Caro papà , Caro figlio/Dear Dad, Dear Son (Trad. Helen Askham) #21/225 Novembre 2008 di Bartolomeo Di Monaco In calce il testo inglese Caro papà , Caro figlio  #21 Caro figlio, ormai è così tanto tempo che non ci parliamo, che stento a credere di poter ricevere ancora una tua lettera. Forse sai già le ultime notizie da Anthony, ma voglio dirtele anch’io. Donato ha un figlio, Venturino. È già grandicello, ha quasi due anni, cammina, è vestito come immaginavo prima che nascesse, con i pantaloncini tipo jeans e le bretelline. Corre sempre per la casa, mi sta sempre tra le gambe. Non posso vivere senza di lui, penso già a quando andrà all’asilo, e mi lascerà solo. Ci parliamo soprattutto con lo sguardo, lui capisce subito quello che voglio, e così io. C’è un’intesa piena. Olema è gelosa di questa intesa, perché indaffarata com’è non può distribuire a Venturino tutte le smancerie che invece riceve da me. Mi viene da ridere a volte quando sorprendo sul suo viso i segni della sua insofferenza per l’affetto davvero smisurato che il bimbo nutre per me. Ma sono suo nonno! le dico. Ed io sua nonna! risponde imbronciata. Poi mi leva il bimbo dalle mani e lo porta in cucina. Vedi che ti prepara la nonna? si mette a dire, e gli mostra tutti i dolcetti che quasi ogni giorno prepara per lui. Non lo ha mai fatto per i nostri figli! È gelosia, non c’è che dire! Dunque ho trovato, grazie a Venturino, di nuovo un po’ di serenità , e anche di felicità , che avevo perdute per colpa del tuo silenzio. Anche la lontananza di Anthony mi pesa, ma Venturino è riuscito a colmare questo vuoto, e mi ha evitato di immalinconirmi. Perché gli anni passano anche per questo vecchio, e sono gli anni più pesanti che si caricano sulle mie spalle. Il tuo silenzio non mi giova. Ogni tanto riaffiora la memoria di come, dopo aver cominciato a scrivermi, ad un tratto sei sparito, sei ritornato nel nulla da cui sbucasti tanti anni fa, quando mi facesti portare Anthony, convalescente di una brutta malattia, da quel tuo amico. Ho riallacciato con entusiasmo un rapporto che sentivo perduto, e mi sono riattaccato alla vita, l’ho di nuovo apprezzata, mi sono riconciliato con tutte le sofferenze patite, pensando che erano il pedaggio che avevo dovuto pagare per questo tuo ritorno. Poi di nuovo sei tornato nel nulla. Che cosa ti è accaduto? Qualcosa deve essere successo, qualcosa che tieni segreto anche a Anthony, altrimenti me ne avrebbe parlato. Anthony non è tipo da tenermi un segreto, mi vuole troppo bene, più di quanto me ne voglia tu! Forse ti sei risposato e non vuoi dircelo. Perché? Non c’è niente di male, sei ancora giovane, è giusto che tu abbia una compagna accanto a te. La vita che conduci, del resto, è aspra, la sera fa bene avere vicino una persona cara, alla quale confidare perfino le proprie pene, oltre alle gioie. Confidare le gioie è facile, perché è facile trovare chi le ascolti. È difficile confidare a qualcuno che lo voglia sinceramente le proprie pene! Nessuno vorrebbe mai sapere del dolore degli altri. Ma il dolore esiste, ci accompagna ogni minuto, ed è pronto a mostrarsi. Quando non si mostra, significa che c’è un angelo custode che ci protegge. Nella tua vita non può non esserci il dolore! È parte integrante della tua scelta, come lo sarà per Anthony e per Rosa. Sai certamente che si è fidanzato con Rosa, è una ragazza straordinaria, probabilmente ha lo stesso carattere della tua Jenny. Anthony sarà felice con lei, te lo assicura il tuo vecchio, che su queste cose non sbaglia mai. Quando si sposeranno verranno a stare da te, sulla tua isola, ti aiuteranno, e così potrai ancora moltiplicare il bene. Sei l’apostolo del bene, è così che da qualche tempo mi viene di nominarti. E apostoli del bene stanno per diventarlo anche Anthony e Rosa, se già non lo sono. Rosa mi ha detto che a Anthony vogliono bene tutti, è cresciuto bene il tuo ragazzo! I genitori di Jenny lo adorano, se accadesse un dispiacere a Anthony, anche un piccolo dispiacere, ne morirebbero. Hanno trasferito su di lui tutto l’amore che nutrivano per Jenny, l’unica figlia. Io ho avuto invece Donato a cui ho potuto dare il mio amore di padre, ecco perché capisco la trepidazione dei genitori di Jenny per Anthony. Anthony è tutto per loro, senza Anthony la loro vita precipiterebbe in un abisso! Mi domando che cosa accadrà di loro quando Anthony li lascerà . Non hai pensato a questo? Come potranno consolarsi? È una riflessione che dovresti fare, dovresti prepararli. Per loro sarà un colpo troppo duro, e chissà se saranno forti abbastanza. Tu pensi che siano forti, perché hanno già condiviso la scelta di Jenny molti anni fa. Per loro sarà come riviverla. Forse hai ragione, forse sono io a preoccuparmi pensando con la mia testa, che è la testa di un vecchio debole, quasi diventato misantropo, malinconico. Sei tu a mantenere dolorosa una spina nel mio cuore. Scrivimi, scrivi a tua madre, se non vuoi più scrivere a me. Di solito una madre può dove il padre non riesce. Così in calce a questa lettera troverai due righe di rimprovero e di esortazione scritte da lei. Riusciranno a smuovere il tuo cuore divenuto di ghiaccio nei nostri confronti? So che anche Anthony si è raccomandato, non riuscendo a comprendere il tuo silenzio. Ti ha esortato a scriverci di nuovo. Ma senza successo! Ecco perché penso che qualcosa di straordinario deve esserti accaduto. Era così dolce il figlio che mi scriveva, così tenero con il suo vecchio padre, così comprensivo! Se continuerà il tuo silenzio, tu mi conosci, sai che se mi prendo un impegno sono testardo e riesco a compierlo, se continuerai il tuo silenzio nei nostri confronti, io mi metterò alla ricerca della tua isola, e ti troverò. Se ti troverò! Non c’è luogo della Terra, anche il più nascosto, il più segreto, in cui un figlio possa cacciarsi senza che il padre non riesca a ritrovarlo. C’è un filo invisibile che ci lega, ricordatelo, quel filo è lì perché io possa sempre ritrovarti. Ed ora lascio a tua madre il poco spazio che resta. Ascoltala. Tuo padre Efisio.  Caro babbo, le notizie che ora ti do sono nuove anche per Anthony, al quale ho scritto oggi, come ho scritto a te. Sto per morire, babbo. Come potevo venire al matrimonio di Donato e mostrarmi? Mi hanno amputato una gamba, babbo, e anche l’altra è in pericolo, nonostante le cure. Fra non molto tempo la perderò. Come potevo presentarmi al matrimonio di Donato con questa rivelazione dolorosa? Sono stato colpito più volte dalle epidemie che infestano questi luoghi; la seconda, giunta dopo quella che mi ha strappato la mia adorata Jenny, mi è stata fatale. Sono quasi infermo, le mani, come vedi, mi tremano, faccio fatica a scrivere. Non è per la fretta, come dicevo nelle poche righe che indirizzavo a Anthony, non è perché quelle righe le avevo scritte sulla barca, come qualche volta ho raccontato a mio figlio, la verità è che sono un uomo vicino alla morte. Il mio corpo si sta sgretolando. Ho ancora da vivere, però; la morte non è così vicina. So rendermi utile, hanno bisogno di me, e questo mi solleva dalla sofferenza, mi fa sopportare il mio dolore. Un giovane medico fa ciò che io feci al tempo che venni qua per la prima volta. È di enorme aiuto, ha tanta volontà , ama questa gente, come l’amo io. Spero di riuscire a vedere il mio Anthony qui con me, che possa dargli i miei consigli, che possa vederlo all’opera. Questa è la grazia che chiedo al Signore. Tutti i giorni gli chiedo di lasciarmi morire solo dopo aver visto il mio Anthony qui. Voglio che prosegua la mia opera. È bello quello che facciamo qui, ci nobilita. Nobilita l’essere umano, confuso, annientato dal benessere lì da voi! So che porterà Rosa con sé, e che Rosa viene qui con lo stesso entusiasmo di Anthony. Oh Signore, rendimi felice ancora una volta, per l’ultima volta, facendomi conoscere la sposa di Anthony, la sposa che mi ricorda la mia Jenny! Non ti ho scritto, giacché non potevo mostrarmi a te con questo dolore che mi distrugge. Pensavo alla tua sofferenza, a quella di mamma. Avete fatto così tanto per me, sopportando a lungo il mio silenzio. Non meritavate questo dolore. Ecco perché non vi ho scritto, non perché non vi ami. Vi amo, vi ho sempre amato, dopo la mia Jenny e il mio Anthony siete voi la luce, il faro della mia vita. Non avrei potuto compiere del bene se non avessi avuto voi come genitori, se non avessi avuto Jenny accanto a me, se non fosse nato Anthony. Ho avuto tutto dalla vita, e ho provato tutte le gioie possibili su questa Terra, sono contento. La sofferenza che ora mi attanaglia non è nulla rispetto alla gioia che mi è stata donata. Penso a questo, quando soffro di più, e penso alla mia Jenny che mi guarda, mi aiuta, mi dà ancora motivo di gioire. Poi c’è lei che mi aspetta, e questo, padre, non puoi immaginare quanto mi aiuti ad attendere la morte. Non sarà una morte cattiva quella che si prepara a ricevermi, ma una morte benigna, dolce, che condurrà al suo fianco la visione della mia Jenny. Nessuno a Londra ha saputo mai niente della mia malattia. Nemmeno i genitori di Jenny; ho tenuto il segreto fino ad oggi, e come tu ora stai soffrendo per questa mia triste rivelazione, nello stesso momento stanno soffrendo Anthony e i genitori della mia Jenny. Non so perché il destino ha voluto colpirmi ancora giovane, ancora pronto a fare tante cose per gli altri, dovevo donare ancora molto, ed ora sono costretto a fare così poco! C’è un disegno imperscrutabile in questo. Sì, ora sono convinto anch’io che esiste un Dio che distribuisce il bene su questa Terra. Lo ha distribuito a me; mentre mi afferrava la malattia, Egli mi dava la fede, mentre gridavo per la mia sofferenza, Egli mi mostrava il volto della mia Jenny, mentre mi disperavo per la mia presente inutilità , Egli mi metteva innanzi Anthony e la sua sposa. Non è Dio che può fare questo? Allora, padre, è arrivato il tempo per me e per te di abbandonarci a Dio, di rimettere la codardia dei nostri pensieri a lui, di amarlo, di sperare. Ti facevo credere di essere seduto sulla sabbia davanti all’oceano. È raro che ora lo faccia. Qualche volta è il giovane medico che mi trascina. Io sto lì, rievoco i tempi passati, quando uscivo con la barca. Non posso più farlo, la barca è affidata al mio aiutante, che fa il giro al posto mio. Al ritorno mi racconta che tutti vogliono sapere di me, se sto un po’ meglio; tutti pregano, chi il mio chi il proprio Dio, ma tutti confidano in un potere sovrannaturale che possa lenire la mia sofferenza. È una consolazione, ma io sono già pronto a morire, e non dovete disperarvi quando me ne andrò. Accogliete la notizia con sollievo, perché avrò pagato il mio pedaggio di sofferenza e andrò a riscuotere il premio per quel po’ di bene che ho fatto. Perché sono sicuro di aver fatto del bene. Non è orgoglio, è consapevolezza. Ho speso una vita per raggiungere questo scopo. Devo riconoscere che non ho fallito! Lo devo anche per voi, che avete tanto sofferto per la mia scelta. Sì, sono riuscito a fare del bene. Mi hai chiamato apostolo del bene. Lo sono stato, lo sono anche oggi che posso rendermi così poco utile al prossimo. Non ti potrò scrivere come una volta. Lo capisci da te, vedi quanta fatica faccio, la mia calligrafia è quasi illeggibile, soffro a comporre i caratteri. Li scrivo grandi più del dovuto, per consentirti una più facile lettura, ma non ti nascondo che sto sudando, che lo sforzo mi procura dolore. Scusami babbo, se il mio lungo silenzio ti ha turbato, scusami con mamma, quelle righe che ha scritto mi hanno mostrato tutta la sua anima addolorata, l’ho vista nuda ergersi sopra di me, e ho visto il suo viso solcato dalle rughe degli anni, immerso in una vecchiaia che io non avrò. Ecco dunque perché non dovete rattristarvi. Sei tu che mi hai raccontato quando ero ragazzo che Dio vuole a sé quanto prima i migliori. Ecco, ora è il mio turno, mi sta chiamando, mi sta dicendo di preparare il bagaglio. Te invece non ti chiama, segno che devi ancora essere utile qui sulla Terra, forse dovrai essere utile a Anthony, a Rosa, a Venturino. Chissà quante cose devi ancora fare di belle e di importanti. Ti auguro tanta gioia, perché la meriti, perché mi hai sempre capito, perché mi ami. Abbraccia per me mamma, dille che la penso continuamente, che porterò la vostra bella immagine con me nella tomba, tra i miei pensieri ultimi ci sarà anche quello dedicato a voi. Lo sentirete, tu lo sentirai, babbo, ne sono convinto, e in quel momento sappi che io sorriderò. Dear Dad, Dear Son #21  Dear Son,    It’s such a long time since we were last in touch that I find it hard to believe I’ll ever get another letter from you. You’ve probably already heard the news from Anthony but I want to tell you it too. Donato has a son, Venturino. He’s already quite a big boy, almost two and walking, and dressed in little jeans with braces, as I’d imagined before he was born. He’s always running about the house and getting under my feet. I feel I can’t live without him and I’m already thinking about when he’ll go to nursery school, leaving me on my own. We speak to each other mainly in looks. He understands at once what I want and I’m the same with him. We understand each other completely. Olema is jealous of this understanding because, busy as she is, she doesn’t have time to spoil him as I do. Sometimes I almost laugh when I see from her face that she resents the great affection the child has for me. “But I’m his grandpa,” I say to her. “And I’m his grandma,” she says huffily. Then she takes him from me and leads him into the kitchen. “See what grandma’s made for you!” she says and shows him all the little cakes she makes for him practically every day. She never did that for you and Donato. She’s jealous, that’s all there is to it. Dear Dad,    What I am about to tell you not even Anthony knows and I’ve written to him today as I’m now writing to you. I’m dying, dad. How could I have come to Donato’s wedding and shown myself as I am? I’ve had one leg amputated and the other is in danger, despite the treatment, and I’m going to lose it as well before very long. How could I have appeared at Donato’s wedding with this sad revelation? I’ve twice been struck by the epidemics that infest these places. The second one, after the one that took my beloved Jenny from me, has proved fatal for me. I’m almost bedridden and my hands, as you can see, are shaky and it’s difficult to write. It’s not because I’m in a hurry, as I said in the few lines I’ve written to Anthony, and it’s not because I’m writing them on a boat as I’ve sometimes told him. The truth is I’m near to death. My body is crumbling. I still have some time, however. Death isn’t as near as all that. I can still make myself useful and this eases my suffering and helps me to bear the pain. A young doctor does what I used to do when I first came here. He’s an enormous help, is very willing and loves the people here as much as I do. I hope to be able to see Anthony here with me so I can advise him and see him at work. This is what I pray for. Every day I ask God not to let me die before I see Anthony here. I want him to continue my work. It’s fine work that we do here and it ennobles us. It ennobles people who are confused and crushed by the affluence in your part of the world. I know he’s bringing Rosa with him and that she’ll come with the same enthusiasm that he has. Please God, let me meet Anthony’s wife who’ll remind me of Jenny and make me happy one more time. Letto 5247 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||