Nassar, Raduan7 Novembre 2007 “Un bicchiere di rabbia”Einaudi, pagg. 66. Euro 8,50 Un canto, in principio, che si svolge per scene ricche di simbologia per trasformarsi, quasi all’improvviso, in un forsennato incubo della mente: così direi di questo breve romanzo, che misura quasi ossessivamente i passi, i movimenti di pochi attimi della nostra vita, al punto da elevarli ad un grido disadorno e disperato di fronte al mistero che si racchiude in ogni nostro atto. Dopo le scene d’amore tra lui, “brizzolato”, e lei, una giovane giornalista, tutte vissute con lo strumento della mente che dà vigore e tensione al corpo, la vocazione all’analisi e alla provocazione minuziosa quale fonte di conoscenza dà alla storia il galoppo di una corsa non più rimandabile, fino al punto di desiderarne e ricercarne l’implosione. Tra i due le schermaglie nascondono questo particolare desiderio mantenuto a livello di inconscio, forse trattenuto e coltivato perché considerato un bene raro, sia pure veicolo di sofferenza e di contraddizione. Un graffio della mente, insomma, per entrambi, in forza del quale il corpo, che prima si era esibito, come in un canto, nella sua armonia, si trasforma in delirio per dare sfogo a ciò che in ognuno di noi sta nascosto e ci governa. Letto 2031 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||