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Ragioniamo su Di Pietro

5 Giugno 2010

In questa Italia dove un ex presidente del Consiglio ed ex Capo di Stato, Carlo Azeglio Ciampi, si permette di insinuare, senza uno straccio di prova, che nel 1993 le bombe che scoppiavano qua e là per l’Italia erano innescate da Forza Italia, e quindi da Silvio Berlusconi, e si è tenuto per sé il segreto per 17 anni, senza che al tempo in cui ricopriva queste due cariche di alto rilievo facesse un fico secco (che ci voleva mai ad aprire una seria indagine?), non meraviglia che emerga anche un’ altra delle stranezze italiche, per le quali siamo famosi nel mondo. Questa volta la faccenda riguarda Antonio Di Pietro e il suo partito, l’Idv. Per la verità di essa avevo già parlato tempo fa.

Si tratterebbe di questo. Sembrerebbe che il segretario dell’Idv, Antonio Di Pietro, si sia scervellato a imbastire quello che, ad ignoranti come me, pare uno strano marchingegno per incassare i soldi del finanziamento ai partiti. Un marchingegno in cui nessuno riesce a capirci nulla e grazie al quale i soldi del finanziamento al partito sono andati anziché sul normale conto del medesimo, su un conto che ha lo stesso nome ma la cui disponibilità è affidata allo stesso Di Pietro, a sua moglie e a Silvana Mura, la tesoriera del partito.

Insomma, questi soldi non andrebbero al partito ma su di un conto plurintestato di natura quasi famigliare.

Così che coloro che avevano diritto ad una parte di quel finanziamento, essendosi presentati in una competizione elettorale insieme con l’Idv (Occhetto e Veltri), si sono visti costretti a ricorrere alla magistratura per ricevere la loro parte.

Non mi risulta che un congegno così complicato sia mai stato adottato dagli altri partiti. Mi domando perché non si sia fatto in modo che i soldi finissero direttamente sul conto del partito. Tutto questo farraginume non pare poter avere una risposta logica. Sicuramente Di Pietro saprà spiegare al magistrato questa stranezza, e ne sapremo anche noi qualcosa di più.

Quello che mi dispiacerebbe è che, trattandosi di un ex magistrato, e per di più famoso all’epoca di Mani Pulite, in qualche modo la questione cadesse nel silenzio.
La stranezza, come ognuno può arguire, c’è e sarebbe bene che ne capissimo quanto prima le ragioni.

Una cosa è certa. Che il Tonino nazionale, anche se riuscirà, glielo auguro, a spiegare il guazzabuglio, non potrà concorrere più a vincere il premio per la trasparenza.

Leggere qui e qui. Per altri dettagli, qui.

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“Girotondo intorno a Di Pietro” di Stefano Cappellini. Qui.

“Casini: «Di Pietro è uno sciacallo »”. Qui.

“Le carte e la laurea dell’ex pm”. Qui.

“Di Pietro, verità bugiarde: per lui niente regole” di Massimo De Manzoni. Qui.


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10 Comments

  1. Pingback by Bartolomeo Di Monaco » Ragioniamo su Di Pietro — 5 Giugno 2010 @ 21:22

    […] Per approfondire consulta articolo originale: Bartolomeo Di Monaco » Ragioniamo su Di Pietro […]

  2. Commento by Mario Di Monaco — 6 Giugno 2010 @ 09:19

    Ora che lo hanno scaricato è iniziata la gara a chi lo massacra di più.

  3. Commento by Ambra Biagioni — 6 Giugno 2010 @ 22:56

    Dal Legno

    Ci sono i link delle puntate precedenti di Facci e altro.

  4. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 6 Giugno 2010 @ 23:07

    Il link non funziona, Ambra.

  5. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 6 Giugno 2010 @ 23:17

    Ho trovato i tuoi link sul Legno, Ambra, e li incollo qui (ottimi):

    http://linkati2.files.wordpress.com/2009/10/dipietro1.doc

    http://linkati2.files.wordpress.com/2009/10/cricca5.doc

    http://linkati2.files.wordpress.com/2009/10/di-pietro-case.doc

  6. Commento by giuliomozzi — 8 Giugno 2010 @ 12:31

    “In questa Italia dove un ex presidente del Consiglio ed ex Capo di Stato, Carlo Azeglio Ciampi, si permette di insinuare, senza uno straccio di prova, che nel 1993 le bombe che scoppiavano qua e là per l’Italia erano innescate da Forza Italia, e quindi da Silvio Berlusconi, e si è tenuto per sé il segreto per 17 anni, senza che al tempo in cui ricopriva queste due cariche di alto rilievo facesse un fico secco (che ci voleva mai ad aprire una seria indagine?…”.

