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I tiratori scelti di Di Pietro

5 Febbraio 2010

Intanto fatemi dire una cosa che se proprio non c’entra in quello che dirò di seguito, ce la faccio entrare lo stesso con la magia della penna.

Ogni tanto mi capita di andare a prendere il mio nipote Lorenzo di 10 anni all’uscita dalla scuola del mio paese.
Qualche giorno fa fu il mio turno. Nell’attesa, mi trovai a fianco di una madre che criticava la Gelmini per lo stato in cui si trova la scuola italiana.
Nulla da eccepire. Lo stato è disastroso quasi dappertutto. Manca personale e mancano le attrezzature. Un po’ come avviene nelle cancellerie dei tribunali. Occorrono tante cose,   e risorse da investire. Non è un problema di oggi, sono stati inerti molti governi di ogni colore. Questo di Berlusconi è il primo che si muove impegnandosi a costruire una scuola vera, da cui uscire preparati, e a  mettere a disposizione tanto nella scuola quanto nella magistratura,  pur in presenza di una crisi economica profonda,  alcuni stanziamenti di un certo rilievo.

Non si può fare di più. Le notizie di questi giorni sulle condizioni disastrose in cui la crisi mondiale sta gettando la Grecia, la Spagna e il Portogallo, devono indurci a riflettere e  ad apprezzare quanto il governo italiano è riuscito a fare e sta facendo per limitare i danni. Glielo riconoscono in Europa e in America, ma non glielo riconosce la nostra opposizione, ancora chiusa nel suo piccolo e ingiallito orticello in cui continua a celebrare la demonizzazione dell’uomo Berlusconi.

Ebbene, con questa signora il discorso, seppure frettoloso, si è presto allargato alle magagne del premier e alla legge sul legittimo impedimento licenziata dalla camera dei Deputati e ora destinata all’aula del Senato.
Faccio rilevare  a questa signora che il bene primario da tutelare in un Paese democratico è la governabilità, e quindi il legittimo impedimento  è necessario visto che il presidente del Consiglio da gennaio a fine marzo avrebbe dovuto presenziare a ben 23 udienze. Come si può governare un Paese in una tale condizione? Non dimenticandoci peraltro che Berlusconi è stato eletto a grande maggioranza dai cittadini che già conoscevano le sue vicissitudini giudiziarie.

E’ falso, mi ha subito rinfacciato con una certa irritazione. E’ falso: Fanno girare la voce che ha 23 udienze per giustificare il legittimo impedimento. Ma il dato è falso.
In questi giorni le consegnerò copia del discorso che Fabrizio Cicchitto ha tenuto il 2 febbraio alla Camera per la dichiarazione di voto del Pdl, in cui parla di 22 udienze alle quali è chiamato a presenziare Silvio Berlusconi. Da tale discorso estraggo:

“In questo contesto la ragione elementare del provvedimento che stiamo per approvare è stata sottolineata fra gli altri dall’onorevole Contento. Egli ha ricordato che nei prossimi 72 giorni il tribunale di Milano ha fissato 22 udienze per i due processi a carico di Berlusconi, cioè in media un udienza ogni tre giorni, calcolando le domeniche: ciò comporta l’impossibilità di governare.”

Non lo affermo dunque io (che ho detto 23 perché mi pare che qualche giorno fa una udienza è stata rimandata), ma un autorevole esponente politico, e in un’aula parlamentare.

Racconto questo episodio, per dire che è difficile ragionare con persone che appartengono all’area di sinistra. Ricevono ordini e quelli eseguono con il paraocchi. Sono sicuro che anche sul documento che le consegnerò, la signora avrà da recriminare qualcosa.

Ieri sera ad Anno Zero è avvenuta la stessa cosa.

Riguardo alla foto pubblicata dal Corriere della Sera che ritrae Antonio Di Pietro seduto a pranzo accanto a Contrada, e sulla quale foto si sono aperte molte congetture, ecco che Michele Santoro ha schierato ben tre tiratori scelti in difesa dell’ex magistrato: Luigi De Michelis, anch’egli ex magistrato e ora dell’Idv, Marco Travaglio, che ormai recita sempre il solito e ormai noioso monologo contro Berlusconi, e anche questa volta parlando della foto di Di Pietro ha approfittato per cospargere un altro po’ di veleno  su di lui, e – dulcis in fundo – Giorgio Bocca che, con tutto il rispetto per la sua età, mi è sembrato un po’ fuori del mondo.

La canzoncina che tutti assieme hanno cantato è stata una solenne accusa al Corriere della Sera e al suo giornalista, autore dell’articolo incriminato, Felice Cavallaro,  per avere osato tanto.
Il povero Felice Cavallaro pareva il classico vaso di coccio in mezzo a tre vasi di ferro; era palesemente intimorito e nessuno, nemmeno l’avvocato e onorevole Ghedini, ha saputo far notare che quei tre paladini della libertà di stampa stavano, con quel j’accuse,  attentando proprio alla libertà di stampa.

Vedete? La signora e questi tre paladini della libertà, della verità e della democrazia, hanno molto in comune. Alla signora non è passato manco per la testa che la verità poteva essere diversa da quella che le hanno lasciato credere; e i tre tiratori scelti non si sono minimamente preoccupati di riflettere – tutti  accecati dalla loro foga – che con l’aggressione al povero giornalista facevano a pugni con la difesa della libertà di stampa da essi ostentatamente e ipocritamente vantata le volte in cui faceva comodo

Qualche parola, ora,  sulla solidarietà manifestata a Caltanissetta ai giudici minacciati dalla mafia, ed in particolare al giudice Giovambattista Tona. Le immagini mostrate ad Anno Zero fanno piacere giacché dimostrano che qualcosa si sta svegliando nel sud, caratterizzato dalla piaga dell’omertà. Ed anche che ci sono giudici che stanno volontariamente in prima linea rischiando la vita per compiere il proprio dovere.
La speranza è che questa solidarietà si espanda e raggiunga l’intera città, l’intera Sicilia e l’intera penisola.

Detto questo, non bisogna cadere nell’errore, però, di assolvere la magistratura dalle sue colpe. Lo Stato ha le sue, ma molte sono dovute alla stessa magistratura per  le sue inefficienze interne. Negare questo significherebbe allontanarsi dalla risoluzione del problema.
La situazione disastrosa in cui versa la magistratura è ben fotografata dalla relazione del ministro Angelino Alfano.

E’ da quella che occorrerà partire.

Articoli correlati”Di Pietro, il viaggio negli Usa e il mistero di quell’assegno” di Felice Cavallaro. Qui.

“E adesso a far paura sono i debiti pubblici” di Nicocla Porro. Qui.

“Gli ex amici minacciano Di Pietro” di Peppino Caldarola. Qui.

“Di Pietro, assegno misterioso da 50mila dollari” di Paolo Bracalini. Qui.

“Il ricordo. Faceva l’amicone di tutti. Come una spia da manuale” Qui.

“Durante Mani pulite «teneva d’occhio » l’ex pm”. Qui.

“Tra fiction e realtà. La cena di Leonardo e quella con Contrada”. Qui.

“Gli altarini di Tonino”. Qui.

“Ma quale mistero, ecco la vera storia dell’assegno”” di Luca Telese. Qui.

“Una Tv chiusa finanziò Di Pietro” di Alessandro sallusti. Qui.

“Di Pietro si mangia il Pd”. Qui.

“L’Idv “assolve” De Luca con standing ovation ” di Paola Zanca. Qui.

“Berlusconi non si sottrarrà alla giustizia”. Qui. Da cui estraggo:

“«Il bivio – ha aggiunto il Guardasigilli – è tra il dovere del presidente del Consiglio di governare e il diritto di difendersi dai processi: basti pensare che Berlusconi avrebbe presto dovuto affrontare 23 udienze in 65 giorni. Ma non è al riparo della giustizia, perché sarà giudicato quando avrà finito di governare ».

“La strana bugia di Di Pietro: “Non conosco quest’uomo”” di Gian Marco Chiocci. Qui.

“Di Pietro nega all’Idv la lista delle sue ricchezze” di Paolo Bracalini. Qui.


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26 Comments

  1. Commento by Giorgio — 5 Febbraio 2010 @ 10:37

    Ho letto l’articolo e mi stupisco della sua ingenuità, non so quanto volontaria o indotta.

    Ma lei davvero prende per “oro colato” quello che può dire un ex piduista come Cicchitto? Risponderà: è un deputato! ok, ma non sarebbe la prima volta che un politico, in generale, estremizzi certi dati a suo piacimento.

    Poichè su questo dato, di “incontrovertibile verità”, secondo lei, ha, non solo costituito un intero pezzo, ma pretende di potersene servire per dare lezione alla “sventurata” signora le consiglierei  di valutare documenti, non parole, e mi permetto di insistere esortandola a leggere non veline o cartacce qualsiasi, ma qualcosa di ufficiale e privo di contaminazioni politiche.

    Lei mi sa che rimprovera alla signora quello che fa anche lei, sente solo una campana.

    La stupirò ma non sono di sinistra.

     

    saluti,

    Valenti Giorgio

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Febbraio 2010 @ 10:55

    La storia del piduista che fu Cicchitto aprirebbe un discorso ampio sulla credibilità in generale delle persone che tanto a destra che a sinistra hanno avuto un passato oscuro.

    Quello che importa delle persone che hanno avuto un passato discutibile (vale per i pentiti, perché non deve valere per loro)  è se le dichiarazioni rilasciate, oggettivamente possano essere credibili. Cicchitto le ha fatto in un’aula parlamenetare senza che nessuno, vuoi in quella sede, vuoi sui giornali avversari sia del Pdl che del legittimo impedimento,   lo abbia smentito.
    Del resto quel numero lo avevo sentito già pronunciare in un’altra sede (Tv) senza che sia stato in grado di ricordare quale fosse.

    Il documento di Cicchitto non è un intervento personale, ma fa parte della dichiarazione di voto di un partito, espressa dal suo capogruppo.

    Se sono menzogne, lei, contrariamente a quanto hanno fatto gli altri con il loro silenzio, dovrebbe fornirmi un’altra fonte altrettanto autorevole. Altrimenti le sue sono soltanto chiacchiere, rispettabili, ma sempre chiacchiere. Qui un documento è stato riportato, ed è autorevole, per i motivi che le ho ricordato.
    Me ne porti lei un altro di un certo peso.

    Anche l’Anm contesta la relazione del ministro Alfano. Ma io preferisco la fonte ufficiale del ministro. L”Anm è uno schieramento di parte. Alfano è il ministro della giustizia, che risponde di quello che dice e fa a tutti gli italiani.

    Contano anche le sedi e le circostanze in cui certe dichiarazioni vengono espresse.
    Attendo, dunque, sulla dichiarazione di voto di Cicchitto (e, se vuole, anche sulla relazione del ministro) la sua documentazione contraria, altrettanto autorevole.

  3. Pingback by Bartolomeo Di Monaco » I tiratori scelti di Di Pietro — 5 Febbraio 2010 @ 12:06

    […] Prosegue Articolo Originale: Bartolomeo Di Monaco » I tiratori scelti di Di Pietro […]

  4. Commento by Giorgio — 5 Febbraio 2010 @ 12:42

    Dalla sua risposta noto che lei non ha verificato, si è limitato a riportare per vera la notizia data dal piduista.

    E questa risposta mi basta.

    Questo è quello che ha affermato Berlusconi:  “I miei avvocati insistono che se andassi in tribunale non mi troverei di fronte a delle corti giudicanti, ma a dei plotoni di esecuzione”.

    Quindi questo  legittimo  impedimento non è stato ideato per gli impegni del Berlusconi ma per la volontà di non farsi processare, ne ora ne mai.

    E se questo lei ancora non l’ha capito, mi sembra grave.

    Io diffido da chi mi racconta “balle” e invito lei a segnarsi in rosso questa frottola degli impegni di governo, e vedrà che come me, alla quinta balla evidenziata in rosso, non crederà a nessuna parola che provenga da quella fonte.

