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VARIE: Lo Scalfari razzista

12 Gennaio 2020

di Bartolomeo Di Monaco

Poiché alla Lega di Matteo Salvini è venuto in mente di organizzare a Roma il prossimo 16 gennaio un convegno sull’antisemitismo, i soliti disfattisti che non riescono ad apprezzare qualcosa di buono che avvenga in seno ai loro avversari-nemici, hanno rispolverato una multa che fu comminata a Salvini nel 2009 per aver detto che sentiva la puzza dei napoletani. Brutta espressione, indubbiamente, e me ne sento offeso io che provengo da una famiglia originaria del casertano e che amo il Sud.
Devo aggiungere: e meno male che hanno trovato solo questo, che dimostra un antirazzismo da stadio, e non da convinzione ideologia. Invece la convinzione ideologica ce l’aveva un loro pupillo ancora vivente e che dalle colonne di Repubblica, la sua creatura, manda sermoni a destra e a sinistra: Eugenio Scalfari. Leggete qui come razzolava nel 1942.

“Ecco cosa scrive Giancarlo Perna nella sua “biografia non autorizzata”: Scalfari – Una vita per il potere (Leonardo editore, 1990), accolta al suo apparire, come scrisse l’autore, da un “fragoroso silenzio stampa”. Leggiamo da p. 13 e seguenti:

“Come tutti, Eugenio ha aderito al GUF, la gioventù universitaria fascista. La sede è palazzo Braschi. Ecco perchè è lì, lontano dall’università, a due passi da piazza Navona, un giorno dell’inizio del ’42”.

“Scalfari ha un’ispirazione: collaborare a “Roma fascista”, il settimanale del movimento…In redazione c’è Ferruccio Troiani col quale Eugenio simpatizza. Negli anni Cinquanta, saranno insieme all'”Europeo”. C’è Enzo Forcella, oggi editorialista di “Repubblica” e consigliere comunale di Roma eletto nelle liste comuniste nell’autunno del 1989. C’è Paolo Sylos Labini, futuro grande economista e collaboratore di “Repubblica”. Ci sono Luciano Salce e Massino Franciosa, registi cinematografici di sinistra degli anni Sessanta”…

“Su “Roma fascista” Eugenio si mette subito in luce. Per sei mesi la inonda di corsivi e articoli…Un paio di brani, tanto per capire. E’ il 16 Luglio del 1942. Gli piace Mussolini. Ma la guerra va male. Ci sono critiche. Il ragazzo insorge: “Noi siamo pronti a marciare, a costo di qualsiasi sacrificio, contro tutti coloro che tentano di fare mercimonio della nostra passione e della nostra fede. E ancora oggi è la stessa voce del Capo che ci guida e ci addita le mete da attingere”. Titolo: Aristocrazia”.

“Passa l’estate e gli viene il pallino dell’impero e della razza italiana. Il 24 Settembre esce l’articolo: Volontà di potenza. “Gli imperi quali noi li concepiamo” scrive Scalfari con un sussiego che sopravviverà al crollo del regime “sono basati sul cardine di razza escludendo perciò l’estensione della cittadinanza da parte dello Stato Nucleo alle altre genti”.

“In redazione si va due volte alla settimana. Una per concordare i contenuti dell’articolo. L’altra per consegnarlo. Ma per festeggiare il ventennale della marcia su Roma col numero del 28 Ottobre 1942, Pintus [il direttore] convoca una megariunione dei redattori. I giovani decidono di fare un giornale di fuoco. Si sentono tutti moschettieri del Duce attorniato, secondo loro, da imbelli, pancepiene e traditori”.
“Ne viene fuori un numero che è un inno al fascismo rivoluzionario delle origini, allo stato etico, allo stato sociale sul tipo della futura repubblica di Salò, e compagnia cantante. Titolo di copertina: Primo ventennio: avanti verso la rivoluzione sociale. Mussolini, che aveva altre gatte da pelare, prende i redattori per dei pericolosi imbecilli. Chiude il settimanale colpevole di eccesso di zelo e manda tutti a spasso”.

“Fascismo e GUF”, continua Perna, “erano comunque agli sgoccioli. Comincia a tirare un’altra aria. Quattro mesi dopo le riflessioni sull’imperialrazza, Scalfari ha già infilato un piede e mezzo nell’antifascismo”.

E da questo momento in poi, emerge lo Scalfari che tutti conosciamo: liberaldemocratico e illuminista (ma anche spregiudicato e voltagabbana. In una parola: italiano).â€.

Anche qui (sulle bugie fasciste di Scalfari).

E qui.


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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart