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LETTERATURA: INCIPIT: Corrado Farina: “L’invasione degli ultragay”, Zero91, 2008

13 Luglio 2008

INTRODUZIONE

Mi chiamo Corradino Piersanti e sono uno scrittore. Se appar ­tenete alla tribù di coloro che leggono i libri, è probabile che ab ­biate già sentito parlare di me: il mio romanzo L’invasione degli ultragay ha raggiunto la ventiquattresima edizione in cinque anni, è stato tradotto in dodici lingue, ha vinto un premio internazionale e alcuni dei più importanti premi letterari europei, e a Hollywood stanno ricavandone una sceneggiatura a cui mi sono riservato di dare la mia approvazione.
Quando vengo invitato a tenere corsi di scrittura o presenziare incontri, la domanda che mi viene rivolta più spesso è: “Come le è venuta l’idea di questo libro?”. Finora ho sempre dato risposte generiche perché temevo che la verità potesse interrompere il cir ­colo virtuoso del successo, ma a questo punto credo che sia venuto il momento di parlare. Con una premessa, però: la realtà è talvolta più romanzesca degli stessi romanzi, e non mi stupirei se voi non credeste a ciò che sto per raccontarvi. Quasi quasi non ci credo neanch’io… Eppure, quella che segue è la cronaca fedele di cosa è successo qualche anno fa.

Dunque, era la tarda primavera del 2003, e io stavo scrivendo un romanzo di fantascienza intitolato L’invasione degli ultrazombi…

1

Il piede si abbatte con violenza sul pedale del freno e le ruote si inchiodano. I battistrada mordo ­no l’asfalto lasciandosi dietro quattro strisce nere e un’orrenda puzza di gomma bruciata. La Chrysler va a sbattere con violenza contro un vecchio pick-up messo di traverso a sbarrare la strada. John W. Taylor picchia la testa contro il finestrino e vede il mondo che esplode in un caleidoscopio di vetri infranti.
La portiera si è spalancata con l’urto; l’uomo ruzzola fuori ma subito, con una specie di capriola, riesce a recuperare l’equilibrio e rimettersi in piedi. Una sagoma scura gli si para davanti e tenta di chiudergli il passo. Taylor la colpisce a pugni uniti, sente affondare le nocche in qualcosa di mol ­le, vede la sagoma che si piega su se stessa con un gemito soffocato e si da alla fuga. L’eco dei suoi passi e del suo respiro affannoso risuona amplifica ­re nel silenzio della notte: ma forse non si tratta dell’eco, sono altri passi che gli tengono dietro, altri ansiti che inseguono il suo.
Per fortuna non è lontano dall’angolo fra la Diciassettesima e Park Avenue. Trecento metri fra te e la salvezza, amico. Duecento, cinquanta, dieci, ecco la casa. Le sue mani tremanti perdono preziosi secondi per introdurre la chiave nella serratura, mentre passi e respiri non suoi si avvicinano. Perché non giri, maledetta, ti ho oliata con cura non più tardi di questa mattina. I passi e i respiri sono ormai a pochi metri di tenebra quando finalmen ­te il battente si apre. Taylor si precipita dentro, si sbatte la porta alle spalle e fa scattare le tre serrature di sicurezza.
Il silenzio lo avvolge come un sudario pietoso ma è questione di poco, una manciata di secondi sì e no, perché il suono del campanello sopravviene a squarciarlo…  

II campanello…?  

L’uomo fa tre passi indietro, osserva la por ­ta d’ingresso con occhi dilatati dal terrore men ­tre una mano di ghiaccio gli inchioda il cuore nel petto. È la prima volta che “loro” si azzardano ad avvicinarsi alla casa…

Il campanello suonò di nuovo e le mie dita si abbatterono sulla combinazione di tasti che salvava sull’hard disk le frasi che avevo appena scritto.
Clàc.
Era ormai diventato una specie di riflesso condizionato, non proprio identico a quello indotto dal martelletto del neurochirur ­go che individua sul ginocchio i nervi per far soprassaltare la gam ­ba, ma simile a quello nel rapporto infallibile fra causa ed effetto: ogni interruzione comportava in modo automatico il salvataggio di ciò che avevo scritto fino a quel punto. Se il dottor Pavlov non ne ha parlato a suo tempo è stato solo per incapacità manifesta di prevedere il futuro informatico.
Distolsi lo sguardo dallo schermo, misi a fuoco la porta d’in ­gresso e domandai ad alta voce:
– Chi è?
– So’ Anselmo – rispose una voce ben nota – C’è la posta, dot ­tore…
– Porcomondo… Possibile che ogni volta che riuscivo a ingranare la marcia ci fosse qualcuno che mi bloccava in piena corsa, come il vecchio pick-up aveva bloccato la fuga del mio protagonista? Men ­tre spingevo indietro la sedia e mi alzavo, la mia faccia non doveva essere molto diversa da quella di John W. Taylor…

(… che adesso, resosi conto di essere forzatamente in pausa, si era seduto alla base della scala che portava ai piani di sopra e si stava accendendo una sigaretta).  

