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La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

Caro Napolitano, il golpe c’è stato e l’hai fatto tu!

17 Dicembre 2013

Ogni giorno che passa mi vergogno di avere questo presidente, l’uomo di Budapest, l’uomo che disonora per la sua storia personale il nostro tricolore(del Risorgimento e della Resistenza) issato sul palazzo del quirinale

Ieri si è permesso, ancora una volta (ma non ha pudore?) di ammonire i cittadini che se vogliono le elezioni, se le devono scordare. Non appartengono, ossia, da quando c’è lui a comandare, alla sovranità del popolo che le invoca con le sue proteste (che si cerca di camuffare come il Pci fece con le Brigate Rosse – quante stragi sarebbero state evitate se si fossero riconosciute come tali e non come compagni che sbagliano), le quali, quando era il Pci a cavalcarle, erano espressione di un diffuso malessere, che richiedeva non solo di andare al voto (il Pci era all’opposizione contro il pentapartito), ma di rispettare la dignità delle masse popolari. Non si parlava, allora, di infiltrati, ma i dimostranti erano tutti quanto meno degli angeli calati dal Cielo onde ravvedere il governo, che ovviamente sbagliava ad ogni pie’ sospinto.E Napolitano che ha fatto, con la sua stravagante e onnipotente creatività  non bisognosa (che insulto altrimenti alla sua vanità!) del voto dei cittadini? C i ha regalato, senza nemmeno sentire il popolo, il governo  di Mario Monti che ha accresciuto i disastri e il governo dell’ex democristiano Enrico Letta che dai suoi ex padrini ha saputo imparare solo a non far niente, e soltanto l’arrivo di Renzi gli ha acceso un fiammifero sul deretano.

Vedrete: non passerà molto tempo che il movimento 9 dicembre sarà paragonato ai Black Bloc per l’ideologia anti istituzioni che rappresenta e vogliono diffondere,  pur se non useranno le violenze tipiche dell’estremismo.
Ad aiutare Napolitano in questa opera di disinformazione e di vero e proprio inganno, come fu la menzogna dell’esistenza delle Brigate Rosse, saranno i giornalisti pennivendoli e ben pagati dal sistema che lo faranno con l’ipocrito  sorriso ebete sulle labbra, e così saranno tanti cittadini a cadere nella trappola e a credere alle  parole di Napolitano. Ci pensate che bel lavoro aspetta, ad esempio, Eugenio Scalfari, ossia papa Eugenio?

Vuole passare, infatti, per uno che mantiene la parola: ha detto che prima del 2015 non ci saranno le elezioni e la sua battaglia mira a questo risultato, solo per mostrare che è un duro come i sovietici che massacrarono giovani, vecchi, donne e bambini a colpi di fucili e di cannoni sparati dai cingolati. Non crederò mai (non è un mio diritto? Che Napolitano si sia realmente pentito di qual suo lontano plauso, e ciò che me lo fa credere è il comportamento che con suprema arroganza e faccia tosta calpesta la costituzione. Ha fatto bene Renato Brunetta a ricordargli anche ieri sera, quando in pompa magna rimbrottò la sovranità popolare e le opposizioni (in particolare Forza Italia a ricordargli che per molto meno fu lui stesso nel 1991 a richiedere le dimissioni dell’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
Possibile che il nostro capo di Stato si crede un monarca assoluto e che il popolo italiano accetti che le spari grosse come una montagna.

Che cosa credete che farà il governo Letta fino al 2015? Niente di concreto, solo chiacchiere e rinvii, come è accaduto per il finanziamento ai partiti. Campa avallo. E sula legge elettorale. Ha da campare un altro cavallo.  Si permette perfino di sostenere che il parlamento è tuttora legittimo, invece di riflettere, come farebbe qualunque uomo di buon senso, che la sentenza della consulta lo ha delegittimato, salvo che per andare ad elezioni con una nuova legge elettorale che se non obbedisce ai principi maggioritari del referendum Segni del 1993, non potrà che essere di tipo proporzionale. Solo con una di queste due leggi la politica è autorizzata a costituire un nuovo parlamento in grado di legittimamente legiferare. Perché la consulta sa bene che un parlamento legittimo è solo quello che deriva da una legge rispettosa della costituzione. Qualunque altro parlamento costituito in modo diverso è incostituzionale. Perciò la prima cosa da fare è andare al voto con una nuova legge che rispetti i canoni stabiliti dalla consulta, e dunque ogni riforma (Grillo ha ragioni da vendere) sarà possibile solo subito dopo con un nuovo parlamento e solo allora ogni sua legge avrà carattere di legittimità. Invece che cosa ci vuol costringere a fare l’uomo di Budapest, che se avesse abitato il Cremlino, anziché il quirinale, Eltisin lo avrebbe già buttato fuori schierando i carri armati intorno alla sua residenza abusiva. L’uomo di Budapest vuole inondare l’Italia di leggi contro cui qualcuno – vedrete – ricorrerà per sentirle dichiarare incostituzionali. Bei tempi che ci aspettano grazie all’uomo di Budapest che, se fosse ispirato dalla lealtà e dalla coerenza, avrebbe dovuto ricordarsi di come agì – come gli ricorda un giorno sì e un giorno no   Renato Brunetta – nei confronti di un suo predecessore meno coinvolto di lui, del quale chiese e ottenne le dimissioni, e rassegnarle pure lui – assai più sgraziatamente colpevole – seduta stante. Invece di andare sciarpato ed elegante a riscuotere gli applausi a Teatro occupando quello che fu il palco reale e lì pavoneggiandosi grazie agli applausi del pubblico al suo ingresso Un Napolitano sempre accompagnato dalla sua signora a cui bisognerà pur dare il torto di non richiamarlo alla coerenza, al buon senso, se non addirittura al rispetto, che gli fa obbligo, della costituzione.

Renzi è già svaporato, come si dubitava; ora accetta i tempi lungi imposti da Napolitano e sarà presto cotto in padella. I suoi reclami sono diventati ridicoli e somigliano alle grida lette a Renzo Tramaglino dall’Azzeccagarbugli. Si possono stiracchiare in qualsiasi direzione, e lui non pare l’uomo giusto per reclamare un percorso deciso e rapido. All’Azzeccagarbugli (Napolitano in testa) ha già consegnato i polli di Renzo.

Scrissi che se non fosse andato ad elezioni in primavera, sarebbe arrivato a quella stagione già stracotto. Sotto la padella la fiamma è ormai alta, la frittura, tutta bruciacchiata, è già da buttare.

Caro Renzi, grida pure ai quattro venti che vuoi realizzare questo e quest’altro. Sai in quanti (Berlusconi in primis) l’hanno detto prima di te? La speranza, questa volta, era che tu non ti facessi irretire dalle lungaggini tipiche della politica nostrana, che tu avresti voluto rottamare, e che già è vicina a rottamare te. Sei fiorentino, io sono di Lucca. Siamo due toscani. Svegliati, non farci fare una figuraccia!


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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart