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Bersani, ovvero i sonnambuli della politica

24 Novembre 2009

Da più giorni Bersani (in coro con la Finocchiaro) va dicendo: Si ritiri il disegno di legge sul processo breve e saremo pronti a discutere sulla riforma della giustizia. La conclusione è la stessa contenuta nella lettera scritta al premier da Roberto Saviano (il grassetto è mio):

“Con il “processo breve” saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l’unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia. Ritiri la legge sul processo breve.” (Qui)

Saviano ritiene che la soluzione della lentezza della giustizia risieda nella ‘velocizzazione’ della medesima, convinto che il problema sia tutto qui, mentre la velocizzazione (la dotazione ossia di una moderna tecnologia) è solo una parte del problema giustizia. Ne ho parlato nel precedente post, qui.

L’altro errore di Saviano è quello di pensare che i reati gravi rientrino nella prescizione breve, mentre l’art. 2, comma 5 prevede una lunga serie di reati gravi esclusi dalla prescrizione. Eccoli elencati:

“5. Le disposizioni dei commi 1, 2, 3 e 4 non si applicano nei processi in cui l’imputato ha già riportato una precedente condanna a pena detentiva per delitto, anche se è intervenuta la riabilitazione, o è stato dichiarato delinquente o contravventore abituale o professionale, e nei processi relativi a uno dei seguenti delitti, consumati o tentati:

a) delitto di associazione per delinquere previsto dall’articolo 416 del codice penale;
b) delitto di incendio previsto dall’articolo 423 del codice penale;
c) delitti di pornografia minorile previsti dall’articolo 600-ter del codice penale;
d) delitto di sequestro di persona previsto dall’articolo 605 del codice penale;
e) delitto di atti persecutori previsto dall’articolo 612-bis del codice penale;
f) delitto di furto quando ricorre la circostanza aggravante prevista dall’art.4 della legge 8 agosto 1977, n.533, o taluna delle circostanze aggravanti previste dall’articolo 625 del codice penale;
g) delitti di furto previsti dall’articolo 624-bis del codice penale;
h) delitto di circonvenzione di persone incapaci, previsto dall’articolo 643 del codice penale;
i) delitti previsti dall’articolo 51, commi 3-bis e 3-quater, del codice di procedura penale;
l) delitti previsti dall’articolo 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale;
m) delitti commessi in violazione delle norme relative alla prevenzione degli infortuni e all’igiene sul lavoro e delle norme in materia di circolazione stradale;
n) reati previsti nel testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286;
o) delitti di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti previsti dall’art. 260, commi 1 e 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152.”

E’ nata una discussione sull’inclusione del reato di clandestinità tra quelli imprescrittibili (punto n), ma la discussione è sicuramente aperta su questo come sugli altri punti.

Bersani non ne vuol sapere di discutere il disegno di legge. Vuole che sia ritirato e basta. Ma la motivazione non è quella di Saviano (se Saviano avesse letto l’art. 2, comma 5 forse nella lettera non avrebbe chiesto il ritiro del disegno di legge, bensì avrebbe magari suggerito qualche correzione). Bersani, no, ne avanza un’altra, di motivazione, la solita: anche questa è una legge ad personam fatta a misura di Silvio Berlusconi.

Una tale accusa potrei avanzarla io, ma non Bersani, che è a capo di un partito che nel 2004 (cliccare a sinistra sulla voce: Documento completo) e nel 2006 presentò ben due disegni di legge che prescrivevano gli stessi tempi brevi sui processi previsti dal disegno di legge presentato dal Pdl, e addirittura ricomprendevano nella prescrizione tutti i reati gravi che il disegno di legge del Pdl esclude con l’art. 2, comma 5.

Bersani dovrebbe, per onestà intellettuale, riconoscere che questo disegno di legge è migliore dei due presentati dal suo partito, e accettare di sedersi al tavolo e discuterne per migliorarlo.

Non si rende più conto (ma non posso crederci) che quei due disegni di legge presentati nel 2004 e nel 2006 dal suo partito rispondevano all’esigenza di accelerare i tempi della giustizia? Erano anch’essi, infatti, disegni di legge sul processo breve.

Poiché questo del Pdl è di gran lunga migliore, Bersani dovrebbe esultare ed accoglierlo con favore, disponendosi a migliorarlo.

Invece che fa? Ne chiede il ritiro. Un cittadino normale, di una persona che si comporta così direbbe che è impazzita, oppure che negli anni che vanno dal 2004 al 2006 è stata un sonnambulo della politica.

