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Ci mancava solo lo sciopero generale

29 Maggio 2010

Guglielmo Epifani, il segretario generale della Cgil, lo ha minacciato per il 25 giugno. Verrebbe voglia di domandargli: Di quale anno? Giacché nessuno può pensare che in un momento di crisi come quella che stiamo attraversando, qualcuno possa pensare ad uno sciopero generale. E invece è così. Il 25 giugno è proprio quello a cui si arriverà fra poche settimane.  

Siamo un Paese scombinato. Nel momento in cui in tutta Europa i cittadini sono chiamati a tirare la cinghia, e l’Italia si sta distinguendo per aver accettato di fare la sua parte, anzi ne ha ricevuto lodi che non si ricordavano più da anni, ecco che ancora un altro dei geni che contraddistinguono la sinistra ha fatto la sua pensata.  

Siccome non è più possibile a Bersani metterci sotto il naso il modello spagnolo, portoghese, irlandese, inglese, e così via, la sinistra ha pensato bene di muovere una delle sue storiche pedine, il sindacato Cgil.  

Epifani è pronto a rispondere; lo è ogni qualvolta al governo ci va il centrodestra. Basta un fischio, e lui scodinzola la coda e fa l’abbaio. Senza domandarsi nemmeno a che pro.  

Se i politici di sinistra possono anche infischiarsene di come va lo Stato, ed anzi, più macerie provocano, più hanno la possibilità, nel disordine generale, di impadronirsi del potere, ad un sindacato di lavoratori questo non può essere consentito. Un sindacato di lavoratori deve proteggere questi ultimi dallo sfascio generale. Se alla sinistra interessa, come si è visto nell’Europa dell’Est, esclusivamente la conquista del potere senza che questo significhi alcun vantaggio per i lavoratori, la Cgil dovrebbe battersi perché lo Stato superi la crisi, e contribuire dando una mano. Se crolla lo Stato i primi a pagare sono gli strati deboli, tra cui i lavoratori.  

Altro che cassa integrazione, altro che mancanza di lavoro. Quando lo Stato crolla non c’è futuro per nessuno, solo per il potere autoritario, che si rafforza quanto più è estesa la miseria popolare.  

Se a questo mira la sinistra italiana, rifiutandosi di dare una mano al governo, lo stesso obiettivo non può essere assunto da un sindacato di lavoratori.  

Ed infatti due grosse e storiche organizzazioni, come la Cisl e la Uil, ben si guardano dal seguire l’esempio di Epifani. Sanno bene che proclamare uno sciopero generale in questi momenti di crisi senza precedenti, equivale a voler radere al suolo lo Stato.  

Non so quanti lavoratori si rendono conto dell’obiettivo esecrando che accomuna la strategia complessiva della sinistra, a partire dal Pd fino al sindacato Cgil, sua storica cinghia di trasmissione.  

Mi viene in mente una famiglia in cui, mancando da mangiare, s’incrociano le braccia, invece di cercare di salvare il forno che può sfamarli.


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7 Comments

  1. Commento by Giulio Mozzi — 29 Maggio 2010 @ 07:15

    A me viene in mente, invece, un Paese dove

    1. il governo intende fare una certa cosa,

    2. il sindacato ritiene che quella certa cosa non sia da fare (o sia da fare, ma non in quel modo),

    3. il sindacato esprime la sua opinone ed esercita una pressione sul governo, usando i mezzi a sua disposizione.

    E, in tutto questo, non vedo cosa ci sia da scandalizzarsi.

    (Tra parentesi: ieri era previsto uno sciopero degli autoferrotranvieri, che aspettano in rinnovo contrattuale da due anni. Il governo li ha precettati. Di questo, piuttosto, volendo proprio scandalizzarsi, mi scandalizzerei).

  2. Commento by Mario Di Monaco — 29 Maggio 2010 @ 13:28

    Occhio  al corteo. Immagino che mimetizzati da operai sfileranno, arrabbiati più che mai per  i tagli  alle loro prebende,  politici, magistrati, alti burocrati, presidenti e consiglieri di enti inutili. Fra gli sponsor della manifestazione, che preferiranno ovviamente  rimanere anonimi, non mancheranno di certo  gli incalliti evasori.
    Gli operai, quelli veri, hanno già scelto da tempo un altro tutore.    

  3. Commento by Felice Muolo — 29 Maggio 2010 @ 18:07

    Fare uno sciopero generale prima che la legge sia approvata, giusta o sbagliata che sia? Perchè tanta fretta?      

  4. Commento by Ambra Biagioni — 29 Maggio 2010 @ 18:46

    Ricordi Bartolomeo quando all’Acquacalda c’era un fabbrica che tutti i giorni alle 11 suonava la sirena ? O la suonava e noi sapevamo che c’era pericolo d’incendio ?

    Ricordi quante donne e uomini vi lavoravano portando a casa anche qualcosa più del pane ?

    Ricordi quando si sentiva dire la parola “Cucirini” e subito si pensava ad ogni tipo di “filato” di ottima qualità ?

    Bene, per colpa dei Sindacati e degli scioperi selvaggi, sempre scioperi politici non mirati al benessere degli operai ma alla lotta politica. ora questa fabbrica non ‘è più e, quel che ne rimane è la succursale per la lavorazione di prodotti che vengono dall’est e sono di assoluta scadeza.

    ……………………………………………..

  5. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 30 Maggio 2010 @ 22:40

    Giulio, in una situazione così grave, sarebbe richiesta un po’ di responsabilità da parte di tutti. Uno sciopero generale è fuori posto, secondo me.

    Non so se la precettazione dei ferrovieri sia avvenuta secondo la legge per assicurare i servizi indispensabili. Penserei di sì.

  6. Commento by giuliomozzi — 1 Giugno 2010 @ 00:37

    Bartolomeo, i dipendenti delle aziende di trasporto pubblico delle città italiane sono senza contratto da due anni. Sicuramente sono stati precettati in base alla legge per assicurare i servizi indispensabili: non c’è infatti altro modo di precettarli.

    Due domande:

    1. come mai l’altro giorno i servizi di trasporto pubblico erano indispensabili, e altre volte non lo erano?

    2. il contratto di lavoro è un “servizio indispensabile” o no?

    Scrivi: “in una situazione così grave, sarebbe richiesta un po’ di responsabilità da parte di tutti”. Sono d’accordo.

    Se il momento è grave, e io penso che il governo stia facendo scelte sbagliate, sono più responsabile se lo faccio sapere (e faccio pressione perché vengano fatte le scelte che secondo me sono giuste) o se non faccio niente?

     

  7. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 1 Giugno 2010 @ 10:05

    La precettazione, Giulio,  è prevista da molti anni (ancora lavoravo e c’era già). Credo che ogni governo ne abbia fatto uso.

    Il rinnovo dei contratti è un momento importante (sono stato dirigente di categoria della Cisl); tuttavia non è la prima volta che succedono ritardi. Il momento che attraversiamo ha una speciale gravità, come sai.

    Si può certo dissentire dalle scelte di chi governa, basta non aggiungere nuove difficoltà a quelle che già ci sono. Si possono esercitare altre forme di protesta, come ad esempio una manifestazione  da collocare in un giorno festivo.

    Tieni presente, comunque, che la manovra economica del governo ha avuto i consensi internazionali ed interni che contano. Ultimo quello della Banca d’Italia.

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