    Carlo Azeglio Ciampi non ha “insinuato” nulla di tutto questo. Ma proprio nulla (basta leggere l’articolo originale, che è qui).

    D’altra parte, Bart, qualche settimana ipotizzavi (qui) che l’ora ex ministro Scajola avesse ricevuti i soldi per la casa a sua insaputa. Allo stesso modo si può ipotizzare che gli autori di quegli attentati avessero voluto creare un clima favorevole alla vittoria di questa o quella parte politica, oppure cercar di influenzare una parte politica, senza rendere partecipe la parte politica interessata (che, fosse stata resa partecipe, avrebbe sicuramente rifiutato con orrore la proposta). Come tu hai scritto per Scajola (qui): “Ottenere a disposizione l’arma del  ricatto può essere il guadagno che si cerca  in una eventuale manovra di questo tipo”.

    Lo “stragismo di destra” degli anni Settanta, in Italia, favorì indubbiamente una parte politica. E, come molti processi hanno credibilmente dimostrato, vi erano coinvolti “pezzi deviati dell’apparato statale”.

  7. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 8 Giugno 2010 @ 14:29

    Mi limito a segnalarti, Giulio, i collegamanti che la stessa Repubblica fa tra le dichiarazioni di Grasso, Veltroni e Ciampi in principio di articolo.
    E infine ciò che ne trae:
    “È lo scenario ipotizzato dal procuratore Grasso: gli attentati servirono forse a preparare il terreno alla nascita di una nuova “entità politica”, che doveva irrompere sulla scena tra le macerie di Mani Pulite. Un “aggregato imprenditoriale e politico” che doveva conservare la situazione esistente. Quell’entità, quell’aggregato, secondo questo scenario, potrebbe essere Forza Italia. ”

    In ogni caso, Ciampi poteva ben disporre un’indagine, non ti pare? sia da presidente del Consiglio che, poi, da capo dello Stato.

    Resto scettico comunque di fronte all’ipotesi che si preparasse il terreno per Forza Italia, che poi, una volta al governo, è stata liquidata in appena sei mesi da Scalfaro.

    Non era Forza Italia la beneficiaria degli attentati, secondo me. E’ più probabile che fosse la gioiosa macchina da guerra. Infatti Mani pulite, contro il Pds non agì, mentre con Forza Italia e con Berlusconi ha continuato ad agire fino ai giorni nostri.

  8. Commento by giuliomozzi — 8 Giugno 2010 @ 20:29

    Bart, la magistratura indagò. Si parlò per mesi, allora, delle incomprensibili ragioni di quegli attentati. Si fecero già allora le ipotesi delle quali si parla oggi. L’ho già detto e ripetuto:   ma vedo che non juvat.

    Ciampi non parla di Forza Italia. Ciampi parla di “pezzi deviati dell’apparato statale”. Stop.

     

  9. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 9 Giugno 2010 @ 00:23

    Mi pare comunque che la questione sia rientrata. Meglio così.

  10. Commento by michele morini — 15 Giugno 2010 @ 21:43

    Ha clonato l’associazione-partito, un qualcosa di piuttosto banale, piu facile di clonare una scheda telefonica :) un associazione omonima ma con soli tre iscritti.

    Il problema è che la cosa non è illegale in senso stretto, la legge che disciplina i rimborsi elettorali non prevede nessun controllo/sanzione, si da per scontato che sia il partito nel suo insieme – con i suoi iscritti – a controllare, discutere, decidere e cercare un uso equo dei rimborsi.

    Insomma dovrebbero essere gli iscritti di IDV a regolare i conti col loro leader.

    la figuraccia Di Pietro non la fa dal punto di vista legale, ma etico, infatti si è sempre schierato contro gli sprechi della politica, rimborsi elettoraliin primis, e poi che fa ? se li pappa tutti lui con magheggi statutari – associativi.

    pessima figura.

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