VARIE: STORIA: L’ambasciatore
23 Settembre 2012
di Costanza Caredio
E’ terribile la morte dell’ambasciatore Chris Stevens nell’assalto al consolato americano di Bengasi.
Aveva l’aspetto che l’America vuole offrire di se stessa: giovane, sportivo, di bell’aspetto, ottimista, entusiasta, cordiale con i nativi, e così via. Era evidente che in risposta al suo impegno, si aspettava simpatia, collaborazione, ringraziamento.
Ma l’immagine del giovane morente, trascinato nella polvere e oltraggiato dai suoi assassini, non è la sola che abbiamo nella memoria: è speculare a quella di Gheddafi ferito e sanguinante, dei suoi figli braccati e uccisi, dei figli di Saddan Hussein, presi come animali nella tana, poi Bin Laden, in fuga da anni, ormai inattivo, del quale non è rimasto neanche il corpo. Non ultimo nella memoria degli Italiani ci sono gli Appesi di Piazzale Loreto.
Ma il leader è espressione del popolo, non è più una persona, sono milioni; non è un muro o una stanza, ma un territorio-nazione e i vincitori, forti della loro smisurata potenza, non hanno alcun diritto di oltraggiare, disprezzare, criminalizzare i vinti. Significa solo voler tramandare l’odio e provocare vendette, così che nessuno sa più quale è la causa giusta, e il “volto sanguinario dell’Islam”, si trasforma in quello di chi lo combatte.
Ma noi della costa nord del Med.abbiamo sempre avuto di fronte solo popoli e nazioni, spesso nemici furiosi, talvolta cavallereschi: “le donne i cavalier l’armi, gli amori, le cortesie, le audaci imprese io canto “-diceva il poeta. Popoli con storie antiche, dai Faraoni in Egitto, alle colonie greche e fenice della Libia, al Magreb, terra di Annibale, di Giugurta, di Agostino, dei Vandali, e infine delle armate omayyadi, bloccate a Poitiers nel 732. Identificandoli solo con la religione, e non con la loro storia, li uniremo tutti contro di noi.
Noi abbiamo bisogno, non di litorali deserti o battuti dai pirati, ma di relazioni stabili, di scambi amichevoli con la sponda sud. Non lasciamoci trascinare in crociate fuori tempo che non rispondono ai nostri interessi e neanche a un pietismo strumentale: niente aggressioni e niente porte aperte.
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