MUSICA: I MAESTRI: L’umano Tartini17 Settembre 2010 di Franco Abbiati A lungo il noto volume di Ubaldo Tebaldini sull’archivio musicale della Cappella Antoniana e la densa monografia dello scrupoloso Antonio Capri hanno costituito per noi le fonti italiane più ricche d’informazioni intorno alla figura per alcuni aspetti enigmatica del grande violi nista, compositore, trattatista, teorico e pedagogo istriano Giuseppe Tartini. spentosi settantottenne a Padova nel feb braio 1770, pochi mesi prima che nascesse Beethoven. Da qualche anno, tuttavia, sempre per fermarci ai musi cologi di casa nostra, un al tro studioso innamorato della propria terra, il Veneto, le cui biblioteche pubbliche e priva te egli non cessa di setaccia re, è venuto affrontando più d’un problema legato alla vita, oltre che all’arte, del fa voloso autore del Trillo del diavolo, e scopritore del « ter zo suono » dovuto a un nume ro di vibrazioni corrisponden te alla differenza di quante ne richiedano due suoni ese guiti simultaneamente, e cul tore anzichenò avventuroso di scienze occulte, e risolvitore sia pure cervellotico della quadratura del circolo me diante il calcolo dei rapporti tra suoni combinati e deter minate leggi geometriche, e uomo insomma di così straor dinarie fantasie astronomico-musicali da convogliare chi lo segua fin sulle soglie del so prannaturale. Come arriviamo alla « vo ce » Tartini, pertanto, s’ag giungono oggi a soddisfare le nostre curiosità i frutti spe cialmente freschi dell’accen nato studioso di nome Pier luigi Petrobelli. a un cui Giuseppe Tartini, le fonti bio grafiche (Universal Ed., Vienna-Londra-Milano, pagg. 166) la Fondazione Giorgio Cini ha accordato l’onore d’avviare una nuova collana di pubbli cazioni intitolata « Studi di Musica Veneta ». Un famoso ritratto del Tar tini, visibile al Conservatorio di Trieste, ce lo presenta in un profilo decisamente brut to, grifagno e grinzoso. I bu sti marmorei custoditi in Pirano d’Istria e a Padova cor reggono quei lineamenti atte nuando quanto vi appariva di satanico negli occhi e nella bocca, di tabaccoso e senz’al tro d’avvinazzato nel naso spiovente. Pietà dei levigati scultori di poi. Ma anche ri sultato alquanto banale dello stesso ammanierismo che per più di un secolo ramificò sugli itinerari del musicista piranese un ginepraio di romanti che leggende, favorite dalla scarsità di documentazioni storicamente attendibili e dal carattere stimolante d’un no tiziario biografico divenuto fa cile pascolo di gazzettieri pri vi d’immaginazione. Ora il Petrobelli, come già Capri, cerca di sbarazzare l’e sistenza d’un più che umano Tartini, d’esplorazione in real tà assai disagevole, della stra tificata fioritura anzidetta, co sì da ripristinare fin dove pos sibile la verità vera d’una vita fondamentalmente misteriosa e incoerente. Lo ha fatto sul la base di documenti dell’epo ca, o di poco oltre, criticamen te indagati e interpretati. Pec cato che si sia fermato alla giovinezza prima del « mae stro delle nazioni », escluden done i quasi cinquant’anni vissuti dal 1723 in poi, a co minciare dal triennio della di mora a Praga causata dal mi nacciato ricatto d’una locandiera veneziana, attribuente al Tartini una paternità forse ipotetica. Letto 2809 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||