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Avviso a Berlusconi. Sbarazzarsi delle colombe

29 Ottobre 2012

Quante volte ho scritto che il guaio di Berlusconi era rappresentato dai consiglieri che egli riteneva i più capaci.
Ieri lo ha scritto a chiare lettere anche Alessandro Sallusti nel suo editoriale. Queste le sue parole:

“C’è voluto lo shock di una sentenza barbara per liberare anche il Cavaliere dal giogo di cattivi consiglieri e mediocri collaborato ­ri che stavano pensando solo alla loro sopravvivenza. Il predellino due non è in piazza, ma nell’aula ma ­gna di villa Gernetto, assente lo stato maggiore del Pdl. Finalmente il Cavaliere si è accorto che qualcu ­no stava vendendo lui, ma soprattutto noi e ciò in cui crediamo, al miglior offerente, che si chiami Napoli ­tano, Monti o Casini poco importa. Berlusconi ritro ­va il coraggio dei bei tempi, e quei notabili del Pdl che già pensavano di essersi sbarazzati dell’ingombran ­te signore restano ammutoliti.â€

Lo stesso Giuliano Ferrara, a mio avviso, è stato un cattivo e molliccio consigliere, nonostante abbia fama di duro, anche se pure lui ieri ha dovuto rendere omaggio alla grinta mostrata dal Cavaliere. Credo che il sostegno che finora il Pdl ha dato al governo Monti sia un po’ colpa sua, visti gli articoli che a profusione ha scritto per lodare la politica di colui che Napolitano ha nominato senatore a vita, mettendolo, in un momento di così grave crisi economica, a libro paga sulle nostre spalle.

Ho sempre scritto, però, che la responsabilità maggiore del fallimento degli obiettivi promessi da Berlusconi in campagna elettorale è da attribuirsi a Gianni Letta. Quando dai documenti resi noti da quello spione internazionale di cui ho dimenticato il nome emerse anche una dichiarazione spregiativa sul Cavaliere attribuita a Gianni Letta, io vi credetti immediatamente, nonostante che si cercò di confondere le idee e Berlusconi si sentì in dovere di confermare la fiducia al suo consigliere.
Del quale non mi è mai piaciuto il modo di fare politica Sembra una specie di chewingum che vuole attaccare insieme pezzi che insieme non possono stare.

Soprattutto negli anni in cui Berlusconi governava ha sempre, a mio avviso, consigliato Berlusconi a ricercare mediazioni che in realtà lo indebolivano e lo rendevano sempre di più vulnerabile. Il suo continuo andirivieni tra il quirinale e palazzo Chigi lo faceva somigliare, a mio avviso e con il dovuto rispetto, più ad un mercante che a un fine stratega politico. Le lodi espresse su di lui mi sono sempre parse eccessive e interessate.

Gianni Letta è bravo in tante cose, ma come politico sa solo mediare.
Invece, per le riforme di cui il nostro Paese ha bisogno occorrono unicamente iniziative e uomini di sfondamento.

Il tentativo di convincere anche gli avversari sulla bontà degli obiettivi non deve mai essere fine a se stesso, ma, ove un accordo che non intacchi la qualità del progetto sia impossibile, l’unico modo di rispettare l’impegno assunto con gli elettori, è uno solo: battersi per la sua realizzazione anche a costo di subire una sconfitta.
Berlusconi questo non lo ha capito. È così ha perso il consenso e ha gettato al vento la sua credibilità.

Molte delle cose che ha detto nella conferenza stampa di Villa Gernetto, le condivido, come le condivisi già nel 1994, poiché sono necessarie al bene del Paese, ma come credergli ancora?
E soprattutto come credergli se a fargli da consigliere resteranno uomini come Gianni Letta, oppure se manterrà intorno a lui le tante colombe che gli hanno messo i bastoni tra le ruote ogni volta che desiderava andare all’attacco?

È per questa ragione che il Pdl così come è composto attualmente non va bene e non vanno bene tutti quei personaggi che non sono disposti a battersi. Chi vuol seguire Berlusconi deve essere pronto a battersi, giacché questo Stato non si riforma senza una lotta lunga e aspra. Le resistenze si sono insinuate dappertutto e sono potenti, e melliflue quando occorra, in grado di lusingare e solleticare l’ego di chiunque. Occorrono individui incorruttibili, mossi dal solo ideale di cambiare in meglio questo Paese.

In tutti questi anni spero che Berlusconi abbia saputo vedere e discernere tra coloro che gli sono stati a fianco.
Prima di avviare la campagna elettorale, occorrerà, perciò, ora che ha riconfermato gli obiettivi che lo videro vincitore nel 2008, che ci dica anche con quali uomini intende perseguirli.
Il cambiamento dovrà essere radicale. Si ricordi di chi lo aveva ben consigliato, e di chi invece lo ha portato alla sconfitta e arrecato delusione e sconforto al suo elettorato.

Molti potrebbero essere disposti a dargli un’altra opportunità. Sta solo a lui rendersi credibile, questa volta non tanto con i programmi (noti e ribaditi nella conferenza stampa) ma con gli uomini che saprà scegliere per quella che resta ancora oggi una battaglia quasi impossibile.


Letto 1272 volte.


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