LETTERATURA: Mario Di Monaco
11 Gennaio 2022
Quando il sangue non è acqua
Mio fratello Mario ha pubblicato due libri di racconti, che si possono acquistare su Amazon. La montagna è la sua passione e fa da sfondo a tutte le sue storie. Mio figlio Stefano le ha lette e ha voluto comunicargli le sue impressioni. (bdm)
Caro zio,
ho appena terminato di leggere i tuoi due libri L’amore e la montagna e Ritratto di una donna in carriera.
Non ho potuto fare a meno di ripensare alle belle escursioni che abbiamo fatto diverse volte sulle Apuane, sia io e te soli, sia con lo zio Giuseppe. Ricordo in modo particolare: il monte Altissimo, con l’ultima cresta che mi rese particolarmente titubante; la Pania Secca, il monte Gabberi, il monte Forato, il Piglione, il monte Croce; Il Corchia, con il suo Pirosetto, il Pizzo d’uccello, il Grondilice; e soprattutto la nostra impresa più ardita: il Pisanino.
Tante volte mi hai raccontato di come ti piacesse andare a visitare i paesini sperduti di montagna, vedere come vivono i suoi abitanti, andare nei bar, nei negozi, nei locali, e sentire cosa dice la gente, respirare la loro vita ascoltando le loro parole. Ho il sospetto che la tua passione di scrivere sia stata certamente stimolata da questa tua passione per la montagna. Nei tuoi romanzi si respira un clima di entusiasmo, di praticità , di voglia di realizzare cose concrete nella vita; lo stesso entusiasmo che serve per scalare una montagna, fermandosi ogni tanto a godersi la bellezza del panorama o il calore del sole mitigato da un vento amico.
Uno dei principali fili conduttori che accomuna i romanzi de L’amore e la montagna, è il fatto che il protagonista o i protagonisti dei romanzi, diventano persone che assumono l’importante ruolo di migliorare, sotto vari aspetti, l’ambiente dove si sviluppa la storia. Ecco allora che nei paesi di montagna prende nuovo impulso l’allevamento del bestiame, riadattato alle esigenze commerciali dei tempi odierni e modernizzato, con la conseguenza di creare nuove opportunità di lavoro e nuovi stili di vita ai giovani, e rivivificare tutte quelle attività che rischiavano di morire.
Ecco l’avventuriero del mare, che naufragando su un’isola, oltre a trovare l’amore, porta un impulso di rinnovamento e di allegria, salvando anche l’esistenza alla donna amata, destinata senza di lui a vivere una vita nascosta nella paura del passato, in una ragnatela di ricordi arrotolata su sé stessa.
Ecco qualcuno che sceglie di lasciare la vita caotica della città per andare a vivere in montagna, finendo non solo per trovare l’amore, ma per dare il suo contributo a ravvivare un paesello che, come tanti altri in montagna, rischierebbe di morire o di essere dimenticato.
In questo filo conduttore ho rivisto il tuo desiderio che i paesi di montagna, o in generale i luoghi dove la bellezza della natura fa da delicata padrona, non muoiano, ma ricevano nuovi impulsi perché la loro ricchezza, di qualsiasi tipo, si moltiplichi e non vada perduta.
Questo filo conduttore mi ha anche ricordato quel tuo racconto su via Pelleria, nel quale immagini di trovarti all’improvviso in una via Pelleria ritornata alla splendida vitalità di un tempo, come l’avevi conosciuta tu, riportata al suo splendore grazie all’impegno e alla voglia di fare dei giovani.
Credo che i tuoi romanzi ripropongano il tuo desiderio che le cose belle nascoste nella nostra Lucchesia non vengano lasciate cadere a pezzi, soffocati dalla triste vegetazione della dimenticanza.
Certamente l’altro filo conduttore dei tuoi romanzi è l’amore: intenso, passionale, vivificante, ma anche salvatore di vite. Questo si vede già ne L’amore e la montagna, ma la sua positività esplode soprattutto nel libro Ritratto di una donna in carriera, in cui si trovano ad essere descritti insieme, come in un grande abbraccio, gli aspetti più freddi e squallidi del nostro mondo, assieme a quelli più belli, tra i quali spicca ancora una volta la forza che l’amore ha di cambiare radicalmente la vita e di dare calore e colore a chi era vissuto nella freddezza e nel pallore.
Ma il vero amore dei tuoi romanzi è il TUO amore, quello per la montagna e per la vita, quello che ti ha spinto tante volte ad avventurarti da solo verso tutte quelle vette, e in tutti quei luoghi e paesini nascosti agli occhi di chi non si è mai curato di cercarli; quell’amore che ti creava dispiacere, quasi dolore, tutte le volte che ti accorgevi che la montagna presto si sarebbe spopolata e sarebbe stata abbandonata ad un triste destino di oblio.
Per questo nelle tue storie, hai fatto succedere quello che tu vuoi che succeda in ogni luogo che tu hai visitato e amato.
È anche il motivo per cui i tuoi romanzi sono pieni di entusiasmo, di concretezza, di un senso pratico che ti ha sempre caratterizzato tutte le volte che ti ho sentito parlare di economia e di politica con il mio papà . Ho delle immagini di te quando ero più piccolo: ti venivamo a trovare a casa, e spesso eri sul divano, a leggere il giornale con la tua pipa, ad informarti di tutto quello che succedeva nel mondo. Questa tua praticità e conoscenza delle cose del mondo, l’ho ritrovata in tutti i tuoi scritti.
Di tutti questi ho apprezzato il linguaggio asciutto, conciso, che non perde tempo in troppi discorsi o preamboli, ma morde subito la storia fino all’osso sin dall’inizio, e come un mastino non la molla sino alla fine.
Si trova ogni tanto, sparsa qua e là , qualche velatura di malinconia, che però non disturba, anzi contribuisce ad arricchire i tuoi romanzi, perché la vita, e tu che la conosci bene non potevi non metterlo in evidenza, è fatta di cose che non hanno tutte lo stesso piacevole sapore.
Inutile dirti che i tuoi libri mi sono piaciuti tutti, e ho rivisto in questi tanti lati di te. Ma soprattutto vi ho trovato una spinta ed un entusiasmo giovanili, che non si potrà mai dire con certezza se siano figli o padri di quelle passeggiate alla scoperta della vita nascosta su quelle cime, che ti sei goduto in questi anni.
Con affetto, tuo nipote Stefano.
Lucca, 10 Gennaio 2022.
I libri di Mario Di Monaco, qui.
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