Berlusconi e la sindrome di Stoccolma12 Settembre 2013 La possibilità delle dimissioni spontanee di Berlusconi dalla carica senatoriale è stata ventilata anche nella recente trasmissione di “Porta a Porta†dallo stesso conduttore Bruno Vespa: – E se Berlusconi un attimo prima che la Giunta deliberasse la sua decadenza da senatore si dimettesse di sua volontà ? – È uno sbaglio. Come è uno sbaglio accettare una delle pene alternative. Vittorio Feltri, ad esempio, fa capire che, essendo il carcere spietato, ed essendo i domiciliari fortemente restrittivi della libertà personale, a Berlusconi converrebbe optare per i servizi sociali, un po’ più elastici. Mandela, come Gandhi, come tanti altri oppositori di regimi autoritari (anche gli imperi coloniali lo furono) hanno ricevuto più volte offerte di libertà personale a condizione che mettessero fine alla loro azione politica. Hanno rifiutato e hanno scelto di restare in carcere. La storia ci racconta che hanno avuto ragione e hanno vinto la loro guerra. Numerose battaglie perse, ma non la battaglia finale. Si dirà che Berlusconi è stato raggiunto da una condanna definitiva. E perché: Mandela, Gandhi e altri che tipo di condanna subirono? Una condanna che non prevedeva alcun tipo di difesa. E Berlusconi? Berlusconi ha ricevuto una condanna che può essere assimilata, senza alcuna esagerazione, a quelle condanne. La difesa non ha avuto modo di espletare appieno il suo mandato, e l’accusa e il collegio giudicante hanno proceduto alla condanna avvalendosi non della prova richiesta dalla nostra carta costituzionale ma di una prova di pura invenzione, che è stata chiamata “prova logicaâ€. Una prova logica che si basa su di un ragionamento in realtà molto aleatorio, al punto che si è scoperto che dalle indagini della magistratura svizzera il fornitore di Mediaset, Frank Agrama, è risultato non il delinquente descritto dalla nostra magistratura, ma un uomo d’affari conosciuto in tutto il mondo, il quale aveva l’esclusiva dei diritti Paramount e li vendeva addirittura anche a prezzi 2 o 3 volte superiori a quelli praticati a Mediaset. Come è accaduto varie volte alla Rai, la quale non risulta indagata per frode fiscale. Peraltro i giudici non hanno mai trovato tracce di versamenti fatti da Agrama a Berlusconi o a sue società , a dimostrazione che le fatture delle società in capo ad Agrama mostrano il prezzo reale della compravendita. E veniamo, proprio per questo, alle ragioni del titolo del mio articolo. Dunque una sentenza aberrante. Contro di essa i legali di Berlusconi hanno intenzione di ricorrere alla corte di appello di Brescia per chiedere la revisione del processo e dunque l’annullamento della sentenza. I magistrati, si sa, sono una casta autoprotettiva e perciò, anche se Berlusconi in quegli anni fosse stato su Marte, nessuno metterà in dubbio che egli abbia tramato con Agrama per frodare il disco. Perché? Berlusconi deve seguire una sola strada, la più dolorosa per lui. Deve permettere che la sentenza Esposito dispieghi tutti i suoi effetti,  e senza che egli si faccia prendere dallo sconforto e dalla paura. Potrebbe coglierlo la sindrome di Stoccolma, se non stringe i denti e non alimenti quotidianamente la sua volontà . Se egli è innocente – come sostiene e come lasciano intendere i pacchiani ma gravi svarioni contenuti nella sentenza – egli non deve chiedere niente che somigli ad una resa. Una sola mossa in questa direzione è la sua partita a scacchi è perduta. Pretenda di scontare il carcere, lasci che la giunta si prenda la responsabilità della sua decadenza da senatore e faccia in modo che il Pdl sia messo, attraverso la sua resistenza personale, nella condizione di stravincere le elezioni, dopo che anche il Pdl abbia mostrato al suo elettorato che il partito è strettamente unito al suo leader e rifiuta la sentenza  della giunta con un gesto ugualmente politico come politico è stato quello con cui il suo leader è stato estromesso: abbandonando governo e parlamento.
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