[da: Il tempo della Voce”, Longanesi & C. – Vallecchi, 1960]
Bologna, 9 luglio 1912
Caro ed egregio Prezzolini!
Forse saprà che mi son domiciliato a Bologna. Ed ò scritto a Papini, con la preghiera d’indicarmi qualche amico della Voce o suo, col quale poter fare un po’ d’amicizia, almeno letteraria. Non mi à risposto. Per la stessa cosa mi son rivolto al buon Jahier: ma il signor Riccardo Bacchelli, ch’egli mi raccomanda, non è mai a Bologna, è andato a stare a Firenze, cosi al meno mi àa detto un servitore che aveva in mano non so che cosa involta in un vecchio numero della Voce. Aver troppe conoscenze è cosa che svia (per questo ò preferito Bologna a Firenze) ma anche vivere in una grande città senza conoscere proprio nessuno, è cosa che mi fa paura più che pernottare solo e disarmato… in una foresta vergine. Lei può certo aiutarmi con un paio di nomi e d’indirizzi, e, quando occorresse, con due righe di presentazione. Grazie, e perdoni l’in comodo che son costretto a darle.
Mi è molto piaciuto il suo articolo su Rousseau; anzi (come il Carlino è poco letto a Trieste) ne ò comprati un paio di numeri, per mandarli ad amici di laggiù (Fano, Vogherà, etc.).
Parigi l’ha rifatto della sua stanchezza? Glielo augura di cuore il suo affezionato
Umberto Saba
Bologna. Via St. Isaia 196 r (Villa Cacciari)
Bologna, 28 agosto 1912
Caro Prezzolini!
Devo ancora ringraziarla della sua lettera per Missiroli.
Sono stato a trovarlo al giornale, egli à mandato a chiamare Valori, al quale poi ò consegnato il mio vecchio libro e un paio di poesie del nuovo: ne è venuto fuori quell’articolo « Un secessionista » che è comparso nel [Resto del Carlino] di ieri 27; e che avrà certamente letto.
Riferendomi a quanto mi dice nella Sua ultima let tera, che le prepari cioè qualcosa di buono per la Voce, anche letteraria, anche poesia; non le pare che sarebbe opportuno che la Voce pubblicasse qualche saggio della raccolta di versi, di cui ò spedito ieri il manoscritto a Jahier? È cosa che la V. fa per tutte le sue pubbli cazioni, anche per quelle di carattere artistico; il mio Carso p. es., lavoro d’intonazione lirica benché scrit to in prosa. Non credo che i margini più lunghi e più brevi debbano essere una difficoltà. Se accetta, me lo sappia dire, onde possa fare la mia scelta.
Saluti Bacchelli, e gli dica che sono stato a casa sua, e sotto i suoi alberi di fichi, di cui alcuni eccellenti. í’ fatto conoscenza col suo fratello artigliere, e m’in teressa molto sentirlo discorrere (più assai che non farmi mostrare le bellezze e singolarità di Bologna) e confrontare la sua timidezza, austerità, semplicità di vita e amore per la verità purchessia con quello che immagino sarebbe stato un volontario ricco e col padre deputato della generazione dannunziana. Forse fermerò le mie impressioni in un articolo.
Per oggi la saluto, e ancora una volta la ringrazio
Suo aff.
Umberto Saba
Bologna. Via St. Isaia 196 r (Villa Cacciari)
Bologna, 9 ott. 1912
Caro Prezzolini!
Le mando il mio lavoro sugli ebrei, questo « let terato ebreo » che vedrei volentieri in un numero della Voce lirica: che credo pubblicherà anche prosa narrativa. Se crede di aggiungere che fa parte di un’opera: Gli ebrei, faccia pure: ma la raccolta com plessiva di questi studi e racconti chissà quando uscirà! È’ una materia che mi si allarga fra mano, e non sempre sono in grado d’occuparmene.
Alla nota dei versi che le ò presentato a Bologna, vuole togliere l’Autunno; e metterci invece La bu giarda?
Mi scriva; ed abbia un mio affettuoso saluto.
Umberto Saba
Commenti
2 risposte a “Prezzolini – Saba #23/29”
Che curioso il verbo avere senza acca,. Non ho mai saputo quale ne sia stata l’evoluzione nel corso del 900. In ogni caso un grazie a Bart.
Carlo, la risposta qui.