    Saluti

  5. Commento by Ambra Biagioni — 5 Febbraio 2010 @ 12:42

    Parte il congresso del partito. Fucili puntati su Tonino qui

    Tonino si leggeva l’Unità di nascosto qui

  6. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Febbraio 2010 @ 13:12

    Lei è prevenuto, Giorgio e finge di non capire ciò che le ho risposto. Io ho riportato documenti e discorsi fatti in sedi importanti. Lei non porta niente.
    Fra le due affermazioni, la mia e la sua, solo la mia poggia su qualcosa di concreto.

    Finché lei non mi smentisce con qualche altro documento autorevole, mi dispiace dirglielo, ma  costruisce solo nebbia di campanile, e non ragionamenti.
    Lei diffida, ma, ripeto, non porta niente a suffragio della sua diffidenza. Non è un comportamento logico, mi pare.

    Resto ancora in attesa delle prove contrarie.  

  7. Commento by Giorgio — 5 Febbraio 2010 @ 15:43

    Tesi: da gennaio a fine marzo, 22 o 23 udienze.

    Al momento Berlusconi ha due procedimenti in corso: Uno relativo alla presunta corruzione di David Mills, la cui udienza è stata fissata per il 27 febbraio (1).

    http://www.corriere.it/cronache/10_gennaio_15/berlusconi-processo-mills_b521961c-01d0-11df-866a-00144f02aabe.shtml

    L’altro procedimento è relativo ai diritti televisivi Mediaset dove dal 18 gennaio è stato stilato un calendario di udienze (7)

    http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-774782/diritti-tv-processo-rinviato-25/

    8 udienze su 22/23

    Come volevasi dimostrare la tesi non è verificata.

  8. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Febbraio 2010 @ 19:55

    Caro Giorgio, ma lei ha citato solo quelle di Milano!
    Fossero solo quelle. L’accanimento giudiziario contro Berlusconi riguarda varie magistrature.
    In ogni caso, vedrò di darle qualche altro elemento, a meno che non mi aiuti    nella ricerca, risparmiandomi tempo,  qualche lettore.
    Intanto sono riuscito a sapere che in una trasmission televisiva di poco tempo fa (forse Anno Zero) fu direttamente l’Avv. Ghedini a parlare di 23 udienze entro marzo, e nessuno meglio di lui può saperlo.
    Spero di poterle offrie qualche ulteriore documento.
    In ogni caso ritengo una prova più che adeguata la dichiarazione (da nessuno smentita) di Cicchitto alla Camera. Assai più importante della fonte giornalistica da lei citata.

  9. Commento by Giorgio — 5 Febbraio 2010 @ 20:42

    Ma lei non è un giornalista?

    Forse l’ho dato per scontato, perchè se lo fosse come credevo, quello che lei scrive: e cioè che le parole di un piduista sono più importanti di due fonti giornalistiche di due quotidiani importanti e non di sinistra (li ho scelti non a caso) come il corriere e il sole24ore basterebbe per farla radiare dall’albo, almeno moralmente.

    Lei non ha fornito documenti, ma dichiarazioni, di un piduista e ora spunta fuori la dichiarazione dell’avvocato del parte in causa.

    Insomma due fonti di notevole spessore e distanza dal soggetto inquisito.

    Non solo non ammette che forse si è sbagliato ma cerca aiuto, magari qualcuno che la pensa come lei e così la buttiamo in “caciara”.

    Arrivederci e non abbia paura di cambiare idea.

  10. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Febbraio 2010 @ 21:53

    Non si nasconda dietro un dito. I documenti (non sono dichiarazioni, ma sono diventati documenti depositati agli atti della camera. Spero capisca la differenza), quei documenti  che le ho citati sono autorevoli e più che sufficienti per avallare   un articolo. Cito sempre le mie fonti, come ho fatto in questo caso.   E lei non può smentirle, citandomi un numero parzialissimo, che non significa un bel niente.

    Qui nel blog possono intervenire tutti, come ha fatto lei. Ci possono essere altri che hanno fonti alternative che possono aiutare, non me, ma lei a convincersi. Visto che lei non si fida di me. E’ un gesto democratico e di cortesia che le faccio. Non avrei bisogno di andare a cercare altro. Quello che le ho già provato è bastevole (lei dovrebbe contestare Cicchitto e non me).

    Per alcuni miei dati, può andare qui.

  11. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 6 Febbraio 2010 @ 14:53

    Dunque, se non crede a me e a Cicchitto, le linko un articolo della Stampa, datato 13 gennaio 2010, che conferma quanto le ho già scritto.   Lo trova qui.
    Il titolo le dà già la risposta: “Le 23 udienze del Cavaliere” di Ugo Magri.

    Questa mia generosità è dovuta al fatto che è mio desiderio contrastare (mi documento sempre) coloro che, come lei e quella signora indicata nell’articolo, parlano solo perché hanno aria nei polmoni e tendono a diffamare le persone.

    Spero che questa lezione le serva per il futuro.
    Per rispondere alla sua esecrazione con lo stesso sprezzo: Lei dovrebbe essere radiato addirittura dalla società civile. Direi che dovrebbe vergognarsi e presentare le sue scuse tanto a me che all’onorevole Cicchitto, diffamati gratuitamente.

    Dubito che gente come lei avrà mai il coraggio di ammettere le proprie falsità.
    Che la mia generosità  le serva, tuttavia, di lezione per la sua vita, e soprattutto per acquistare  quel senso del rispetto per gli altri, soprattutto se non li si conosce, che le manca.

    Ho visto dall’IP che dovrebbe vivere non lontano da casa mia. Forse sa anche dove abito. Venga a conoscermi e magari a farmi le sue scuse di persona.
    Poi le faccia per iscritto anche all’onorevole Cicchitto.

    Concludo con le sue stesse parole:
    “Arrivederci e non abbia paura di cambiare idea.”

  12. Commento by Felice Muolo — 6 Febbraio 2010 @ 16:50

    Che bei vicini hai, Bart.

  13. Commento by Ambra Biagioni — 6 Febbraio 2010 @ 17:10

    Caro Bart, leggi il commento di Duepassi e sorridi.

  14. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 6 Febbraio 2010 @ 20:25

    @Felice

    Mi sono sbagliato. Ho guardato l’IP di un altro commentatore.
    Giorgio Valenti scrive da un pc della Sicilia sudorientale.

  15. Commento by Ambra Biagioni — 6 Febbraio 2010 @ 20:45

    Sai quanti asini ci sono sul mercato ?

  16. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 6 Febbraio 2010 @ 20:47

    @Ambra, se avrò tempo sul tardi ci farò un articoletto.

  17. Commento by Ambra Biagioni — 6 Febbraio 2010 @ 20:49

    Sarà utile.

  18. Commento by Giorgio — 6 Febbraio 2010 @ 21:34

    Cos’è la morsa una tarantola?

    La sua risposta la trovo spropositata.

    E poi cos’è questa storia dell’ip?

    Cosa è diventato James Bond nel weekend? se scrivevo da Cuneo le faceva più piacere?

    Diffamare? si rilegga quello che ha scritto e vediamo chi ha esagerato.

    Cmq come avevo detto volevo evitare la “caciara” ma non è stato possibile il percorso logico si è interrotto.

    Un buon lavoro.

  19. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 6 Febbraio 2010 @ 22:57

    La tarantola avrà morso lei, visto che l’ha fatta fuori dal vaso.
    La mia risposta è proporzionata a quanto lei ha scritto, insultando il mio lavoro  (che è sempre documentato con fonti di  almeno un livello superiore al mio) e dando del bugiardo all’onorevole Cicchitto. Quello che ho scritto nel commento 11 è il minimo che potevo scrivere nei suoi riguardi. Lei accusa di falsità me e Cicchitto (e ora anche Ugo Magri de La Stampa, visto che non rettifica né chiede scusa) senza nemmeno documentarsi. Accusa me di non essermi documentato (quello di Cicchitto, come le ho già scritto, è diventato, una volta consegnato agli atti della Camera, un documento autorevole), e spara delle autentiche bugie.

