Renzi dice che Monti mente. Lo scopre solo ora?24 Ottobre 2012 (Propongo questo articolo, giacché anch’io sono convinto che abbiamo un governo che ci racconta balle. Delle due una: o le racconta sapendo che sono balle o le racconta perché è incompetente. In tutte e due i casi, comunque, a farne le spese sono ancora una volta i cittadini. Ma Napolitano se ne rende conto?) di Enzo Di Frenna Mi fanno ribrezzo questi tecnici che mentono. Sanno raccontare solo balle, come ha fatto per vent’anni Berlusconi. Hanno imparato presto la lezione. Basta parlare alle televisioni, oppure dare in pasto una dichiarazione alle agenzie di stampa, dicendo il contrario della realtà. La grande balla di Monti è che ha “risanato il Paese”. Se invece parlate con la gente comune, vi dirà che l’Italia è stata spolpata da Monti & company. E Silvio Berlusconi è il mandante politico del fiume di tasse che questo governo tecnico ha riversato sugli italiani. La banda politica del Cavaliere ha prosciugato le casse del Paese e oggi sono travolti dagli scandali e dalle accuse di corruzione. Ma Monti, il super professore, l’esperto di economia, ha saputo fare solo due cose: tagliare e tassare. «Lo sapevo fare anch’io », racconta il mio benzinaio, con la faccia livida di rabbia. L’altra balla gigantesca di Monti è questa: “la crisi economica è alle spalle”. Il professore mente spudoratamente. Ogni giorno chiudono 1.600 imprese, i protesti sono in aumento, il 25% dellefamiglie italiane non riesce a pagare i mutui, i consumi sono in calo. Perfino Il Giornale scrive: “Ma i tecnici in che Paese vivono?” In questi giorni Matteo Renzi, che si prepara alle elezioni politiche 2013, si erge a difensore del popolo e dichiara: «Chi dice che la crisi è passata vi prede in giro ». Si riferisce a Monti, naturalmente, come hanno riportato i giornali. Lo scopre solo adesso il sindaco di Firenze che il nostro presidente del Consiglio mente spudoratamente? Sei mesi fa, oppure un anno fa, dove guardava? Il Fatto Quotidiano ha documentato in decine di articoli le tante menzogne di questo governo. Ma nessun politico del Pd mi sembra abbia condiviso tali denunce. Intanto la gente è esasperata. E più povera. Ieri ho incontrato un’amica in un supermarket discount. Non ha più il lavoro, due figli da mantenere, e la sua auto è rotta. Mi spiegava che non ha i soldi per farla riparare. Un altro amico vive a Napoli e fa l’insegnante di musica in una scuola privata di suore. Mi racconta che ha perso la speranza di ottenere l’incarico pubblico dopo anni in graduatoria: ha una figlia da mantenere e la scuola di suore gli ha ridotto lo stipedio da 800 a 500 euro, a causa della crisi. E storie del genere le ascolto ogni giorno. «Enzo, la situazione peggiora! Sono seriamente preoccupato! Sono quindici giorni che non ricevo un ordine! Capisci? », mi racconta un ragazzo di trentacinque anni che lavora nel settore tipografico. E voi, che storie raccontate? Siete convinti che la crisi è passata? Oppure sta azzannando con più forza le nostre vite? Pier spaventa Colle e Usa Mesi di lavorio sotterra neo, di ambasciate segrete, di messaggi tranquillizzan ti inviati con cadenza quo tidiana: siamo un partito europeo di stampo social liberale, formeremo un go verno che non avrà nessu na preclusione nei con fronti del mercato, rispetteremo gli impegni presi da Mario Monti e andremo avanti sulla sua strada. Gocce che dove – vano scavare la pietra. Tutti sforzi vanificati in pochi giorni. Le garanzie mostrate a Monti, al Quirinale e all’ambasciatore americano a Roma, David Thorne, affinché costui inviasse al Dipartimento di Stato un giudizio favorevole sul possibile governo di sini stra, sono bruciate al fuoco delle polemiche contro la “finanza cattiva” chiamata a raccolta da Matteo Renzi. Sono state offerte in sacrificio sull’altare della Cgil, che impone al Pd di togliere l’appoggio al go verno se solo questo si azzarda ad aumentare l’orario degli insegnanti. Così si è tornati laddove si era partiti e da dove non ci si era mai allontanati molto: al «non possiamo fare a meno di Monti ». Perché di Pier Luigi Bersani e dei suoi non ci si può fidare. Giorgio Napolitano si è segnato sul taccuino l’attacco alla legge di stabili tà. Se Monti è il punto di rife rimento della finanza inter nazionale, lui è quello che parla con i capi di Stato. E ieri, in visita ufficiale in Olanda, ha sentito il bisogno di mandare un avvertimento: «Se cambiassimo rotta adesso, a che prò sacrifici, tasse e riforme? ». Ergo, dal rigore non si toma indietro. Fosse per il presi dente della Repubblica, la sera stessa del voto Mon ti sarebbe confermato premier. Stessa idea che hanno a Washington. Dove gli at tacchi rivolti da Bersani ai gestori dei fondi d’inve stimento vicini a Matteo Renzi, quell’accusa di es sere «banditi tra virgolette », alfieri di «una finanza non trasparente », non sono passati inosservati. Thome, che dopo le presidenziali americane lascerà Roma, considera l’insediamento di Monti e l’ot timo rapporto stabilito con lui il fiore all’occhiello del proprio mandato. Adesso l’agenda Obamapre vede la conferma del bocconiano a palazzo Chigi. È in particolare il segretario al Tesoro Tim Geithner, convinto che il crac europeo sarebbe una tragedia per gli Stati Uniti, a spingere in questa di rezione. Fu dovuta ad una sua esplicita richiesta l’unica vera dichiarazione di disponibilità di Monti ad accettare un nuovo mandato, fatta a fine set tembre, durante un intervento al Council on foreignrelations, prestigioso think tank di New York. La sera prima Geithner e Monti avevano cenato insieme, al cospetto del gotha della finanza, al ristorante Le Cirque sulla 58esima strada. In quella occasione l’invito a Monti affinché fosse favorevole ad accet tare un secondo incarico fu unanime, e il premier italiano acconsentì, tanto da annunciarlo in pub blico ventiquattr’ore dopo. Con grande soddisfa zione di tutta l’amministrazione statunitense, che sarebbe ben lieta anche di vedere Giuliano Amato al Quirinale. Un disegno la cui convenienza per la politica e la finanza americane è stata confermata dalle deludenti uscite dello stesso Bersani. Il quale, appiattendosi sulla Cgil, ha ottenuto an che il risultato di irrigidire Monti. Ogni giorno il presidente del consiglio si sente fare la stessa domanda dagli interlocutori esteri: «Come facciamo a essere sicuri che se te ne vai via tu non ricomincia tutto come prima? ». Ed è ovvio che la questione, più che il centrodestra, indietro nei sondaggi, riguardali tan dem Bersani-Vendola, con il secondo che anche ieri ha ribadito che «in un governo di centrosinistra i temi dell’agenda Monti sono incompatibili ». Il premier ha sempre difeso i futuri assetti dell’ltalia, anche nelle conversazioni private. Ma chi gli sta vicino racconta che negli ultimi giorni le sue preoccupazioni sono aumentate, tanto da averlo sentito accusare i partiti di «irresponsabili tà », di «incapacità di capire la situazione », di non aver compreso che lo spread, sceso a quota 330, fa rebbe prestissimo a tornare sulla soglia dei 500 punti, se solo gli investitori dovessero dubitare del le future scelte di politica economica. Il premier si aspettava un comportamento più serio. Soprattut to da Bersani, che ha meno problemi interni di Sil vio Berlusconi e Angelino Alfano, e forse proprio per questo ha molte più energie da spendere con tro la manovra del governo. Infamie e falsità C’è qualcosa che fa peggio dell’ipotesi di flnire in car cere. È prendere atto di quanto violenta, falsa e arro gante possa essere la giusti zia se affidata a mani inde gne. È successo ieri, leggen do le motivazioni della sen tenza, firmata da tale Aldo Grassi e tale Antonio Bevere (consigliere estensore), con cui la Cassazione mi con danna a 14 mesi di reclusio ne per un articolo neppure scritto da me. Si legge che io avrei una “spiccata capacità a delinquere”, mi paragona a un delinquente abituale. È una vera infamia, che non permetto neppure a un pre sidente di Cassazione, basa ta su odio ideologico e su una serie di menzogne. Mi prendo tutta la responsabilità di quello che dico e sollevo il mio editore dal risponderne in tribunale. Ve lo dico io, in faccia, signori Grassi e Bevere: avete abusa to del vostro potere, la vo stra sentenza è un’infamia per me e per i miei parenti. Non si gioca con la vita delle persone come se fossero cose nella vostra disponibili tà senza pagare dazio. Le motivazioni della vostra sen tenza sono delinquenziali, non il mio lavoro. Sono parole basate su falsi, montate per costruire teoremi che esistono solo nella vostra te sta. E ve lo spiego. È falso che io abbia scritto alcunché. È falso che io ab bia deliberatamente pubbli cato notizie sapendole fal se. È falso che io mi sia rifiu tato di pubblicare una smen tita, nessuno me l’ha mai chiesta né inviata. È falso che sul mio giornale del l’epoca, Libero, sia stata pub blicata una campagna con tro un giudice (un articolo di cronaca ripreso da La Stampa e un commento non possono in alcun modo costituire una campagna). È falso che non fosse possibile identificare chi si celava dietro lo pseudonimo Dreyfus: bastava chiederlo, non a me che come diretto re sono tenuto al segreto de ontologico, ma a chiunque e avreste accertato che si trattava di Renato Farina (lui stesso lo ha scritto in un suo libro). È falso che io ab bia un numero di condanne per omesso controllo (7 pecuniarie in 35 anni di mestie re) superiore alla media dei giornalisti e direttori di quo tidiani italiani. Delinquente, quindi, lo di te a qualcun altro. Non vi sti mo, non vi rispetto, non per la condanna, ma per quelle vostre parole indegne. Ver gognatevi di quello che ave te fatto. E forse non sono l’unico a pensarla così. Ci sarà un motivo se il Parlamen to sta lavorando per cancel lare la vostra infamia e se un vostro collega, il procurato re di Milano Bruti Liberati, si rifiuta di applicare la vo stra sentenza del cavolo no nostante io mi sia consegna to alle patrie galere, in sfre gio a voi, rinunciando a qual siasi pena alternativa. E adesso fate pure quello che credete, rispetto a me e alla mia storia siete un nulla. _________ Letto 1509 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||