Penso che sia questo il disegno della mafia2 Dicembre 2009 Lo Stato, per quanto riguarda la lotta alla mafia, è impegnato su due fronti. Il primo si regge sul lavoro dei magistrati, il secondo su quello delle forze dell’ordine. Secondo la mia opinione, la mafia ha aperto un’aspra lotta al governo per arginare proprio questo secondo fronte. Numerosi suoi pezzi importanti sono finiti nelle nostre carceri, indebolendola, e poiché  l’emorragia va arrestata, lo Stato deve essere messo in ginocchio. Per fare ciò, si organizza anch’essa su due fronti:  il primo fronte coincide con quello dello Stato che opera attraverso la magistratura. La mafia  vi si inserisce con l’uso strumentale dei pentiti, ben istruiti e in grado di sedurre intellettualmente buona parte dei magistrati inquirenti. Non tutti, infatti,  sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A questi ultimi, peraltro, la mafia  offrì i primi pentiti,  addestrati a fornire dei riscontri plausibili e tali affinché questo nuovo strumento fosse adottato dallo Stato, convinto di avere finalmente  in mano la chiave tanto attesa per dare il colpo mortale alla mafia. Ma quando Falcone e Borsellino capirono, o stavano per capire l’inganno, sono stati fatti fuori. Un po’ come facevano negli anni ’70 le Brigate Rosse, che uccidevano le intelligenze del nostro Paese. Spariti Falcone e Borsellino, il campo era  di nuovo libero e ripulito per fare dei pentiti la strategia chiave per incastrare tutti coloro che la infastidivano. E i risultati si sono visti subito. Chiuso il caso Andreotti, che aveva visto Falcone in prima linea  come utilizzatore  delle confessioni di Buscetta,  è venuto il turno di Berlusconi, che  è stato messo nel mirino come un uomo che non voleva e non vuole cedere ai suoi ricatti e contro di lui  la mafia ha  portato e porta avanti una  battaglia durissima che non ha precedenti, nemmeno al tempo del processo Andreotti. Come se la mafia si stesse giocando contro Berlusconi il tutto per tutto. Questa è la manovra di attacco diretto condotta dalla mafia attraverso l’uso intelligente dei pentiti. Ma far cadere Berlusconi non basta. Un vuoto di potere è pericoloso per tutti, non solo per la democrazia, ma per la stessa mafia. Ed ecco che essa si muove in parallelo anche sul fronte  del capitale, ossia del potere economico.  Questi capitali sono investiti dovunque, sono entrati nel circolo dell’economia.  Con essi  si acquistano quote di società in borsa, fino anche a controllarle, si entra nei consigli di aministrazione di grosse aziende nel mondo industriale e dell’edilizia, ad esempio; di banche, di aziende finanziarie e di aziende dello Stato, e così via. Si paga qualsiasi cifra; il denaro scorre a fiumi. Una volta conquistati i gangli vitali del potere economico, lo si usa a vantaggio dei propri disegni. Si è deciso che oggi  è di vitale importanza eliminare Berlusconi e il suo governo? Si mettono in moto i due fronti principali di cui si dispone: quello dei pentiti e quello del potere economico. Dei pentiti si è già detto: essi lavorano per far crollare il governo, utilizzando la magistratura. Il potere economico è invece quello che lavora per evitare il vuoto conseguente. Come nell’altro fronte si è abilmente creata un’atmosfera di ebbrezza, di ubriacatura, di certi magistrati, approfittando del loro antiberlusconismo e della credulità di fronte alle rivelazione telecomandate dei pentiti, così sul fronte economico ci si serve allo stesso modo degli anelli più deboli, delle intelligenze più eccitabili e suggestionabili. Queste intelligenze, per carità , sono inconsapevoli, come inconsapevoli dei raggiri sono i magistrati. Essi credono di fare un’azione sacrosanta, utile alla democrazia e al Paese. Per loro Berlusconi è l’uomo che ridicolizza all’estero l’Italia, che frequenta le escort, che non tiene a freno la lingua, che esercita un potere assoluto, che ha commesso ogni specie di crimine. Per combatterlo, hanno preso a prestito il linguaggio dell’opposizione,  hanno deciso di fare  una parte di strada con lei. Montezemolo, Fini, Casini, ed altri con loro, sono dunque inconsapevoli pedine di una manovra che non li vede affatto  quali registi, come si illudono di essere. Sono esecutori di volontà a loro sconosciute ed impalpabili. Credono seriamente in ciò che fanno. Sono convinti di lavorare per il bene comune. La mafia, attraverso l’ambizione di costoro, è dunque rassicurata: sa che dopo la caduta di Berlusconi, il vuoto non ci sarà . Che cosa le entrerà in tasca, dopo tutta questa operazione? Metterà all’incasso la cambiale Berlusconi,  sicura che la lezione di inaudita violenza che avrà assestato a lui e al suo governo servirà da monito  a tutti i governi futuri, a cominciare da quello che per primo colmerà il vuoto. Una lezione che passerà alla Storia e non sarà mai dimenticata. Una spada di Damocle sulla testa di qualunque governo. Per concludere, questa strategia  si avvale dunque di due vizi umani: la credulità dei magistrati e l’ambizione dei politici e  del potere economico. Vorrei dire perciò a Montezemolo, a Fini, a Casini e agli altri coinvolti nel loro progetto, e ai magistrati, che se la mafia sta reagendo così duramente, significa che è stata ferita. Quella ferita non può che provenire dall’azione di governo. Far cadere Berlusconi è obiettivo della mafia (e per questo non può essere anche il loro obiettivo), la quale mafia, proprio per ottenere un tale risultato, ha mosso tutte le sue potenti pedine, coinvolgendo anche loro, inconsapevolmente. Letto 3152 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by Ambra Biagioni — 2 Dicembre 2009 @ 17:59
Certamente la mafia è un idra dalle infinite teste, ma, preso atto di questo, dovremo tenerne conto e misurare le azioni, tutte, per combatterla contemporaneamente in tutti i punti vitali.
Purtroppo temo che, anche se certi comportamenti non partono da principi mafiosi, la mafia li fagocita e li fa propri.
Commento by Maria — 2 Dicembre 2009 @ 22:50
E’ comunque da tanto che tentano di accusarlo anche di essere mafioso perchè hanno capito che  è l’unico modo di eliminarlo dalla scena politica, visto che il popolo continua a dargli fiducia. Pertanto direi che è un “felice” (per loro) connubio. Non credo che ai Magistrati interessi fermare la mafia, a loro interessa solo fermare in qualche modo il loro nemico
Commento by Carlo Capone — 3 Dicembre 2009 @ 13:39
Maria, tu scrivi: “Non credo che ai Magistrati interessi fermare la mafia, a loro interessa solo fermare in qualche modo il loro nemico”
e secondo te anche a Falcone, Borsellino, Chinnici, Livatino, Ciaccio Montalto e tanti altri,  non interessava fermare la mafia? ma lo sai, per fare un esempio fra i tanti, che un Magistrato citato da Saviano nel suo Gomorra e che io ebbi l’onore di frequentare vive blindato, sotto scorta, telefonargli per una semplice chiacchierata è impossibile e fa una vita da cani?  Lui difensore della legalità blindato e i mafiosi che persegue a spasso. E tutto questo per falso interesse?  Â
Sono profondamente indignato.
E Berlusconi non c’entra. Â
Carlo Capone
Commento by Ambra Biagioni — 3 Dicembre 2009 @ 14:25
Signor Capone, Maria non parla certo di quei Magistrati eroi che lei nomina, morti o vivi, e che noi rispettiamo incondizionatamente, ma di quello sparuto numero che agisce in malafede perché politicizzato e, in nome della politica, mette alla berlina l’intera Magistratura.
Ho come l’impressione che lei sia  condizionato da un certo pregiudizio verso coloro che sono in qualche modo dalla parte di Berlusconi
Â
Commento by Carlo Capone — 3 Dicembre 2009 @ 16:07
Signora Biagioni, pur rispettando, e senza pregiudizi, la sua opinione gradirei che la risposta al mio post provenisse da colei che si firma Maria. Così, per correttezza dialettica. Quanto  alle ipotesi sui miei convincimenti,  per cortesia, non si inventi pregiudizi su chi taccia di averne.
Commento by Ambra Biagioni — 3 Dicembre 2009 @ 16:39
Si dà il caso, signor Capone, che io sia in stretto contatto con Maria e sappia per certo la sua opinione nel merito.
Solo per questo mi sono permessa di parlare anche a suo nome, ma non solo giacché, leggendola, ho sentito il bisogno di esprimere la mia opinione su quanto vado leggendo da lei. Tacere di avere pregiudizi o…punti di vista diversi(?) non significa non averne.
Commento by Maria — 4 Dicembre 2009 @ 11:53
Signor Capone, mi spiace moltissimo. Ieri non ho potuto venire sul blog e quindi solo oggi leggo le sue rimostranze.
Le faccio presente che nella mia famiglia ci sono Magistrati (con la M maiuscola) e non è a quel tipo di Magistratura che mi riferivo bensì a quell’altra che ha e dimostra di avere pregiudizi politici e a quelli si attiene con grande evidenza, un’evidenza tale che solo chi non vuole vedere non vede.
I grandi Falcone e Borsellino infatti furono attaccati violentemente quand’erano in vita da quella parte di Magistratura e questo nessuno lo può negare e sulla loro fine io nutro moltissimi dubbi:  il povero Falcone aveva in tasca un biglietto aereo con una destinazione che sicuramente non piaceva ad una certa parte politica.
Commento by Ambra Biagioni — 4 Dicembre 2009 @ 14:31
Mi piace farvi leggere questo
http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=26834
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 4 Dicembre 2009 @ 16:52
Divertente, Ambra.
Sto ascoltando da stamani il processo Spatuzza. Aspetto che finisca l’udienza, poi, appena avrò un minuto, ne scriverò.
Commento by Maria — 5 Dicembre 2009 @ 00:08
Ambra, a me risulta questo:
“Spiacenti, non sei autorizzato a visualizzare questa risorsa. ” Forse Cavallotti ha eliminato qualcosa ?
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Dicembre 2009 @ 00:25
Maria se è l’articolo: La nuova storia d’Italia, edizione Procure Riunite , a me si apre ancora regolarmente.