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Obama attacca Murdoch, ossia la libertà di stampa. Zapatero non è da meno

13 Ottobre 2009

Ascoltando il tg 5 delle ore 20 e il Tg2 delle ore 20,30 di stasera sono rimasto basito.
Non ci potevo credere, visto quello che sta succedendo in Italia in conseguenza degli attacchi di Berlusconi ai media, e sono andato a cercare conferma in rete. L’ho trovata, per quanto riguarda Obama, qui e qui.

Il recente premio Nobel per la pace fa la guerra ai media, in particolare al canale televisivo Fox News di proprietà del magnate australiano Rupert Murdoch, il quale si serve del suo potere mediatico per attaccare un po’ dappertutto, e qui in Italia Berlusconi.

Ora stiamo a vedere se negli USA quelli della Fox si mettono a raccogliere firme, come fece Repubblica, per difendere la libertà di stampa dalla minaccia della Casa Bianca, o a convocare manifestazioni di piazza come la nostra del 3 ottobre scorso. E se così sarà, mi aspetto che tanti italiani, intellettuali soprattutto, e tanti stranieri, si mettano in fila, come hanno fatto qui da noi, per firmare l’appello contro Obama o per partire con il primo aereo per gli Usa.

Il Tg2 ha riferito che anche in Spagna Zapatero sta portando avanti una dura offensiva contro la stampa del suo Paese, ed in particolare contro El Paìs, il giornale che attacca anche Berlusconi. Vediamo se pure in Spagna ci saranno appelli del Paìs e cortei di protesta, e chi farà a gomitate per prendervi parte.

Se di minaccia alla libertà di stampa si è trattato in Italia, e si sono sudate le sette camicie per mettersi in coda e firmare e manifestare, lo stesso si dovrà fare per gli Usa e per la Spagna. E se nessuno di quei media sotto attacco sceglierà di fare alcun appello o alcuna manifestazione perché sanno bene (contrariamente a certi italiani bigotti) che la libertà di stampa non è affatto messa in pericolo, ci pensino loro a redigere un bell’appello e a farlo girare nel mondo. O a organizzare una bella manifestazione di solidarietà agli Usa e alla Spagna in piazza del Popolo nella bella Roma. Su Repubblica si possono trovare i 400 mila e rotti firmatari. Vediamo quanti di questi pantofolai e salottieri, capaci solo di screditare l’Italia all’estero, si muovono laddove non c’è un Berlusconi da far fuori.
Altrimenti la manifestazione del 3 ottobre passerà alla storia come una buffonata.

Qualcuno dirà che in Italia non è la stessa cosa. Si metterà a cavillare.
Sbagliando.

Primo: nel caso di Repubblica e dell’Unità Berlusconi si è sentito diffamato e, secondo me, ha tutto il diritto di difendersi, anche richiedendo un risarcimento danni, sulla base del principio che la libertà di stampa non può essere mai libertà di diffamazione. I confini devono restare netti.

Secondo: prendiamo gli altri attacchi di Berlusconi ai giornali e ai giornalisti, accusati di fare politica contro di lui e di essere schierati con l’opposizione, ossia di essere nei fatti un partito.
Nella sostanza, sono le stesse accuse che Obama e Zapatero rivolgono alla stampa dei loro Paesi.

Dunque, resto in attesa. Stiamo a vedere se laggiù nascono appelli e manifestazioni sul tipo di quelli promossi da Repubblica e vediamo chi si sgomita per prendervi parte. Oppure: vediamo se tra i firmatari dell’appello di Repubblica ce n’è almeno uno che rediga un appello o organizzi una manifestazione per difendere la libertà di stampa minacciata da Obama negli Usa e da Zapatero in Spagna.

Voi ci credete? Io no.

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4 Comments

  1. Pingback by Obama attacca Murdoch, ossia la libertà di stampa. Zapatero non è da meno | BNotizie Magazine — 14 Ottobre 2009 @ 09:12

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  2. Pingback by Obama attacca Murdoch, ossia la libertà di stampa. Zapatero non è da meno « Best Web News Blog — 14 Ottobre 2009 @ 09:22

    […] Leggi l’articolo originale:  Obama attacca Murdoch, ossia la libertà di stampa. Zapatero non è da meno […]

  3. Commento by kalle — 15 Ottobre 2009 @ 19:44

    Bart, altro che cavilli. La differenza tra gli USA e l’Italia e’ cosi’ abissale che veramente non si sa da che parte cominciare. Immaginati la situazione americana se Obama controllasse le reti televisive private, decidesse i direttori dei network, fosse proprietario della piu’ grande casa editrice del paese.
    E’ semplicemente impensabile.
    In America gia’ sarebbe impossibile che cosi’ tanti media fossero contemporaneamente sotto il controllo di una sola persona. Figurarsi se quella persona fosse pure il presidente!
    E’ per questo controllo dei media da parte del presidente del consiglio che noi “pantofolai”, “salottieri” e “bigotti” (grazie per gli insulti) siamo scesi in piazza (io l’ho fatto a Londra). E’ cosi’ difficile da capire?
    La cosiddetta “guerra” di Obama a Fox News e’ data dal fatto che il presidente non rilascera’ piu’ interviste a quel network. La cosa e’ discutibile, e Obama ha ricevuto critiche da molti media americani – io ad es. ho letto critiche da parte di commentatori del Washington Post, un giornale favorevole ai democratici. Come si puo’ paragonare tutto cio’ al caso del magnate dei media e presidente del consiglio Berlusconi? Altro che cavilli!

  4. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 15 Ottobre 2009 @ 21:24

    Kalle, tu mi rispondi sulle differenze tra Berlusconi e Obama, soprattutto in fatto di conflitto di interessi. Queste differenze io le conosco bene, e se il conflitto di interessi non è ancora stato risolto, la colpa è anche della sinistra che è stata al governo. Noi a Lucca abbiamo una senatore del Pd che è il Berlusconi locale, e nessuno del Pd se ne lamenta.

    Il problema che io ho sollevato è che Obama ha assunto un atteggiamento di discriminazione rispetto ad un giornale, con ciò attaccando nei fatti quel giornale e riducendone le potenzialità di mercato.

    Non c’è nessuna differenza sostanziale tra i casi Berlusconi e Obama riguardo alle loro critiche alla stampa (se Berlusconi fosse il padrone di tutto, come sostieni tu, non ci sarebbe bisogno di criticare la stampa, perché mancherebbero i presupposti, ossia gli attacchi a Berlusconi).

    Se qualcuno negli USA critica Obama fa bene, ma non credo che nessuno abbia organizzato appelli o manifestazioni per difendere la libertà di stampa in USA.

    Fare critiche è anzi la dimostrazione che in un Paese c’è libertà, e gli americani lo sanno bene; per questo non cadono nel ridicolo di sostenere che Obama ha minacciato la libertà di stampa.

    In Italia, invece, questo si è fatto. Se tu sei andato a manifestare, mi dipiace per te, Kalle, perché hai preso una cantonata: qui in Italia non esiste alcuna minaccia alla libertà di stampa. Non ve n’è nemmeno l’ombra, e oggi nemmeno se ne parla più, tanto la faccenda è risultata ridicola (perfino Repubblica non pubblica più l’appello on line).

    Pensa, ieri ho visto Ballarò, ieri l’altro la Dandini, ora vado a vedere Anno zero, l’altro giorno ho visto L’infedele, tutti programmi che parlano male di Berlusconi, ma ne parlano male a larghe dosi. Dicono ciò che vogliono, e utilizzando, per di più, salvo L’infedele, la tv pubblica, che, secondo te, dovrebbbe essere in mano a Berlusconi.

    Dimmi tu se in Italia manca la libertà di stampa. Puoi leggere da te, inoltre, on line, i quotidiani La Stampa, il Corriere della Sera, la Repubblica, Il Fatto.

    Dimmi tu se questi giornali hanno il bavaglio.

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