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L’invito di Mario Monti

7 Febbraio 2011

In un articolo apparso ieri sul Corriere della Sera, l’economista Mario Monti si augura che il governo, nella riunione di martedì 8, prenda i provvedimenti annunciati, che giudica necessari.
Ma si pone una domanda: Perché non li ha adottati prima?

E qui casca l’asino, giacché Monti, che pure è una persona equilibrata, finge di ignorare le ostruzioni che il governo ha dovuto subire ogni volta che ha proposto qualcosa per il bene del Paese.

Fossero cose buone o cose sbagliate l’opposizione ha risposto sempre picche, come ha risposto picche alla richiesta di collaborazione avanzata qualche giorno fa da Berlusconi.

L’antiberlusconismo è tale che i veri interessi del Paese vengono trascurati dall’opposizione, il cui unico intento è di cacciare Berlusconi per via antidemocratica, non prevista dalla nostra Costituzione.

Ma non solo, Monti finge di ignorare che dalla nascita di questo governo, Fini, utilizzando impropriamente la sua carica istituzionale, ha sempre remato contro, affinché si producesse uno stallo nell’azione di governo.

Berlusconi ha dovuto fare i conti con tutto ciò. Se si pensi poi che Fini è il presidente della Camera, si dovrebbe rendere conto anche Monti che la sua azione ostruzionistica ha contato quanto quella di tutta l’opposizione tradizionale messa insieme.

Poi c’è il comportamento di Napolitano che in pratica, con il suo silenzio soprattutto nei confronti di Fini, ha lasciato scorrere ed infittirsi questo clima da sommossa giacobina: con tanto di testa da mozzare sotto la mannaia ed esporre al ludibrio dei pochi sciamannati.

Solo ora, con la costituzione del gruppo dei responsabili, il governo ha potuto acquisire una certa tranquillità. Non a caso, Berlusconi ha dichiarato che ora il governo è assai più forte di quando nella maggioranza c’erano i finiani. Eppure i finiani che se ne sono andati dalla maggioranza erano ben 35 contro i 20 del gruppo dei responsabili. Se la matematica non è una opinione, Berlusconi avrebbe dovuto sostenere, al contrario, che il suo governo si è indebolito.
Non si è indebolito, ma si è rafforzato andando anche contro la matematica (un altro dei miracoli di Berlusconi).

E il motivo? Il motivo sta nel fatto che i 35 si opponevano all’azione del governo, facendo da cavallo di Troia dell’opposizione. Mentre i nuovi arrivati si ritrovano in sintonia con il programma di governo. Differenza non da poco. A dimostrarlo stanno le già numerose occasioni in cui il governo ha dovuto sottoporre a votazione alcuni provvedimenti. Tutti approvati con un rassicurante esito numerico.

Certo, ora che non ci sono più i traditori dentro la maggioranza, il governo non potrà più nascondersi dietro un dito. Gli italiani del centrodestra non lo capirebbero.

Con l’ingresso nella maggioranza del gruppo dei responsabili, e ora anche della Destra di Storace, i numeri ci sono e, se non ci saranno nuovi tradimenti, tutto dovrebbe correre liscio e consentire l’avvio di un periodo riformatore.

Qualcuno ancora si domanda perché Berlusconi, che prima voleva andare alle urne, ora non lo desidera più.
La spiegazione è molto semplice. Berlusconi non teme nessuna soluzione. Qualunque essa sia, lo vedrà giocare da vincitore

Si è messo, almeno formalmente, in sintonia con il Quirinale che le elezioni non le ha mai volute. Dunque, Berlusconi sta dimostrando al capo dello Stato di fare di tutto per assicurare la governabilità al Paese. E che non lo smuoveranno i sistemi golpisti che il Pd e gli altri dell’opposizione stanno mettendo in campo.
Berlusconi segue le regole costituzionali: se ne andrà solo con il voto di sfiducia del parlamento. A quel punto vedremo se le opposizioni, che chiedono le elezioni, rimarranno dello stesso avviso.

Ma Napolitano si troverà in un cul de sac. Sa che non potrà costituire un governo di emergenza con i partiti che hanno perso le elezioni del 2008, relegati dalla maggioranza dei cittadini votanti all’opposizione. E, in più, avrà avuto la dimostrazione che il governo, con l’aiuto del gruppo dei responsabili, sta operando finalmente con la serenità che, non per colpa di Berlusconi, gli era stata fortemente negata.

Con queste carte in mano Berlusconi andrebbe senza alcuna esitazione alle elezioni, nel caso deprecabile che non lo facessero governare (stanno usando, come noto, anche più di un pm politicizzato per questo).  E non è difficile prevedere che le vincerebbe alla grande.

Articoli correlati

“Slogan forcaioli del popolo viola Di Pietro: Arcore nuova Bastiglia” di Luigi Mascheroni. Qui.
Da cui estraggo:

“come il terrorizzante editto del maximilien marxista Alberto Asor Rosa che, non più di dieci giorni fa, sul manifesto ha denunciato come inutile e pericoloso un ricorso alle urne o alle normali procedure democratiche per liberarsi di Berlusconi…”

“Ecco quelle femministe che firmano appelli senza pudore e coerenza” di Vittorio Sgarbi. Qui.

“De Benedetti a Milano, comparsata da 800 milioni” di Alessandro Sallusti. Qui.

Marcegaglia risponde a Ferrara. Qui.

Ferrara risponde a Marcegaglia. Qui.

“”Caro Fini, che delusione Fli” di Alberto Di Majo. Qui.

“I cinici finiani superleghisti” di Francesco Damato. Qui.

“Rivoluzione alle vongole” di Mario Sechi. Qui.

“Inchiesta fra ragazze sulla questione delle mutande: tenerle o toglierle?” di Annalena Benini. Qui.


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2 Comments

  1. Commento by giuliomozzi — 14 Febbraio 2011 @ 16:18

    Alle elezioni del 2008, la coalizione di destra conquistò 344 seggi su 630 alla Camera, 174 su 315 al Senato. Maggioranza assoluta. Se poi una coalizione che ha la maggioranza assoluta si fa intimidire da un’opposizione che può essere battuta in qualunque momento, mi vien solo da dire: che non ci sanno fare.

     

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 19 Febbraio 2011 @ 10:23

    Ho chiuso Giulio i commenti al blog per mancanza di tempo, ahim. Sono in Ospedale dall’11 febbraio. Niente di grave. Ma devo ridurre un po’ i miei impegni.

    Ti mando i più cari saluti, dicendoti che mi auguro che si possano fare le riforme che mi stanno a cuore e di cui ho parlato qui tante volte. A cominciare dalla giustizia: divsione delle carriere, responsabilità civile del giudice che sbaglia, ad esempio. E soprattutto che si rafforzi il bipolarismo e si possa eleggere direttamente con una riforma costituzionale, maggioranza e premier, in modo che ogni volta che si vorrà cambiare maggioranza e premier si debba restituire la parola agli elettori.

     

    Di nuovo un abbraccio, e spero che il mio impegno qui sul blog sui temi politici mi ricompensi con il vedere realizzati questi miei sogni.

     

    Come ho scritto i miei articoli appaiono anche sul quotidiano Il legno Storto, dove sono commentati.

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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
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