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“Stronzo”, ecco il linguaggio di Fini, la terza carica dello Stato

22 Novembre 2009

Se Berlusconi si diverte a fare le corna in occasione di una foto dei capi di governo europei, se fa grassi complimenti alla tedesca Merkel, se fa il cicisbeo con la moglie di Obama, che cosa arriveranno mai a pensare di noi all’estero se, dopo la quarta carica dello Stato (Berlusconi), la terza carica dello Stato fa sfoggio davanti ad una platea di giovani stranieri del suo eloquio da taverna. Diranno probabilmente che questa è una conseguenza della lunga soggezione che il nostro Paese ha tenuto nei confronti della Chiesa cattolica, che ha la sua sede universale a Roma. E’ un segno di liberazione, diranno. Lo sfogo di una natura troppo a lungo repressa.

Può anche essere, ma io la vedo diversamente, e non mi perito di dire che la nostra terza carica dello Stato ha perso la testa.
Prima ha cercato di sfasciare il governo, poi, dopo che la seconda carica dello Stato, Renato Schifani, lo ha zittito, non riuscendo a contenere la propria baldanza, ha deciso di rifarsela sui giovani, e così, invitato, non come uno qualsiasi, ma come presidente della Camera dei deputati, ossia come terza carica dello Stato, si presenta al centro «Semina », che ospita l’associazione «Nessun luogo è lontano », impegnata a educare ragazzi di origine straniera tra gli 8 e i 19 anni, e si rivolge a loro chiedendo se qualcuno gli fa pesare il fatto di non essere italiani.

Per rendere l’atmosfera più intima e gradevole, con assoluta nonchalance – lui che ha frequentato le magistrali – fa la domanda sbarazzina, da ragazzetto di borgata: «C’è qualche stronzo che dice qualche parola di troppo? – ha detto – Se qualcuno pensa che siete diversi, qualche parolaccia se la merita. Voi la pensate e io la dico » (qui).

Immaginate le povere maestre di scuola sparse in tutta Italia, impegnate da anni a ripulire il linguaggio di strada dalla bocca degli alunni, le quali, stasera, ascoltando il telegiornale, hanno sentito, come lo hanno sentito i loro alunni, esprimersi in quel modo il presidente della Camera.

Domattina si troveranno in classe ragazzi che faranno loro dei bei pernacchioni e gareggeranno a chi la dice più grossa. Stronzo, parola che da oggi è acquisita e veicolata dalle alte cariche dello Stato, non autorizzerà più nessun insegnante né alcun genitore a dare quel benedetto scappellotto di collodiana memoria.

Che mi rimproveri mai, papà, se stronzo lo ha detto anche il presidente della Camera! sarà la risposta. E avrete voglia di strillare che a voi quello che ha detto Fini non frega un bel niente, e gli scapaccioni siete voi a decidere se darli o meno; e che quindi obbediscano o ce ne sarà una bella riserva per tutti. Si difenderanno – e a questo punto a ragione – sostenendo che se quella parolaccia l’ha detta Fini, la terza carica dello Stato, la possono dire anche loro.

Siccome è molto probabile che il solito Soccorso Rosso si muoverà in difesa di Fini, sarà bene precisare che l’illustre politico non ha pronunciato la parolaccia in occasione di una furibonda lite scoppiata a Montecitorio, in cui a Di Pietro non c’era da fare altro che rispondergli per le rime, se no quello chi lo ferma; bensì è stata tranquillamente, serenamente, placidamente, pronunciata davanti ad una specie di scolaresca di giovani venuti in Italia per apprendere e conoscere il nostro Paese.

Ossia, la parolaccia è stata pronunciata non sotto un effetto alterativo (che so: una sbronza, una accesa litigata), ma nella veste di educatore.

Che esempio!

All’eventuale Soccorso Rosso che intervenisse in favore dello scassatore di governi, vorrei dire di provare ad immaginare il presidente della Repubblica consigliare la stessa parolaccia a dei ragazzi. Non potrebbero assolverlo. Bene, lo stesso deve valere per il presidente della Camera.

La domanda d’obbligo a questo punto è: ma a quello lì che cosa gli sta succedendo? Leggo qui alcuni suoi dati biografici:

“Negli anni ’80 incontra Daniela Di Sotto, allora moglie di Sergio Mariani, amico e dirigente del partito. Mariani tenterà il suicidio poco dopo. La signora Di Sotto si separa dal marito per unirsi a Fini. Nel 1985 nasce Giuliana, la loro unica figlia. Si sposa con Daniela ma con rito civile tre anni più tardi, a Marino. Nel Giugno 2007, Fini annuncia la separazione dalla moglie.
Dopo la separazione, viene resa pubblica la relazione con l’avvocato Elisabetta Tulliani. Dalla loro relazione nasceranno le figlie Carolina e Martina.”

Vado a cercare sul web chi sia questa donna per la quale (come successe a Berlusconi) Fini ha lasciato la moglie e scopro che c’è da levarcisi tanto di cappello. La potete vedere qui.

Ora si spiega tutto, mi dico. La testa l’ha persa per lei e ancora non si è ripreso.

