrebbe sottolineare l’impossibilità di governare in una sola delle due Camere, forte del fatto che è il suo governo ad essere espressione del voto libero e sovrano dei cittadini. Il desiderio del popolo, che sulla scheda elettorale ha scelto una coalizione il cui capo era Silvio Berlusconi, non viene rispettato da una sola Camera.
Per questo può chiedere l’attuazione pratica dell’articolo 88 della Costituzione. Così facendo tutti i deputati verrebbero mandati a casa, compreso il loro Presidente, e si tornerebbe a votare.
http://www.daw-blog.com/
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 13 Novembre 2010 @ 08:43
Sono perfettamente d’accordo, Clara. La Costituzione lo prevede, e quindi la richiesta  sarebbe legittima.
Ma Fini, nella sua veste di presidente della Camera, che cosa consiglierebbe a Napolitano?
Fini non si dimette dalla carica proprio per giocare anche questa carta in suo favore.
Un’anomalia che le opposizioni non vogliono vedere.
Commento by giuliomozzi — 13 Novembre 2010 @ 10:33
E’ difficile documentare, infatti, qualcosa che non esiste. Credo che dovresti correggere il tuo testo in quel punto, Bart.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 13 Novembre 2010 @ 13:15
Non lo correggo perché quella dichiarazione ci fu. Non posso rintracciare il documento.
Ricordo che avvenne tempo fa nel corso di una delle visite di Napolitano da qualche parte. La televisione trasmise l’occasione. Napolitano era circondato dai giornalisti, e uno di questi gli domandò che cosa ne pensasse, in caso di crisi, di un governo a termine messo in piedi per modificare la legge elettorale. E Napolitano rispose all’incirca: Per la sola legge elettorale mi pare un po’ poco.
Commento by Cesare — 14 Novembre 2010 @ 16:24
Io rimango allibito. Qual e’ esattamente il senso di rifare le elezioni nella sola Camera? Supponiamo che poi Berlusconi non ottenga la maggioranza: si sono sprecati i soldi delle elezioni per niente? Ma come si puo’ seriamente appoggiare una simile idea?
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 14 Novembre 2010 @ 18:36
Ti rimando, Cesare, all’articolo nuovo di oggi.
Commento by Simone — 18 Novembre 2010 @ 12:18
A volte mi chiedo come è possibile parlare di materie che proprio non si conoscono. Secondo te Napolitano non potrebbe dare il via ad un nuovo governo con una nuova maggioranza alla Camera e al Senato perchè la Costituzione non glielo consente. Assurdo! Se ci fosse una nuova maggioranza il Presidente Napolitano ha l’obbligo di dare un mandato ad un nuovo Presidente del Consiglio.
Ho anche visto che continui a sostenere (sostenere non spiegare perchè non ne hai le basi) che questa tua fantasiosa teoria deriva dalla nuova legge ellettorale del 2005. Ti invito a metterti in contatto anche semplicemente con uno studente di diritto costituzionale e vedrai che te lo spiegherà .
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 18 Novembre 2010 @ 13:18
Moderati, Simone, che stai dando di fuori. Sei un lettore troppo distratto. Non posso perdere tempo con uno che non capisce (o finge di non capire) ciò che legge.
Le prossime volte riporta tra virgolette le frasi che contesti, altrimenti non posso ripetere con te le stesse cose. E’ stancante e non ho tempo. Mi sempre tu, quello che non è preparato.
Commento by Simone — 18 Novembre 2010 @ 17:21
“Perché non può neppure autorizzare una maggioranza e un programma che non siano passati dal consenso elettorale. Come ho già scritto, la Costituzione non gli dà questo potere. Il Parlamento è delegato a esercitare i suoi poteri nel rispetto della linea tracciata dalla volontà popolare. Non può andarle contro. Non gli è consentito.”
La Costituzione non parla di maggioranze più o meno degne e non parla di programmi. Anzi dice proprio il contrario quando con l’art. 67 svincola i membri del Parlamento dal mandato ricevuto dagli elettori. Se il tuo ragionamento fosse fondato allora l’art.67 non avrebbe ragione di esistere. Il giorno dopo le elezioni i rappresentanti potrebbero formare una maggioranza completamente diversa ma se di maggioranza si tratta il Presidente della Repubblica non potrebbe che prenderne atto. I membri del Parlamento ne risponderanno al popolo al momento di nuove elezioni. Abbiamo visto innumerevoli volte maggioranze cambiare nella storia dell’Italia Repubblicana e la Costituzione da allora non è cambiata. E’ cambiata solo la legge elettorale che non essendo di rango costituzionale non cambia i diritti e doveri sanciti dalla Costituzione.
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Commento by Bartolomeo Di Monaco — 18 Novembre 2010 @ 18:58
Simone, tu cominci a leggermi ora. Ho già scritto altri articoli sul coordinamento tra l’articolo 1, l’art. 67 e i poteri del Parlamento.
Cercateli e capirai quello che ho scritto (che è una conseguenza di quegli svolgimenti). Non posso cercarteli io. Mi dispiace.
Commento by Simone — 19 Novembre 2010 @ 09:29
Dispiace anche me non rilevare un minimo di onestà intellettuale: tu stesso, in varie tue esternazioni, hai preso in esame l’ipotesi che si possa creare un governo sorretto da una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne; salvo poi minacciare la guerra istituzionale. Allora questo governo si può fare o non si può fare?
Sai benissimo che si può fare ed è per questo che lo temi e minacci (si fa per dire) proteste senza precedenti. Non hai nulla da spiegare, temi solamente che appena Berlusconi scende dall’amata poltrona riparta il processo Mills che nel giro di 90 giorni possa giungere ad una sentenza dal sapore piuttosto scontato.
Comunque su questo aspetto stanno giocando un ruolo gli ex DC del Pdl (che sono circa una 30ina). La data scelta per la fiducia non è stata scelta a caso. Si sta cercando un salvacondotto giudiziario per il Cavaliere che permetta di aprire una fase nuova. Infatti anche se Berlusconi ottenesse la fiducia sappiamo tutti che comunque non riuscirebbe a governare.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 19 Novembre 2010 @ 12:27
Simone, stai accumulando strafalcioni. Io non difendo nessuno, nemmeno Berlusconi, io difendo la governabilità , per il rispetto che si deve agli elettori.
Quella del 14 dicembre è una tua minchioneria. Stamani la finanziaria è stata approvata alla Camera, probabilmente verrà approvata in fretta anche la Senato, come avevo previsto, e la fiducia si voterà forse prima di quanto stabilito. Ma la data del 14 non è stata stabilità da Berlusconi, bensì dalle tre cariche istituzionali.
Non posso più risponderti. Lo faccio sempre per educazione. Ma ti risponderò d’ora in poi, solo se dirai cose nuove e interessanti. Le tue elucubrazioni a ruota libera non mi interessano. Puoi farle, perché la rivista è libera, ma non sono obbligato ad usare il metodo della mia replica ad ogni costo. Anche l’educazione, se messa a dura prova,  ha un limite.
Commento by Simone — 19 Novembre 2010 @ 13:06
I miei sono commenti ai tuoi articoli che considero puramente propagandistici e di bassa cultura giuridica. Non ho mai chiesto le tue repliche e neanche ti devi sentire in dovere di farle. Comunque dopo avere letto le tue esternazioni sostenere che non difendi Berlusconi è davvero una minchioneria.
Commento by cletus — 19 Novembre 2010 @ 23:28
la mia è solo un’incursione, non ha nulla di stucchevole, non si appoggia a testi sacri ma muove semplicemente dal buon senso. Ferme rimanendo le mie critiche alla lentezza con la quale questo governo ha operato, in particolar modo sul fronte dell’economia (misure per rilanciare i consumi, Iva per cassa, detassazione ect), ma può essere un argomento quello di affidare la formazione di un governo a forze che sono uscite battute dalle urne ? In quale altra democrazia può valere un principio cosi incurante della volontà popolare ? Piuttosto, e qui il vero dramma della mancanza di un’opposizione seria, invece di ingenerare sospetti di inaffidabilità , perchè non ci si interroga (ma davvero) sul come sia stato possibile che la maggioranza degli elettori abbiano dato la propria fiducia ad un personaggio cosi screditato ? In altri termini: finchè la sinistra spera di poter arrivare al potere con arzicocoli di palazzo e non affronta il vero nodo del suo vuoto culturale nel paese (pur occupando i suoi epigoni i posti chiave della cultura, giornali e tv) cercando di ottenere lei il consenso della maggioranza degli elettori, saremo qui a sopportarci Berlusconi e la sua band ancora per chissà quanto. Amen.
Commento by Simone — 20 Novembre 2010 @ 09:28
Concordo con quanto scritto da cletus, in effetti si tratta di opportunità politica e di un problema di democrazia. Bisogna anche mettere sul piatto che i “problemi” di Berlusconi cominciano ad essere pesanti un po’ per tutti. Non credo che si possa mai arrivare ad un ribaltone vero e proprio ma se cade Berlusconi si aprono reali possibilità di una coalizione che raccolga anche buona parte di chi ha vinto le elezioni, e questo sarebbe un po’ meno grave. Un conto è constatare che un ribaltone non potrebbe essere una scelta opportuna un altro conto è piegare la Costituzione a sostegno di una illegittimità che non esiste. Sicuramente bisogna fare i conti con il fatto che se Berlusconi ottenesse la fiducia di fatto poi non riuscirebbe a governare.