Arrivai alla porta d’ingresso e la spalancai con una certa vio ­lenza:
– Anselmo, dimmi una cosa: se vengo a cercarti in guardiola quando c’è una partita, ti ci trovo?
Il vecchio spalancò gli occhi acquosi sotto le folte sopracciglia bianche. Anzi, no, ne spalancò uno solo perché l’altro era di vetro ed era spalancato sempre di suo. Sul viso bonario potevo leggere il disorientamento come se fosse un libro aperto e stampato con ca ­ratteri grandi: si sa che gli scrittori sono tutti un po’ strani, dicono una cosa e ne intendono un’altra, chissà mo’ che cosa ha in mente questo Piersanti del terzo piano, è meglio che sto sulle generali…
Dipende dalla partita, dottore…
Giusto. Diciamo che c’è il derby.
E allora no, me sa propio che non me ce trova…
Ecco, appunto: trovo un cartello con scritto “Torno subito”, dove per “subito” si intende un paio d’ore salvo tempi supple ­mentari. E adesso fai conto che io stessi guardando il derby, e che quando hai suonato stessero per tirare un rigore…
– A quest’ora? Ma non ci sta nessuna partita, alla mattina…
Sospirai, dandomi mentalmente dell’imbecille: va bene che sono un romanziere e non un poeta, ma avrei dovuto sapere che le metafore sono una merce troppo preziosa per sprecarle con indi ­vidui dotati di un quoziente d’intelligenza pericolosamente pros ­simo allo zero come l’ottimo Anselmo. Se la semenza cade sul ter ­reno sassoso, c’è ben poco da fare: d’altronde, se i dodici apostoli avessero avuto il Q.I. del mio portiere anche Gesù Cristo avrebbe dovuto cambiare registro alla svelta.
….  

SCHEDA LIBRO
Autore: Corrado Farina
Titolo: L’invasione degli ultragay
Editore: Zero91
Isbn 978889538106-0
Prezzo: Euro 14  

CONTENUTO
La storia racconta di Corradino Piersanti, scrittore che sembra destinato a produrre solo romanzi fantasy o splatter. Ma ecco che, in piena crisi creativa, la sua ultima fatica, L’invasione degli ultrazombi, si trasforma nell’occasione per affrontare un tema scottante e politicamente scorretto. Con una piccola modifica al titolo e alla storia, il suo misterioso protagonista, John W. Taylor, diventa unico eterosessuale che si oppone al sopravvento e alla violenta colonizzazione dei gay. In questo scenario apocalittico raccontato a puntate in un magazine scandalistico, gli omosessuali vampirizzano il mondo, costruiscono la società sui loro modelli familiari, organizzano squadre di polizia nazi-gay che rastrellano gli etero segregandoli in campi di rieducazione. Corradino Piersanti continua a scrivere la sua storia ironica e provocatoria e, di settimana in settimana, la gente legge e giudica. Il romanzo s’impadronisce di lui e la crisi creativa dell’autore si riverbera in una più profonda crisi con la sua compagna, Fiamma, e con il mondo che lo circonda. Con un chiaro riferimento ad una letteratura di genere.

AUTORE
Corrado Farina è nato a Torino nel 1939. Critico cinematografico, pubblicitario, regista, soggettista e sceneggiatore di quasi tutti i suoi film e documentari, è autore di qualche centinaio di articoli e saggi sui suoi argomenti favoriti (cinema, fumetti, libri illustrati, pubblicità, comunicazione in genere). Corrado Farina è da qualche anno molto attivo anche come autore di romanzi. Passato dal cinema amatoriale a quello professionale, dall’8 al 35mm, ha scritto e diretto due film a lungometraggio e viaggiato a lungo nelle varie contrade della cinematografia specializzata. Non è facile definire la natura di una serie di opere di corto e medio metraggio che spesso e volentieri tendevano a utilizzare codici e soluzioni del cinema “di fiction”. www.corradofarina.tk

 


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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart