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A Mughini ha dato di volta il cervello?

19 Dicembre 2013

Me la sono presa in queste settimane un po’ con tutti, e avevo lasciato distrattamente da parte Giampiero Mughini, ma quando l’ho ascoltato dire certe fesserie nella trasmissione “La Gabbia†di ieri sera, mi sono battuto una mano sulla fronte e mi sono detto: Ecco perché in Italia resta ancora difficile dare al popolo una coscienza civile.

Il filmato è qui e i miei lettori si potranno rendere conto direttamente. Ma già cose del genere un po’ bizzarre e anticipatrici per chi abbia anche una intelligenza minima  erano già apparse sul quotidiano Libero al quale consiglierei di non essere poi così tanto libero da permettere ad uno come Mughini di intrattenerci dopo ciò che ha fatto offendendo persone che si lamentavano della loro miseria e con estrema dignità ne parlavano, attraverso la televisione, agli italiani, dandone legittima testimonianza.

Si è vantato di avere sulle spalle almeno quarant’anni di giornalismo. Ma se ha fatto del giornalismo di questo tipo non sarebbe meglio che lo avesse tenuto e lo tenesse nascosto e magari se ne vergognasse anche un po’ ogni mattina quando si guarda allo specchio e si fa la barba? Un gruppo di persone ha fermato – si racconta in trasmissione – un treno su cui viaggiavano dei cittadini impegnati ad andare ad esercitare il proprio lavoro. Fortunati loro! È la prima esclamazione che mi è venuta di fare, e sono certo – come è accaduto già nel passato quando ad appoggiare le proteste di piazza era il Pci – che alcuni viaggiatori “alla Mughini” hanno protestato perché pagano le tasse – così si è espresso, se non ricordo male, il giornalista intellettualoide – e hanno il sacrosanto diritto di andare a lavorare, ma sono anche certo che, perfino con un po’ di magone in gola, tanti altri viaggiatori hanno capito le ragioni della protesta ed hanno accettato che il treno fosse fermato per un po’ di tempo. Mughini, basta guardarlo – con quei suoi capelli spettinati, o vanitosamente orientati verso il cielo – non vive su questa terra, è un sognatore e, dal mio punto di vista, un pericoloso sognatore, che considera la protesta che si sta diffondendo come se fosse un passatempo organizzato da un circolo ambulante. La sua filosofia è semplice, è quella presa in prestito da Napolitano (a proposito: avete visto, sempre sullo stesso link, con quale faccia tosta difendeva di fronte al giornalista tedesco il rimborso di circa 800 euro quando ne aveva spesi low cost appena 90? Era legittimo questo sfruttamento, la legge lo consentiva, ma la dignità e la moralità dove erano finiti in uno che rappresentava perfino il partito dei lavoratori? Poi, avete visto, il tempo ha avuto ragione della verità anche su di lui, il distruttore dei famosi nastri). La malsana filosofia di Mughini è però ancora più speciale: Perché andare a votare se tanto ne sortirebbe ugualmente l’impossibilità di formare un governo? Non vi pare che somigli un po’ all’idea che ebbe un certo Mussolini, il quale addirittura le elezioni non si limitò a rinnovarle ogni 5 anni o quanti erano (suppongo che almeno questo periodico appuntamento Mughini lo conceda ancora al popolo italiano), ma le eliminò del tutto. Tanto a comandare era lui, il Dux (ed oggi il Rex) e a decidere sul da farsi non serviva nessun parlamento e nessun governo. Bastava il suo cervellone. Il ragionamento dello pseudo e vanesio intellettualoide Mughini ricomprende – mi dispiace ricordarglielo, ma è l’ora di schiaffarglielo in faccia, non solo a lui, ma a tutti questi deprecabili conservatori dello status quo – un concetto pericolosissimo che ci porta diritto diritto alla dittatura. Le elezioni sono sempre un fatto democratico, soprattutto oggi che i cittadini rifiutano questa classe dirigente e vogliono scegliersene una nuova. Mughini vuole forse negare loro questo sacrosanto diritto facendo la cassandra, ossia il profeta di sventure? Si accomodi, concili questo suo stato d’animo con la coscienza democratica che ci siamo conquistati a fatica prima con il Risorgimento e poi con la Resistenza. Crede che le due cose gli italiani le abbiamo combattute sulla loro pelle, sacrificando spesso la vita, per sentirsi dire da un Mughini qualunque che sono degli inetti e le urne sono praticamente inutili? Oltre a fare il giornalista da 40, anni, ora vuole mettersi anche a fare il profeta, e in più il profeta di sventure, negando, per timore, che il popolo non voti come piacerebbe a lui? Troppo facile, Mughini! Sappia che anche se il voto andrà disperso, un popolo che non si riconosce più nella sua classe politica dirigente ha il diritto (lo capirà mai Mughini?) di tornare a votare per provare almeno di cambiarla. Berlusconi, uno che ne ha combinate tante, è da un po’ che sostiene che gli italiani devono imparare a votare. Perché non provare se questa volta ci riescono, avendo imparato la lezione, e finalmente eleggano un parlamento in grado di fare il suo mestiere? Chi ha, come lui, paura di farsela sotto, se ne stia a casa a farsi cambiare i pannoloni, e non si presenti a pontificare sciocchezze in tv. Ci offende. Hai capito Mughini (non meriti nemmeno il lei): Ci offendi! E questo diritto tu non lo hai anche se con la tua altezzosità continui a vantarti in tv (chi sa quante volte lo farai nei salotti, visto che hai tutta l’aria di frequentarne molti!) dei meriti che chi sa se davvero te li sei guadagnati in favore della crescita democratica. Vatti a rileggere un po’ ciò che di te riassume Wikipedia, che sicuramente non è la Treccani, ma non credo che il tuo curriculum possa autorizzarti a insultare alcuni operai che nella trasmissione di ieri parlavano della loro miseria, della loro fame, delle loro quotidiane tribolazioni e della loro sacrosanta protesta: e tu ti sei permesso di definirli degli analfabeti (â€Sei un povero analfabetaâ€, qui). Nemmeno hai sentito il dovere di chiedere loro scusa, tanto fuori misura è stata la tua vanità. Chi ti critica, dunque, è, secondo il tuo sprezzante giudizio, un analfabeta, perché magari si esprime con la lingua del popolo. Ma tu – sforzati di rendertene conto – dai salotti mondani hai imparato, come è sembrato ieri sera, solo ad usare l’insulto. Sono più loro degni della massima stima, che te, caro Mughini! Ma non ti è bastato. Rivolgendoti alla giornalista Azzaro ci hai voluto rivelare di averla avuta – bontà tua – ospite nella tua povera magione e di avere constatato che è “disarticolata mentalmente†qui). Per tali incivili parole, che meriterebbero una qualche gogna pubblica, sei solo da disprezzare. Come cittadino non ti resta che un solo dovere da compiere dopo un tale riprovevole gesto (ma lo avvertirai mai?): uscire in tutta fretta di scena poiché inadatto a permanere in un consorzio civile ed andare a espiare la tua presunzione e la tua vanità in qualche sperduto eremo sull’Himalaya, dove nessun essere umano abbia più la misericordia o la pietà di avvicinarsi ad uno come te. La tua non è stata affatto la manifestazione di un libero pensiero, come hai sostenuto malamente, la tua è inciviltà pura e semplice; nonché un rifiuto netto al confronto condito presuntuosamente dal disprezzo degli interlocutori considerati indegni di parlare con un’autorità quale tu millanti con il tuo comportamento di essere, e non sei. Li tratti da deficienti. Ma come ti sei permesso? Ma come ti permetti? Mi hai fatto vergognare di appartenere alla tua generazione (hai appena meno di 9 mesi più di me) dove a giornalisti come te non era concesso di scrivere con quell’arroganza e inciviltà nemmeno un rigo.
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P. S. Leggo ora qui e condivido chiunque critichi la magistratura sul punto che è politicizzata e strumentalizzata in alcuni suoi importanti componenti e che si difende come una casta senza nemmeno tenere conto delle ragioni e delle verità evidenziate (un po’ come Napolitano che ci rifiuta le elezioni) nelle proteste dei cittadini, siano essi cittadini comuni o lo stesso Berlusconi fatto oggetto di alcune sentenze che ho già giudicato degne di un paese anomalo (è un eufemismo) in cui la magistratura (o parte di essa) è sottoposta coscientemente ai diktat del potere. Prove ce ne sono a iosa (cittadini risultati completamente innocenti dopo anni di carcere), basti leggerne talune. Qui torno a sottolineare quelle più recenti ed eclatanti, da farci vergognare di fronte al mondo: distruzione dei nastri Napolitano-Mancino ( negli Usa il caso avrebbe provocato un nuovo Watergate), processo Mediaset e processo Ruby, in cui le esigenze del diritto (prima fra tutte la prova al di là di ogni ragionevole dubbio) sono state arbitrariamente travolte senza che nessuno (Csm in testa) abbia sentito il dovere di intervenire. Dunque il Csm se la prenda anche con me (mi domando Vietti e Napolitano che hanno mai a che fare con il popolo, visto che ne sono così lontani e non si fanno mancare nulla, sia in ristoranti di lusso che in feste e galà appariscenti e di ogni tipo), poiché IO sono d’accordo con tutti coloro che gridano che la giustizia Italia fa schifo (del resto occupa da molto tempo, nella classifica mondiale, gli ultimi posti).


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Bart