    Per il falso che ha dato a Cicchitto, non mi riguarda. Riguarda lui. Me ne dispiace soltanto perché diceva la verità ( e per quelli come lei non può neppure dirla) e se non fossi intervenuto io a precisare che lei le stava sparando grosse, qualcuno avrebbe anche potuto crederci.

    Ripeto: se fosse una persona educata dovrebbe chiedere scusa a me e a Cicchitto. Ma il fatto che ancora non le abbia chieste, la dice lunga sul guazzabuglio della sua moralità.

    Lei dimostri che Cicchitto abbia sostenuto il falso, e sarò io a chiederle scusa.  Lei gli ha negato  la credibilità a priori perché è stato un piduista.  Senza minimante preoccuparsi se diceva il vero. Lo ha subito accusato di falsità.
    Le sembra un modo corretto di comportarsi?

    Lei non scriva a me, ma scriva a lui  e anche a  Ugo Magri della Stampa (le mie fonti) per contestare loro quanto scrivono.
    Quali sono le sue fonti? Sono i dati parziali che mi ha comunicato nel commento   7? Si è reso conto che sono dati parziali?

    Scriverò un articolo in serata, in cui, parlando di molte cose, prenderò anche ad esempio il suo caso, che veramente sgomenta al solo pensiero che ci possano essere intelligenze  chiuse all’evidenza  come la sua. Questo significa che abbiamo ancora molta strada da fare sul cammino della democrazia e del rispetto altrui.

    Se sono duro con lei, è perché persone che ragionano come lei sono pericolose e nocive alla democrazia.
    Lei  dichiara di non essere di sinistra, ma le dico che lei è peggiore di un uomo di sinistra.

    Per quanto riguarda il suo IP, lei non sa che ogni gestore di siti, come sono io,  può controllare il numero identificativo del computer e la zona da cui vengono tutti i messaggi, in modo da fare le denunce opportune in caso di violazione della legge, e per altri numerosi motivi, compreso quello di chiudere l’accesso a commentatori sguaiati, senza rispetto e senza educazione nei confronti di chi interviene nel confronto.

    Se lei cominciasse a fare dell’insulto (come aveva cominciato a fare) il suo modo di intervenire qui, io potrei precluderle l’ingresso al mio sito, di cui sono responsabile.

    Il percorso logico non si è interrotto. E’ ancora aperto alle sue scuse. Solo lei può lasciarlo a metà, astenendosene: “non abbia paura di cambiare idea.”  

    Le ripeto: non si nasconda dietro un dito, oppure non faccia lo struzzo mettendo la testa sotto la sabbia.
    Le farà più onore riconoscere il suo sbaglio, che insistere sulla sua cantonata.

  20. Commento by Ambra Biagioni — 7 Febbraio 2010 @ 14:53

    Or ora il Guardasigilli, non piduista, ha riconfermato le 23 udienze pendenti per Berlusconi a 1/2 ora di Annunziata-RAI 3.

    @ Giorgio

    Quando si entra in casa d’altri non si può affrontare il padrone di casa dandogli del bugiardo, del credulone, del violento, nè ci si può permettere di appellarlo come punto dalla tarantola.

    Avere opinioni diverse non è vietato, ma volere affermare bugie e volerle gabellare per verità è, prima di tutto per chi lo fa, un comportamento antidemocratico e vile.

  21. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 7 Febbraio 2010 @ 15:22

    Grazie, Ambra, dell’informazione.
    Spero che Giorgio Valenti abbia ascoltato anche lui la trasmissione dell’Annunziata.
    Mi aspetto sempre le sue scuse. Da questo gesto si potrà capire con chi abbiamo a che fare. Senza le scuse, egli appare lo strumento, consapevole o meno, di una tendenza presente nel Paese a confondere le idee spargendo bugie.

    Contro questi non possiamo mai rinunciare al dovere di  smascherarli. E’ un dovere civico.

  22. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 7 Febbraio 2010 @ 20:02

    La conferma di quanto hai comunicato al n.   20 è sul Corriere della Sera, qui:

    “Berlusconi non si sottrarrà alla giustizia”. Da cui estraggo:

    “«Il bivio – ha aggiunto il Guardasigilli – è tra il dovere del presidente del Consiglio di governare e il diritto di difendersi dai processi: basti pensare che Berlusconi avrebbe presto dovuto affrontare 23 udienze in 65 giorni. Ma non è al riparo della giustizia, perché sarà giudicato quando avrà finito di governare ».

    Da parte di questo Giorgio Valenti ancora nessuna offerta di scuse, Ambra.   Si vede che rosica la bile in silenzio, invece di mostrarsi uomo anche di fronte agli errori. Tutti si può sbagliare. Basta riconoscerlo, e se si è offeso qualcuno, si chiede scusa. Stop e tutto è finito.

  23. Commento by giuliomozzi — 9 Febbraio 2010 @ 10:33

    “Il bene primario da tutelare in un Paese democratico è la governabilità”.

    No, è la democrazia. Ovvero:

    – il diritto di prendere la parola;

    – il diritto di partecipare alle decisioni.

  24. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 9 Febbraio 2010 @ 12:05

    Giulio, ho messo come postulato che il Paese sia democratico (“il bene primario da tutelare in un Paese democratico è la governabilità,”)
    Tu devi leggere: Una volta che il Paese sia democratico, ossia che vi regni la democrazia, il bene da salvaguardare è la governabilità.
    Dove c’è dittatura la governabilità è più che assicurata.

    Mi fa piacere che tu indichi due punti che appartengono alla vita democratica, in quanto non vorrai sottrarti, quando arriverà il momento, affinché i cittadini, con l’elezione diretta del presidente del Consiglio e della sua maggioranza, possano esprimere la loro volontà, e affidare la governabilità a quella maggioranza e a quel presidente del Consiglio da loro scelti.
    E che per ogni variazione ipotizzata si torni a dar loro la parola e la partecipazione.

  25. Commento by giuliomozzi — 9 Febbraio 2010 @ 15:11

    Non ho presente Stati, a parte Israele, dove si elegga direttamente il presidente del Consiglio. Tu ne hai presenti?

  26. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 9 Febbraio 2010 @ 15:39

    I politici che sostengono questa proposta dicono di sì. Ma io non mi affido a loro ma alla mia esprienza della prima Repubblica, e alle conseguenze di maggiore stabilità recate dalla legge 270 (anche se va migliorata con la scelta dei candidati da lasciare al corpo elettorale).
    Anche se al mondo non ci fosse un solo esempio di elezione diretta del premier, io sostengo questa scelta, perché sono convinto che restituisce nelle mani del popolo la sua sovranità.

    Per dirlo in modo ancora più chiaro: io sono contro un parlamento (come era nella prima Repubblica) che fa e disfa a suo piacimento le maggioranze e i premier.

    L’altra sera (pochi giorni fa) mi ha fatto piacere ascoltare Paolo Mieli che nella trasmissione di Serena Dandini ha sostenuto pari pari ciò che sostengo anch’io.
    Trovi la nota qui. Ma la ripropongo:

    “Mi ha fatto piacere ascoltare Paolo Mieli, ex direttore del Corriera della Sera, intervistato da Serena Dandini nella trasmissione “Parla con me” andata in onda nella tarda serata del 2 febbraio 2010. Alla domanda se l’Italia fosse già nella seconda Repubblica o fosse ancora nella prima, ha risposto in modo perentorio che siamo nella seconda Repubblica. Il discrime, ha precisato, sta in questo: che nella prima Repubblica gli elettori votavano, poi erano i partiti ad accordarsi su chi doveva governare; oggi, invece, gli italiani devono scegliere una o l’altra delle coalizioni e dopo sei ore circa dalla chiusura delle urne, sanno subito che li governerà. Ha anche aggiunto, a precisa domanda, che la prima Repubblica è bene che sia andata a farsi benedire. Ovviamente, sono d’accordissimo. Proprio in questo, sta il discrimine; e la riforma costituzionale dovrà prevedere espressamente l’elezione diretta della maggioranza e del premier. Spero che Mieli, quando arriverà il momento, ci dia una mano a conseguire un tale importante risultato.”

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