E’ come se il male che riconosceva ieri il suo partito, oggi non ci fosse più, sparito per miracolo e la magistratura italiana, invece che trovarsi al 156 ° posto nella graduatoria dei Paesi a riguardo della qualità dell’amministrazione della giustizia, si trovasse al primo posto, esempio luminoso da additare al mondo intero.

Questo miracolo, Bersani, non c’è stato. La magistratura, anziché migliorare, è peggiorata sempre di più. Fra poco scenderemo all’ultimo posto, che è intorno al 180 °, quindi vicinissimo, proprio alle spalle.

La giustizia non potrà funzionare mai (ripeto: mai) qui in Italia, se ai magistrati non si daranno tempi precisi per giungere a sentenza. Si dovranno dare anche mezzi idonei, certamente (e il governo li ha promessi) ma essi non saranno mai (ripeto: mai) sufficienti a ricomporre una consuetudine e una mentalità che si sono degradate nel tempo, alimentate da un potere reputatosi sfacciatamente superiore a quello della politica.

Il processo breve è una necessità. La magistratura va richiamata ai suoi doveri costituzionali, che sono quelli di assicurare la giustizia ai cittadini.

Ci sono tanti processi che già si prescrivono per la lentezza della magistratura. Essi sono la prova di una larga mèsse di giustizia negata.

Non è una novità, Bersani, quella della prescrizione dei processi. Essi ci hanno abituati a tempi matusalemmici. E’, ahimè, una consuetudine. Nessuno ha mai gridato allo scandalo. A tutti è andato sempre bene così. Ci dobbiamo solo vergognare.

Ora che invece si richiamano i giudici al loro dovere di amministratori della giustizia, ossia vengono stabiliti tempi certi per la tutela dei diritti dei cittadini, si vorrebbe che la giustizia continuasse ad operare come ha fatto finora, guadagnandosi l’ironia degli altri Paesi.

Bersani, il processo breve lo voleva il tuo partito. Perché non lo vuole più? E perché anche tu non lo vuoi?
Non lo vuoi, poiché di esso potrebbe avvantaggiarsene Silvio Berlusconi. Potrebbe, ma si dice anche che non sarà così.

Tu, pur di andare contro di lui, rinunci ad intervenire ora e subito per tutelare i cittadini dalle lentezze della magistratura. Per combattere ciecamente un uomo, tieni in piedi una giustizia che non è tale: una giustizia che è falsa e negata a tanti cittadini.

Magari dirai che il processo breve sarà inserito nella riforma generale e costituzionale della giustizia. Allora lo condividi! Perché, dunque, non introdurlo subito nel nostro ordinamento, in modo che intanto molti cittadini ne usufruiscano?

Perché attendere, se anche il tuo partito voleva introdurre già nel 2004 e poi nel 2006 il processo breve, e quindi ne ha sempre dato una valutazione positiva?

Il processo breve, anche se potrà servire a Berlusconi, anche se è stato ispirato dalla sua personale situazione, è una necessità generale del Paese. Se è una necessità generale, ed è anche una necessità di Berlusconi, perché non deve prevalere l’interesse generale? Quante volte il tuo partito si è sciacquata la bocca con queste parole: interesse generale. Eccone uno, di interesse generale, che più grosso e importante non ce n’è. Che aspetti?
Che la guerra tra il tuo partito e Berlusconi sia finita e lui sconfitto?

Sarà solo allora che ti ricorderai che ogni minuto perso per introdurre il processo breve, è un’ingiustizia in più commessa sui cittadini?
Sarebbe colpevole e ridicolo.

Ricordati che ogni giorno che passa, c’è in Italia un cittadino a cui è negata la giustizia. Ti interessa?
Se ti interessa veramente (coi fatti e non con le parole), lascia perdere l’antiberlusconismo. Consegnalo a Di Pietro, al Masaniello dei giorni nostri. Questa del processo breve è una grande occasione. Non perderla. Non perdiamola.

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“Ecco il giudice superveloce”. Qui.


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5 Comments

  1. Commento by Felice Muolo — 25 Novembre 2009 @ 09:36

    Ieri, a Ballarò, se non ho capito male, Violante ha fatto una proposta: purchè si ritiri la proposta  di legge sul processo breve, sembra che il PD sia disposto a ridiscutere l’immunità parlamentare, il lodo Alfano affossato. Insomma, è solo una questione di puntiglio. Quanto si può andare avanti  così? Non è ora di cambiare mentalità o gli uomini che posseggono tale mentalità?

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 25 Novembre 2009 @ 10:10

    Andrebbe cambiata l’Italia, Felice. L’antiberlusconismo ha fatto impazzire gli avversari. Non ragionano più.

    Non sanno ancora che, con la caduta di Berlusconi, ci sarà in Italia un crack   da prima Repubblica. Addio ai sogni di chi s’immaginava (come me) che l’Italia stesse cambiando. Mi convinco sempre di più che l’accanimento contro Berlusconi ha un solo obiettivo, ripristinare la prima Repubblica.   Finché mi reggeranno le forze, contrasterò questo disegno. Mi pare di aver capito che anche Fini sta abbandonando l’idea di far eleggere il premier direttamente dal popolo. Gli elettori torneranno a contare zero.

  3. Commento by Michele renzulli — 25 Novembre 2009 @ 19:07

    Questo governo a mio modo di vedere , rispecchia, la famosa frase detta nel               ” Gattopardo” voler cambiare tutto, per non cambiare nulla. Il processo breve è auspicabile per tutti i cittadini, tutti, dico tutti lo vogliono, ma non è questo il modo.

    1) quanti processi salteranno? quanti non avranno giustizia?

    2) nelle condizioni che versano gli uffici giudiziari, questi sono in grado veramente di dare risposte appropriate e giuste in tempi brevi?

    3) quanti processi che oggi si effettuano col ” rito breve-patteggiamento” non si svolgeranno mai, chi patteggerà la pena se ha la speranza di cavarselacol processo breve?

    4) le norme! le norme i regolamenti, se non si sveltiscono e semplificano queste è inutile parlare di processi brevi.Alcuni processi vanno per le lunghe, non per colpa dei giudici, ma dei cavilli, eccezioni, notifiche, ricusazioni, assenze per malattie ecc ecc,. Solo per notificare un atto molto spesso ci vogliono dei mesi. Vogliamo veramente il processo breve o una amministia cammuffata per salvare il Presidente del Consiglio?

    michele renzulli

  4. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 25 Novembre 2009 @ 23:04

    Michele, non pensare (perché sbaglieresti) che non ci siano altri fattori, che ho cercato di esplicitare che riguardano il malfunzionamento della giustizia. Ci sono giudici diligenti che pensano a dare giustizia ai cittadini e ci sono giudici che non ci pensano proprio. Svolgono il loro lavoro con la routine di un impiegato. Se poi ci mettono 10 o 20 anni ad emettere la sentenza a loro poco importa.

    Calarsi nella realtà vuol dire riconoscere che molti degli arretrati sono tali per scarsa produttività dello stesso magistrato e troppa indulgenza   dei giudici nell’assecondare i rinvii e i cavilli degli avvocati.

    Questo è il vero male della giustizia. Stamani la Repubblica portava l’esempio di un magistrato solerte che non aveva arretrati. Sarà pure stata una piccola sede giudiziaria (il Tar di Lecce), ma sai in quante delle 100 città italiane si può fare altrettanto? E non lo si fa per consuetudini e vizi.

    Se escludiamo  alcuni capoluoghi (Milano, Palermo, Roma, Torino, ad esempio) a quanto mai potrebbero assommarsi gli arretrati in queste città? Non certo il numero denunciato dall’Anm.

    La verità è che ai magistrati le cose vanno bene così. Dispiace, ma ogni altra giustificazione è come voler chiudere gli occhi davanti alla verità.
    Affinché i magistrati assolvano il loro dovere è diventato improcrastinabile assegnare loro dei tempi precisi (e delle risorse). Altrimenti non si avrà mai in Italia il processo breve che si ha nei 155 Paesi che ci precedono (su un totale di circa 180) nella graduatoria internazionale.

    Per non parlare del tempo che le procure più indaffarate (Milano, Palermo) stornano su Berlusconi a danno di altri cittadini.

    Sulla persecuzione di Berlusconi io non nutro il minimo dubbio: c’è. E sarà la storia a fare i conti.

    Sul processo breve il Pd era d’accordo nel 2004 e nel 2006. Non ti domandi perché ora non lo è più? Che cosa è cambiato? In quegli anni Berlusconi era già in politica e già era additato come il nemico pubblico n. 1

  5. Pingback by Bersani, ovvero i sonnambuli della politica | IlTuoWeb.Net News — 11 Gennaio 2010 @ 05:08

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