Ancora una volta Berlusconi cadrà nella trappola14 Agosto 2013 Ci risiamo. Come ho scritto tante volte, Berlusconi ha un grosso difetto, pernicioso per un leader che vuole essere considerato anche un combattente. Non riesce a dare l’ultima stoccata. Quando arriva il momento in cui potrebbe colpire mortalmente (in senso figurato) l’avversario, trema e ritira la mano. Ricordate come nacque il governo Monti? Con la complicità del solito Gianni Letta (che ovviamente aspira a qualche laticlavio) scorsero a fiumi latte e miele e Berlusconi fu convinto che era suo interesse dimettersi dal governo. Dopo Monti, ecco Enrico Letta e le larghe intese. Anche in questo caso, latte e miele scorsero a fiumi e a Berlusconi fu lasciato intendere (da chi? Sempre il solito Gianni Letta?) che con l’appoggio del Pdl al governo Letta sarebbe seguita una importante fase di riappacificazione da cui Berlusconi avrebbe tratto vantaggi. Berlusconi ci ha creduto, ma il Pd e la sinistra hanno continuato a trattarlo come prima, e la magistratura ha continuato a costruire sentenze fasulle, perché non sorrette da alcuna prova certa. Il caso Esposito è stato rivelatore delle incompetenze e delle ambiguità che stanno troppe volte dietro le sentenze che assolvono o condannano a seconda del colore politico dell’imputato. Abbiamo visto che casi di omicidio provato si sono risolti con meno anni di carcere di quanti sono stati inflitti a Berlusconi da una sentenza emessa senza che vi siano stati riscontri certi della frode fiscale. Si è letto che per lo stesso reato (che deve ricevere ancora il giudizio della cassazione), consistente in una evasione ragguardevole di 225 milioni di euro, la tessera n. 1 del Pd, Carlo De Benedetti, ha ricevuto sia in primo che in secondo grado una semplice sanzione pecuniaria, la stessa che richiedeva l’avv. Franco Coppi per Silvio Berlusconi, e che è stata negata. Dunque è più che dimostrato che il capo dello Stato nulla può, sia perché impedito dalle leggi, ma anche perché nulla intende fare di concreto per liberare Silvio Berlusconi dalla persecuzione politica e giudiziaria in cui è stato deliberatamente trascinato. Napolitano ha imparato a mascherare l’intreccio personale e istituzionale in cui si trova coinvolto con dichiarazioni apparentemente concilianti e promissorie, che in realtà sono sterili, se non oggettivamente ipocrite. Si pensi alla giustificazione che da rispetto alla previsione della legge secondo cui la grazia o la commutazione della pena può essere concessa dal presidente della Repubblica anche in assenza di domanda. Così, il comunicato di ieri di Napolitano è stato un capolavoro di diplomazia. Non si desidera concedere la grazia motu proprio (come potrebbe essere fatto) e si lascia intendere che se Berlusconi la chiedesse, questa potrebbe anche essere vagliata seriamente. Ed è ancora lui, Gianni Letta a dare speranza all’ex Cavaliere: «Gianni mi ha garanti Âto che l’apertura di Napolitano sarà se Âria, impegnativa e non di circo Âstanza” (qui). Ciò che ha illuso tutte le colombe del Pdl, rafforzandone il potere di persuasione all’interno del partito. Perfino l’avv. Coppi, nell’intervista pubblicata stamani dal Corriere della Sera si è lasciato convincere (ma non è il solo, qui e qui) di un’apertura importante contenuta nel comunicato quirinalizio. Segno che l’obiettivo vero del comunicato è stato raggiunto. E cioè: 1 – alimentare e incrudire sulla vicenda una divisione già presente in nuce tra falchi e colombe del Pdl; 2 – persuadere i consiglieri di Berlusconi a convincere il loro presidente a chiedere la grazia. Riuscita questa impresa, negargli poi, in tempi opportunamente studiati, la grazia adducenndo l’impossibilità di concederla alla della situazione giudiziaria complessa e non ancora risolta di Berlusconi. La beffa, se da una parte potrebbe scatenare una reazione compatta del Pdl, dall’altra riuscirebbe a ridicolizzare (i sintomi sono già qui) la figura del suo leader agli occhi dei suoi elettori. E si sa che Berlusconi è un impareggiabile raccoglitore di voti, e che senza di lui il Pdl sarebbe un minuscolo ed irrilevante partito. Dunque, compromesso il suo prestigio proprio nel momento più delicato della sua vita politica (con una sentenza di condanna definitiva che potrebbe trasformarlo invece, con un comportamento diverso, in un eroe della democrazia), Napolitano avrebbe tagliato la testa al grande partito dei moderati, capace di raccogliere, con un Berlusconi integro e combattivo, da 8 a 10 milioni di voti. Sono sicuro, alla luce di quanto accaduto in passato, che Berlusconi cadrà , ancora una volta, nella trappola e farà trascorrere invano un periodo, l’attuale, che gli sarebbe più che favorevole per intraprendere una battaglia riformatrice. Le acque si calmeranno, e quando arriverà , in un tempo sapientemente dosato, il rifiuto della grazia, Berlusconi potrà solo abbaiare alle stelle. Letto 2066 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by zarina — 14 Agosto 2013 @ 20:15
Berlusconi dovrebbe lasciare l’italia  e gli italiani al loro triste destino. Si potrà  non condividere il pensiero, lo stile di vita, l’atteggiamento di una persona,  si potrà averne invidia,  ma da questo a volerne fare il mostro, il criminale, il pregiudicato, il male assoluto  è ridicolo e ovviamente  fuori dalla realtà ,  ma rileva la regressione intellettiva di tanti italiani  le cui zucche vuote sono state terreno fertile per gli addetti alla divulgazione del pensiero unico,  generalmente  negativo e accompagnato da odio, malvagità e razzismo.
Buon Ferragosto!
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Commento by Bartolomeo Di Monaco — 15 Agosto 2013 @ 11:22
Buon Ferragosto anche a te, zarina.
Commento by lore — 21 Agosto 2013 @ 12:13
Berlusconi avrebbe dovuto lasciare l’Italia 20 anni fa. Non so se tutto era previsto ma il ventennio berlusconiano finisci per coincidere con 20 anni di declino sociale, politico ed economico del Bel Paese. Solo le sue ricchezze e di pochi altri sono aumentate vertiginosamente. Una storia già scritta, in parte, anche da storici finemente liberali.