Ho una sola strada davanti a me. Quella di rivolgermi, non a Fini, che non riuscirebbe, tutto intontito com’è, a capirmi, ma proprio alla bella Elisabetta: La prego signora, mandi lontano da casa per qualche giorno (qualche settimana, qualche mese, faccia lei) il suo adorato Gianfranco. Lo faccia per il bene del nostro Paese. C’è un buona occasione da cogliere al volo nell’abbazia benedettina di Montecassino, dove si stanno specializzando nella cura dei politici. Lassù, avrà tempo di recuperare il senso del dovere e della buona educazione.

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Qui.

Matteoli su Fini. Qui:

«Le questioni culturali e politiche sollevate da Fini non appartengono alla storia di An. Il testamento biologico, l’immigrazione… Non è roba nostra ». Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli analizza le recenti tensioni nel Pdl e le posizioni assunte dall’ex leader di An. «Chi non riconosce Berlusconi come leader se ne faccia una ragione. La leadership non è decisa per statuto, ma dagli elettori ».

“Proibito pubblicare le foto con Gaucci della compagna di Fini”. Qui.


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2 Comments

  1. Commento by marino — 22 Novembre 2009 @ 11:58

    Caro Bart, malgrado la sola idea di difendere Fini mi procuri l’orticaria, ritengo che quella parola una volta tanto abbia avuto un fine pedagogico, se non altro ( e non a caso ha usato la parola stronzo ) é un secco rimprovero a quel ministro da poco che stronzo ha chiamato un operaio. Ma tu ottimo Bart ti stupisce ora? Guarda che all’estero non si stupiscono di certa gente, tanto meno del loro linguaggio, ma di chi li ha votati!

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 22 Novembre 2009 @ 13:23

    Intanto, un caro saluto alla tua Olanda, e in particolare al tuo paese affacciato sul mare, Ijmuiden.
    Devi sapere che quando, poco tempo ho scritto il pezzo sul personaggio creato dalla fantasia di Cletus Alfonsetti, Alex Fringberger, il paesino olandese che ho immaginato è proprio il tuo. Puoi leggere qui.

    Venendo alla politica, tu sai bene quanto questa sinistra che è andata al governo due volte senza concludere nulla, se non mettendo tasse su tasse, non mi piace.
    A me non piacciono né la Lega ne le idee di Fini, che considero sempre inaffidabile, essendo stato il pupillo di Almirante.

    La sinistra lo sta osannando (vedi Il Fatto Quotidiano, ad esempio, diretto da Antonio Padellaro, ex direttore de L’Unità), poiché lo strumentalizza ai fini della conquista del potere. Non so che cosa gli abbia promesso, ma non sarebbe strano vederselo prima o poi al posto di Berlusconi, o di Napolitano.

    Così avrò da dirne delle altre belle toste contro l’attuale sinistra.
    All’estero si dice anche che in Italia la libertà di stampa è minacciata. Tu vi passi parte del tuo tempo sulla bella costa Ligure, e non puoi non sapere che in Italia la libertà di stampa è ampia e diffusa e sono più numerosi i media che dicono male del governo di quelli che lo lodano. Quella che circola all’estero, Marino, è un’immagine non vera, che ci umilia e ci offende. La colpa imperdonabile, la dò alla propaganda disfattista della opposizione, che dovrebbe badare a sconfiggere e contrastare il governo sulla base di programmi chiari e contrapposti, e non facendo la caccia al premier con un violento e ottuso antiberlusconismo.

    In Italia – è un nostro difetto atavico – non siamo stati mai bravi a sceglierci i nostri governanti. Il motivo? Non abbiamo molta scelta. Sono tutte mezze cartucce. Noi siamo sempre più vicini all’Africa, piuttosto che all’Europa. Se non avessimo una posizione strategica, l’Europa ci consiglierebbe di unirci alla Unione Africana, presieduta dal 2 febbraio 2009 da Gheddafi.

    Come ho scritto più volte, Berlusconi, pur in mezzo ai suoi guai e ai suoi difetti, è oggi l’uomo che può bandire le chiacchiere e agire coi fatti. Cosa di cui c’è sempre stato bisogno, ed in modo particolare oggi, con una crisi che ancora ci piega.

    Se ne potrà dire liberamente peste e corna, però i dati internazionali pongono il nostro Paese tra i migliori nell’uscita dalla crisi.
     La catastrofe dell’Abruzzo è stata risolta egregiamente (ho la testimonianza di un volontario antiberlusconiano)
    Oggi ho letto qui, anche i dati relativi alla lotta alla mafia, davvero lusinghieri.

    Sono orgoglioso del mio Paese, e non mi piacciono due cose, in modo particolare:

    1 – che il Paese sia descritto all’estero come non è;
    2 – che gli elettori vengano giudicati saggi o idioti a seconda di chi scelgono a governarli. E’ profondamente ingiusto e sbagliato.

    Per me il corpo elettorale è l’unico custode (non il parlamento) della sovranità popolare riconosciutagli dall’art. 1 della Costituzione. In democrazia, le sue scelte non possono che essere accettate e rispettate.

    Salutami il mare e Ijbuiden, e quando passi di qua, non dimenticare di venirmi a trovare.

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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart