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Berlusconi e il suo Bruto (ancora su Veronica Lario)

13 Novembre 2009

E’ arrivato per Silvio Berlusconi il colpo di grazia, la pugnalata di Bruto.
Alcuni articoli di giornale ci fanno sapere di non essere riusciti a ricevere conferma che Veronica Lario abbia depositato la richiesta di separazione “con addebito”. Peraltro la stessa Veronica chiede alla stampa di tacere sulla vicenda, trattandosi di sfera privata.

Se risulterà vero che la rottura dei rapporti coniugali tra i due è finita o finirà in tribunale e che Veronica ha chiesto o chiederà per sé e per i figli metà dell’impero del marito (si parla di un totale di circa 8 miliardi di euro: quindi la richiesta dovrebbe essere di ca 4 miliardi di euro), la faccenda avrà poco di privato, poiché diventerà subito di dominio pubblico.

Infatti, sarebbe la classica pugnalata di Bruto, destinata a far precipitare Berlusconi.
Mi pare che il parallelismo possa reggere egregiamente: come Giulio Cesare fu magnanimo e affettuoso con Bruto, allo stesso modo lo è stato Berlusconi con Veronica, se è vero, come leggo qui, che oggi il patrimonio già in possesso della First Lady è di questo tenore:

“Quanto ai due coniugi, i loro destini finanziari si sarebbero separati da tempo. Veronica si è messa in proprio, aprendo la “Finanziaria il Poggio”, controllata al 100%. Oggi è proprietaria in Italia di uno stabile nel centro di Milano in via Pontaccio (valore 11 milioni), di Palazzo Borromini a Segrate (6,5 milioni), di un appartamentino a Bologna (110mila euro) e di case in Sardegna, per 614mila euro. All’estero ha rilevato per circa 3 milioni una casa nella zona londinese di Kensington e a New York il Poggio è titolare di un edificio a Manhattan. In tutto il suo è un patrimonio superiore ai 20 milioni. All’epoca della separazione dalla prima moglie, nel 1985, il Cavaliere aveva liquidato a Carla Dall’Oglio sei appartamenti e due negozi a Milano, 3 miliardi (di lire) in obbligazioni, un miliardo per comprarsi una nuova casa e i soldi necessari per un appartamento a Londra. Ma quelli erano altri tempi.”

Insomma, ce n’è abbastanza per poter dire che quando l’attrice decise di sposare il ricco industriale, sapeva bene che vi avrebbe trovato il suo Eldorado.

Se Berlusconi usava e sembra che ancora oggi usi fare omaggio alle signore che incontra di regali di un certo valore, Veronica non può affatto esserne gelosa. Quelli che lei ha ricevuto farebbero invidia alla moglie di un Bill Gate.

Però a Veronica tutto ciò sembra non bastare. Vuole di più, e si dice che lo voglia soprattutto per i figli.

Non ho mai nascosto che il comportamento tenuto dalla First Lady nei confronti del marito, con quegli insulti a mezzo stampa della primavera scorsa, non mi piacque, e ancora oggi resta per me irragionevole, per non dire assurdo.

Sono ancora convinto che non fu un gesto emotivo, ma calcolato, lucido, finalizzato. Ebbi il sospetto, addirittura, che dietro alla donna ci fosse un perfido calcolatore.

Il tempo non trascorre mai invano, e oggi mi pare di poter dire che tutto quadrerebbe, nel momento in cui l’attrito tra i coniugi dovesse sfociare o sia già sfociato nella richiesta di una divisione a metà del patrimonio del Cavaliere.

Perché la domanda è naturale: Non si rende conto Veronica Lario che così facendo distrugge la cosa che a Berlusconi è più cara: l’impero economico che ha costruito nella sua vita? Che facendo ciò dà al marito la pugnalata di Bruto? E ai tre figli Barbara, Eleonora e Luigi, interessa davvero assistere alla caduta del padre, come una statua che si butti giù a colpi di martello?

Se fossi Berlusconi, pur mettendo in conto il dolore per la perdita di una cosa a lui cara, giunto a questo punto, venderei tutto. Deciderei io come smembrare l’impero, destinato ahimè a soccombere (un altro parallelo storico che mi viene in mente è quello della disgragazione del Sacro romano impero di Carlo Magno).

I soldi ricavati rappresenterebbero le macerie di tutta l’architettura franata. Distribuirei solo soldi alla famiglia, e ognuno riedifichi secondo le proprie capacità.

Mentre, infatti, è possibile resistere agli assalti che vengono da fuori, direi che è impossibile resistere a quelli che mirano direttamente al cuore.

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